Sento impellente una domanda, che risuona forte in me e nel prossimo che incontro ogni giorno nel mio ambulatorio medico: posso fidarmi del mio corpo? O sono in balia di una macchina che potrebbe rompersi in modo casuale da un momento all’altro?
In questa seconda parte proseguiremo il discorso intrapreso nel precedente articolo (“La Vita è intelligente? Prima parte: Lo stupore di fronte al Mistero”) approfondendo le motivazioni della necessità di una visione più fiduciosa nell’intelligenza e nella sapienza della Vita.
Medicina e Scienza: un matrimonio consolidato
Oggi la Medicina viene studiata e fondata in gran parte sul sapere scientifico, cioè sulla base di quanto esperimenti e osservazioni, il più possibile oggettivi, ci hanno fatto comprendere sino ad ora. La scienza è fredda, distaccata, non ha lo scopo di trasmettere emozioni, non si occupa del bello e del brutto, tantomeno del giusto e dello sbagliato. È così che si studia il corpo umano all’università. Prima “come dovrebbe essere”, cioè la meravigliosa biologia di cui parlavo nel precedente articolo (ma senza pathos), poi negli anni successivi “come non dovrebbe essere”, ovvero le malattie e l’invecchiamento.
Nello studio della Medicina non viene esplicitamente proposta alcuna visione filosofica nello studiare le funzioni di un corpo o di un organo, siano esse in stato di salute o di malattia. Il tutto appare molto asettico, e non sembra lecito porsi la domanda: “perché ci si ammala?”, in quanto sembra implicita una risposta: “tutto avviene per caso e tu da medico devi solo opporti al processo di malattia con tutti i mezzi che hai a disposizione”. Ovviamente questo sottende una visione positivista, secondo cui c’è un bene che è la biologia perfetta, e un male rappresentato dalla malattia cattiva da distruggere. Su questo si potrebbe discutere ampiamente, perché si tratta di una visione molto riduttiva che ha portato a vedere, e a tentare di curare, l’uomo come fosse una macchina. E una macchina si sa, può rompersi da un momento all’altro.
Per inciso è assodato che la Medicina non sia una scienza, ovvero non possa essere pensata e studiata solo con mezzi appartenenti al metodo scientifico. Sebbene esista una mole di dati scientifici sempre più vasta, sicuramente di grande aiuto in molti casi, resta sempre un alto grado di individualità e un ampio spazio all’interpretazione.
Oltre la scienza?
L’inimmaginabile complessità del nostro corpo ha suscitato le ire di chi non ha risorse per giustificarla, determinando un approccio scientifico rigido e cristallizzato: le uniche risposte possibili stanno nella scienza, il resto non può entrare nella discussione.
Se non credo in una intelligenza superiore, che ha creato la vita e l’ha pensata in anticipo (perché è questo che a me è apparso nel corso degli studi e resta valido anche ora), come posso accettare l’imponderabile e l’incomprensibile? Se in fondo credo di essere il centro dell’universo e di auto-determinarmi e auto-sostenermi, escludendo ogni forma di senso e fine superiore a me, negando la possibilità di una fonte primaria del Tutto, come posso affrontare la complessità e il mistero che ho di fronte quando incontro l’altro o semplicemente mi percepisco come Essere?
Lo studio scientifico è molto rigoroso, ma ha un grosso rischio: appiattire tutto a fenomeni che non possono che apparire casuali (o comunque non definiti da un processo finalizzato), come il verificarsi di un fulmine nel cielo durante un temporale. Forse nemmeno il fulmine è casuale, ma la vita è diversa. Il fulmine è già di per sé misterioso, però tutto sommato comprensibile, la vita è invece il mistero più grande che ci appartiene e di cui siamo fatti. Dobbiamo imparare a sentirlo, ogni momento, e a tenerne conto in ogni relazione e in ogni azione.
All’origine della Vita
La vita è intelligente, a me pare talmente evidente da non poterlo nemmeno mettere in dubbio, e quindi l’intelligenza la precede, come un pensiero precede l’azione. Allora è un pensiero che ha creato la vita? È proprio la risposta che ci siamo dati noi cristiani, enunciata nel prologo del vangelo secondo Giovanni, in cui il Verbo appare come principio unico, che unisce tutto nel Tutto e il Cristo ne è la sua ricapitolazione salvifica:
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l’hanno accolta.
(Gv 1, 1-5)
Questa intelligenza divina, cioè Dio stesso, è il principio ed è la Vita, e noi siamo sue creature, così come tutto ciò che esiste. A noi sta comunque accoglierla, ed è evidente che possiamo anche evitare di farlo mettendoci su una strada diversa da quella predisposta dal Signore della Vita, che pare abbia inteso la Vita stessa come fenomeno immortale.
Il libro della Sapienza, antecedente (anche se non di molto) la venuta di Cristo, lo riportava come dato fondamentale:
Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
Egli, infatti, ha creato tutto per l’esistenza;
le creature del mondo sono sane,
in esse non c’è veleno di morte,
né gli inferi regnano sulla terra,
perché la giustizia è immortale.
(Sap 1, 13-15)
Il mistero della sofferenza, della malattia e della morte non sono affrontabili dal punto di vista scientifico. Occorre imparare a stupirsi di fronte alla vita, in tutte le sue sfavillanti e rigogliose forme, per aprirsi alla possibilità di concepire il suo mistero come credibile. Questo significa credere che l’incomprensibile abbia un senso, che questo senso sia intelligente e allo stesso tempo amorevole, sano ed immortale.
La malattia e la morte esistono solo nelle singole entità separate (una pianta, un animale, una persona), ma dal punto di vista della vita, come fenomeno, questa è in grado di riprodursi in modo infinito, trasformandosi ed evolvendosi continuamente.
I mattoncini fondamentali che formano le molecole sono gli atomi e questi a loro volta sono composti da particelle più piccole, praticamente indistinguibili da forme di energia pura. Questa energia purissima ha la parvenza di essere infinita ed immortale. Tutto nasce da lì, ma continua da sempre a trasformarsi e a manifestare in modo sublime una intelligenza che non posso che definire divina.
Il medico, la complessità e il mistero
Quando noi medici siamo all’opera abbiamo un grande bisogno di riconoscere tutto questo, ma nessuno ce lo ha mai insegnato, nessuno ce lo ha mai fatto notare, anche se è talmente evidente da accecarci.
Così ogni persona, quando non sta bene, avesse anche una condizione di malattia terminale, dovrebbe saperlo: la vita è intelligente, è qualcosa che va oltre ciò che comprendiamo e rappresenta quel pensiero che l’ha creata. Se il pensiero l’ha creata e l’ha mantenuta sino ad ora nella sua stupefacente complessità, allora può anche guarirla e salvarla. La vita, lo sentiamo, non è solo il nostro corpo: la coscienza ci richiama ad un infinito che va oltre questa umana e temporale condizione.
Dobbiamo allora fidarci di questa intelligenza che ci parla nella Vita ed attraverso la Vita, imparare ad ascoltarla come Sapienza divina. Tutta la nostra umana corporeità sembra pensata apposta per poterlo fare, tutt’altro che una macchina che perde pezzi e olio per strada.
Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza;
implorai e venne in me lo spirito della sapienza.
L’amai più della salute e della bellezza,
preferii il suo possesso alla stessa luce,
perché non tramonta lo splendore che ne promana.
Insieme con essa mi sono venuti tutti i beni;
nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.
Godetti di tutti questi beni, perché la sapienza li guida,
ma ignoravo che di tutti essa è madre.
(Sap 7, 7.10-12)
Pier Luigi Masini
“La scienza è fredda, distaccata, non ha lo scopo di trasmettere emozioni, non si occupa del bello e del brutto, tantomeno del giusto e dello sbagliato. È così che si studia il corpo umano all’università.”
Grazie Pier Luigi, per questo articolo denso, preciso e direi molto “consolante”, nel senso migliore del termine (le cose vere consolano senza illudere, non sono placebo ma cure reali per tante distorsioni del pensiero). Proprio un paio di giorni fa riflettevo sulla scienza in termini quasi analoghi, ripensando a mia volta al bel post di Luca apparso di recente proprio sul sito Darsi Pace (che abbiamo riproposto anche sul sito di AltraScienza)
https://www.stardust.blog/2022/02/cosa-e-la-scienza/
Io non posso che ringraziarti perché c’è sempre tanto bisogno di dirsi e ridirsi queste cose, che tra l’altro tu dici benissimo e con grande precisione. Direi che tra il post di Luca e questo – e i post di Iside e ancora altro – si sta tessendo un attraente mosaico su come ripensare la scienza (e ripensarci nella scienza) in modo adeguato al nostro tempo. Qualcosa che proprio sulle spinte di contributi come questo, stiamo anche lavorando in AltraScienza, in un modo che speriamo possa portare anche dei frutti di cui altri possano, se vogliono, beneficiare.
Dal punto di vista personale, non posso non esprimere gratitudine per questo percorso spirituale, che fin da subito mi ha “parlato” di una scienza più bella di quella che credevo di conoscere, più umana e più dialogante con il mio cuore. In questo senso il percorso di apprendimento è lungo e bello, come un bambino che impara a parlare. Imparare un nuovo vocabolario è una cosa lunga ma benedetta, almeno in questo caso. Comporre un mosaico di colori nuovi, è come ricominciare a respirare.
Molte grazie Pier Luigi, per questo importante tassello.
Grazie Pier Luigi, leggere il tuo scritto mi ha rincuorato perché vi si incontrano scienza e poesia, materia e spirito.
La tua frase:
“Questa energia purissima ha la parvenza di essere infinita ed immortale. Tutto nasce da lì, ma continua da sempre a trasformarsi e a manifestare in modo sublime una intelligenza che non posso che definire divina.”
Mi hai fatto ricordare un maestro yoga, diceva che la divinità ha creato per primo un universo di intelligenza, poi l’universo di intelligenza ha creato un universo di energia e l’universo di energia ha creato un universo di materia. Questi tre universi: Intelligenza, Energia, Materia sussistono contemporaneamente, compenetrandosi. Anche la Bibbia lo suggerisce e anche la scienza moderna mi sembra che stia giungendo alle medesime conclusioni.
Un caro saluto
Caro Marco, grazie per il tuo commento e per l’apprezzamento. Effettivamente i tempi ci spingono ad esprimerci su ciò che viviamo, ciò che porta ognuno di noi nei propri scritti pare proprio completare e rafforzare gli altri. Non è certo un caso che insieme sentiamo, proprio adesso, la necessità di rivedere la scienza e il nostro modo di scrutare i misteri dell’universo. Ed evidentemente i tempi sono maturi per farlo!
Grazie anche a te Aldo, i nostri fratelli orientali ci insegnano l’importanza di una visione unitaria, laddove cuore e mente sono solo due occhi che formano uno sguardo solo. Così la scienza può imparare sguardi nuovi che integrino razionalità, sentimento e spiritualità.
Grazie, caro Pier!
Condivido le tue parole, lo stupore per la meraviglia della vita, del corpo umano e di tutto il creato!
E anche del loro Creatore; anche io non so trovare alcun altro nome che non sia : Divino! E questo, non solo mi rassicura ( molto piú del sentirmi solo tra le mani umane…in particolare quelle, spesso fredde e rigide, della scienza, quando si separa dalla Sapienza!) ma anche mi rallegra!
La sostanza della vita, a cui accenni infatti, si dimostra infinita e invincibile, nonostante i nostri maldestri tentativi di ridurla, schedarla, soffocarla!
Alleluja! Abbraccio. Brunella