Noi e la crisi planetaria

Commenti

  1. Pasqualino Casaburi dice

    “Prima cosa è pensare, pensare a quale conseguenza può avere ogni nostro gesto”.
    Parto da questa tua frase per focalizzare il senso profondo che ne scaturisce.
    Pensare ad ogni nostro gesto è il preludio dell’ atto consapevole; è l’ alba di una vera “rivoluzione silenziosa” che si avvale di un’ autentica trasformazione.
    C’è bisogno davvero di un rivolgimento interiore, tanto ispirato da Marco nelle sue interessanti lezioni, per cambiare rotta ed evitare di trovarsi nel punto di non ritorno.
    Dovremo avere imparato molto, dal “fermo pandemico, come la mano dell’ uomo può essere decisiva per la cura ed il mantenimento del patrimonio naturale, ma abbiamo visto, ahimè, che in seguito al rilascio graduale delle liberalità, tutto è tornato come prima.
    Cosa dobbiamo fare ? Come dobbiamo porci di fronte a questo grande problema ?
    Intanto dovremo mantenerci nel presente, come dici te, per analizzare se da ogni nostro gesto, da ogni nostra azione possa scaturire veramente un beneficio per la collettività, o se invece trattasi di un movimento che nasconde un tornaconto personale. Tutto questo alla luce di una rinnovata relazionalità (io in relazione).
    In seguito, dopo averne stanato anche i moti più nascosti (dall’ ego), dovremo correggere quegli intendimenti più distorti che continuano ogni volta a portarci fuori dall’ ordine dell’ equilibrio, per giungere davvero a quella omeostasi planetaria di cui parlavi.
    Tutto questo, appunto, alla luce di una rinnovata relazionalità (io in relazione).
    Grazie infinite, Elisabetta per il tuo interessantissimo intervento.

  2. Cara Elisabetta, grazie per questo contributo, bello e importante.
    Di quello che scrivi mi colpisce in particolare un passaggio,

    “Ricordo con commozione una riflessione di Marco che diceva che l’evoluzione della vita ha portato alla comparsa dell’uomo, un essere pienamente pensante e razionale (mi dispiace ma non riesco a ritrovare il passaggio…), insomma la vita è arrivata a pensare, a riflettere su se stessa, tramite noi”

    Da scienziato ho sempre trovato molto stimolante e fecondo questo punto di vista, per il quale noi saremmo quel punto di Universo che osserva sé stesso. Sulle orme, mi pare di poter dire, di importanti pensatori quali Teilhard de Chardin e molti dopo di lui, c’è un filone di riflessione che mi pare molto robusto, per il quale l’indagine sul cosmo non può avvenire “oggettivando” i dati di esperienza, cosa impossibile e smentita rigorosamente dalla fisica moderna, ma contemplando in modo appropriato la specificità del – sempre per citare Teilhard – “fenomeno umano”.

    Assai propriamente Guzzi esprime questo concetto in modo molto chiaro e fondato nell’intervista che abbiamo realizzato con lui per AltraScienza, qualche mese fa (qui un estratto particolarmente significativo per il tema che stiamo trattando, https://www.youtube.com/watch?v=6onm2TyYNh4).

    Grazie, un abbraccio!

  3. Personalmente, mi sento molto addosso la questione della crisi climatica, con tutto ciò che ne consegue, e ne sento tutta l’urgenza. L’essere umano egocentrato ha creato il problema, l’essere umano relazionale è chiamato a risolverlo.
    Purtroppo però le tempistiche non sembrano molto allineate. Il problema richiede drastiche ed immediate azioni, mentre la trasformazione antropologica va su scale temporali ben più lunghe.
    A me pare che, tra il resto, avremmo tanto bisogno di scoprire che meno è meglio, diventando sempre più consapevoli che siamo inondati da un seduttivo superfluo, mentre scioccamente perdiamo il sapore dell’indispensabile.
    Senza lasciarci scoraggiare, credo però che sia responsabilità di ciascuno cercare un incremento di circolo virtuoso, già in atto sia pure non in modo sistematico, tra un pensiero critico realistico, pratiche di autoconoscimento spirituale che ci facciano scoperchiare gli automatismi emotivi terra di schiavitù, scelte quotidiane coerenti con ciò che pensiamo e con ciò che sentiamo.
    iside

  4. Ricordo il tempo in cui si diceva “Lo vuole l’Europa” e quello attuale in cui si dice “Lo vuole il Covid” e penso al tempo che verrà, nel quale si dirà “Lo vuole la crisi climatica”.
    Sono indicazione che hanno inciso e incideranno profondamente nelle nostre vite. Per questo motivo forse, conviene tenere aperta la finestra del dubbio.

    Scusa se il mio intervento può sembrare stonato.

    Un caro saluto

  5. Buongiorno a tutti,
    vorrei citare un pensiero del professor Zichichi,condiviso da molti altri scienziati:
    “Il riscaldamento globale dipende dal motore metereologico dominato dalla potenza del Sole.
    Le attività umane incidono al livello del 5%: il 95% dipende invece da fenomeni naturali legati al Sole.
    attribuire alle attività umane il surriscaldamento globale è senza fondamento scientifico”.
    Credo sia bene riflettere anche sul pensiero di chi non è allineato e quindi non ascoltato.
    Grazie

  6. Ciao Stefania, una parola riguardo alla frase un po’ drastica del prof. Zichichi (che comunque ha la mia stima per innumerevoli ed innegabili meriti, come l’istituzione e la guida del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana).

    Orbene, Zichichi riguardo all’effetto umano sul clima è su posizioni notoriamente “negazionista”, e certo avrà le sue ragioni.

    Tuttavia la sua frase è fuorviante, purtroppo. Perché porterebbe a pensare che uno scienziato che studia il clima e il Sole, in quanto tale, è condotto naturalmente a tale considerazione (un po’ semplicistica, va anche detto).

    Le cose, direi purtroppo, non stanno così e sui modelli climatici e specificamente sull’influenza umana (esempio, https://it.wikipedia.org/wiki/Modello_del_clima) c’è grande dibattito nel consesso scientifico (speriamo noi di AltraScienza di potercene occupare in un prossimo futuro).

    In questo caso, più che “riflettere sul pensiero di chi non è allineato”, che comunque non fa male, è solo entrando pazientemente nell’articolazione del modello scientifico che potremo, con il tempo, capire se e quanto l’attività umana sta influenzando davvero il clima. Ripeto, la cosa non è semplice, ogni semplificazione, in un senso o nell’altro, mi pare esposta al rischio dell’illusione di aver capito, evitando la complessità.

    Cordialmente,
    Marco

  7. Siamo in questa crisi planetaria di cui abbiamo creato noi stessi. Ci sono ancora persone che continuano a non valutare in modo corretto la situazione. Ora che le persone sono interessate solo al denaro e propri bisogni ( invece di pensare ai bisogni comuni) ES: le fabbriche che buttano i propri rifiuti nei fiumi, dopo aver finito di mangiare buttano la confezione per terra invece di riciclare. Per rendere il nostro pianeta migliore dobbiamo: iniziare a fare la raccolta indifferenziata, andare in giro in bici e sostituire la plastica. Basta lamentarsi e stare fermi a guardare agiamo il prima possibile.
    BASTA INQUINARE INIZIA A RICICLARE

  8. siamo in questa crisi planetaria di cui abbiamo creato noi stessi .ci sono ancora persone che continuano a con non valutare in modo corretto la situazione. ora che le persone sono interessate solo al denaro e ai propri bisogni(in vece di pensare ai bisogni comuni) es : le fabbriche buttano ii propri rifiuti nei fiumi, dopo aver finito di mangiare buttano la confezione per terra invece di riciclarla. per rendere il nostro pianeta migliore: dobbiamo fare la raccolta indifferenziata andare in giro in bici sostituire la plastica. Basta lamentarsi e stare fermi a guardare agiamo il prima possibile. BASTA GUARDARE INIZIA A RICICLARE.

  9. La crisi planetaria è stata creata dall’ essere umano. L’uomo non rispetta la Terra, inquina il suolo con rifiuti tossici, le fabbriche scaricano liquidi nei fiumi, c’è tanto spreco di cibo e di energia che l’ uomo non riesce ad evitare. Se ognuno di noi con piccoli gesti cercasse di migliorare il proprio modo di vivere e pensasse al futuro la Terra non soffrirebbe cosi. Dobbiamo impegnarci ogni giorno per cercare di avere cura del nostro patrimonio naturale; BASTA SPRECHI E STOP AGLI INQUINAMENTI, INIZIAMO HA RISPETTARE LA TERRA E LA NATURA SIAMO ANCORA IN TEMPO.

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