Con molto piacere pubblichiamo la testimonianza di un praticante dei Gruppi Darsi Pace, che ci racconta la bontà del cammino proposto da Marco Guzzi a chi desideri rinnovare la propria esistenza.
Luca ha organizzato per domani, venerdì 21 gennaio, un incontro in diretta facebook su Etty Hillesum, al quale vi invitiamo a partecipare.
Lo ringraziamo per la bellissima iniziativa, avviata insieme alle responsabili dei Gruppi Darsi Pace: Silvia Rambaldi (Emilia Romagna) e Antonietta Valentini (Provincia di Forlì e dell’estero).
Un ringraziamento va anche al Centro per la pace di Forlì, che ci ospita spesso nella sua sede, e con il quale abbiamo avviato una proficua collaborazione.
Abbiamo chiesto a Luca una breve autopresentazione:
“Vivo a Forlì. Ho 45 anni. Insegno storia e filosofia al liceo. Quattro anni fa sono entrato in DarsiPace e alla fine della terza annualità ho deciso di intraprendere anche il corso formatori. Pratico yoga e amo le escursioni nei boschi”.
Il titolo del post “Passaggio tra due ere” è ispirato al titolo del bozzetto con pastelli ad olio che vi proponiamo, opera di Giorgia Duracci, che frequenta il secondo anno.
Giunto al termine della terza annualità, avverto la sensazione molto appagante di aver percorso il primo tratto di un viaggio che sono felice di avere intrapreso. Trovo quindi bello e utile soppesare questo mio sentimento con una riflessione quanto più possibile obiettiva e concreta sul periodo appena trascorso.
Nel ripercorrere con la memoria quanto vissuto in questi tre anni, credo di poter individuare almeno quattro cambiamenti tangibili e importanti, che sono avvenuti e stanno avvenendo nella mia vita.
Il primo fatto nuovo che debbo osservare è che, pur con ondulazioni, la pratica meditativa è entrata a fare parte della mia quotidianità, in modo sostanzialmente fedele. Questo è un fatto ancor prima di essere una convinzione. E mi sorprende. In passato avevo cercato di praticare con una certa assiduità la liturgia delle ore o altre forme di preghiera più o meno codificate, ma ad un certo punto lo sforzo si faceva innaturale, e la dimensione del dovere, dell’esteriorità formale, finivano col prevalere. Alla luce dell’esperienza attuale credo di poter dire che in queste esperienza passate, pur mosso da un bisogno autentico dello spirito, non avevo ancora una visione sufficientemente chiara della direzione verso la quale indirizzarmi, che è la direzione del ritorno verso il centro del sé, verso la sorgente dalla quale tutta la vita proviene. Scopro sempre di più quanto la fatica e i disagi che provo nella vita di tutti i giorni siano prodotti in misura considerevole da un brulicare di pensieri e emozioni che, allontanandomi dal qui e ora, dissipano le mie energie e rendono pesante anche ciò che potrebbe essere leggero.
In secondo luogo, sono convinto di aver scoperto un senso nuovo di libertà, con quale posso stare nella comunità cristiana, senza nascondere il mio afflato critico, anzi prendendo sul serio il senso di disagio che provo verso forme di trasmissione del messaggio cristiano che non riesco più a sentire mie, scoprendo allo stesso tempo un modo di vivere la fede più “incarnato” (mi piace molto questa espressione che ho letto in qualche pagina di Marco), meno concettuale e più vitale, per nulla moraleggiante e che mi sento davvero di definire gioioso.
Come terzo elemento di un cambiamento che si sta sviluppando, constato un sempre più intenso bisogno di discernere tra ciò che è vero, perché dà maggiore vitalità ed entusiasmo e ciò che è falso perché irrigidisce e avvilisce, il bisogno all’occorrenza di criticare, dissentire, sapendo che è possibile imparare a farlo in maniera razionale, concreta, adulta, costruttiva. Sempre più intensamente e spontaneamente tendo a prendere le distanze da tanti oggetti di conversazioni quotidiane, da tante idee della cultura nella quale siamo immersi, da tanti ( ma davvero tanti!) aspetti del mondo della scuola nel quale lavoro. So che questo sentimento non è un’assoluta novità, che è maturato lentamente lungo molti anni, ma ora ne sono più consapevole, e ne provo sempre meno vergogna. Questo mi produce talvolta un senso di smarrimento e forse di paura, ma mi sto convincendo che il mio criticare, rifiutare, prendere le distanze da tante cose nelle quali non mi riconosco più o non mi sono mai riconosciuto, oggi anziché portarmi verso un certo isolamento, come forse è accaduto in passato, può costituire l’occasione di aprirmi di più e più autenticamente agli altri.
Infine, a proposito del lavoro di auto-conoscimento, devo osservare che, all’inizio, sul piano razionale, ne riconoscevo certamente l’importanza, ma non ne avvertivo l’urgenza, a livello emotivo e personale. In fondo mi pareva di essere sufficientemente sereno, tutto sommato abbastanza in equilibrio in confronto a periodi passati, e ritenevo che gli aspetti irrisolti e problematici della mia vita emotiva, pur certamente presenti, non necessitassero di particolare approfondimento. In breve tempo però ho cominciato a comprendere quanto il mio agire e sentire dipendano da condizionamenti davvero antichi, soprattutto da paure e vergogne profonde e stratificate. Gli esercizi mi sono apparsi fin da subito molto interessanti, ma per affrontarli è sempre necessario contrastare un certo istinto di ritrosia e di pudore. In questo ambito credo davvero di essere solo all’inizio e sento che devo ancora compiere passaggi importanti, ma quello che trovo bello in questo percorso è che, pur nella lentezza, non linearità e fatica, infonde un senso di fiducia nella bontà e nell’efficacia di quanto si sta compiendo. Al momento quello che mi sento di poter affermare è di avere scoperto che troppe mie energie rimangono inespresse e bloccate, e che questo ha importanti ripercussioni anche sul mio stato fisico.
Queste essenziali riflessioni mi permettono di affermare che il cammino di Darsi Pace non è un’elucubrazione né un’impressione sentimentale, ma una realtà operante, pertanto non posso che ringraziare Marco, i formatori, e tutti coloro che compongono la vita di questa realtà.
grazie Luca per questa riflessione nella quale mi ritrovo! La mia maestra delle elementari -molti molti anni fa-mi ha regalato un piccolo Vangelo con la citazione in prima pagina “Io sono la Via, la Verità, la Vita! Chi segue me non cammina nelle tenebre. Per tutta la vita questo versetto mi ha accompagnato nello sfondo ma ora la Verità che ci è dato di scoprire attraverso il percorso di “Darsi Pace ” entra profondamente in me anche se faccio spesso del mio meglio per eluderla! Ma non demordo! grazie ancora e …Buon cammino
Grazie Luca per aver condiviso la tua esperienza. Le tue parole hanno trovato subito spazio dentro la mia esperienza in DP come tasselli dentro un mosaico. E dire che sono solo ad un anno e mezzo del percorso, ma potrei già esprimere il senso di familiarità, riconoscere nel percorso questo habitat naturale come la dimensione giusta per una crescita nello spirito. Riconosco anche io nella meditazione la validità della pratica costante, avendo potuto notare particolari sviluppi della creatività, e nuove attitudini che mai avrei immaginato di poter avere.
Grazie per questa bella testimonianza e per il coraggio di mettere a nudo tanti aspetti personali del percorso; questo aiuta non solo te ad affermare la tua nuova consapevolezza, ma è utile anche per chi ancora è all’inizio del percorso ed ha tanti dubbi e perplessità! Buona strada in DarsiPace!
Grazie caro Luca, grazie a chi condivide le tue riflessioni e grazie anche ai molti che non scrivono, ma che stanno leggendo, gustando ed apprezzando questi pensieri.
Io sento solo di dover aggiungere che siamo davvero una gran bella compagnia di Pacificandi e che questo viaggio insieme è meraviglioso!
Ciao Luca! È bello leggere le tue esperienze di trasformazione che lentamente stai assaporando! Grazie.
Scoprire quanto peso hanno i condizionamenti strutturati in noi nella nostra vita è davvero una grazia che ci libera, giorno dopo giorno! E la rende sempre piú autentica, piú vivente e condivisibile. Pur nel caos delirante del mondo! Buon proseguimento
Ciao Luca, sono praticante del secondo anno e ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza del terzo anno. È bello sentir elencare in modo chiaro dei cambiamenti che senti essere avvenuti, è stimolante per il prosieguo del percorso.
Complimenti anche per la conferenza su Etty di ieri
Caro Luca,
È una gioia leggere le tue parole e vedere concretamente come si stanno realizzando in te. L’incontro su Etty Hillesum ne è stato un bellissimo esempio.
Le nostre energie e i nostri talenti, ascoltati e liberati, ci aiutano a guarire e possono portare guarigione a tante altre persone.
Un abbraccio!
Antonietta
Grazie per la tua preziosa condivisione Luca. Sono al terzo anno anche io e mi sento sempre piu’ entusiasta del percorso di Darsi Pace: questo e’ segno della bonta’ della Via.