Sento impellente una domanda, che risuona forte in me e nel prossimo che incontro ogni giorno nel mio ambulatorio medico: posso fidarmi del mio corpo? O sono in balia di una macchina che potrebbe rompersi in modo casuale da un momento all’altro?
In questa prima parte mi concentrerò soprattutto sulla complessità rappresentata dal fenomeno della Vita e su come sia difficile studiarne i processi.
Il corpo umano: meravigliosa complessità
Il fascino che hanno suscitato le prime materie di studio durante il percorso universitario di Medicina e Chirurgia è stato per me enorme. La biologia e tutte le sue branche che comprendono lo studio delle scienze della vita, quindi di tutte le materie che tentano di spiegarne i processi e le caratteristiche, è permeata da un grande alone di fascino e mistero. Dalla genetica, alla biochimica, fino alla fisiologia, dall’embriologia all’istologia fino all’anatomia mi dicono che il nostro corpo e il fenomeno della vita in generale sono dei veri e propri miracoli.
I processi biochimici e genetici all’interno di una singola cellula (è da qui che parte lo studio) sono qualcosa di strepitoso, sia in senso qualitativo che quantitativo. Le molecole della vita che la compongono paiono incontrarsi, trovandosi come per magia al posto giusto nel momento giusto, per determinare le innumerevoli reazioni che si realizzano ogni secondo in ogni singola cellula. Tutto questo in una incredibile armonia interna ed esterna. Infatti ogni cellula è continuamente in contatto e comunicazione non solo con quelle vicine, ma anche con l’intero organismo attraverso i numerosissimi messaggi che viaggiano per canali nervosi, ormonali, paracellulari, immunitari e così via.
L’organismo umano è composto probabilmente da circa 37.000.000.000.000.000.000.000 cellule (gli zeri sono 21, ovvero 37 mila miliardi di miliardi!) e in ognuna si stima che avvengano alcuni miliardi di reazioni molecolari ogni secondo.
Quando ho iniziato a studiare questi aspetti ho paragonato nella mia immaginazione la complessità di ogni cellula ad un pianeta Terra e ogni molecola che la compone a un suo organismo vivente. Le reazioni molecolari sono le relazioni tra i suoi abitanti, che sono numerosissimi e continuamente lavorano, si trasformano, si aiutano, si riproducono e muoiono, ma l’organismo resta sempre intatto e compie un lavoro di unità a dir poco meraviglioso!
L’intelligenza della vita
Se prendiamo una singola reazione tra due molecole scopriamo che questa sottende una grande intelligenza, perché ha un senso e uno scopo, e viene regolata in base alle necessità, ovvero si verifica solo quando serve. Eppure le molecole sono sempre lì in numeri che Dio solo sa, quindi la loro interazione non è casuale. Così come non è casuale che io vada a comprare dal fruttivendolo delle mele e non delle arance, che venga visitato da un caro amico, o che oggi sia andato a fare il mio lavoro. Dietro ad ogni azione umana c’è un pensiero, una valutazione e una decisione. Pare lo stesso nell’ambito delle singole relazioni tra molecole. Tra l’altro avvengono continuamente processi che sembra prevedano ciò che avverrà successivamente, perché si attivano in modo da consentirlo. Possono forse le molecole saperlo? Chi le coordina? Chi le dirige nel posto giusto? Chi dice loro che quanto producono servirà per un processo successivo? Chi ha scritto nel DNA le informazioni per produrre le proteine che saranno in grado di sintetizzare lo stesso DNA successivamente? Quale intelligenza superiore ha potuto scrivere le sequenze per formare proteine che, ripiegandosi misteriosamente, avranno una precisa funzione?
Tutto questo non può che parlarci di una “intelligenza della vita” che supera la somma di tutte le intelligenze umane della storia.
Lo studio della vita avviene a distanza
Per chi non lo sapesse le molecole sono piccolissime e non si vedono nemmeno con un microscopio elettronico potentissimo (possiamo solo avere delle immagini ricostruite indirettamente), le cellule invece si vedono anche con un buon microscopio ottico. Studiare la vita a questo livello e con i mezzi che abbiamo mi è parso come studiare il cosmo con i telescopi. Vedendo ad enorme distanza la Terra non potremmo certo immaginare cosa significhi viverci o come avvengono le relazioni tra le persone.
Credo che la nostra attuale conoscenza della vita sia davvero grande, ma probabilmente non conosciamo ancora la maggior parte di come siamo fatti e di come funzioniamo, perché stiamo parlando di sistemi così complessi e piccoli da non poterne fare un’esperienza diretta, senza per altro disturbare il sistema stesso (e quindi osservarlo nella sua naturale situazione). Infatti è ben risaputo che studiare le cellule in vitro (in laboratorio, fuori del loro contesto vitale) seppur utile, non da nella maggior parte dei casi riscontri precisi di ciò che avviene nella realtà, ovvero nell’organismo completo (una pianta, un animale, una persona).
Il “viaggio cosmico”
Se la cellula è un pianeta Terra (non uno a caso, ma un pianeta vivo!) il nostro organismo è una galassia, o forse numericamente in realtà un vero universo. Infatti la Via Lattea (la nostra galassia) ha qualche centinaio di miliardi di stelle, e se ogni stella avesse una decina di pianeti come la nostra ci vorrebbe l’intero universo conosciuto per raggiungere un numero simile a quello delle cellule che compongono il nostro corpo, ma un universo composto completamente da galassie fatte di stelle attorniate da pianeti vivi e vegeti, proprio come la nostra Terra!
Insomma ognuno di noi ha in sé la complessità di tutto l’Universo. E non saprei a cosa paragonare il fatto che poi ogni forma di vita sulla Terra interagisca con l’altra.
Dico tutto questo, ovviamente, in forma figurata e non ho intenzione di farne una dimostrazione scientifica, i numeri e i paragoni presentati non sono certo precisi. Ecco, la scienza interviene subito nella mia mente formata in buona parte attraverso le sue leggi e i suoi principi richiamandomi all’oggettività e al rigore. “Non dire stupidaggini, è inutile farsi viaggi stellari simili” sembra rimproverarmi.
Nella prossima uscita di DarsiSalute racconterò di come il grande mistero della Vita venga interpretato con grandi limiti dalla nostra cultura medico-scientifica. Questo determina facilmente una sensazione di precarietà e finitezza superabile solo aprendosi ad una visione fiduciosa nell’intelligenza e nella sapienza che sottendono la Vita stessa.
Grazie Pier Luigi, per quello che ci hai trasmesso.
Che meraviglia il corpo umano, che misteriosa e fragile complessità.
Di fronte a questa meraviglia, preghiamo.
E preghiamo, quando ci rendiamo conto della sua fragilità.
Un caro saluto
Caro Pier Luigi, grazie per questo articolo, è davvero necessario riportare lo stupore dentro la scienza e rendere così la scienza nuovamente capace di parlare all’uomo (altrimenti, e direi giustamente, il disinteresse è l’unica soluzione adeguata per le persone libere). Questo tuo scritto mi fa capire nuovamente come c’è veramente tutto un terreno da dissodare, delle idee forti da divulgare, per il benessere nostro e delle nostre sorelle, dei nostri fratelli. Il punto di vista di Darsi Pace è un ottimo punto di partenza, per questo.
Particolarmente evocativo e fecondo, a parer mio, il paragone “astronomico”. Mirabolante realizzare come ogni persona ha dentro la complessità di un vero Universo! Se solo lo realizzassimo con la carne (e non solo come concetto), come potremmo mai smettere di meravigliarci?
Un saluto caro.
Grazie a voi cari Aldo e Marco.
“Misteriosa e fragile complessità” la sento proprio adatta al nostro stato, la fragilità mi sembra evocativa anche della continua necessità di cura che abbiamo.
Riguardo al fatto che la scienza debba tornare a dialogare con tutti: è qualcosa che mi sta molto a cuore, perché quando mancano questo dialogo e la comprensibilità del messaggio si crea un terreno fertile per le pseudoscienze e le visioni paradossali di chi vi si distacca totalmente, perdendo completamente fiducia e contatto con quanto c’è di conosciuto. Chi studia i fenomeni dell’universo, compresa la vita, può (e deve) portare notizie importanti per tutti: impariamo a divulgarle proponendole come esperienze dirette, rendendo la conoscenza feconda di speranza e meraviglia.
La Vita, controversa e bellissima al tempo stesso, non smette di offrire spunti di riflessione di volta in volta sorprendenti.
Colpisce profondamente l’immagine della cellula, del suo lavorio interno e dell’interazione continua di essa con le cellule limitrofe nonché con l’intero organismo.
Immagine che idealmente riporta ad un parallelismo, quello del singolo individuo, che vive sì per sé, ma che è inevitabilmente chiamato a comunicare ed entrare in contatto con altri individui, al fine di far convergere le energie in un’ottica di più ampio respiro.
La Vita è proprio il più grande mistero che ci sia stato donato. Amiamola nelle sue luci e ombre e accogliamola con stupore quotidiano per assaporarla fin nei recessi.
Grazie, Pierluigi, per le preziose parole condivise.
Che bello poter sentire leggere la complessità del nostro corpo con delle linee guida così semplici ma precise. Grazie Pier e soprattutto dell’indicazione ultima che connette questa meravigliosa vita a ciò che la sottende !!
Ciao
Bianca
Grazie anche a voi Sarah e Bianca.
Se l’articolo vi incuriosisce, e volete vedere coi vostri occhi di cosa si tratta, esistono tante ricostruzioni grafiche che possono dare un’idea della complessità della cellula, ad esempio il seguente video, in cui si vedono lentissimi movimenti di molecole, che in realtà sono rapidissime e avvengono in miliardi al secondo:
https://youtu.be/GW0lqf4Fqpg8
Alcune immagini interattive, molto belle e utili anche per gli esperti di biologia, si trovano sul sito della https://www.digizyme.com/ (andando sulla sezione “Demo reel”).
Riuscire ad avere il senso delle proporzioni, di quello che ognuno di noi viene via via a conoscere, penso che resti un problema centrale. Non è un pensiero mio, sono le parole di un fisico, amico di s. Pio da Pietralcina che mi sono rimaste impresse. Grazie per aver condiviso con noi Pier.
Caro Pier Luigi,
Sono una praticante del secondo anno, non ho competenze scientifiche, mediche e dunque ignoro questi argomenti che però mi attraggono ed al contempo mi spaventano. Fatta questa piccola premessa, vorrei farti complimentissimi per l’articolo, ha un’apertura e comprensibilità veramente bellissime ed ogni parola richiama al mistero che siamo noi tutti i viventi e come tutti siamo importanti e bisognosi di rispetto ed amore.
Mi sono sempre chiesta, forse anche come ‘madre, figlia e nipote’ di questi tempi moderni, in cui si pone tanta enfasi su ciò che è tangibile, verificabile, che abbia cioè un riscontro empirico (se non erro nel dire), dove sia l’anima, se esiste, dato che un farmaco può calmare, un altro migliorare il tono dell’umore, altri ancora possono tanto altro e cosi via, solo per farti qualche esempio di ciò che aleggiava nel mio domandarmi e qualche volta domandare … Un po’ come se l’anima fosse, allora per me, al di sopra della materia e non dovesse venir perturbata da quest ‘ultima. Poi nel corso degli anni, si legge, si cerca e si approda a darsi pace e si inizia a capire, anche se c’ è ancora tanta strada da percorrere, che l’incarnazione non è scissione ma comunione. Contemporaneamente alle mie domande sull’anima mi e dicevo “okay, per quel che ne so del corpo, va bene che è ‘materia non materia’, tenendo presente pure le scoperte della fisica quantistica… però… Come fa a fare tutto quello che fa, ci ‘deve’ essere una intelligenza che muove davvero tutto con il suo soffio vitale! Non posso credere che sia tutto ‘un mero meccanismo’ meccanicistico”… Tu lo descrivi davvero in modo illuminante, così come mi è capitato di rischiarare questa nuvolosità ascoltando Marco Guzzi e pochi altri che ‘aprono il cuore e la mente’!
Vorrei raccontarti un piccolo anneddoto che spero possa essere intonato riguardo al post o perlomeno non sia troppo stonato. Qualche settimana fa ho avuto una specie di malore, niente di grave, credo fosse dovuto ad una forte ansia che mi attanagliava in quel periodo: ero molto e sono ancora un pochino ‘in contrazione’, senza riuscire ad ‘espandermi’ e lasciar svolgere correttamente i 4 stadi o fasi, non so come sia più corretto dire, al mio sistema per una corretta omeostasi. Dopo una lunga e spedita passeggiata atta a trasformare quell’agitazione apparentemente immotivata, dato che adoro camminare specialmente in mezzo la natura, il malessere non cessava. Mi decido allora a recarmi in farmacia per misurare pressione e pulsazioni. Orbene, alla prima questa risulta alta secondo i miei parametri di sempre, parlo di quelli più recenti poiché so che tutto è in continuo divenire. La farmacista mi lascia un secondo poiché ha da fare ed io approfitto per cercare ‘di riportare le cose a posto’ : faccio spazio attorno a me, provo a svuotare tutto lasciando andare il caos del negozio e comincio a ventilare il mio essere, specialmente all’interno, inspirando ed espirando, praticando ciò che fino ad oggi ho imparato con darsi pace… Ebbene, la seconda misurazione rientra perfettamente nei miei parametri che tendono al basso e mi sento meglio!
Ecco, non so se questa mia piccola testimonianza può essere di ausilio in qualche modo, la lascio qui sempre con grande speranza e risonanza nelle energie che muovono in direzioni per noi spesso misteriose… Ma anche il mistero che tale rimane, almeno penso, ha tutta una sua bellezza…
Grazie ed un caro saluto,
Giorgia
Grazie di cuore Sarah, Bianca, Francesco e Giorgia per i vostri commenti e le vostre testimonianze.
La tua esperienza Giorgia è interessante e un ottimo esempio di come il nostro stato interiore non sia “altro” rispetto a quella corporea, ma entrambe sono manifestazione, a diversi livelli e con modalità proprie, di chi siamo. E questo vale momento per momento, o se vogliamo momento dopo momento, in quanto la nostra storia personale è sempre fondamentale per l’esperienza attuale. La tua storia in evoluzione ricorda anche che il nostro interpretare il presente dipende da ciò in cui crediamo, è quindi fondamentale essere disposti umilmente a rivalutare le nostre credenze e i nostri pensieri, come facciamo continuamente in Darsi Pace.
Grazie, Pier!
Ricordo che da bambina vidi un film, sul viaggio nel corpo, di un medico che mi pare si fosse iniettato dentro….a parte gli effetti speciali, allora molto primitivi…riusciva a trasmettere la meraviglia di tutto ciò che ci accade, ogni momento, a ognuno!
Per me è impensabile non attribuirla ad una intelligenza sapiente e amorevole: del resto, a chi o a cos’ altro?
Basterebbe riuscire ad essere più consapevoli di tutto ciò per vivere con più rispetto, condivisione- collaborazione per il buon funzionamento, dentro e fuori di noi; per godere della gioia vitale che ogni molecola, cellula e loro sistema, votato alla pura esistenza di questo miracolo, ci donano. Incessantemente e gratuitamente! E quindi, senza più alcuna scissione e ignoranza verso l’Autore di questa strabiliante opera. E con il quale…come minimo ringraziando…felicemente collaborare, come celluline consapevoli integrate! Quale vita, società, realtà fantastica sarebbe: Paradisiaca! In attesa del proseguo, ti abbraccio. Brunella
E’ vero Brunella, credo anch’io che tutto questo faccia parte del cammino che può portare a vivere più pienamente e responsabilmente la vita, in tutti i sensi e le possibilità. Può sembrare in certi momenti egoistico curare la propria salute, ad esempio quando ci impegniamo per nobili fili perdendo il rispetto per il nostro corpo. Un equilibrio molto difficile, che non sempre è frutto di una scelta davvero libera e consapevole, in cui possiamo evolvere anche attraverso una miglior conoscenza di come funziona il nostro corpo. I processi fisiologici sono intimamente connessi con tutti gli aspetti psicologici ed emotivi, fino a interessare la nostra stessa spiritualità. E’ noto, infatti, che i mistici abbiano potuto trovare le proprie profondità spirituali anche grazie a scelte che hanno interessato, ad esempio, l’alimentazione e il movimento fisico.
Ricambio con affetto il tuo abbraccio!