Sono un insegnante, e credo di averlo sempre saputo, perché ricordo nei miei giochi da bambina che torturavo le mie sorelle comandandole a bacchetta e facendo finta di essere la loro maestra, avevo un registro e sapevo che avrei voluto fare questo nella mia vita. A 17 anni ho iniziato le mie prime lezioni in palestra con bimbe che sono orma diventate donne e rimangono affetti profondi, presenti nella mia vita ancora oggi.
Appena finito l’ISEF ho insegnato quattro anni in una scuola privata, poi mi è stato offerto un lavoro a tempo indeterminato. Siccome mi ero da poco sposata non potevo rinunciare a un minimo di stabilità che comunque mi permetteva di continuare a lavorare sempre come insegnante di attività motorie presso un centro di riabilitazione per ragazzi disabili. Quasi 30 anni di scoperte reciproche con i miei eterni ragazzi che mi restano tutti nel cuore, con alcuni cui è possibile rimango in costante contatto.
Sono approdata ai gruppi Darsi Pace nel 2010 e durante il percorso di formazione ho sempre sentito di porre l’insegnamento al centro del mio servizio, formando in fine il gruppo Darsi Scuola, pensato per dare la possibilità ai molti insegnanti, e non solo dei nostri gruppi, di confrontarci e condividere la visione di una scuola diversa.
Con questo post e l’apertura della nostra pagina Facebook Darsi Scuola in questo primo giorno di primavera desideriamo avviare il nostro gruppo di lavoro.
Tornando a me, pur non insegnando all’interno della scuola era facile vederne le criticità anche attraverso gli occhi dei miei figli adolescenti, dei miei nipoti o dei figli di amici, di insegnanti che conosco e amiche che lavorano all’interno scuola. Pensare per esempio che per trovare buoni insegnanti e appassionarsi allo studio uno dei miei nipoti sia dovuto andare fino in Svezia mi addolorava tanto e desideravo fare qualcosa di concreto. Quest’anno però ho compreso che le situazioni per poterle sanare vanno vissute dal di dentro e ho avuto una serie di coincidenze incredibili che mi hanno portato esattamente dove volevo essere: a scuola. Anno più difficile non mi poteva capitare: la pandemia, le mascherine, il disinfettante, niente attrezzi o quasi, niente contatti fisici. Poi la didattica a distanza come fare?
Mi sono spesso chiesta: chi me l’ha fatto fare? non ce la posso fare, ecc…
Non è stato semplice, ma ho trovato la risposta anche grazie a due messaggi che mi hanno inviato in questo momento in cui un grave motivo di salute mi tiene costretta a casa.
Un’alunna mi ha commossa con queste parole che ripagano di ogni sforzo:
“Carissima professoressa, ho letto il messaggio che ci ha scritto e devo dire che sono molto dispiaciuta di sapere che lei stia vivendo un periodo difficile. In ogni caso ci tenevo a ringraziarla di persona per tutto il lavoro che ha fatto con la nostra classe, era da tanto che aspettavo una professoressa come lei; grazie ai suoi consigli e alla sua vicinanza mi sono sentita molto meno sola in un periodo così complicato, nel quale l’unico contatto possibile è quello virtuale. Ho imparato molto di più dalle poche lezioni che abbiamo fatto con lei che in quattro anni di lezioni con gli altri professori, lezioni che si basavano semplicemente sulla ripetizione dello stesso lavoro fisico due volte a settimana e che in altri ambiti non mi hanno proprio aperto lo sguardo. Come lei fa il tifo per noi, io sicuramente lo farò per lei! Un abbraccio grande e spero di vederla presto”.
La mamma cui ho inviato un messaggio di profonda gratitudine mi ha risposto
“Ti ringrazio per le parole su mia figlia che ovviamente mi riempiono di gioia, ma ciò che tu sei riuscita a muovere nel suo cuore in così poco tempo dipende esclusivamente da ciò che sei tu, come donna e come insegnante e sono io a doverti ringraziare”.
Non so, tutto mi sembra più chiaro e in fondo alla portata di tutti, mi fa capire che c’è una possibilità di una scuola degna di essere chiamata tale nonostante le mille contraddizioni e inevitabili difficoltà.
Credo che la cosa più importante sia diventare più integri possibile, ricordare che noi e gli studenti siamo dalla stessa parte della barricata a combattere una dura battaglia di rinnovamento necessario, tenendo sempre accesa la nostra fiamma interiore, ricordandoci che i nostri alunni non sono contenitori da riempire, ma cuori da accendere e da aiutare a risplendere della loro unica e irripetibile luce. Dovremmo riuscire in questo intento in maniera tale che il talento e la passione possano diventare contributi reali e creativi, espressione personale la propria vita e dunque della propria felicità.
Ci sono molti di noi che ci provano e ce la mettono tutta, mi piace ricordarne uno fra tutti: il prof. Velonà che ha fatto comprendere a mio nipote (non quello della Svezia) e a molti altri ragazzi che una scuola felice è possibile. Proponiamo un breve estratto di un video che riproduce il suo pensiero e il suo modo di operare in classe.
Inoltre voglio ricordare una donna che ascoltando una mia telefonata in un bar e raccontandomi il suo difficile percorso scolastico mi chiesto di non mollare e di fare qualcosa, chissà, se mi leggerà! Mi farebbe piacere farle sapere che non l’ho dimenticata e che la sua testimonianza è stata fondamentale in questi anni per non lasciare perdere tutto.
Infine voglio dedicare questo scritto di Thich Nath Hanh a genitori, educatori, insegnanti e guide, ai compagni di viaggio in genere, insomma direi a tutti noi, per ricordare il delicato e appassionante compito che c’è stato affidato.
“Quando pianti la lattuga, non incolpi la lattuga se non cresce bene. Analizzi i motivi per cui non sta riuscendo al meglio. Magari ha bisogno di fertilizzante, o di più acqua o più sole. Non incolpi mai la lattuga. Eppure, se abbiamo problemi con i nostri amici o familiari incolpiamo loro. In realtà, se sappiamo prenderci cura degli altri cresceranno bene, proprio come la lattuga. Incolpare non ha alcun effetto positivo, così come cercare di convincere tramite la ragione o la discussione. E’ questa la mia esperienza. Niente colpa, niente ragionamento, niente discussioni: solo comprensione. Se capisci, e dimostri di capire, puoi amare e ogni situazione difficile migliorerà.
Un giorno, a Parigi, ho tenuto una conferenza sul non incolpare la lattuga. Dopo la conferenza, mentre mi dedicavo da solo alla meditazione camminata, ho svoltato l’angolo di un edificio e ho sentito una bimba di otto anni dire alla madre: <Mamma, ricordati di innaffiarmi. Io sono la tua lattuga>. Mi ha fatto molto piacere che avesse capito perfettamente cosa intendessi comunicare. Poi ho udito la madre replicare: <Sì, tesoro, così come io sono la tua lattuga. Quindi, per favore, non dimenticare di innaffiare me>. Madre e figlia che facevano pratica insieme: che meraviglia!
Buon lavoro a tutti!
Aggiunta della redazione:
Con piacere, e nonostante la sua ritrosia, alleghiamo parte di una nuova lettera che la Professoressa Luisa Susanna (Lula per gli amici) ha ricevuto dai suoi alunni, conosciuti solo nei pochi mesi autunnali, per lo più in DAD.
Ricordiamo che, oltre ad essere un’insegnante, Lula è una formatrice dei Gruppi Darsi Pace e referente del Gruppo di creatività culturale Darsi Scuola.
16 febbraio 2021
Cara prof.ssa Susanna,
Innanzitutto grazie per le bellissime parole ricevute.
Le scriviamo questa lettera per dirle che è stato molto strano non vederla a scuola, ma soprattutto in classe, dove il martedì passiamo la maggior parte del tempo con lei. Volevamo dirle dunque che ci è dispiaciuto non averla vista per tutto questo tempo, ci è mancata davvero tanto.
A dire il vero non avremmo immaginato che la sua assenza si facesse così visibile.
Ci sono mancate le risate, l’attività fisica, i dibattiti che facevamo con lei, le sue importanti lezioni sul benessere fisico e psichico, ma soprattutto lei.
Insomma ci è mancato tutto: dal comico al serio.
Anche se la conosciamo da poco ci è subito piaciuto il suo modo di insegnare e soprattutto la sua positività e allegria che ci trasmette ogni volta che ci vediamo, infatti con lei, sin da subito, abbiamo instaurato un rapporto bellissimo e di rispetto reciproco.
Riteniamo dunque che un buon insegnante non è affatto quello che sa tutto, bensì è quello che ascolta ogni singolo alunno e fa piacevolmente ascoltare le proprie lezioni; fa il suo lavoro con passione e ha il dono di farti innamorare di ciò che insegna, dando il meglio di sé, facendo emergere il meglio che c’è in ognuno di noi.
A Riccardo sono mancate molto le, come le chiamava lei, “chicche” sul significato delle parole.
Lei è stata subito una delle prof con le quali ci siamo aperti maggiormente, probabilmente perché ci ispira molta fiducia.
La ringraziamo dunque per tutto ciò che ha fatto e farà per noi e per farci credere sempre in noi stessi.
Pensiamo che lei sia riuscita ad insegnarci una cosa fondamentale per la vita: l’umiltà. Infatti, ci ha insegnato che è importante sapersi auto valutare rimanendo sempre umili e quindi saper riconoscere le proprie capacità, i propri errori e i propri limiti.
Volevamo citare una frase di Socrate: “La vera saggezza sta in colui che non sa di sapere”. Ciò ci fa capire dunque che la saggezza traspare nelle persone umili e non in quelle spocchiose.
In questo periodo in cui lei è stata assente ci ha fatti star male, perché è una persona dall’animo gentile e apprezziamo molto la sua empatia: infatti non tende ad urlare, anzi ci comprende.
Inoltre ci tenevamo a comunicarle che è una professoressa che molti alunni vorrebbero come insegnante: è gentile, simpatica. Con lei possiamo condividere tutto: dai nostri problemi alle nostre emozioni.
Durante questo periodo abbiamo sperato che sia stata bene, sia fisicamente che psicologicamente. Sappiamo che è una frase che molto probabilmente avrà letto e riletto, ma ci è mancata assai.
Inoltre siamo curiosi di vedere la palestra nella quale accederemo tramite il nostro pulmino privato che ci farà sentire più felici che mai, sapendo di dover andare a divertirci.
Per aiutarla a superare il brutto periodo da lei passato, ci siamo auspicati di poterla riavere tra noi a farci lezione, sperando anche di poter fare attività fisica all’aperto.
Già da subito si è mostrata come punto di riferimento per tutti noi, cosa che riteniamo fondamentale, non solo in un docente ma anche in ogni genitore, mentore, amico… Ecco dunque, proprio come un’amica, abbiamo condiviso grazie a lei e alle attività che ci proponeva una piccola pagina della nostra vita.
Bentornata prof!
La classe 1 El
Grazie Lula
di questa testimonianza.
È molto bello leggere che il calore e l’intelligenza,
qualità del nostro nucleo spirituale,
stanno gettando dei semi,
e quelle lacrime irrigano la terra promessa,
questa aurora che riluce tenace nel nostro cuore.
Un caro abbraccio,
Francesco
Carissima Lula,
mi sono molto commossa nel leggere questo post; questa bella fioritura, le parole dei ragazzi, danno una grande speranza, non c’è cosa più bella a questo mondo che fare semplicemente quello per cui si è nati e tu lo fai con grande dolcezza, entusiasmo e coraggio.
Sono veramente felice del cammino che continuiamo a fare insieme!
Ti abbraccio, con affetto
Daniela
Lula, la tua testimonianza è molto preziosa per me perché non fa che confermare quelle che sono le mie convinzioni riguardo ai giovani e al destino della scuola. Sono molto orgoglioso della tua iniziativa. Quello che hai narrato lo vivo quotidianamente. Mia figlia (di anni 33) è insegnante in un liceo.
Tutti i giorni deve combattere contro la tendenza riduzionista di colleghi meno giovani ma anche della sua età, vittime di un atteggiamento sclerotizzato, adagiati su uno standard di programmi vecchi ma soprattutto privi di libera creatività in quanto incatenati interiormente da schemi che non sono in grado di stimolare la creatività.
Un rapporto con lo studente siffatto spesso conflittuale, si basa solo sull’apprendimento della “nozione” in quanto tale.
Elisa nei suoi 7 anni d’insegnamento ha sempre in primis avuto riguardo dei suoi ragazzi, (anche a costo di entrare in conflitto con i colleghi), cercando di comprendere perché quella lattuga a volte non voleva crescere. Cercare, per poi scoprire le ragioni di quella mancata “crescita” spesso nei contesti familiari. Il tutto senza colpevolizzare lo studente ma per poterlo accogliere e fargli capire che esiste chi è disposto ad aiutarlo.
E da questo suo atteggiamento ha avuto un forte ritorno emotivo nelle relazioni con loro. Ecco perché la tua lettera mi ha ricordato uno dei tanti testi che anche Elisa (mia figlia) ha ricevuto come attestato di stima e di riconoscimento. Per non parlare poi dei regali.
Tutto questo per dirti che esiste ancora, a mio parere, al limite di questa irreversibilità di carenza di contenuti, uno spiraglio di luce che riflettendosi dentro i cuori coraggiosi di persone come te vanno a a cogliere con il proprio raggio gli occhi un poco assopiti perché fiaccati, di giovani che aspettano solo di essere accolti ed accompagnati.
Grazie per la tua bella testimonianza e complimenti per la lodevole iniziativa di
DARSI SCUOLA.
Un bbraccio, Lula.
Carissima Lula, fai conto che leggendoti sia accaduto un piccolo miracolo, umido e leggermente salato, e come guardando sott’acqua io mi veda, bambino, portarti una rossa mela.
Che meravigliose e semplici parole potenti come fuoco! GRANDE LULA
Carissimi Francesco, Daniela, Pasqualino, Andrea e Angela, grazie dei vostri commenti che mi fanno sentire parte di un variopinto arcobaleno.
Sosteniamoci e doniamoci reciprocamente in questa meravigliosa avventura che stiamo condividendo con gioia e sempre nuova consapevolezza.
Vi abbraccio con tanto affetto
Lula
Quante volte mi sono chiesta durante le riunioni collegiali nella scuola perché diventasse difficile dialogare tra colleghi, tra insegnanti e genitori, confrontarci sulle criticità che vivevamo quotidianamente all’interno delle classi e dell’Istituto.
I problemi erano tanti e non riuscivamo mai a vedere una via di uscita, continuavamo a guardali al di fuori di noi senza la capacità di pensiero critico che ampliasse la visione e ne comprendesse l’origine, un pensiero capace di unificare il fuori e il dentro.
Nel laboratorio Darsi pace cerco una risposta a vecchie domande; attraverso le pratiche e le condivisioni in gruppo sto imparando un nuovo linguaggio, quello che nasce dentro la relazione, con me stessa e con gli altri, quello che ci manca.
Auguro al nuovo gruppo di creatività culturale Darsi Scuola un lavoro insurrezionale animato dal fuoco del nascente.
Grazie Lula e un forte abbraccio, Giuliana
Bellissimo articolo , Lula, mostra tutta la passione, la gioia, l’ entusiasmo e l’ umanità che tu metti nel tuo lavoro /missione ! Sono sicura che il gruppo “Darsi Scuola” contagerà molte persone !
Cara Lula, grande emozione nel leggere di te, la tua iniziativa, la grazia dei tuoi studenti.
Il tuo insegnamento umile è così evidente nelle parole dei tuoi studenti. Sì tutti siamo importanti e tutti abbiamo bisogno di essere ascoltati, tu accendi principi fondamentali.
Da anni sogno di diventare insegnante, talune volte domina lo sconforto, poi il tuo scritto contribuisce a ritrovare la forza di continuare.
Insegniamo alle persone ad amarsi, a lavorare insieme, che non esiste la perfezione, ma la vera forza è la diversità. Una nuova visione del mondo dove siamo tutti collegati, come in natura.
Un abbraccio grande.
Francesca
Cara Lula,ho alle spalle tanti anni di insegnamento,da quando diciassettenne insegnavo agli adulti (anche sessantenni!).
Alle scuole medie poi, con più coscienza e consapevolezza, sempre con grande entusiasmo.
Insegnando ho imparato tanto ed avuto grosse soddisfazioni.
So però che gli insegnanti sono molto “diversi” e c’è veramente un grandissimo bisogno di persone centrate,equilibrate e volonterose,che si rendano conto anche della grande responsabilità per la formazione umana dei “discenti”,quindi sono felicissima di saperti far parte del mondo scolastico,dove molti ragazzi cercano principalmente l’attenzione e l’ascolto che da altri e a casa non possono avere!
Auguri!!!!!!!
Carissime Giuliana, Carmela, Francesca e Claudia, grazie di cuore dei vostri commenti e della vostra vicinanza. Siamo unite in un unico intento, vi abbraccio con affetto e auguro a tutti buona domenica delle Palme.
Grazissime a Lula e a tutti quelli che hanno commentato la sua esperienza.
Come insegnante di materie letterarie alla scuola media, per anni mi sono appoggiata e sentita sostenuta dal confronto col gruppo MCE (Movimento di Cooperazione Educativa) , ora leggendo questo post pur essendo “in pensione” da diversi anni, mi sono specchiata nei diversi interventi commuovendomi e rallegrandomi per questa nuova nascita di DARSI SCUOLA.
Il fatto che veda la Luce il 25 marzo, dopo una gestazione che già si annuncia come Buona Novella mirabile e provvidenziale come conferma la commovente lettera inviata dai ragazzi della 1.a E, è davvero di buon auspicio.
Con loro ti dico” Bentornata prof!”, nella certezza che l’ entusiasmo e l’ umanità che tu metti nel tuo lavoro /missione anche con la nascita di questo gruppo “Darsi Scuola” contagerà molte persone !
Si, unite/i in un unico intento e abbraccio auguriamoci un Buon Cammino di Risurrezione!
Giuseppina Nieddu
Grazie per questa testimonianza così profondamente autentica.
Sono anch’io un insegnante a volte stanca di vivere una scuola spesso ancorata e accomodata in schemi obsoleti…
Magari un giorno nascera’ fisicamente una realtà educativa che metta in atto tutti i pilastri di “Darsi Scuola”….chi lo sa… ???
Marianna
Cara Lula,
sento la tua passione educativa per formare studenti capaci di ascolto , comprensione e dialogo costruttivo per un’umanità più fraterna .
Una passione educativa aperta agli studenti ai docenti e alle famiglie per il bene di tutti .
Ti abbraccio Irenilde
Commovente…non trovo altre parole!
Sono contenta dell’ avvio di Darsi Scuola…ora non me la sento, ma più in là vorrei condividere con il nuovo gruppo l’esperienza in DAD che ho fatto con mia figlia, esperienza un po’ particolare visto che si tratta del ‘recupero’ di un triennio delle scuole superiori.
Grazie Lula e auguri a tutti, mcarla
Carissime Giuseppina, Marianna, Irenilde e Maria Carla, grazie di cuore delle vostre risonanze, per Giuseppina e Marianna se fossero interessate a partecipare al nostro gruppo che è davvero stimolante potete scrivermi via mail all’indirizzo lulasusanna@darsipace.it, anche Maria Carla puoi inviare la tua testimonianza, se e quando lo desideri, alla nostra redazione, darsiscuola@darsipace.it, il nostro gruppo è anche interessato a pubblicare materiale di genitori, educatori e studenti. Per tanto condividete le nostre pagine Facebook e Instagram e partecipate attivamente. Vi aspettiamo numerosi, il conteggio non vale solo per il Covid ma anche per promuovere e propagare un modo migliore di fare scuola!
Vi saluto con affetto
Lula