La liberaldemocrazia non è né pessima né ottima, ma è soltanto il meglio esistente, e può morire come in Italia e in Germania nel Novecento.
Oggi è in pericolo di vita in tutto l’Occidente, mentre nel resto del mondo nemmeno esiste.
Aveva perso il suo vigore dopo la caduta del muro di Berlino e la conseguente scomparsa, benedetta, delle ideologie novecentesche.
L’operazione “Mani Pulite”, risultante di una collusione tra alcuni partiti, alcune istituzioni della magistratura e alcune grandi testate giornalistiche, ha distrutto interi partiti ma con essi anche la fiducia dei cittadini in tutti i partiti di centro, di destra e di sinistra.
Infatti sono scomparse migliaia di sezioni della Democrazia Cristiana e del Partito comunista capillarmente diffuse su tutto il territorio.
Luciano Violante ha denunciato che parte della magistratura si è fatta partito ed ha colpito il principio della separazione del potere giudiziario da quello legislativo.
La conseguente decadenza dei partiti ha inevitabilmente prodotto una corruzione che ha preso la forma della frantumazione, per cui oggi in Italia abbiamo 4 partiti che valgono intorno al 20% ciascuno e 6 partiti che si sbriciolano sul resto: ma il peggio è che al loro interno hanno correnti forti ed organizzate per cui le segreterie politiche hanno grave difficoltà a gestire la linea politica perfino in Parlamento.
Perciò il Governo è costretto a ricorrere in misura abnorme ai decreti legge e ai voti di fiducia che indeboliscono la funzione ed il ruolo del Parlamento e ancora colpiscono la separazione del potere legislativo da quello esecutivo.
Inoltre, a causa della costruzione dell’Unione Europea con le sue istituzioni e in seguito alla globalizzazione che ha costruito istituzioni di livello mondiale, i Governi dei singoli Stati devono cedere quote sempre maggiori della loro sovranità, e quindi si indeboliscono e contano sempre meno.
La debolezza di Parlamento e Governo ha avuto conseguenze devastanti nell’opinione pubblica e quindi sul comportamento degli elettori.
Infatti storicamente l’Italia è stata uno dei Paesi col più alto tasso di partecipazione alla politica e alle competizioni elettorali e la sinistra italiana ha sempre espresso la più alta partecipazione al voto, considerato come l’ultima spiaggia nella difesa dei deboli.
Ed invece alle recenti elezioni supplettive in Toscana, una delle regioni più rosse d’Europa, in cui era candidato il segretario nazionale del primo partito della sinistra, è andato a votare il 35%, trentacinque, degli elettori, mentre ben due terzi si sono astenuti.
Sabino Cassese lancia un allarme su questo inaudito e clamoroso tasso di astensione.
G. Zagrebelsky sottolinea che questa sfiducia globale viene sottovalutata dalle forze politiche.
E il sociologo Giulio Sapelli dice che l’Italia è in preda ad una grande disgregazione.
Io sono convinto che una delle cause della disillusione e dell’allontanamento dalla politica risieda nella attitudine tutta italiana di dare spazio enorme alle ideologie prima e poi alla politicizzazione di tutto, con sovrano disinteresse per il merito dei problemi, e ciò ha causato l’incpacità di dare risposta sia ai bisogni concreti della società (disoccupazione, scuola, sanità, natalità, ecc.) sia a quelli delle riforme politiche ed istituzionali indispensabili ma sempre rinviate.
La priorità nefasta data alla politica invece che alla soluzione dei problemi l’ho verificata nelle mie esperienze di legislatore.
In queste condizioni culturali e politiche i governi di ogni colore sono fragili ed instabili, e la politica non è in grado di fare regia e rischia il caos: perciò è stato chiamato Draghi a commissariarla a portare così il Paese in una fase politica diversa dalla precedente.
La pandemia ha offerto alla politica l’insperata possibilità di ricorrere all’emergenza per governare senza prendersi la responsabilità delle decisioni sostenendo che sono le condizioni esterne a imporre le scelte.
Io definirei questo come “burocratura” e cioè dittatura della burocrazia: un meccanismo anonimo, un grande Leviatano con la capacità di controllo forte sulla società.
Come Cacciari ha detto in convegno con Agamben e Mattei su pandemia e democrazia:”Temo un lasciapassare in forma permanente”.
La liberaldemocrazia quanti limiti può sopportare alle libertà garantite dalla Costituzione?
L’esclusione delle masse dal circuito dell’informazione, sequestrata dagli intellettuali progressisti che da sempre in Europa si ritengono illuminati e superiori, e la mancanza di possibilità di partecipazione attiva alla vita politica come accadeva nella prima repubblica, lasciano spazio alla comunicazione individuale sui social network, che sono gestiti da potenti privati non controllabili, e che spesso esprime solo rabbia e alimenta l’astensionismo come urlo contro i partiti.
Fino a poco tempo fa pensavo che tutto ciò facesse comodo solo ai poteri forti del capitalismo finanziarizzato e globalizzato, quello delle élites mondiali che si ritrovano ogni anno a Davos.
Ora invece mi viene il dubbio che la rinuncia a partecipare alle elezioni con l’astensionismo ormai al 65% potrebbe far comodo anche a una parte importante della sinistra radical chic “al caviale” che disprezza la democrazia e considera “popolo bue” i lavoratori e la gente semplice.
Sappiamo che i Radicali prima, e oggi alcune aree politico-culturali “extraparlamentari”, vorrebbero governare tutto a colpi di referendum.
E sappiamo anche che questa cultura spinge perchè venga eliminato il quorum necessario per la validità dei referendum.
Il ricorso diffuso ai referendum e l’eliminazione del quorum vengono presentati come una evoluzione verso una più alta forma di democrazia.
Ma con una ulteriore grave crescita dell’astensionismo, che precitasse ad esempio al 20% della partecipazione, quel mondo élitario ed estremista si troverebbe ad avere grande potere dopo che “l’elettore bue” si è autoescluso volontariamente e non va più a votare niente.
Questa sarebbe la condizione migliore per tutte le minoranze estreme e rumorose per proporre i referendum più pazzi con le soluzioni più lontane dalla volontà reale di quel popolo che esasperano e sfiancano giorno dopo giorno, e per potersele così votare solo loro.
E questo sarebbe l’esatto opposto della democrazia, sarebbe quella che definisco “minoratura”: la dittatura delle minoranze.
Non è fantapolitica perchè questa è una deriva che già si profila nel mondo anglosassone col politicamente corretto dogmatico e con la “cultura della cancellazione”, che altro non è che la discriminazione delle maggioranze.
Continuando come adesso andiamo verso burocratura e minoratura: in questa fase occorrono le riforme istituzionali e quelle riguardanti la giustizia, la burocrazia e il fisco, ma occorre soprattutto la consapevolezza che le riforme da sole non bastano perchè la politica ha bisogno di una visione nuova dell’essere umano e della società.
E l’essere umano dovrà essere ricompreso come espressione e coscienza del cosmo, e in questa direzione stanno procedendo le riflessioni di Marco Guzzi, Gabriella Colao e Marco Castellani.
Caro Giancarlo, caro amico,
intanto grazie per la immeritata citazione in chiusura! Ma hai ragione, c’è da fare un lavoro di ricomprensione dell’umano, e questo deve collegarsi e diramarsi in ogni direzione. La cosmologia, tanto quanto la politica e l’economia. L’arte, la storia. Tutto. Ma questa consapevolezza la devo a Marco Guzzi per il modo in cui parla della scienza e per certe interessanti letture che ha proposto, per esempio quel “Tao della Liberazione” da cui ho tratto infinita ispirazione soprattutto per i capitoli sulla cosmologia “di dominio” e quella “di relazione”. Lì ho capito in modo definitivo che anche la cosmologia è propriamente politica, per riagganciarmi ad un simile slogan che andava di moda anni fa (ma parlava del privato, come sappiamo).
La tua analisi è molto interessante. Su certe cose sospendo il giudizio: ad esempio la cessione di sovranità verso un organismo europeo non mi pare di per sé un male, posto poi che questa sovranità ceduta venga amministrata bene (altro argomento che qui ci porterebbe lontano). Ma tutti i problemi sono ormai transnazionali (l’inquinamento, il controllo fiscale delle multinazionali, i rapporti con USA e altre potenze, e via di questo passo) dunque personalmente ritengo che la costruzione di una Europa federale sia sempre più necessaria: impresa non semplice, siamo d’accordo. Ma necessaria.
Concordo sulla visione “politica” di Mani Pulite, veramente mi è parsa tale. Apprezzo il richiamo a Violante perché l’ho ascoltato più volte parlare e mi è sempre parso persona preparata ed attenta, e condivido molto di quel che dice. Sono con te anche nel sospetto che il ricorso al referendum oltre una certa misura sia una mossa paradossalmente antidemocratica.
La liberaldemocrazia è il meglio esistente, ma non segue automaticamente percorsi virtuosi. Cioè è sempre da curare. Come noi, del resto. Anche per questo, siamo qui. Per sognare e creare un nuovo cuore, ovvero un nuovo universo.
Un grande abbraccio!
“Sognare e creare un nuovo cuore, ovvero un nuovo universo”: è proprio questo l’essenziale, è da questo che possiamo partire per contribuire alla nuova Creazione.
E aiutiamoci a conoscere e a vivere il cielo stellato sopra di noi e dentro di noi che siamo molto più avvantaggiati dei Re Magi che guardando il cielo sono arrivati qui sulla terra a trovare “Via, Verità, Vita”.
Buon Natale a te e a tutti gli amici che leggono e con cui siamo in sintonia.
…”conoscere e vivere il cielo stellato sopra di noi e dentro di noi” …bellissimo augurio a tutti quanti x il prossimo Natale!
Grazie a Giancarlo per le lucide analisi del suo post e grazie a Marco x il commento…ciao!
mcarla
Grazie Giancarlo, sono sempre interessanti i tuoi articoli, molto significativi i due termini: “burocratura” e “minoratura”, rappresentano bene il degrado della Democrazia e la conseguente sfiducia dei cittadini
Degrado previsto, pensando a certe dichiarazioni di Mario Monti, che è stato per molti anni commissario europeo e poi primo ministro del governo italiano.
Mario Monti nella sua “Intervista sull’Italia in Europa” (1998) a Federico Rampini che gli chiede “Perché la Commissione europea ha accettato di diventare il capro espiatorio su cui scaricare l’impopolarità dei sacrifici?”, Monti risponde “Perché, tutto sommato, alle istituzioni europee interessava che i Paesi facessero politiche di risanamento. E hanno accettato l’onere dell’impopolarità essendo più lontane, più al riparo, dal processo elettorale. Solo che questo un po’ per volta ha reso grigia e poi nera l’immagine dell’Europa presso i cittadini”.
Quindi i cittadini non possono esprimere con il voto un giudizio su queste “politiche di risanamento” ; perché “al riparo dal processo elettorale”, significa al riparo dalla volontà dei cittadini.
Allora non è più vero il primo articolo della Costituzione Italiana?
“La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
Certamente i cittadini possono responsabilmente esercitare questa sovranità se sono ben informati, ma questa buona informazione è nelle intenzioni di chi controlla i mezzi di informazione?
Tanti dubbi, tante domande.
Un abbraccio, caro Giancarlo.
Grazie Maria Carla per aver trovato lucide le mie analisi, in uno scritto che è complesso e che ho voluto esporre in termini il più pacificati possibile. Anche se un’amica mi ha fatto notare che a volte la troppa leggerezza va a scapito della chiarezza. E si riferiva al passaggio dove definisco “extraparlamentari” quelle culture populiste di cui avrei dovuto dire più chiaramente che non amano il Parlamento e la democrazia rappresentativa, che si basa sulla delega, e vorrebbero la democrazia diretta in cui tutti decidono su tutto.
Tu Aldo dai sempre un contributo pertinente e profondo ai nostri dialoghi e riprendi il tema dell’Unione Europea.
Siamo di fronte al dato oggettivo del mondo globalizzato che crea istituzioni sovranazionali attraverso le quali si va inevitabilmente verso la “verticalizzazione del potere”, cioè lo si concentra in alto.
Ed allora è importante guardare come avviene la cessione di sovranità, se in forme trasparenti od opache, o addirittura tali da presentare un’UE nera, come dice il Monti che hai citato.
Mi sembra che la distorsione stia nel fatto che i Parlamenti dei Paesi sovrani cedono sovranità alla Commissione o al Consiglio europei, mentre dovrebbero concordare una cessione al Parlamento europeo eletto da tutti gli europei.
Ma il Parlamento europeo conta poco ed è diventato passerella pubblicitaria del “politicamente corretto”, come San Remo.
Io amo l’Europa, culla e scrigno della democrazia, ma le burocrazie europee mi sembrano altro.
E amo l’Europa a due polmoni, come diceva Benedetto XVI, e nel polmone orientale io includo anche la Russia dei pensatori come Fedor Dostoevskij e Lev Tolstoij.
Poi tocchi il tasto dolente dell’informazione che segue la stessa parabola di perdita di credibilità dei partiti.
Per fortuna le persone comuni non sono cieche e si accorgono che la stampa è telecomandata, dice mezze verità, e tace su ciò che dà fastidio ai potenti invece di fare controinformazione e far emergere le contraddizioni per scoglierle, anche quando vanno contro il pensiero dominante.
I tuoi dubbi e le tue domande sono anche quelli di tutti coloro che verità vanno cercando.
Vi mando un caro saluto, GianCarlo
Avrei preferito aver torto.
Invece proprio oggi le linee guida della Commissione Europea raccomandano di non usare più l’augurio “Buon Natale” e di sostituirlo con “buone feste”.
Subdolo e vigliacco tentativo di censurare e nascondere le radici dell’Europa “culla e scrigno” di democrazia e libertà.
Questa è dittatura della burocrazia che sembra aver nostalgia del feroce imperatore Diocleziano.
Non è annullando la mia identità che accolgo anche le altre.
Finchè sarà ancora possibile dico, auguro e canto Buon Natale, a tutti e anche alla Commissione europea.
Non ci sono parole per queste folli dichiarazioni della Commissione europea!
“Non è annullando la mia identità che accolgo anche le altre” concordo in pieno !!!
E allora, oggi più che mai,
BUON NATALE !!!
mcarla