Ad aprile ho realizzato, con il prezioso aiuto di Emanuele Giampà, questo piccolo video, pensato per l’evento dell’Indispensabile “che fine ha fatto la rivoluzione?”.
Mi era stato chiesto di montare una sorta di “servizio” che facesse una sintesi di ciò che è successo in politica negli ultimi anni, a partire dall’ascesa dei movimenti cosiddetti populisti o antisistema, lanciando una provocazione sulla situazione politica attuale, in cui il dissenso sembra essere del tutto riassorbito dalle cosiddette élites.
Mi è stato chiesto di farlo con un po’ di ironia, perché sorridere e far sorridere è anche un modo di guardare le cose dall’alto, con la leggerezza che può avere una battuta, che può far passare un messaggio decisivo, anche una critica radicale, ma con allegria appunto, senza demonizzare o odiare nessuno.
Spero che questo piccolo video possa far riflettere con serenità ma anche con serietà su una questione politica fondamentale: che fine ha fatto la critica al sistema neoliberista, alla politica fatta dai banchieri e dai loro portavoce, alla cultura del consumismo, del conformismo e del pensiero unico? Insomma, che fine ha fatto la speranza di un cambiamento, o la rivoluzione, se così vogliamo chiamarla?
Se vi sembra che non vengano offerte soluzioni, che ci si limiti ad una semplice analisi/critica, avete perfettamente ragione. Questo video infatti doveva essere solo un contributo un po’ provocatorio all’interno del dibattito di un evento. Bisognava lanciare una domanda alla quale avrebbero dovuto rispondere gli ospiti da noi invitati (che tra l’altro erano proprio esponenti, o ex, di quei movimenti anti- di cui sopra).
Ma la domanda è ovviamente rivolta a tutti, quindi se vi va di dire la vostra, dite pure!
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CHE FINE HA FATTO LA RIVOLUZIONE?
Qui potete rivedere il video completo dell’evento:
https://www.facebook.com/lindispensabile.movimento/videos/508953123848489
Osserviamo con lucidità, con attenzione e con studio, questa realtà intollerabile ma avvolgente e omologante.
E fai bene, Andrea, a proporcela con “furore spirituale” ma anche nel distacco e in leggerezza, e con allegra ironia.
Quello che serve non è certo bruciare nelle strade i cassonetti dell’immondizia, cosa banale e perfettamente inutile.
Serve invece svegliarsi da torpore e rassegnazione, resistere alle tendenze verso “Matrix” e “Orwell”: e questo richiede che partiamo proprio dalla pratica meditativa, che ci mantiene collegati ad altro dai mass media, e ci porta in luoghi di libertà dello spirito e quindi ci rende capaci di critica e di una insurrezione radicale e pacifica nei confronti sia delle culture novecentesche che di quelle finte nuove che stanno sciogliendosi come neve al sole.
Se non entriamo in questa dimensione continueremo a restare contenti da grulli in prigioni dorate, come rischia di accadere oggi e come del resto accadeva millenni fa. Ricordo infatti che oltre mezzo secolo fa, ai vespri domenicali, cantavo in gregoriano versi latini che dicevano” Aures habent et non audient, oculos habent et non videbunt…” : coloro che già allora erano imbambolati dal pensiero dominante “hanno occhi ma non vedranno, hanno orecchie ma non sentiranno, hanno mani ma non palperanno, hanno piedi ma non cammineranno”. Significa che tanti intellettuali da salotto e trombette della informazione politicamente corrotta non toccheranno palla e non andranno da nessuna parte, anche se intanto fanno gravi danni.
Eh sì, cari Andrea e Giancarlo, continuando cosí non andremo da nessuna parte; e proprio questo mi fa chiedere: c’ è qualcuno che ha una minima idea di dove andare?
Voglio dire, oltre il post grillini, quale direzione alternativa, reale e concreta?
Io mi sento in un una palude, piú che in gabbie dorate: sempre la stessa acqua sporca! Sí la pratica, il lavoro di scardinamento egoico, la preghiera (trovo che il Magnificat sia il manifesto piú sovversivo: crederci!) ma la difficoltá piú grande mi sembra la presenza concreta di una aggregazione consapevole, energetica, e come ripete Marco, allegra! Purtroppo avverto che spesso tutto si ferma all’ informazione, anche se alternativa, piuttosto che all’ azione. O forse mi sbaglio? Saluti
Cara Bruna, capisco bene la tua insofferenza per questo stato di cose e la voglia di fare qualcosa di concreto e visibile.
Fare azioni violente, oltre che sbagliato e anche controproducente, ce lo dice la storia che non risolve niente.
Fare nuovi partiti è uno sport italiano che ha già fatto ridere o piangere troppo, con consensi dello zero virgola.
Lentamente si è capito che il personale è politico e penso che a maggior ragione lo spirituale ha implicazione politica.
Del campo di sterminio nazista Etty Hillesum ci ha mandato una verità grande: per combattere il male del mondo che domina la politica e l’economia e la società si deve prima strappare il male che alberga nell’essere umano.
Le rivoluzioni che hanno realizzato il comunismo e il nazismo hanno versato fiumi di sangue e poi sono fallite.
Allora capiamo che “L’Indispensabile” è costruire un cambiamento di pari passo dentro e fuori di noi.
Lavorare sulla nostra conversione personale è la precondizione per una politica nuova e realmente diversa.