Quale pianeta lasceremo ai nostri figli? Hans Jonas
A quali figli lasceremo il mondo? Jame Semprun
Con queste due massime Edgar Morin apre il suo libro “Insegnare a vivere “
Nella Prefazione del suo Manifesto per cambiare l’educazione Morin afferma: “Se insegnare è insegnare a vivere, secondo la giusta massima di Jean- Jacques Rousseau, è necessario individuare le carenze e le lacune del nostro insegnamento attuale per affrontare problemi vitali come quelli dell’ errore , dell’ illusione , della parzialità , della comprensione umana , delle incertezze che ogni esistenza incontra “.
E allora quale scuola, quale educazione? La nostra educazione ci insegna solo parzialmente a vivere. La tendenza tecno-economica sempre più pressante e pesante tende a frazionare il sapere in compartimenti-stagni : da un lato le scienze , la tecnologia , l’ economia , la politica , dall’ altro tutte le Scienze Umane : La poesia , la letteratura, la filosofia , l’ Etica della responsabilità ,l’ Interesse dell’ umanità e del Cosmo, che soli possono produrre una rigenerazione della cultura e della vita e far fiorire una nuova umanità , capace di vivere nella pienezza, nella comunione , nell’ amore e nella gioia .
Papa Francesco nel suo messaggio per il “Patto Educativo “del 12 settembre 2019 così si è espresso:” Ricostruire il patto educativo globale: un incontro per ravvivare l’impegno con e per le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta ed inclusiva, capace di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna”.
E in un altro passaggio si legge” Viviamo un cambiamento epocale: una metamorfosi non solo culturale ma anche antropologica, che genera nuovi linguaggi e scarta, senza discernimento, i paradigmi consegnatici dalla storia. L’ educazione si scontra con la cosiddetta rapidaciòn, che imprigiona l’esistenza nel vortice della velocità tecnologica e digitale, cambiando continuamente i punti di riferimento. In questo contesto, l’identità stessa perde consistenza e la struttura psicologica si disintegra di fronte a un mutamento incessante che “contrasta la naturale lentezza dell’evoluzione biologica “(Laudato si’,18). Un proverbio africano dice che” per educare un bambino serve un intero villaggio”. Ma dobbiamo costruirlo questo villaggio, come condizione per educare. Il terreno va anzitutto bonificato dalle discriminazioni con l’immissione di fraternità, come ho sostenuto nel Documento che ho sottoscritto con il Grande Imam di Al-Azhar ad Abu Dhabi, il 4 febbraio scorso“.
Fondiamo una “Nuova Scuola “che provveda a sviluppare competenze esistenziali : all’ educazione nonviolenta dei cittadini e al progresso etico e spirituale del Paese ; che garantisca il diritto alla conoscenza e all’ espressione di sé in modo autentico , originale e creativo, premessa indispensabile allo sviluppo dell’ intelligenza affettiva , emotiva , relazionale e spirituale ; che promuova l’ etica dello studio e della ricerca , fondata sul piacere vitale di conoscere se stessi e il mondo, liberando la propria mente da ogni condizionamento distruttivo ; che sia pubblica , democratica ed accessibile a tutti.
Papa Francesco conclude il suo messaggio affidando una missione per la formazione di una nuova umanità : “Una tale impresa non sarà possibile senza l’ attivazione, da parte di tutti , di un triplice coraggio: in primo luogo, il coraggio di mettere al centro la persona ; in secondo luogo , il coraggio di investire le migliori energie con creatività e responsabilità ; in terzo e ultimo luogo, il coraggio di formare persone disponibili a mettersi a servizio della comunità “.
La “Nuova Educazione “sarà il cardine della svolta per la costruzione della nuova società che vogliamo generare: una società che getti ponti tra generazioni, culture, religioni, istituzioni e realtà sociali, una società ispirata al principio femminile, che si prende “cura” degli ultimi degli svantaggiati degli emigrati, dei “diversi “. E, non ultimo, che introduca il diritto alla felicità! È quanto si propone il Gruppo del settore Creatività “Darsi Scuola” del Movimento “Darsi Pace”, che io frequento da 7anni, fondato da Marco Guzzi. Nel suo libro “La nuova umanità. Un progetto politico e spirituale “afferma:” Insegnare non significa primariamente trasmettere nozioni, ma comunicare vita, energia, il fuoco del nascente”. Dove per Nascente intendiamo la nascita della Nuova Umanità, aperta a visioni nuove della vita, dei rapporti interpersonali, sociali, politici; ad Orizzonti di libertà, giustizia, amore, fratellanza universale, non solo verso il mondo umano, ma verso tutto il Creato. Il laboratorio di formazione delle nuove generazioni è la scuola, perciò riteniamo che sia necessario fare scuola in modo creativo, liberatorio, formativo del pensiero critico, aperto alla ricerca, al dialogo tra le varie scienze e culture, antropologiche e religiose, a cominciare dalla scuola di base fino all’ Università.
Quello della scuola è una delle principali cause dello sfascio della società.
“In questo contesto, l’identità stessa perde consistenza e la struttura psicologica si disintegra”
https://gpcentofanti.altervista.org/manuale-della-rivolta-di-lilliput/
Cara Carmela,
grazie per questa bella riflessione sulla scuola.
Nel denunciare la separazione dei saperi in compartimenti stagni, vai subito al punto, tocchi un tasto che ho avvertito sempre come un doloroso artificio: nel mio percorso di scienziato “appassionato” della letteratura e della poesia, non riuscivo a capire – direi anzi, a “tollerare” – la separazione forzata degli ambiti. Proprio in Darsi Pace ho trovato un’idea di scienza in dialogo con le altre parti della cultura, in modo fecondo e liberante. Qualcosa che abbiamo provato ad accennare anche nella recente intervista di Marco per AltraScienza, apparsa qualche tempo fa su questo sito.
Mi ha rallegrato anche il tuo riferimento esplicito al documento di Abu-Dhabi, la cui lettura per me fu una vera sorpresa. Non avrei pensato che un Papa potesse “felicemente” spingersi a tanto, nel dialogo con le altre culture religiose! Credo che è qualcosa che vada ancora adeguatamente capito, nella sua portata rivoluzionaria. E che appunto ha da dire qualcosa, anche sul tema dell’educazione.
Un abbraccio!
Caro Marco, ti sono grata per la tua risonanza : hai compreso perfettamente il senso del mio intervento , lo spirito da cui sono mossa ! E’ un non- senso la separazione delle Scienze , delle Discipline , degli Insegnamenti . Nel mio insegnamento ho sempre tenuto in armonioso dialogo e interscambio tutte le discipline…Tutto è Uno ! Finalmente molte coscienze evolute ne sono convinte, in tutti gli ambiti , compresa la Medicina ,(vedi J.Kabat Zinn e la Mindfulness ), solo per citarne uno ! Ma ciò che darà una svolta alla Storia umana sarà un nuovo Umanesimo, quello improntato alla fraternità : è esso il collante di una nuova visione , di una trasformazione del mondo ! Sono lieta che concordi anche per quanto riguarda il documento di Abu Dhabi : è una pietra miliare , non solo nella storia della Chiesa ,ma delle conquiste spirituali e civili di tutta l’ Umanità ! Peccato che pochi ne siano a conoscenza ! Siamo sull’ onda dello Spirito ….Un abbraccio !
Sui media non emerge la terza via tra il bianco e/o il nero
https://gpcentofanti.altervista.org/la-vita-oltre-il-bianco-o-il-nero/