Ebbene sì, anche io come i virus ho fatto il salto di specie.
Per un anno e mezzo dall’inizio della pandemia, sono stata tranquillamente accomodata nel mainstream, dove le misure del governo non mi toccavano più di tanto e quindi mi lasciavano più o meno indifferente. La sorte, si sa, può però cambiare molto rapidamente.
Da dicembre 2021, sono stata espulsa dal gruppo mainstream e faccio parte di una categoria disdicevole. Sospesa dal lavoro perché non sono vaccinata! Un’altra no-vax… No, scusa, guarda che la faccenda è un po’ più complessa di ciò che si ricava dalla narrativa dominante. Dunque, no-vax e sì-vax non sono due categorie sufficienti? Per descrivere l’umano direi proprio di no.
Ho una condizione di salute estremamente fragile. Bene, sei soggetto fragile, a maggior ragione dovresti essere vaccinata. No, vedi, non sono fragile a causa di patologie, sono infragilita per via iatrogena. Cioè? Come conseguenza delle tante terapie farmacologiche e chirurgiche cui sono stata sottoposta, con esiti più o meno felici, con una serie di effetti collaterali molto pesanti; ora ho raggiunto un tale livello di sfilacciamento, che sono ormai come un tessuto liso cui non si può chiedere di reggere altro se non se stesso. Bene, chiedi che ti sia rilasciata un’esenzione dalla vaccinazione. Ma crederai mica che sia così scontato? Lo so che i media raccontano solo le storie di frodi, dicendo invece che le persone, per le quali la vaccinazione potrebbe rappresentare un ulteriore rischio di salute, basta che vadano dal loro medico di base ed ottengano così un certificato di esenzione. Anch’io ho creduto alla favoletta, finché non mi si è sbattuta la porta in faccia.
Ho iniziato a conoscere le pratiche mediche quando avevo 4 anni, ma la rivelazione è arrivata che ne avevo 7 e di lì siamo stati amici per la pelle.
Ho imparato, a mie spese, quanto I nostri corpi siano molto impressionabili, nulla è neutro, e ogni maneggiamento lascia tracce indelebili.
Negli anni mi sono sempre più indebolita, ma nel mio faticosissimo quadro il mio corpo ha cercato un suo equilibrio, sia pure in una situazione del tutto fuori asse.
Così, dopo tanti trattamenti farmacologici e chirurgici da cui riuscivo a riprendermi ogni volta con sempre più difficoltà, ho intuito che l’unico modo per tentare di preservarmi era quello di stare ferma, non fare altro se non l’indispensabile già assodato.
Perciò ho iniziato ad ascoltare con cura i segnali che il mio corpo mi inviava, attraverso la debolezza e lo sfibramento, e rispettarli.
Gli spazi di manovra, cellulari e tissutali, oramai sono ridotti al minimo, tanto che non mi posso più assolutamente permettere altre prove sia pure intenzionalmente terapeutiche.
Pertanto, cerco di evitare qualunque tipo di trattamento di qualunque genere che sia per me nuovo e che il mio corpo non conosca già e per cui abbia già messo in atto processi di adattamento.
Così, adottando lo stesso criterio, ho cercato di tenermi alla larga dal vaccino anti-Covid-19, nuovo fiammante. Ma la cosa si è mostrata più difficile di quanto pensassi. Ammetto di aver creduto – ora lo so, ingenuamente – che per davvero la storia di ciascuno fosse presa in considerazione e quindi l’obbligo vaccinale venisse applicato sulla clinica della persona.
Invece quello che ho sperimentato mi ha messa davanti ad una realtà ben diversa. Ho cozzato contro la durezza di un sistema messo in piedi come meccanismo ignaro proprio di quell’umano che pur dovrebbe tutelare per suo mandato istituzionale.
Mi è venuto addosso come un bolide l’atteggiamento del medico di base e dell’oculista con cui mi sono confrontata. Ricordandosi di essere medici, sono stati compresivi e si sono resi ben conto della mia situazione, ma subito dopo sono ridiscesi nei panni della formal-burocrazia, hanno entrambi ribadito di avere le mani legate: le linee guida sono chiare, le disposizioni ministeriali prevedono solo 3-4 patologie rispetto cui viene concessa l’esenzione dalla vaccinazione anti-Covid-19 e io non rientro in tabella.
La legge decide se io sono sana abbastanza da sopportare un trattamento medico. Per legge? Non dovrebbe essere per clinica? Sì certo, ma ormai pare dettaglio irrilevante.
A dire il vero, ho letto nei sospiri del mio medico di base anche la frustrazione che sta vivendo lei stessa, capisco che non sia facile prendere posizione contro un sistema come singoli individui: il rischio è la sospensione mentre la macchina della sanità continuerà imperterrita la sua marcia. In regime di ricatto le scelte sono pesantissime e l’adeguamento avviene a costo della propria autonomia professionale, in base alla quale al medico sarebbe riconosciuta la capacità di vedere nella singola persona la sovrabbondanza rispetto all’inevitabile genericità delle linee guida.
Mi sento intrappolata in un meccanismo in cui sono solo un inceppamento che come tale deve essere trattato. Per la prima volta nella mia vita ho una forte percezione di sordità ad ogni richiesta di aiuto, un’inamovibilità che toglie l’aria. Ed è dolorosissimo, perché si fa ruotare tutto attorno alle direttive da cui non ci si smarca, per nessuna ragione. Ognuno ha un ruolo, recita il suo copione, non sgarra neanche di una parola, fosse pure a teatro vuoto.
No vaccino, no lavoro.
Questo è stato il passaggio successivo, legare la vaccinazione ad un certificato che desse accesso al posto di lavoro e ad una serie di servizi e di libertà fondamentali.
Ma dov’è andato a finire l’umano?
Temo abbia fatto una brutta fine, se un governo ha la volontà di imporre un trattamento sanitario e lo fa usando il ricatto della perdita del lavoro e delle libertà di movimento e di frequentazione dei luoghi pubblici.
Imporre un trattamento sanitario che vincola ad una tessera che, a sua volta, abilita l’esercizio di libertà fondamentali: stride potentemente, l’umano scricchiola.
Davvero riteniamo di tutelare così la salute delle persone?
Abbiamo un’idea così ristretta dell’umano da racchiuderlo dentro un certificato?
Se mi allontano dal fotogramma su cui sta scritto che l’emergenza giustifica qualunque provvedimento, magari duro ma necessario, per uscire dalla pandemia, e tengo uno sguardo più lungo, che abbracci la traiettoria, vedo altri elementi entrare nel campo visivo. Sono elementi inquietanti, un passo dopo l’altro, la vite si stringe, il dispositivo piace ai governanti, ma anche a noi quando scegliamo la via facile del quieto vivere.
Allora mi sorgono domande: dovremmo essere in grado di leggere i segni dei tempi, alla luce di una lunga storia umana piena di regimi dispotici e prevaricanti. Come fare a non trovarsi, ancora un’altra volta, a dire: se solo quelle persone avessero intuito che si stava paventando un tempo buio, se solo fossero state vigili nel denunciare le ingiustizie al loro palesarsi, se solo…
Intanto, pare che l’UE intera gradisca il dispositivo del Green Pass e lo voglia tenere ben stretto.
Infatti, ha pubblicato una “Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2021/953 su un quadro per il rilascio, la verifica e l’accettazione di certificati interoperabili di vaccinazione, di test e di guarigione in relazione alla COVID-19 (certificato COVID digitale dell’UE) per agevolare la libera circolazione delle persone durante la pandemia di COVID-19” .
Certamente possiamo fidarci, lo fanno per agevolarci.
La Commissione Europea promotrice della proposta chiede commenti.
Chi desidera perciò può lasciare il proprio.
Iside e altri che sono nella sua condizione di fragilità, stanno subendo conseguenze gravi ed insopportabili a causa della crisi che sta paralizzando le colonne portanti della liberaldemocrazia, con la debolezza dei partiti che trascina con sè quella delle Istituzioni, e che ora è affiancata dalla debolezza della magistratura.
Stamattina era utile sentire il talk show Omnibus dedicato ai 30 anni da “Mani Pulite”.
E’ stato il “mea culpa” dei giornalisti e dei magistrati, della loro complicità nei teoremi ideologici, “mea culpa” dei politici che non hanno capito che non andava in rovina la DC e il PSI ma il sistema politico istituzionale.
La debolezza e l’impotenza di oggi sono tanto più gravi perchè non ci sono elaborazioni politiche che diano una visione del futuro e che costruiscano prospettive.
L’impotenza spinge tutti a trincerarsi dietro alle procedure burocratiche blindate dalla tecnologia informatica che obbliga a comportamenti ingessati che diventano stupidi e quindi disumani.
Ce lo mostra dolorosamente la vicenda insostenibile ed inaccettabile di Iside.
E’ “burocratura”, una dittatura moderna che non ha bisogno dei campi di sterminio nazisti e dei gulag sovietici, e che manda avanti un potere che viaggia col pilota automatico, dove nessuno ha nessuna responsabilità.
Nel servizio televisivo di stamattina alla domanda su quali siano le soluzioni dei problemi, la risposta è stata fondamentalmente la stessa che propone “Darsi Pace”: occorrono testimonianze, vissuti personali e professionali fondati sui valori morali: occorre cioè innanzitutto la conversione del cuore di ciascuno.
Forse ci stanno arrivando anche laici e laicisti, illuministi e progressisti che hanno sempre puntato solo sulla politica, e che normalmente irridono quanti sanno che con il peccato originale tutti devono fare i conti.
E solo in un secondo tempo vengono proposte le necessarissime riforme delle politica e delle istituzioni.
Continuare nel nostro cammino iniziatico è anche una solidarietà con Iside e quelli nella sua condizione.
Ciao Iside, concordo in toto su quanto hai scritto e rilancio la domanda fondamentale che ti fai:
dove è andato a finire l’ umano???
Davvero i nostri sono tempi di prova, dove il discernimento di ognuno è messo, appunto, a dura prova!
Ogni scelta individuale rischia di oliare gli ingranaggi di questo sistema iniquo e marcio fino al midollo, oppure di buttare sabbia al suo interno, sabotandolo e alla lunga sfiancandolo e vederlo morire !
Non cedere al ricatto abominevole (o ti vaccini o perdi il lavoro) del GP mi sembra la scelta più opportuna e ‘pulita’ , anche se in molti casi difficile e dolorosa!
Grazie Iside, ti abbraccio e saluto tutti,
Maria Carla
Cara Iside, mi spiace tanto per quello che stai passando, ti sono vicina e ti abbraccio.
Per l’Europa ho votato e diffondo.
Lula
Vi sono diverse linee di sviluppo in questo interessante articolo, per cui è necessario intervenire in modo puntuale sui singoli aspetti, per non fare di ogni erba un fascio, come si dice. Un articolo così, si offre innegabilmente e proficuamente come invito alla discussione, poiché sappiamo che su questi temi vi sono diversi pareri, tutti legittimi.
Una vera discussione, credo, non deve essere viziata dal fatto che “tanto si sa già chi ha ragione”, altrimenti l’utilità di raccogliere pareri viene minata alla base. Tanto meno si può invocare la strategia “se non la pensi così non sei diventato abbastanza consapevole, non hai meditato abbastanza, eccetera” perché è, in ultima analisi, la versione scaltrita dello stesso punto.
Non mi pare infatti vi siano dogmi rispetto alle politiche del Green Pass e alle strategie di vaccinazione, dunque spero concordiate con me che la partita è aperta, e un approccio davvero “laico” contempla la messa a confronto di molti pareri.
Nel merito, ora, la mia opinabilissima (e forse ingenua) opinione.
Credo siamo perdendo un punto. Ovvio che vaccini, Green Pass e compagnia varia, siano fastidiosi. Nessuno sano di mente li vorrebbe. Se non fosse che in questa pandemia è morta molta, molta, molta gente. E faccio presente, perlopiù è morta gente debole, anziana. Paradossalmente ignorare tutto questo – tutta la gente più debole che soffre e purtroppo muore – sarebbe stato assai più semplice per un sistema neoliberista che obbedisse solo del mercato. Triste dirlo, ma i più a soffrire sono quelli che consumano meno (va beh, medicine a parte). Tutelarli mi sembra un tratto di umanità, spesso indicato anche dal Papa. Qui penso siamo tutti d’accordo.
Ora a me sembra che mettere in atto delle politiche sanitarie – che nel tentativo di contrastare il virus implicano alcune temporanee limitazioni della libertà (che non è un bene assoluto quando danneggia la salute altrui) – sia dunque un’attenzione all’uomo e non (solo) al mercato. Queste politiche poi sono criticabilissime e ben facciamo a farlo. Certo, ci sono aziende che guadagnano con i vaccini (ma ugualmente ci sono con i “farmaci” delle “cure palliative”, attenzione). Nel discutere i limiti anche gravi di tali politiche, teniamo solo conto che sono state sviluppate in tempi strettissimi davanti ad una concreta emergenza (per quanto alcuni neghino anche questo).
Teniamo conto che sono morte molte centinaia di migliaia di persone (milioni, secondo alcune stime). Teniamo conto di quante vite possono essere state (già) salvate, con queste politiche sanitarie. C’è un comitato tecnico scientifico che fornisce le indicazioni di politica sanitaria – in questo e nel precedente governo – che fino a prova contraria è costituito da gente esperta in materia. Si può legittimamente sospettare che siano eterodiretti, ma con affermazioni circostanziate e precise (in che modo e in che grado sarebbero “servi del sistema”? Prezzolati dalla ditte farmaceutiche, indotti dal capo del governo? Dove mentono? Cosa ignorano? Dove ci stanno deliberatamente ingannando?).
Forse sarebbe anche opportuno dare la parola e fornire ampio ascolto a quei medici che sono (anche come formatori) in Darsi Pace e si sono trovati – a volte in prima linea – a fronteggiare questa emergenza. Interviste, video, articoli. Perché non sfruttiamo questa occasione? Se si parlasse di buchi neri e galassie ad alto redshift, vorrei senz’altro sentire l’opinione di un cosmologo, mi sembrerebbe una buona idea.
Quali sono le migliori politiche sanitarie? Quanto sono perfettibili le attuali? Questo è un caso di dibattito, naturalmente. Esattamente un dibattito sano e aperto è quello che ci vuole. Forse vale la pena non tanto autoconfermarci nella nostra bolla (per quanto gratificante), ma aprirci al pensiero dell’altro. Una sfida per chiunque, ad iniziare certo da me!
Venendo alle persone, il caso sperimentato da Iside, con cui simpatizzo totalmente, è molto grave. Condivido totalmente il suo disagio e mi sembra incredibile che non si possa fare qualcosa. Spero di non perdere una amicizia, se dico che da qui a ritenere che il (famigerato? Abominevole?) Green Pass sia una misura che ricorda il fascismo (come spesso si dice) vi passa ancora parecchia acqua, sotto i nostri ponti. Quello che prova è dolorosissimo – ed anzi è intollerabile – e sono totalmente simpatetico con lei. Che qui ci sia una stortura, è innegabile. Senz’altro tutelare l’umano deve essere la priorità, in ogni caso e sotto ogni governo, per qualsiasi politica sanitaria. Non c’è bisogno di scomodare i massimi sistemi, ma rimanere ancorati a questa (e purtroppo altre) realtà, per cercare di intervenire e correggere.
Ora l’Europa vuole “rilanciare” il Green Pass. Ebbene, vi sono due narrazioni. Una è che venga ritenuto il male minore, per evitare ulteriori “chiusure totali” che sarebbero ben più drastiche. L’altra è che sia l’ennesimo tassello di una strategia di dominio e di limitazione della libertà (alcuni dicono, preparata e tentata già altre volte, fino a perfezionarla nel caso presente). Insomma, quel sarcastico (e insisto, legittimo) “possiamo fidarci, lo fanno per agevolarci” della chiusa di Iside (che peraltro ha tutti i motivi per essere arrabbiata) va più nella seconda direzione. Due narrazioni, proprio. Chiaro che alla fine ognuno deve decidere su quale delle due prevalentemente gravitare (e spesso le decisioni non vengono prese su base razionale, ma conta molto il vissuto psicologico di ognuno).
In entrambi i casi, comunque, non mancherà materiale perché ciascuno possa sostenere la propria tesi. Se si renderà conto che non è l’unica, credo avremo fatto un passo concreto in avanti, verso una maggiore umanità e abiteremo senz’altro un universo più consapevole e che non ha paura della complessità. Dove le conflittualità (a cui si riferiva anche Alessandro Ciarella nel suo bel post) vengono smorzate, non perché si pensa tutti allo stesso modo, ma perché ci si rispetta, nella reciproca diversità.
Io ci spero.
Ringrazio certamente per la simpatia che mostrate nei miei confronti.
In realtà, mi piacerebbe che la mia situazione, che non ho la presunzione di ritenere unica, desse l’idea di che cosa significhi l’adozione di certe misure smisurate rispetto all’umano, quando si traducono in carne e storia di persone effettive. Gli scambi di opinioni possono essere interessanti, nei talk show accesi a picchi insopportabili, ma il rischio è che poi ci si paraventi dietro a numeri e percentuali e si dimentichi che quelle sono la vita di una persona, vissuta una per volta.
iside
A Marco Castellani
L’amicizia che ci lega ci permette uno spazio di dialogo anche (ma direi soprattutto) quando i temi sono controversi. Altrimenti non sarebbe amicizia, ma solo convenienza.
Gli spunti che offri sono tantissimi.
Ne scelgo uno.
È esattamente ciò che hai indicato come la doppia narrazione: quella del male minore oppure quella di un altro tassello nella strategia di dominio.
Credo che proprio qui si ponga lo spartiacque. Mi pare cioè che occorra andare a monte, prima di affrontare ogni aspetto più specifico, dall’obbligo vaccinale al green pass ecc.
Da quale punto prospettico vediamo il panorama? Quello poi modellerà il nostro pensiero e quindi le nostre scelte.
Se tengo uno sguardo largo e provo un’interpretazione degli eventi attuali collocandoli in una traiettoria storica lunga, se mi interrogo sul sistema economico-politico, sociale ed antropologico in cui viviamo noi esseri umani del XXI secolo, allora trarrò determinate conseguenze.
Personalmente, la lettura che ne dà Marco Guzzi mi persuade, quella cioè di essere alla svolta radicale di tempi finali, dove questo sistema, che chiamiamo neoliberista tecnocratico, ha esaurito le sue potenzialità e sta soltanto più emettendo le scorie di sé. Per uscire da un sistema di questo tipo, esausto e senza più possibilità di produrre nulla di buono, l’unica soluzione per noi umani è quella di produrre un cambiamento radicale, dalle fondamenta. Se l’albero è malato anche i suoi frutti lo sono e quindi i frutti dovranno essere mandati al macero, per tentare una rinascita da altrove, con principi che siano completamente altri.
In questa cornice, dispositivi come il green pass, l’imposizione di trattamenti sanitari obbligatori, l’accelerazione di una corsa tecnologica a rotta di collo ecc. diventano segni evidenti di un sistema che continua il suo percorso connotato da dispotismo, dominio, sfruttamento, ingordigia, prevaricazione, vetrina di quella egoittà bellica che sentiamo come troppo stretta ormai per esprimere adeguatamente l’umano.
Se invece tengo lo sguardo sulle vicende presenti e non le metto in prospettiva storico-antropologica, allora la figura che mi si forma davanti è di tutt’altro genere. Certamente siamo dentro un sistema economico-politico, sociale ed antropologico con tanti limiti ma che ha ancora potenzialità da esprimere, perciò con qualche cambiamento, anche importante magari in alcuni settori, le cose possono essere gestite e quindi indicativamente la linea tenuta.
In questa prospettiva, è chiaro che le misure messe in atto sono accettabili, magari appunto come il male minore, perché non metto in discussione l’impianto e continuo a muovermi dentro la stessa cornice.
Credo che appunto partiamo proprio da due visioni prospettiche diverse. Dipende da come leggiamo la storia, da come interpretiamo i segni dei tempi: premonitori della chiusura definitiva di un sistema morente, oppure esiti di un sistema che è ancora accettabile.
La vita, lo sappiamo, è un’interpretazione, a noi spetta il duro compito del discernimento, dove nessun esito è garantito in partenza. Ci scommettiamo la vita, mettiamo tutto noi stessi, e se anche dovessimo fallire miseramente, rimarrà la verità di una ricerca portata avanti con cuore puro.
iside
…”misure smisurate rispetto all’ umano” :è proprio questo il punto !
Se non si fanno i conti con la vita vera e quindi i vissuti delle persone reali si rischiano sempre derive tecno burocratiche pericolosissime e l’ avvento graduale di regimi liberticidi che distruggono dalle fondamenta ogni forma di convivenza che ancora si possa definire umana!
Maria Carla
Cara Iside, grazie di cuore di questa tua testimonianza, che, come spesso accade nelle esperienze personali, dice un po’ tutto, o almeno l’essenziale. Trattare le persone in modo burocratico e glaciale nelle questioni della salute, credo che sia il segno più evidente di una disumanizzazione radicale, giunta alla sua fase finale. Ed è ciò che non possiamo tollerare, la cura è sempre personale, o almeno dovrebbe esserlo, personale, e affettiva, dovrebbe consolarci, darci pace, verrebbe da dire, e non colpevolizzarci, e trattarci come reprobi da rieducare o bambini indisciplinati da mettere in riga. Io, come sai, ti sono vicino da quasi trenta anni, col pensiero e con la preghiera. Restiamo uniti, e lo Spirito compirà le sue opere, perché la verità vince sempre, e la verità è sempre amore. Un abbraccio. Marco
“La vita, lo sappiamo, è un’interpretazione, a noi spetta il duro compito del discernimento, dove nessun esito è garantito in partenza. Ci scommettiamo la vita, mettiamo tutto noi stessi, e se anche dovessimo fallire miseramente, rimarrà la verità di una ricerca portata avanti con cuore puro”
Grazie cara Iside, questo è il nucleo profondo che ci unisce, che ci vede in dialogo profondo, proficuo. Quel che diceva il mio animo (che sia giusto o sbagliato) l’ho espresso, proprio per l’esigenza di sincerità del cuore: per l’amicizia con te, per il rispetto che ho della tua intelligenza, per l’ammirazione che ho della grande dignità con cui incarni la tua condizione fisica, non potevo proprio fare meno che questo.
Rifletto sulle tue parole, voglio lasciarmi morbido se mi indicano di modificare qualcosa del mio pensiero: non ho nulla da “difendere”, in fondo. Ora lascio agli altri, a meno di non esser chiamato in causa: non ha senso ripetere o sottilizzare, non è rispettoso inflazionare questo spazio.
Fammi ancora dire che – a dispetto delle apparenze – ci unisce profondamente la speranza in una “rivoluzione”: io ho provato a dettagliarla nel post apparso poco tempo fa su “queste colonne”, potremmo dire. Certo non vi rinuncio, non cambio idea. L’ho scritto, l’anelito è troppo forte.
Voglio infine aggiungere che sì, ha ragione Marco Guzzi, ragione da vendere: la cura dovrebbe essere personale, affettiva. Deve, dovrà esserlo. Comunque sia, in qualsiasi modo la si pensi, non si può pretendere di meno. Sarebbe folle.
Un abbraccio grande.
Carissima Iside ti comprendo e ti sono vicina. Condivido con te il destino di “pericolosa no vax”. Ebbene neanche io ho ceduto al ricatto e dal 10 gennaio sono sospesa dal lavoro. Non ho potuto andare contro lo spirito di libertà che dentro di me gridava che tutto questo era ingiusto. Le mie alunne si sono sentite abbandonate e forse, a parte qualcuna, non riescono a capire perchè io abbia agito così. Credo di essere l’unica nella mia scuola. Io ti capisco e con te mi chiedo dov’è finito l’umano ma soprattutto come possiamo risvegliarlo prima in noi stessi. Devo confessare che non riesco a non provare insofferenza verso chi elogia il Green Pass come strumento di libertà. E le emozioni negative sono forti. Mi chiedo come si possa non vedere ciò che per me è ovvio e cioè che chi ci governa non ha davvero a cuore la nostra salute altrimenti avrebbe potenziato la sanità, avrebbe indagato sulle cure con cui medici coraggiosi hanno curato le persone, hanno ricercato, a partire dai primi che contravvenendo alle disposizioni del Ministero della Salute hanno fatto le autopsie a Bergamo anziché inneggiare solo al vaccino. Inoltre credo che la scienza di cui tutti si professano “credenti” per sua natura necessità di esperimenti che qualora si rivelano fallimentari vadano abbandonati o rivisti. La ricerca vera è libera invece oggi mi pare che chi mi dice che un farmaco funziona è lo stesso che non solo lo ha prodotto ma sovvenziona chi lo deve approvare. Insomma qualche dubbio mi viene. Ma se rimanessi in queste considerazioni sarei nella gabbia dei miei certi dubbi e non aprirei il cuore ad accogliere un pensiero altro. Quindi a prescindere dalla bontà o meno del farmaco, una volta affermato che non si tratta di salute pubblica ma individuale, credo che la libertà di scelta e di cura che ti viene negata sia da perseguire con tutto il nostro essere. Ti auguro tutto il bene cara Iside e che lo Spirito instilli in ciascuno di noi il discernimento.
Grazie carissima Iside di questa dolorosa condivisione, ennesima testimonianza viva della disumanizzazione che, come dice Marco Guzzi, sembra davvero essere giunta alla sua fase finale. Si è vero che l’argomento può essere suscettibile di svariate interpretazioni, pareri diversi, tutto legittimo. Il rischio è sempre un odioso approccio ideologico che riduce la ragione e ingabbia e distorce la realtà. Ma non si può negare l’evidenza a tratti brutale della sofferenza di tanti singoli, che sembra poco interessare al gioco della “maggioranza”, ma che costituisce “carne e storia di persone effettive”. Ho dei cari amici, alcuni dei quali seri professionisti, dirigenti scolastici, professori, che si trovano in situazioni simili a quella di Iside. A casa e senza stipendio. C’è poco da argomentare. Non nascondo di vivere con molta amarezza e difficoltà questa circostanza, c’è tanta rabbia, l’ombra è forte! E allora voglio ricordare, innanzitutto a me stesso, quello che spesso Marco ci dice, che la storia ha già un Vincitore, il drago è vinto. W la libertà, sempre, soprattutto in tempi come questi, dove viene calpestata con tracotanza.
Carissima Iside, quanto ho letto nella tua testimonianza mi ha commossa e ciò che mi colpisce è il tuo nitore, la tua lucidità. Non pare basti l’intelletto d’amore nel guardare al mondo, all’umano e gli itinerari della conoscenza rischiano di sfaldarsi di fronte ad un sistema massicciamente sorretto da regole assurde. Ci vuole la tessera per lavorare, per circolare, per andare al cinema, teatro, ad un concerto. Eppure quello italiano dalle varie riforme è stato strutturato, sul piano generale, come un sistema “socio-sanitario” e le condizioni sociali e relazionali rappresentano conseguentemente il presupposto delle condizioni di salute. Inutile ripetere che le principali disuguaglianze sul piano della salute sono legate a fattori sociali e che la prevenzione in ogni angolo del globo più che con i vaccini si attua con il miglioramento della qualità di vita. La coerenza interna del sistema non è considerata, risibile porre il problema dato che, in nome della tutela sanitaria, si revoca il lavoro, una delle garanzie primarie per l’esercizio del diritto alla salute. Sto vivendo una situazione simile e le scelte sono tutt’altro che facili. Affidiamoci a quel soffio che ci accompagna ogni giorno, a quel vedere dentro le cose e, forse, qualcosa potrà accadere. Ti saluto con affetto, Daniela
Cara Iside, riesco a percepire la tua tribolazione e mi sento vicino a te. All’età di cinque anni, dopo il primo trattamento, sono stato colpito dalla polio. Non ho mai saputo se sia stato a causa del vaccino, tuttavia il risultato fu che la mia vita entrò in un tunnel. Questa volta, visto che la decisione spetta a me, ho deciso di non fare alcuna puntura. Ma non per il timore di rivivere il passato, ma unicamente perché il mio percorso di contestazione a questo sistema è iniziato molti anni prima della pandemia. A riprova di quello che affermo porto il fatto che mio figlio invece, a causa del ricatto a cui è stato sottoposto, ha fatto controvoglia le tre dosi per poter continuare a fare la sua vita. Capisci bene quindi che non è stata la paura a condizionare la mia scelta. Ho avuto la fortuna, se possiamo chiamarla così, di andare in pensione il primo gennaio del 2020. Pertanto non sono stato sospeso dal lavoro, ma ad essere stata sospesa è stata la mia visione del genere “umano”. Ora lotto per arginare la mia incomprensione, che delle volte purtroppo sfocia nella rabbia, verso coloro che riescono a trovare delle giustificazioni razionali riguardo all’aberrazione della tessera verde. Anch’io “ho iniziato ad ascoltare con cura i segnali che il mio corpo mi inviava, attraverso la debolezza e lo sfibramento, e rispettarli…” come tu dici. Ma oltre ai segnali del corpo ho iniziato ad ascoltare anche quella voce che mi abita, che abita tutti, che mi suggerisce di continuare ad avere fede in Cristo e non in questa scienza sempre più lontana dalla natura e dall’umano. Anch’io ho cominciato a conoscere il sistema sanitario a cinque anni, ancora oggi un camice bianco altera il mio stato emotivo. La differenza è che oggi non sono più schiacciato dal peso della mia soggezione, so di non essere più solo ad affrontare gli ostacoli che la vita mi pone. So che posso chiudere la porta dietro di me e nella quiete della mia stanza trattenermi con Lui, che mi conosce e mi dice che ho già vinto. La libertà non è quella data dalla tessera verde, è una emozione che avverto quando percepisco che Casa non è questo mondo.
Grazie per la tua condivisione, ti sento sorella anche se non ci conosciamo. Con affetto, Claudio.
Carissimi tutti,
leggendo le vostre testimonianze dal piano terra, si sente il nostro grido di supplica affinché ognuno di noi sia ascoltato nella sua unicità.
Abbiamo tanto bisogno di riposizionare le priorità, mettendo al primo posto la cura per la singola persona, proprio quella lì. Invece, rischiamo di scivolare sempre più nell’agglomerato dei database, nella media delle statistiche, catalogati come casi rari insignificanti che non fanno punti percentuale.
Il dolore è l’essere ignorati, passare come aria trasparente, essere ridotti a un segno di spunta su un modulo, qualche dato anagrafico su un certificato.
Ma la vita dovrà pur essere più grande di così!
iside
Carissima Iside, trovo terribile la tua esperienza di vita e per questo, benché non ci conosciamo, desidero esprimerti la mia più grande vicinanza, anche solo con il pensiero. Nonché l’augurio che i tuoi bisogni vengano seriamente presi in considerazione. È chiaro anche per me che la personalissima esperienza, del tutto soggettiva, gioca un ruolo primario, se non il più importante, nella modalità in cui gli attuali accadimenti vengono percepiti. Tuttavia non posso che confermare anch’io l’esperienza che ho fatto (anche solo per partecipazione) del vergognoso tradimento della promessa di prendersi cura SUL SERIO dei più deboli – secondo quel paradigma di sistema buonista che tutti conosciamo e che vuole apparire solidale e magnanimo, mentre spesso punta a fare solo i propri biechi e spietati interessi.
D’altronde, ricordo bene come anche lo stesso Marco nell’intensivo dello scorso anno ribadì che anche questo sistema in cui viviamo è l’ennesima (o addirittura ultima) controfigurazione anticristica del Regno, molto più subdola di quelle del passato in quanto si è appropriata dei principi cristiani di giustizia e bontà di cui si fa tanto portavoce – quando la realtà sappiamo tutti bene qual è.
Io penso che non dovremmo affatto attenderci nulla dai potenti, né illuderci che cambino rotta. Chi mai potrebbe essere così ingenuo da aspettarsi.. clemenza dagli squali?! Allo stesso tempo, per me questa classe politica è semplicemente da fermare – e, poi, da inviare a casa tout-court, senza troppi argomenti. Il Paese ha bisogno di aria fresca a 360 gradi e credo che l’attuale sistema dei partiti non sarebbe comunque in grado di offrire molto di nuovo al popolo. Ci servono altre persone, proprio di una diversa levatura – e caratura.
Quindi.. Lasciamo che gli zombie purulenti danzino pure sul podio il loro macabro show.. che si preparino a puntino la propria fossa. Tanto hanno i tempi contati. Tra poco se ne andranno.
Un abbraccio forte!! E un in bocca al lupo per tutto,
Simone
Cara Iside, è davvero tanto triste e vedere questo ricadere su di te.
Marco Guzzi ha scritto poco sopra, saggiamente che “non dovremmo essere trattati in modo da colpevolizzarci, e trattarci come reprobi da rieducare o bambini indisciplinati da mettere in riga”.
Sante parole.
Purtroppo è anche vero che bambini indisciplinati continuano a esserci e in alcune circostanze il potere valuta che non si può aspettare che smettano di esserlo, e allora li si tratta per quello che sono.
Il risultato tragico è che in questa logica vi sono sia “falsi positivi” (quelli nelle tue condizioni) sia “falsi negativi” (i bambini indisciplinati che continuano però in qualche modo a farla franca). In entrambi i casi ci perdiamo tutti.
E’ un po la stessa tensione che c’è tra giustizialismo (meglio un innocente dentro che un colpevole fuori) e garantismo (meglio un colpevole fuori che un innocente dentro).
Chi sarebbero i bambini indisciplinati? Persone che vorrebbero farla franca in qualche modo con un green pass falso, o un medico compiacente che “stiracchia” un certificato, o che addirittura chiede la tangente. E’ un film già visto: per educare gli indisciplinati costringendoli a un comportamento corretto, accetto scientemente che nella rete cadano pesci innocenti (come appunto tu).
Il potere dovrebbe iniziare per primo a dare fiducia, ma in modo progressivo. Putroppo non è qualcosa che si supera in queste contraddizioni attuali (il “morente” cui stiamo assistendo); non è qualcosa che può essere fatto in “tempi di emergenza”, perchè una fatica che richiede tempo: una società virtuosa dovrebbe lavorare nel far in modo che non abbia bisogno di trattare le persone come bambini indisciplinati perchè i bambini indisplinati non ce sono: ma la disciplina si acquisce con la pazienza, una virtù che va coltivata; non la mieti automaticamente quando ti serve, devi seminarla quando NON ti serve. E questo, lo sappiamo, la politica non lo fa. Perchè ragiona come i mercati finanziari: prende in considerazione solo ritorni a breve termine.
Insomma un approccio nuovo completamente radicale non può funzionare in modo tardivo: Oh come vorrei dirti che non è così e poter alleviare le tue ingiuste sofferenze!
Ti sono davvero vicino, grazie per la tua testimonianza.
PS: Riguardo la direttiva UE scrivo in un altro commento.
Cara Iside, a livello personale ti esprimo la mia solidarietà per la tua difficile e complicata situazione.
La storia del Coronavirus dal 2020 ci ha fatto patire tanti lutti e tante sofferenze, ora siamo arrivati ad una fase più “ideologica” ma,come diceva mia nonna, “solo alla morte non c’è rimedio”, quindi spero proprio che nel dopo-Covid ci si ritrovi tutti in accettabile salute e di nuovo fiduciosi nella forza della vita.
Sono sempre le esperienze personali dirette quelle che più ci convincono e anche io ho conosciuto tante incongruenze di un certo sguardo sanitario che non distingue persona e persona, ho battagliato in varie situazioni con medici rigidi, sfiniti e scettici……e non sempre è finita bene.
Riguardo ai danni dei vaccini ho più esperienze di chi è stato danneggiato dal non averli fatti, ma so che esiste anche il contrario, motivo ulteriore per rispettare ogni scelta che non crei pericolo per gli altri.
Ringrazio Marco Castellani per l’allargamento di panoramica e la pacatezza.
Ho letto un po’ il testo del regolamento UE al link postato da Iside e leggendo le prime pagine, e conoscendo un po’ come funzionano le cose nell’ Unione Europea mi sento di poter dire con una certa sicurezza che:
1) quella proposta non ha niente a che fare con i casi come quelli di ISIDE qui riportato. Il regolamento riguarda esclusivamente l’interoperabilità fra Stati diversi ovvero il riconoscimento del “Green Pass” fra uno stato e un’altro.
2) La UE non ha competenza alcuna di COME il green pass viene regolamentato all’interno degli stati membri.
3) Consiglio caldamente di NON inviare commenti se legati in qualche modo all’emotività di questo post perchè non ha niente a che vedere con il regolamento UE.
4) Se si vuole mettere in luce le gravi contraddizioni che il caso di Iside (e molti altri purtroppo) hanno bisogna fare pressioni nelle sedi italiane corrette: direi ministero della Sanità.
5) capisco e rispetto il commento di Iside quando dice che “l’UE gradisca il dispositivo del Green Pass e lo voglia tenere ben stretto” ma penso che non sia la UE la sede adatta per contestare questo genere deformazioni. A meno che non si sia per principio contrari al Green Pass, qualunque sia l’uso che se ne faccia e qualunque sia la regolamentazione che c’è dietro.
Cerco di spiegare questo concetto con un’ analogia: La Ue definisce uno standard per la carta di identità in modo che sia uguale per tutti gli stati; in questo modo se vado in Romania il poliziotto che mi chiede i documenti riconoscerà a colpo d’occhio che gli sto dando una carta di identità europea rilasciata dalla Repubblica Italiana e sarà in grado di leggerla facilmente; quindi se per esempio non riesco a ottenere la carta di identità non me la posso prendere con la UE , ma con le regole nazioni dello Stato Italiano che mi deve rilasciare la carta di identità. Se c’è – per esempio – una legge che mi obbliga a esibire la carta di identità per entrare in un locare notturno non posso dare la colpa alla UE, ma allo stato membro. Spero di aver chiarito.
Mi hanno molto colpito le Parole di Claudio:
> Ma oltre ai segnali del corpo ho iniziato ad ascoltare anche quella voce che mi abita, che abita tutti, che mi suggerisce di continuare ad avere fede in Cristo e non in questa scienza sempre più lontana dalla natura e dall’umano
Non sono sicuro se qui si stia parlando veramente di scienza oppure se non la si sta confondendo con certe scelte politiche. Ad ogni modo per me – appassionato di scienza da una vita – e fedele in Cristo, che ha sempre visto questa attività umana come nobile e alta, il più grande strumento della ragione che il buon Dio ci ha messo in mano per conosce il mondo che ci ha regalato… beh non può che farmi una certa impressione vederlo contrapposto proprio a Cristo, oltretutto usato quest’ultimo come rifugio alternativo alla scienza è una cosa che mi lascia di ghiaccio.
Ma la verità è che io non vivo nella carne il dolore, lo strazio, la rabbia, che premono nelle mie memorie, nelle esperienze, nelle mie difficoltà e che mi portano a dire addirittura “ancora oggi un camice bianco altera il mio stato emotivo”. Ecco questo ho la fortuna di non averlo mai sperimentato. Le nostre esperienze ci forgiano la mente, ci segnano pesantemente.
La liberazione interiore sollevi i nostri animi da questi fardelli, ci darci uno sguardo benevolo sul mondo, come ebbe il coraggio di fare il buon Giobbe. Signore, ti prego, rendici forti e rivoluzionari come il buon Giobbe. Amen.
@Angela: perdonami se sono franco e diretto.
– tu sei novax, non Iside che invece ha detto chiaramente che avrebbe voluto farlo se avesse potuto
– rispetto il tuo spirito di libertà ma anche io mi sarei sentito tradito dalla mia insegnante che si fosse comportata così.
– Devo confessare che non riesco a non provare insofferenza verso chi ragiona nel tuo modo; ma cerco di comprenderlo.
– Ma passiamo alle cose che definisci con tanta facilità “ovvie”:
1) potenziamento della sanità: evidentemente non c’e stato nessuno stato al mondo che l’abbia potenziata abbastanza visto che bene o male tutti i paesi occidentali hanno applicato politiche simili; ammesso anche che sarebbe servito il potenziamento dovevi averlo prima, non hai il tempo di farlo durante una emergenza : ri ricordo che il virus è stato ufficializzato a novembre 2019 e a marzo ervamo in lock down.
2) cure? ma quali cure? Non vi erano e non ci sono sono ancora cure per il codid. ma di cosa stiamo parlando?
3) cosa c’entrano i morti di bergamo con il vaccino? L’unica relazione che mi viene in mente è che se fossero state vaccinate non sarebbero morte, probabilmente.
4) la ricerca libera è un mito che non esiste e non è mai esistito: la ricerca è sempre interessata; per il semplice fatto che decidi di spendere in una cosa piuttosto che in un’altra è sempre frutto di una decisione o di un interesse di qualche tipo (che siano fondi pubblici o meno).
5) con la storia delle sovvenzioni alludi evidentemente al fatto che EMA prende l’ 86% dei soldi dalle case farmaceutiche, ma si tratta di tasse e oneri, mica di finanziamenti liberi !! Suvvia anche un bambino capirebbe la differenza: sarebbe come dire che siccome pago io la patente prima di averla allora c’è un conflitto di interesse fra motorizzazione che me la concede e io che la pago!! Dai, siamo seri!! I problemi delle case farmaceutiche, le distorsioni del mercato esistono eccome, ma sono ben altri, per esempio: https://www.lescienze.it/news/2021/06/03/news/coronavirus_sars-cov-2_investimenti_pubblici_vaccini_covid-19-4936188/
Mi spiace Angela ma direi una bugia se ti dicessi che non riesco a vederti vittima di nulla se non delle tue stesse distorsioni. E mi dispiace per il lavoro che hai lasciato. Sono certo che i tuoi alunni ti meritavano davvero. Sei sicura che forse non eri stanca di quel lavoro? Non ti appagava più? Non ti appassionava più?
Caro Fabrizio non so davvero come tu possa sapere così tante cose di me se neanche ci conosciamo. È evidente che non traiamo informazioni dalle stesse fonti. Se hai letto attentamente il mio post ti sarai accorto che dopo aver espresso la mia opinione ho ribadito che non voglio rimanere chiusa nella gabbia dei miei dubbi certi. Potrei portarti tanti esempi di autori e scienziati a sostegno di ciò che penso e altrettanto potresti fare tu ma a che pro? Lasciare che le nostre parti egoiche si confrontino nella speranza di “vincere” e convincere l’altro non avrebbe senso quindi non lo farò. Ti dirò invece che la decisione che ho preso è stata sofferta. Avrei tanta voglia di lavorare e insegnare tedesco che per me è una lingua bellissima. Avrei voglia di rivederli tutti e so che se e quando succederà sarà dura da affrontare. Ma come avrei potuto parlare di coerenza contraddicendo con la mia vita le parole? Può essere giusto o ingiusto quello in cui credo ma se ci credo fermamente non lo posso contraddire con le mie azioni. Al pensiero segue la parola e alla parola l’azione. Non ho mai avuto la presunzione di dire a nessuno (tranne mio figlio purtroppo) quello che doveva o non doveva fare perchè la libertà di scelta per me è importante. Riguardo alle tue affermazioni sui conflitti di interessi mi riferivo piuttosto alla FDA e Pfizer che si scambiano membri dei rispettivi boards. Il tutto per dire che non mi fido. Sono certa che alla fine la Verità ci renderà davvero liberi. Prepariamoci ad accoglierla.
Vorrei fare ancora una precisazione se proprio mi devi etichettare preferisco free vax o no Covid vax vedi mio figlio ha fatto 10 vaccini
E niente, nemmeno nei confronti della sofferenza a 360° manifestata da Iside si riesce a non scadere in banali battibecchi. Si banali perché, pur se con visioni e argomentazioni articolate e profonde, si finisce sempre a (s)cadere negli stereotipi: pro vax – no vax in cui finiscono esseri umani con i loro pensieri, ideologie, dogmi, paure e tanto altro ancora.
Mi spiace tanto ma molti di voi hanno mancato di rispetto ad Iside ed alle Sue molteplici sofferenze che vive intimamente solo lei e nessuno di noi potrà mai capire.
Riguardo al pensiero che non possiamo paragonare questo periodo alle segregazioni razziali, ricordo che a tali disumane condizioni si giunse lentamente ed inconsapevolmente. Dalla nostra parte , oggi, avremmo la storia che ci insegna ma evidentemente non basta.
Meno giudizi e più rispetto per tutti e l’essere umano, forse, potrebbe progredire
Grazie Iside per questa testimonianza.
Non conosco la tua storia personale, ma credo che ognuno di noi in realtà possa contattare in sé il dolore di una ingiustizia, il dolore del limite, la mancanza di libertà (il dono più prezioso e terribile che abbiamo), se ci ascoltiamo bene, nel profondo, il dolore di ognuno è comune a tutti.
l’ingiustizia richiama in tutti un grido che desidera dire ciò che siamo… che desidera smentire ciò che l’ingiustizia ci svela, la menzogna fondamentale che ci dice separati…
Non lo siamo.
La mia libertà non è alternativa “all’altro”, ma è strumento indispensabile alla relazione, all’incontro vero con l’altro.
Salute, malattia, vita, morte, rispetto, libertà, non sono opzionali… o uno, o l’altro… sono anzi in stretta relazione in quella esperienza misteriosa che è la vita nello spirito.
“E niente, nemmeno di fronte alla sofferenza a 360° manifestata da Iside si riesce a non scadere in banali battibecchi”.
Condivido totalmente questa dura ma vera riflessione di Paola.
Senza mettermi al di sopra di nessuno perchè sto capendo sempre di più che siamo Uno.
Pochi minuti fa è iniziata un’altra guerra in Europa con l’invasione in termini inimmagibili dell’Ucraina da parte della Russia, e si tratta di due grandi nazioni sorelle.
I commenti che mandano quasi tutte le emittenti televisive sono un diluvio di banalità.
Niente, nemmeno di fronte alla tragedia della guerra gli “intellettuali” dell’informazione riescono a sollevarsi.
Nessuna riflessione profonda, nessun interrogativo sull’essere umano oggi e sulle società, e sugli stili di vita del consumismo materialista che affoga nel nichilismo.
Diffondono a piene mani solo veleni di ansia, paura, terrore, nel buio e nella disperazione che li attanaglia da sempre.
L’Occidente manderà all’Ucraina missili anticarro: armi contro regimi dittatoriali, come nella seconda guerra mondiale.
Noi di “Darsi Pace” e tutte le persone di buona volontà abbiamo lo strumento più potente e realmente efficace della preghiera e del percorso di conversione, tutti insieme.
Preghiera che dà forza e coraggio a noi e alle vittime della guerra che inizia, e che è reale contributo di pace che raggiunge il cuore e l’anima degli esseri umani di tutta la terra, perchè crediamo che siamo tutti Uno.
Un pugno di miliardari ha deciso di chiudere l’emergenza Covid e di aprire l’emergenza Guerra che, come con le altre emergenze, continuerà a togliere serenità e diritti a milioni di esseri umani.
Il Signore rivolga il suo volto su di noi e ci dia la pace.
Occorre molto coraggio per diventare umani. È un lungo processo di addestramento, dura disciplina di sé per lasciare emergere quei germogli da cui riconosceremo il nostro inedito di specie.
È una dura lotta per non cadere nella tentazione dell’autolesionismo di comunità: siamo così bravi a farci del male da soli e gli uni gli altri, e non ci accorgiamo nemmeno che è la stessa cosa.
Abbiamo bisogno di raccogliere tutto il nostro coraggio per far spazio a quell’umano che pur non sappiamo, ma che desideriamo scoprire, spoliazione dopo spoliazione.
Occorre tutto il nostro coraggio per capovolgere lo sguardo e tendere la mano che cura: la mia destra è speculare alla mia sinistra come è speculare alla tua, mi rispecchio in me come mi rispecchio in te.
In ginocchio mi chiedi il coraggio di riconoscerti compagno di vita, in ginocchio ti chiedo il coraggio di fare altrettanto.
Allora la nostra umanità inizierà a prendere forma e la custodiremo bene prezioso sopra ogni cosa.
Tutto il resto è dettaglio di servizio.
iside
Cara Iside, ti sono vicina; grazie per averci aperto il tuo cuore.
Spero veramente che si possa quanto prima scorgere un barlume di Luce dopo tutto questo buio, buio di Amore, di Ragione, di Umanità….. anche se, purtroppo, se ne sta aprendo un altro, quello della guerra.
Preghiamo insieme, e pregherò per te, per tutte le ingiustizie che si stanno perpetuando.
un abbraccio forte
Paola
@Angela : rileggendomi, ripensandomi, hai ragione. Quando ho scritto quelle cose non ero nel mio stato migliore. Ti chiedo scusa.
@ Fabrizio. Grazie Fabrizio. Capita a noi tutti. Sicuramente anch’io ho esagerato. Anch’io ti chiedo scusa. E chiedo scusa anche a Iside.
Grazie Fabrizio per le informazioni precise.