1.
L’altra sera, vegetando per un istante di fronte alla Tv,
ascoltavo dibattiti politici uno peggio dell’altro.
Ad un tratto allora mi sono detto:
ma è possibile oggi parlare pubblicamente
di cose come il pensiero, le relazioni umane,
il piacere profondo della contemplazione e della conoscenza?
Cose in fondo molto semplici, e umane,
che tra l’altro (chi le esercita lo sa)
fanno tanto bene alla salute.
Ma sono parole che sentiamo dire in giro,
anche solo per sbaglio?
Oppure le nostre istituzioni,
che si riempiono tanto la bocca di paroloni,
non ne hanno nemmeno la più pallida idea?
Ritrovarci giovedì prossimo, 1 luglio alle17:30,
nell’aula magna dell’Ateneo salesiano di Roma,
è un atto che ha senso per tutti coloro
che sono francamente stufi
di adattarsi a questo spirito servile,
(anche se amano chiamarlo “resiliente”),
disposto cioè a mangiare di tutto, anche spazzatura,
pur di “andare avanti” nella vita – come si dice spesso
(“avanti” dove poi? …).
No. Noi dell’Indispensabile ci prendiamo la libertà
di esserci proprio rotti di un andazzo storico
che, se solo lo si studia un po’ bene, risulta essere
una fregatura, sotto troppi, troppi punti di vista.
E di fatti tenteremo di smascherare molti inganni:
quello economico-politico, quello culturale e filosofico,
quello psicologico-mediatico.
Ma tutto sempre ad un unico fine:
RIPRENDERE FIATO.
2.
Concederci respiro, più respiro!
Sì perché il respiro è l’habitat originario
dello spirito.
E lo spirito è rinnovamento, visione,
piacere della verità e della crescita.
In altre parole (agli occhi di questo mondo):
RIVOLUZIONE.
Capite? Lo buttiamo all’aria questo mondo
se diciamo certe cose.
Non è una battuta. La vita è così:
un gioco che diventa piacevole
solo se non ti accontenti
della pappetta che ti è data
(magari disgustosa, ma che ti dicono
che è tanto buona, oppure l’unica rimasta).
Non funziona così, manco per niente!
Anzi, è proprio il contrario.
La vita è degna di essere vissuta?
Sì, se però ci decidiamo alla bellezza,
alla ricerca della verità, della sapienza,
della giustizia. Altrimenti no.
E quei sorrisi impagliati, infarciti
di false buone maniere,
sì quelli che ci fanno vedere
tra una pubblicità e l’altra,
quelli sotto sotto non vogliono affatto che ci riuniamo
per annunciare una nuova cultura,
una nuova umanità, un nuovo modo di stare al mondo.
Perché vogliono continuare a distribuirci
i loro zuccherini (chiamandoli magari “bonus”),
oppure a farci credere che abbiano tutto “sotto controllo”
(fino a quando non senti dire al Tg un giorno,
con la massima tranquillità, che la prima sequenza
del Covid-19 è stata misteriosamente cancellata.
E non si sa manco da chi. Ma tanto è uguale,
visto che ogni cosa poi resta come prima).
3.
Il mio è allora un invito ad essere un po’ più stanchi,
a riconoscere (non dico tanto, ma un pochino di più)
la nostra sconfinata nausea, stanchezza
per questo regime, che ci racconta tutto
solo come fa più comodo ad un’esigua minoranza.
Non è giusto il modo in cui procede questo mondo, è chiaro?
È semplice: se credi che non ci sia nulla da fare,
che la realtà sia un dato intrasformabile o eterno
(come dicono tra l’altro molti noti intellettuali),
allora non ti disturbare nemmeno a venire.
Ma vieni, anzi devi venire
se credi che parlare così – oggi – sia un’assurdità!
Vieni assolutamente se reputi anche tu criminale
l’atteggiamento di quelli che ci esortano, magari ben pagati,
a stare zitti e buoni (come nella pubblicità dei panettoni),
o a trovarci magari un angolino di “infelicità sostenibile”
in questo scenario caotico e senza scopo alcuno.
PERCIÒ:
giovedì 1 luglio alle 17:30,
all’Ateneo pontificio salesiano di Roma
(e per chi non può venire fisicamente,
anche in diretta su Facebook),
siamo tutti convocati a ridiscutere
sul futuro del nostro tempo,
sulla concreta possibilità di dar voce,
politicamente e culturalmente,
ad un nuovo soggetto rivoluzionario,
cioè ad una nuova specie di umanità:
quella che nel profondo bramiamo di essere,
quella che magari vagheggiavamo da giovani
o da piccoli, ma che nella “vita vera” (come si dice)
non ha trovato alcun riscontro né spazio di accoglienza.
Noi qui vogliamo batte.
A questo scopo vogliamo lavorare
follemente,
per quello che voci potenti
ci dicono essere solo una vuota utopia.
Noi sappiamo che non è “utopia”,
perché già esiste, già abita nelle nostre vite,
già lo stiamo vivendo, spesso senza nemmeno saperlo.
Occorre però il coraggio, la forza
(data appunto da una sana insofferenza)
di portarlo alla luce.
E così sarà! Unitevi, spargendo il messaggio
e portando con voi amici e familiari.
Perché la Rivoluzione è in atto.
Si tratta, in realtà, soltanto di scegliere
da che parte vogliamo stare.
⇨ (Qui trovate la pagina Facebook
con tutte le informazioni per partecipare:
https://www.facebook.com/events/930401567808795 )
A giovedì! –
Caro Luca, a proposito del “viaggio”, leggendoti mi venivano in mente i versi di Montale, la chiusa di “Prima del viaggio”,
“E ora che ne sarà
del mio viaggio?
Troppo accuratamente l’ho studiato
senza saperne nulla. Un imprevisto
è la sola speranza. Ma mi dicono
che è una stoltezza dirselo.”
Che bello vedere voi ragazzi che rifiutate il “mi dicono” e investite tempo ed energia in un sogno poetico (cioè concreto) di un mondo migliore, più giusto e più sano, cioè il cuore pulsante di Montale che spera nonostante le apparenze, cioè il cuore di ognuno di noi. Un imprevisto è “indispensabile” e il meglio è ancora davanti a noi: penso che vale ad ogni livello – certamente in ambito sociale e politico.
Grazie del vostro impegno.
Bravo Luca, parole piene di vita le tue, che esprimono in pieno la nostra
comune esigenza, profonda e davvero indispensabile, di
RIPRENDERE FIATO !!!
Se ce la faccio conto di seguirvi in Facebook…grazie per il vostro impegno…acqua pulita che sgorga nel deserto!!!
Auguri ragazzi, mcarla
Sto’ con voi ragazzi, voglio salvare le utopie della mia giovinezza che persero la loro forza nella gestione dello ” stato di necessità ” imposto dai bisogni del lavoro, della famiglia, degli affetti feriti , come li ho sofferti col mio ego supponente di potermela cavare da solo , come un naufrago tra i flutti delle mie ombre. Oggi, sto imparando a lavorare su di me, come appreso nel settennio del percorso di Darsi Pace ( per altro in tua compagnia telematica caro Luca) ritrovando la verità e la gioia dello Spirito che tutto rivoluziona, poichè tutto ri-comprende, ri-crea e trasforma in Nuovi Inizi, come siete voi per il mondo già veniente.