- I Una giustizia al collasso
Osservando gli accadimenti della cronaca e della storia possiamo riscontrare come il male alla fine divori sé stesso.
Per me questo è motivo di speranza e mi sembra molto utile per provare a falsificare le tesi di Darsi pace, e quindi a confermarle. Ogni tanto tra i praticanti DarsiPace, accanto all’adesione al percorso, affiora la richiesta di mettere le mani in pasta nella politica.
Questo sottintende che il lavoro interiore sia considerato non abbastanza concreto e manchi di impegno politico: ma è proprio così?
Gli scandali che stanno emergendo relativi alla magistratura italiana ci si propongono, in questo senso, come un caso da manuale.I protagonisti di “Mani pulite” sembravano i Cavalieri dell’Apocalisse, giunti con lo scopo di emendare la società e la politica italiana dalla corruzione. Hanno suscitato grandissime speranze al punto che, quanto più la politica perdeva credibilità, tanto più cresceva la fiducia nella Giustizia.
Tuttavia “Mani pulite“, a giudizio di chi scrive, si fondava su basi di faziosità ideologica e di una politicizzazione incompatibile con quella neutralità che è richiesta alla magistratura. La sua corsa verso il fallimento disastroso viene ora confermata da Palamara, il potente esponente del CSM radiato dal vicepresidente Ermini.
La stessa sorte è toccata a Davigo, assurto negli scorsi anni a simbolo della moralizzazione, e finito ora a capo di una fazione politica deviata. Siamo davanti a persone ed istituzioni che hanno proposto princìpi e valori alti, ma che poi in realtà hanno devastato la magistratura.
Come è possibile la fine ingloriosa del famoso “pool”? Come è possibile che ciò che appariva onesto e probo, rivelarsi essere esso stesso corruzione? Ce lo spiega proprio Davigo, il “Dottor Sottile” del “pool”, che ha passato tutta la vita ad operare solo attraverso ragione e politica.
Al Corriere della sera del 22 aprile 2016 confessa il tormento di non riuscire a spiegarsi come mai il pool abbia fallito la sua missione redentiva, e si risponde che è perché non ha potuto agire in modo esteso e generalizzato, ottenendo così l’effetto delle cure antibiotiche interrotte che producono resistenza all’antibiotico.
Dopo aver distrutto una intera classe politica, dopo aver annientato 5 partiti (meno uno) della prima repubblica, Davigo ne fa una questione quantitativa anziché qualitativa. Pensa ancora che occorressero più manette e più ghigliottine, e non si fa la domanda fondamentale: se stesse cioè agendo al livello giusto e se non mancasse qualcosa di decisivo al modo di affrontare il problema della corruzione da parte della magistratura.
- II L’ombra della razionalità moderna
Quei procuratori d’assalto volevano sostituirsi alla politica, e in effetti ne avevano tutte le caratteristiche negative. La loro filosofia era micidiale: “Non esistono politici innocenti, ma colpevoli su cui non sono state raccolte le prove”. Davigo si è anche fatto l’ispiratore e cattivo maestro degli M5S Bonafede e Morra che ora, perfino lui, lo ha scaricato.
È proprio il “quid” mancante a quella filosofia che ne spiega il fallimento inevitabile, perché non bastano ideologie e politiche nuove. Il fallimento produce conseguenze nefaste: pubblici ministeri che minacciano di denunciarsi tra loro, procure che si inquisiscono tra loro (clamoroso il caso delle procure di Catanzaro e Salerno), un potere insindacabile che ha distrutto politici risultati dopo 10 anni innocenti, e mai nessuno che paga per i disastri causati.
In Darsi pace, umilmente, tentiamo di riflettere sulla causa di questi disastri: da ricercare a nostro avviso in una visione illuministica e unilaterale dell’essere umano, considerato solo come razionale e non nella sua complessità e ricchezza, nelle sue ombre e luci: quella è una visione monca e quindi sbagliata.
Infatti, Davigo crede di poter risolvere tutto con l’educazione civica più diffusa, poi con leggi più dure e infine con la repressione, ma fallisce. Ed ha forse bisogno di commenti la vicenda del campione della democrazia diretta che ha avuto un successo politico eclatante ed oggi è distrutto, e trascina verso la fine la sua creatura politica che pure conteneva delle potenzialità positive? Si definiva “l’elevato” e “l’illuminato”, mandando messaggi subliminali orientaleggianti, ma poi tutti abbiamo visto che si trattava di una maschera poco elevata e poco illuminata che nascondeva un essere umano aggressivo, esplosivo, furioso. Quella persona ha costruito una politica diversa e nuova restando però della stessa pasta egoico-bellica, ed i risultati sono deprimenti.
Nel secolo scorso le dittature nazista e comunista hanno promesso l’Eden per l’umanità ed invece hanno portato l’inferno sulla terra.
Oggi la “cultura della cancellazione” e gli iconoclasti si illudono di distruggere il male distruggendone i simboli: sono certi che basti usare nuovi strumenti e nuovi attrezzi per raddrizzare con la forza le storture di questa umanità, ma è certo che falliranno.
- III. Verso una politica del nascente
Come la “cancel culture”, così anche il “politicamente corretto” si fonda sulla denuncia del male visto solo negli altri e mai in sé stessi.
Entrambi i fenomeni sono gestiti dalla cultura e dalla politica progressista e dal neoliberismo globalizzato. E siamo già arrivati al punto che il democratico Biden ha fatto rimuovere dalla Casa Bianca l’immagine di Churchill, cioè dell’uomo che ha salvato l’Europa dal nazismo: perfino il giornalista Mentana ha paragonato la “cancel culture” ai roghi dei libri perpetrati dai nazisti. A proposito del male che divora sé stesso voglio accennare alla “globalizzazione non intelligente” delle élites neoliberiste.
Dopo oltre un anno di pandemia, nell’opinione pubblica vanno emergendo interrogativi e dubbi legati ai profitti delle big pharma, all’economia
globalizzata e all’uso dei vaccini come strumento della geopolitica per controllare l’umanità. Noi siamo stati allenati a tener presente il film “Matrix”, i pericoli dell’intelligenza artificiale, i rischi di controllo su ogni essere umano, e ascoltiamo preoccupati coloro che parlano di possibili poteri occulti e di “deep State”, lo stato profondo che governa i Governi.
Ma in qualche misura non stiamo già cadendo in situazioni di questo genere?
Prima avevamo partiti al collasso con una politica che amministra solo il presente e vive passando di elezione in elezione. Poi su quella crisi è piombato il macigno della magistratura che si fa partito e si sostituisce alla politica ma si rivela corrotta. Adesso, ma non finirà qui, compare la Loggia Ungheria, ipotetica, come lo era la P2 fino a quando la democristiana Anselmi non l’ha scoperta. Tutte vicende gravi e pericolose, ambigue e incomprensibili, gestite da chi?
Intanto come antidoto alle destre e ai sovranismi arriva Facebook che censura Trump. Oggi tocca al Trump di destra ma domani, se un’azienda privata più potente dei governi e delle democrazie dovesse arbitrariamente decidere chi ha diritto ad esprimersi e chi no, potrebbe toccare a chiunque, e sarebbe la fine delle liberal-democrazie. Inoltre, con il pretesto delle destre che avanzano e dei sovranismi pericolosi ci ritroviamo al governo i tecnici come Monti e Draghi che hanno vaste esperienze nelle grandi banche e nel Fondo monetario internazionale: le loro politiche vogliono salvare i governi nazionali dal fallimento? ma quali seri rischi ci fanno correre?
Gli avvenimenti e i fatti concreti che ho esposto mi hanno confermato che la strada giusta da percorrere è quella capace di coniugare impegno culturale e politico con un percorso iniziatico per un cambiamento antropologico profondo, e questo significa fare politica costruttiva e concreta.
Bell’articolo e considerazioni molto interessanti. Grazie
Caro Giancarlo, un articolo molto interessante, capace di ripercorrere con equilibrio una storia complessa e delicata, la mia stima verso di te è sempre più viva!
Mi ritrovo totalmente in quello che dici riguardo a Mani Pulite.
Il clima di quegli anni lo rammento molto bene, e non era esattamente sfaccettato o polifonico. C’era questa ansia tremendissime e rilanciata in modo molto forte, di “moralizzazione”, di fare pulizia con ogni mezzo, di un fine che giustificava, appunto, i mezzi (e c’è gente che ha pagato con la vita, con il suicidio, l’essere finito in questo meccanismo stritolante). C’era decisamente un pensiero unico, sul tema. Cavalcato dai giornali e da ogni altro medium. C’era questa idea di giustizia, ovviamente a senso unico, mancante completamente di carità, ma perfino di umanità. Che quindi, faceva più danno di quanto beneficio poteva sperare di portare.
Mi permetto un ricordo personale.
Da ciellino qual ero (e ancor sono), seguivo quello che diceva un certo Luigi Giussani, e ignaro come potevo essere, mi immaginavo che si unisse più o meno al coro, magari dando una verniciatina spirituale alla faccenda. Ricordo benissimo invece lo stupore che mi prese – ricordo perfino il luogo dove stavo mentre leggevo – quando lessi delle sue posizioni molto critiche su Mani Pulite, dette tra l’altro in tempi non sospetti, con grande coraggio. Ero incredulo, ero così impastato nonostante tutto dell’ideologia dominante, che mi parvero strane. Osai perfino chiedermi, chi stesse proteggendo, schierandosi contro il “bene” così invocato e conclamato da tutti! Invece era semplicemente che ero ipnotizzato, come tutti, dall’ideologia dominante, che in quel momento, per suoi specifici fini di dominio, per le sue particolari lotte interne per il Potere, cavalcava quell’istanza.
Significativo quel che aggiungi sui vari personaggi come Davigo, eccetera. Fa venire i brividi esaminare il loro “disegno”, come la parabola simile dei vari “moralizzatori”, inclusi quelli fondatori di “nuove formazioni” che stanno implodendo sotto il peso delle loro contraddizioni laceranti (e aggiungo, presenti fin dall’inizio, per chi voleva veramente guardare).
Ma la Rivoluzione Francese, finita nelle mutue delazioni dei vari esponenti, annientata nel sangue e contraddetta dalle stragi di ignari contadini, dovrebbe insegnarci molto. Come poteva insegnare molto un viaggio – senza paraocchi – nei paesi del “comunismo reale” negli anni ottanta del secolo scorso.
Concordo, la strada da percorrere è quella capace di coniugare impegno culturale e politico. La strada, che poi è quella di sempre (ma scarsamente seguita) è iniettare semi di nuova umanità nell’ambito dell’azione politica, che altrimenti si avvita su sé stessa e fondamentalmente, paga il “male della separazione” dalla Fonte in mille imprevedibili modi, molto creativi ma sempre molto dannosi, per le persone.
Non credo che abbiamo più bisogno di autorità spirituali che ci indichino specifiche formazioni politiche: grazie al cielo quel tempo è terminato, e a mio avviso corrisponde ad uno stadio temporaneo della maturazione dell’individuo. Abbiamo piuttosto (e molto) bisogno di autorità che ci educhino alla politica, lasciandoci alla nostra sovrana libertà poi il compito e la responsabilità di operare le scelte concrete, momento per momento. Nessuno sventoli più bandiere spirituali o Rosari per abbindolare la nostra coscienza. Ci facciano crescere, piuttosto: cresciamo insieme, educhiamoci davvero alla politica, in Darsi Pace come altrove, per essere veramente noi stessi, e far bene al mondo.
O, come si diceva fino a poco tempo fa, al popolo.
Caro Gian Carlo, Grazie!
Grazie per la chiarezza e la precisione che ritrovo nel tuo articolo.
Mi aiuta a rielaborare le antiche ‘illusioni’ degli anni di tangentopoli, a rivedere quegli anni con sguardo piu’ lucido.
Ci trovo un ritorno al passato che illumina di verità il presente, lasciando intravvedere nuove piste per il futuro.
Un caro saluto, Cinzia
Grazie per questo post molto attuale e, soprattutto, molto vero. Mi trovo d’accordo su tutto! Purtroppo, nella nostra cultura, l’illusione di poter realizzare il sogno palingenetico facendo “volare” qualche testa (seppure solo virtuale, o politica) ha ancora molti cultori.
Ci vorrà tempo, e in quest’ottica, il tempo è davvero la pazienza di Dio. D’altronde, anche l’ “illuminato” Voltaire riconobbe solo in vecchiaia che per cambiare il mondo “il faut cultiver son jardin”.
Ho apprezzato molto questa lettura.Grazie.
Mi auguro che arrivino nella nostra associazione avvocati e magistrati!
Grazie Giancarlo, vedere il male solo fuori di noi ci rende refrattari alla luce. La miglior difesa è l’attacco, si dice, e ciò che si vuole difendere di solito è sempre l’ombra, quella parte oscura di noi, che è tale perché non la conosciamo . Conoscere la nostra ombra è il vero lavoro da “illuminati”. Buon lavoro a tutti
Mi conforta vedere che siamo tanti a cercare con coraggio la verità della storia e della cronaca, e a vedere pigrizie e servilismi del mondo della politica e dell’informazione.
Io vivo la mia vita in una posizione scomoda derivante dal fatto che in ogni situazione voglio tenere insieme i due corni della contraddizione, per cui non riesco ad avere collocazioni nette e spesso sono guardato dubbiosamente sia dagli amici che dagli avversari.
E’ logico e bene che si abbiano idee diverse e che ci si aggreghi tra chi la pensa allo stesso modo: poi però diventa facile e divertente fare la guerra mentre è più difficile ascoltarsi tra credenti e atei, tra globalisti e sovranisti, tra maschio e femmina e soprattutto oggi tra le persone che vivono il semplice buon senso e quelle che si collocano nelle 24, ventiquattro, diverse identità di genere LGBTQ.
Dal ‘500 scienza e fede si sono scontrate e negate reciprocamente in base alle loro distorsioni, per cui chi giustamente rifiutava le distorsioni della Chiesa ha finito col rifiutare anche la fede e la spiritualità, e si è tarpato le ali, si è messo nella gabbia della sterilità con le sue stesse mani.
Le identità esistono e sono buone, ma devono essere aperte e dialoganti, sennò cadono nell’odio e nella distruzione e diventano male.
E’ paradossale che spesso il male viene compiuto dagli esseri umani nella ricerca del bene personale e collettivo, ed è una risposta sbagliata ai problemi e alla ricerca delle soluzioni: ecco perchè nell’ombra c’è la luce ed ecco perchè è possibile aiutarla a brillare.
Questo è un motivo di speranza, perchè se vediamo che crollano sistemi ed istituzioni ma ne sappiamo capire il perchè, allora sappiamo individuare il punto in cui il desiderio di bene si distorce in male ed abbiamo davanti le vie d’uscita liberatorie.
“Mani pulite” è solo un esempio dei molti percorsi politici e culturali sui quali in tantissimi, me compreso, ci siamo presi un abbaglio.
E consoliamoci perchè anche Norberto Bobbio era un entusiasta militante fascista, e grandi folle nel ’68 osannavano Marx e il Mao della Cina comunista che oggi stringe il bavaglio su Hong Kong e sul miliardo di cinesi: inevitabilmente quelle folle sono evaporate, ma spesso senza imparare niente, e quindi cadendo nella disperazione.
Penso che sia normale cercare oggi il buono che c’è nelle forze politiche che sono in campo, usando la creta che c’è, ed è giusto procedere per tentativi ed errori.
In comunione con l’amico Castellani non chiedo indicazioni su cosa votare ma insegnamento su come imparare ad orientarci oggi nella politica.
Per me una bussola preziosa è costituita dal memorabile discorso che Benedetto XVI ha tenuto a Westminster davanti al Parlamento inglese su ragione, fede e morale come ispirazioni fondamentali della politica.
Passando l’umanità di sbornia in sbornia, il pendolo della politica oscilla, ma se ne può distillare il buono che c’è in ogni oscillazione: questo è compito che spetta ai praticanti in ricerca, ed è creativo ed entusiasmante.
Grazie a Dio, poichè siamo sempre di più, non conosco tutti coloro che hanno intrapreso il nostro cammino iniziatico, ma ringrazio Cinzia, Claudia, Francesca, Maria, Benigno, e anche chi magari non concorda con me e non ha scritto ma ha letto.
Nel gran rallentamento della pandemia, auguro a tutti noi di goderci questo luminoso inizio di estate.
Un caro saluto, GianCarlo
Ciao Giancarlo!
Ho letto con interesse il tuo articolo, ma non avendo null’ altro da aggiungere…a parte, grazie…non ho risposto! Questa mattina peró, leggendo un commento alla prima lettura del giorno (Sap.1, 13-15;2,23-24)
mi è risuonato come contributo alle tue parole, e cosí lo trascrivo, augurandoti una Buona Domenica!
…non crediamo in un Dio della morte ma della vita che non si arrende dinanzi al male che ci portiamo dentro, ma riparte da quello che di buono il nostro cuore conserva, perchè ” le creature del mondo” sono portatrici di salvezza, in esse non c’ è veleno di morte”. E continua: La nostra difficoltá è che il progetto di Dio è la vita, ma la nostra esperienza è la morte, e non solo quella fisica. Perció sta a noi non tradire la fiducia di Dio, riconoscendoci sempre bisognosi del suo aiuto, mai schierandoci dalla parte del male, che avvelena noi stessi e quanti incrociamo lungo il cammino!
Il grande aiuto di Darsi Pace è proprio scavare per scovare il male in noi (parole e distorsioni maledette) e portare alla luce il progetto di vita deposto in noi, all’ origine dal Creatore.
E diventare vivente benedizione.
Questo, mi rallegra credere e pensare.
E amare, oltre al declino degli ideali, fallimenti, delusioni umane!
Sempre ricominciare, come ogni giorno ricomincia il sole a illuminare e riscaldare. Anche se coperto dalle nubi.
Grazie a Giancarlo per il suo interessante e approfondito ‘post’ e a tutti coloro che lo hanno commentato…mi associo in particolare alle parole riportate da Bruna relative agli umani come “creature del mondo portatrici di salvezza”!
Parole che aiutano a ridare senso al cammino di ognuno di noi, spesso smarriti e disperati !
mcarla
Grazie Giancarlo, le tue parole portano la densità e il peso specifico della esperienza politica fatta in passato e dunque sono indicazioni importanti di chi ha attraversato deserti senza perdere la speranza e il gusto per l’impegno nella polis.
Ci sei mancato all’intensivo di Sacrofano! Un abbraccio e buona estate!
Cara Paola, anche voi mi siete mancati, soprattutto dopo che il covid non ci ha fatto incontrare lo scorso anno.
Le tue parole intense mi confortano a continuare il percorso dai deserti alla speranza: facciamolo tutti e, sì, con gusto.
Perchè è vero, come dice Bruna, che se crediamo diventiamo creativi, e possiamo proprio rallegrarcene.
Un abbraccio e buona estate,
Giancarlo