Negli ultimi due anni questa domanda è risuonata innumerevoli volte nelle nostre vite, un dubbio che continua a danzare tra noi e che nessuno è in grado di sciogliere efficacemente.
Il dubbio come fuoco può scaldare e illuminare le menti facendogli compiere grandi salti, balzi in avanti nella storia delle scoperte scientifiche e non; oppure carbonizzare relazioni umane mettendo tutti contro tutti in un clima di insicurezza, paura, sospetto.
Ecco se dovessi descrivere ciò che vedo e vivo direi così: anche la famiglia, ultimo baluardo relazionale per fermare l’avanzata dell’isolamento, sta cedendo sotto colpi costanti, potenti e ben piazzati di una informazione incapace di dare risposte utili o ancora peggio spiegazioni che dovrebbero avere la forza di spegnere i tanti, troppi dubbi che dai primi casi di contagio si sono diffusi.
Allora qui i virus sono due e il corona è il meno devastante quello più pericoloso è il pauravirus, capace di tingere di nero tutti i dubbi trasformandoli in sospetti che si sviluppano sempre più fino a divenire distanze incolmabili che impediscono il dialogo, il confronto leale dove ci si ascolta accogliendo e valutando con attenzione tutte le ragioni e poi con l’ausilio della logica e della razionalità si cerca la via più condivisa quindi meno sbagliata.
Si stanno moltiplicando le etichette che stigmatizzano chi sente nascere un dubbio:
se è sul vaccino diviene “ no vax “;
se è sulle scelte economiche diviene “ complottista “;
se è sulle decisione politiche diviene “ populista “;
e se i dubbi sono vari le etichette si sommano ma non si va oltre poiché questo meccanismo mentale separante non ha una reale possibilità di apertura al dialogo.
Fare una distaccata analisi di come la generale situazione socio economica della popolazione italiana sta andando negli ultimi 10 anni mostrerebbe chiaramente a tutti il reale andamento che le scelte politiche ed economiche hanno prodotto.
A questo punto si è aggiunto il coronavirus ed eccoci qui, ancora più soli, pressati dalla domanda: che fare ?
Io certo non ho la risposta, posso solo condividere una semplice esperienza nella speranza di essere seguito da altri in modo da raccogliere tecniche di resistenza attiva.
Una lunga esperienza di lavoro interiore svolta nei gruppi Darsi Pace ha sviluppato in me una discreta consapevolezza di essere solo un battito di ciglia rispetto alla realtà temporale di questa Vita, ma anche una grande apertura alla speranza di poter contare su energie spirituali altrimenti sconosciute .
Questo si affianca alla esercitazione continua con pratiche capaci di ampliare la disponibilità di ascolto, concentrazione, lucidità mentale e di auto osservazione e osservazione della realtà visibile e non.
Tutto ciò è indispensabile per essere realmente più disponibili ad un dialogo edificante capace di accogliere anche le altrui incapacità di analisi obiettiva e libera da preconcetti.
Può capitare ovunque di dover discutere su un dubbio ma quando capita in famiglia la prova è molto ma molto più dolorosa, il non ascolto e l’etichettatura automatica con il conseguente distanziamento creano grandi fratture, vere e proprie trincee dentro le quali si finisce per schierarsi e guerreggiare.
Sento grandi pressioni crescere e spero vivamente per tutti la crescita di una sensibilità e conseguente disponibilità al lavoro su se stessi, solo così potremo favorire la nascita e lo sviluppo di una umanità capace di vivere questo terzo millennio nella riscoperta delle potenzialità spirituali che fanno parte del nostro patrimonio umano-divino.
Non a Caso Darsi Pace è nata nel 1999 . . . . . . . . . .
Tutti Gli Eventi Sono Benedizioni -Date (A NOI Per Imparare Che)/Non È Il Desiderio (“La Fonte DELLA SOFFERENZA)\MA (PIUTTOSTO Il Desiderio Non Soddisfatto)/Infatti (La Verità DI DOMANI)\Si Nutre (Dell’Errore DI IERI”)..Da Sempre (Di GENERAZIONE In Generazione)/Non C’È Reale Consapevolezza (Di Questa Crisi DI CRESCITA) E “Gli Errori\Si Moltiplicano -Mentre (La Verità È UNA SOLA)/È Questa Qua”
Shiann, sai cosa lascia in me la tua riflessione?
Che non abbiamo la possibilità di cambiare!
Io credo invece che sia proprio questo il senso della vita, cogliere l’occasione per evolverci in tutti gli aspetti, commettere errori è inevitabile ma ripeterli si.
Buona crescita e grazie del contributo.
Grazie, caro Alessandro, di queste tue importanti riflessioni. Un abbraccio. Marco
Grazie Alessandro, come cerchiamo di capire in Darsi pace il conflitto é a tutti i livelli. Dal macro al micro e viceversa. Come mi fai riflettere tu, in questa situazione oltre a noi e al mondo é stata coinvolta la famiglia e gli affetti, é vero. Un altro cerchio concentrico dove possiamo alimentare i conflitti o scioglierli. Bella sfida. C’è chi inizia dal macro, dal mondo e chi invece si concentra prima nel micro, la propria interiorità. E da lì tutto riverbera. La mia speranza é che questo virus ci lasci
in qualche modo un’immunità a vita, fin nelle nostre cellule oltre che nella nostra anima, al vedere l’altro come nemico da abbattere e da cui difenderci. Ci faccia provare anche sulla nostra pelle che tutto circola tra noi e non serve dividerci e fare la guerra ma unirci per superare la difficoltà. Siamo sulla stessa barca, una bella stronave chiamata Terra. Ti abbraccio con tanto affetto
Stefania R.
Grazie caro Alessandro. Leggendoti, capisco meglio come riconoscere il conflitto, “osservarlo” prima ancora che scendere in campo armati d’ogni strumento – dalla retorica alle molotov (diciamo esagerando, ma non sempre, come insegna la storia) – è un primo atto rivoluzionario. Capire le dinamiche che mi agitano (anche a me, anche a me) anche illuminandole dalle grazie ricevute in questo cammino, è una possibilità importante. Insomma, “abbiamo gli strumenti”, per citare una frase che appare spesso nel mio percorso terapeutico e di guarigione. E questo fa una grandissima differenza.
E’ acuta l’osservazione del dolore delle discussioni in famiglia, ed è molto reale.
Ci vogliono dividere, separare da noi stessi e scardinare le unità vive elementari, come il contesto familiare.
Consumiamo meglio da soli, come enti disperati ed irrelati.
Non è colpa di qualcuno in particolare, credo, ma di un percorso sociale e politico che stiamo percorrendo.
Ma che possiamo cambiare. Intanto “vaccinandoci” con contributi di consapevolezza, preziosi come questo.
Grazie!
Penso che la via giusta sia proprio riconquistare questa sensibilità all’umano/divino che tra una pratica e l’altra riscopriamo dentro di noi. Grazie a tutti voi e auguri per questa nuova vita che ci si apre davanti se pur tra mille difficoltà. Sempre felice di leggervi.
Grazie Alessandro. Ogni tanto é bello , e ne abbiamo un gran bisogno, che qualcuno ci ricordi che non siamo soli.
Grazie Alessandro!!!! Queste riflessioni così vere e reali sono importanti per tutti noi e ci auguriamo di superarle perché nel contesto famigliare sono ancora più difficili da superare
Grazie Alessandro, hai descritto bene questi tempi così difficili e mi sembra di aver capito che queste difficoltà-tentazioni sono un’occasione, ovvero la possibilità di poter scegliere.
Ho l’opportunità di farmi questa domanda:
In questa situazione, quale nuovo essere sto concependo nel grembo della mia mente?
Un essere di separazione-morte o di armonia-vita?
E’ tutto quello che ho sempre la possibilità di fare, purtroppo dimenticandolo spesso.
Un caro saluto
Caro Alessandro, grazie infinite di questo post! Quanto è vero, la realtà delle nostre famiglie è spesso il primo luogo di prova, tanto più in questo periodo in cui le nostre anime sono sottoposte allo stress ‘divisivo’ delle circostanze che noi tutti viviamo! Le tue parole mi ricordano quanto sia bello, benché talora faticoso, tener testa alla tentazione della divisione e della separazione che si vorrebbero introdurre anche nelle famiglie di ognuno di noi attingendo a quello splendido arsenale di energie molto superiori alle nostre e facendo leva, fortemente leva su tali forze per non far sì che la ‘guerra’ imperversi fuori ma anche dentro di noi – e gli scontri che talvolta si verificano non lasciano strascichi eccessivi nella nostra anima!
Proprio perché..siamo un battito di ciglia, alla fine, rispetto all’Eterno che dimora in noi..molto meglio cercare, per quel che si può, di farsi guidare, assumere al meglio da quest’Eterno..
Un abbraccio, grazie di nuovo!
Simone
Non È II Desiderio (La Fonte DELLA SOFFERENZA)\MA (PIUTTOSTO Il Desiderio Non soddisfatto)/Come Rete (DI RELAZIONI)\Siamo E Adesso (GLI ERRORI Si Moltiplicano)/Mentre (LA VERITÀ È Una Sola)\”IO SONO SPIRITO (Mentre Pensiamo O Diciamo LA STESSA COSA)..Ci Si Contrappone Inutilmente!
Grazie a voi della partecipazione in tutti i sensi:
a Marco Guzzi che come altri ma in un modo originalissimo hai deciso di offrirti tutto all’operazione ” Regno di Dio” e che ho avuto la fortuna di incrociare nel mio cammino nel momento giusto;
a Stefania R, a Marco C, a Fiorella M, a Ivan G F, a Rosa L, ad Aldo, a Simone C che siete al mio fianco in questa difficile ma affascinante avventura .
La nostra vita sta divenendo sempre più chiaramente orientata verso un cambiamento profondo, noi ci stiamo attrezzando per poterlo affrontare con strumenti idonei e in un clima di famiglia allargata (nel sano senso del termine) dove l’amicizia può poggiare su basi solide (rocciose . . . . .) e sulla partecipazione di tanti altri che sono con noi.
Ma soprattutto grazie a quello Spirito, Luce, Energia, Dio, Creatore, Fonte della Vita che tutto questo permette e sorregge perchè evidentemente necessario alla fioritura della Nuova Umanità<
Continuiamo fiduciosi fratelli e sorelle, abbiamo un Padre premuroso, attento a tutto e capace di tutto. . . . . . . . . . . .
Un sorriso Ale
Un grazie a tutti voi che scrivete e ci innescate una carica bella forte d’energia. Sono al secondo anno e già mi sembra di conoscervi da tanto. Siamo uniti e incoraggiati dalla fede, dalle parole espresse consapevolmente nello stato di presenza. Cosa mi può nuocere se quest’Amore mi protegge come una corazza di luce.
Siete la mia famiglia allargata.
Un abbraccio Giacomo
Grazie Alessandro. Mi unisco alle diverse forme di partecipazione espresse nei commenti precedenti.
Qualche “dubbio” permettimi di esprimerlo quando parli dei “dubbi”: da un lato è senz’altro vero che l’etichettatura “automatica” è un meccanismo egoico; e tuttavia anche certe modalità di esprimere i “dubbi” possono essere altrettanto egoiche: proprio in questi ultimi tempi ne vedo molte di questo tipo. Sembra quasi che il fatto stesso di esprimere dubbi ti ponga automaticamente in uno stato privilegiato: questi si che è egoico e pericoloso.
Purtroppo è molto facile esprimere dubbi: è una attività che possiamo definire “a bassa energia”, cioè costa poco farlo: le argomentazioni non necessitano di troppa coerenza, ma sono sufficienti “narrazioni” che mettano in luce le (tante) contraddizioni che esistono in giro a causa della spaventosa complessità che ci circonda. Il pensiero, la ricerca, i risultato, quella fatica che elimina in rumore e i bias sono invece attività ad “alta energia” cioè sono in genere ben più costosi di una semplice esternazioni di dubbi. Esprimere dubbi non ti mette automaticamente in una condizione di maggiore consapevolezza: al contrario ti espone semmai a maggiori rischi quando tali dubbi sono formulati in modo strampalato e incoerente.
Dunque esprimere dubbi dovrebbe essere una attività fatta con molta cautela e soprattutto con molta fatica, cosa che vedo assai di rado nei tanti “contestatori” di giornata; questo è troppo facile da farsi, è una attività “a bassa energia” appunto. Da qui anche provengono certe etichettature frettolose tipo “no vax” etc…
Spesso molti dei “dubbi” che sento esprimere in giro non sono affatto una predisposizione all’ascolto ma presuppongono già di avere una risposta a certe questioni, creando degli assunti che sarebbero in realtà ciò che si vorrebbe dimostrare: un modo di ragionare dogmatico in cui il dubbio non è una autentica formulazione di una domanda, ma piuttosto il modo di (ri)affermare certe cose già date per scontate: questo modo di procedere non ha nulla a che fare con la verità e la consapevolezza; tutt’altro.
Quando queste “etichettature” sono fatte a causa di dubbi espressi con troppa faciloneria e superficialità non è poi così immotivata.
Non tutti i dubbi sono sullo stesso piano e possono essere accolti al dialogo allo stesso modo: se formulati con premesse o presupposti errati, bias cognitivi, rumore informativo non adeguatamente filtrato, scarsa – se non nulla – conoscenza dei contesti, diventano difficili da inserire in un autentico dialogo, perchè un dialogo approfondito presuppone un vocabolario comune, dei dati di partenza condivisi etc… che spesso non sono dati in certi cosiddetti “dubbi” sui quali bisognerebbe prima fare un analisi dei presupposti che hanno portato a formularlo.
Giusto per completare il discorso precedente (e magari dare qualche esempio concreto):
la parola “dubbio” è stata resa famosa e virtuosa proprio dal metodo scientifico che ci viene spesso raccontato che si basa proprio sulla formulazione di dubbi. Qualcuno addirittura afferma che la scienza stessa di basa su di essi. E’ proprio così.
Ma attenzione: non è che gli scienziati si mettono a “sparare dubbi a raffica” su ogni cosa a vanvera. Sarebbe facile e inutile allo stesso tempo. I dubbi veri, quelli che fanno davvero avanzare il sapere, sono pochissimi perchè:
1) la maggior parte anzi la quasi totalità dei dubbi sono infondati, non coerenti, non praticabili insomma affetti da elementi che non possono essere presi in considerazione. Ad esempio mettere in dubbio la teoria della relatività di Einstein tout-court non ha senso perchè ha ottenuto tante e tante di quelle conferme che è difficile oggi formulare un dubbio sensato in tale direzione. Per farlo dovremo aspettare dei dati e degli scenari che al momento non abbiamo.
2) una piccola minoranza sono dubbi fondati che poi vengono smentiti (confermato la teoria iniziale). Questi dubbi sono utili perchè dimostrandosi falsi, aiutano a progredire, confermando ciò che volevano smentire
3) la restante piccola minoranza sono dubbi fondati che poi vengono confermati (smentendo o correggendo la teoria iniziale). Anche questi dubbi sono utili perchè dimostrandosi fondati e veri, aiutano a progredire, smentendo ciò che volevano smentire.
Si vede bene come solo il caso (2) e (3) forniscono un vero risultato, e invece (1) fanno solo perdere tempo.
Saper riconoscere se un dubbio appartiene o no al (1) gruppo, e quindi scartarlo prima ancora di prenderlo in considerazione è una attività faticosa che richiede nei vari ambiti (tecnologico, scientifico, ma anche semplici discipline non necessariamente scientifiche in senso stretto) conoscenza e competenza. Non averla può significare confondere facilmente le cose.
Caro Fabrizio,
la tua grande fiducia nel metodo scientifico dovrebbe tener conto di quanto le verità che asserisce durino fino alla prossima scoperta che può addirittura ribaltare quanto creduto fino ad allora.
Avere così grande fiducia nell’operato dell’uomo (conoscendolo come noi stiamo imparando a fare iniziando da noi stessi) è molto rischioso.
Indubbiamente l’umanità ha fatto grandi passi in avanti ma perdonami, sulla questione “potere e dominio” mi sembra di vivere nella preistoria.
I dubbi si sciolgono con una informazione chiara capace di parlare e spiegare ai semplici e ripetere ripetere ripetere in modo sempre più chiaro e non imporre.
Chi conosce la propria materia è in grado di farla comprendere, chi non lo sa fare è solo impegnato nel difendere la propria posizione sociale o culturale.
Buona domenica.
> la tua grande fiducia […] fino ad allora.
è esattamente così’
> Avere così grande […] è molto rischioso.
A volte. Mica sempre.
> I dubbi si sciolgono […] non imporre.
Invece cercavo proprio di far capire che non è così: che i dubbi non sono tutti uguali per il semplice di definirsi tali.
> Chi conosce […] culturale.
E’ in grado, certo, se ha però difronte persone disposte davvero ad ascoltare. Se io fossi rimasto nelle mie convizioni. Poi, certo c’è sempre qualcuno che vuole difendere le proprie posizioni sociali, ma se facciamo di questo un pregiudizio al punto che tutti quelli che ci dicono cose che non ci piacciono o non capiamo devono per forza di cose difendere una posizione sociale… beh…. allora non c’è ascolto.
Mi hai convinto a scrivere un post più elaborato al riguardo. Vedo se potrò farlo nel blog AltraScienza, altrimenti sul mio blog personale. Grazie.
ERRATA CORRIGE, mi è scappata una sgrammaticatura.
> Chi conosce […] culturale.
E’ in grado, certo, se ha però difronte persone disposte davvero ad ascoltare. Poi, certo c’è sempre qualcuno che vuole difendere le proprie posizioni sociali, ma se facciamo di questo un pregiudizio al punto che tutti quelli che ci dicono cose che non ci piacciono, o non capiamo, devono per forza di cose difendere una qualche posizione sociale… beh…. allora non c’è nessun vero ascolto. L’ascolto attento nasce da una necessaria fiducia nell’ascoltatore: se viene meno questa non esiste ascolto. Non si può ascoltare da una persona dalla quale si è deciso che è in malafede. Per cui dovremmo chiederci prima di tutto: di chi ho fiducia? Purtroppo tendiamo a farlo di chi conferma le nostre idee, e questo è un grande limite – che però in genere (ma non sempre) il pensiero scientifico ti aiuta ad abbattere.
Grazie Alessandro! hai espresso benissimo quello che sento anch’io in questo tempo “strano” (avendolo sperimentato nella vita di tutti i giorni), ma confido, come ha scritto Ermes Ronchi nel suo libro “C’è dell’oro in questo tempo strano”, appunto, che nel contempo ci sia offerta l’occasione di poter intravedere qualche traccia di oro nascosta tra le pieghe.
Un caro saluto.
Caro Alessandro,
Grazie di queste tue parole: esprimono un disagio che in tanti viviamo, ma anche la speranza di poter continuare ad ascoltare tante domande che ci nascono dentro.
Riguardo ai dubbi non credo che possano essere tutti semplicemente classificati in base ad una razionalità astratta.
Ci sono dubbi che vengono da parti più profonde di noi, che sentono represse o violate leggi che abbiamo scritte nell’anima: il bisogno di relazione e di socialità, il bisogno di libertà, il senso della giustizia.
Anche quando si esprimono in modalità imperfette nascondono dentro una parte di verità che conviene ascoltare, nelle nostre vite personali, e anche ai livelli più alti della politica.
Un abbraccio
Antonietta
Grazie Alessandro,belle riflessioni che sottolineano la facilità a schierarsi “contro” invece che “per”!
Riguardo ai primi cerchi relazionali che viviamo,la famiglia, ho scoperto da poco una splendida attività portata avanti dalla Comunità di Villapizzone,”Mondo di comunità e famiglia”,associazione di promozione sociale,gruppi di autoaiuto familiare, per una sempre più forte felicità.
Un abbraccio
Un abbraccio