Pubblichiamo oggi, un post che è giunto al nostro Gruppo di Creatività Culturale.
A scriverlo è una nostra amica praticante che vuole condividere con noi la sua “ricerca”.
Il suo faticoso cercare l’ha condotta nei gruppi Darsi Pace dove, finalmente, le parole ascoltate hanno trovato in lei risonanza.
L’avventura in Darsi Pace è iniziata per me qualche anno fa.
Sono una suora e all’origine di questa scelta di vita c’è il desiderio di una intensa e profonda vita spirituale, capace di trasformare tutto in me e attraverso di me.
Ma le circostanze sembravano opporsi a questo desiderio proprio dove esso dovrebbe trovare la più completa realizzazione.
Mi sono messa a cercare, una ricerca faticosa, solitaria e per lo più incompresa. Il desiderio non si affievoliva, anzi. ma tutti coloro che mi erano intorno sembravano non capire come non mi accontentassi di ciò che a loro bastava. Era molto difficile questa situazione anche perché sia le superiore sia i sacerdoti sembravano stupiti dei miei sentimenti.
Nel frattempo verificavo ogni giorno e con dolore che tante scelte parevano essere dettate da inconsapevoli egoismi, brame di potere e di successo, con inevitabili meccanismi di sopraffazione e manipolazione. Inconsapevoli, ma non per questo meno pericolosi e dannosi. Nella mia ricerca mi imbatto in vari video di Marco Guzzi. Soprattutto quelli che parlano della vita spirituale mi attirano e li ascolto a pezzi. Inizialmente non li capisco. Pian piano ritorno ad essi fin quando ascolto un’espressione che mi convince: riguarda il Padre che dona la vita al Figlio lasciandolo “essere”.
Finalmente ho trovato ciò che cercavo.
Acquisto i libri “Darsi Pace” e “Perdonarsi”, ne leggo alcune pagine e avverto, quasi fisicamente, che qualcosa si sblocca, come se un tappo venisse tolto e le “acque” dell’anima tornassero a fluire cantando.
Trovo la parte che riguarda l'”Io Mariano”. Decido: devo iniziare il percorso e iscrivermi. Appartengo ad una Congregazione religiosa mariana e, finalmente, qualcuno mi dice ciò che significa OGGI, senza moralismi e devozionismi.
Ottobre 2020: inizio il cammino. Sono grata e felice. Mi sento accompagnata, sostenuta, apprezzata, proprio per quel desiderio tante volte sminuito. Certo, anche quello deve passare nel crogiuolo degli esercizi e della pratica meditativa e culturale di Darsi Pace, ma, finalmente, sento di essere sulla strada giusta.
Inizio a capire esperienzialmente, a vivere e perciò a CREDERE SUL SERIO … Sembrava che questo dovesse essere riservato solo a pochi, inaccessibile a me, ma Darsi Pace insiste con quel “per tutti”: che libertà!
Tra le tante, una scoperta: quando racconta della sua infanzia e adolescenza, Marco Guzzi dice che scriveva poesie scriveva per quietare il cuore. Come ho sempre fatto anch’io: pagine e pagine, poesie, che non ho mai mostrato a nessuno e che a un certo punto ho smesso di scrivere. Da quando sono in Darsi Pace ogni tanto durante le pratiche meditative affiorano alla mia mente frasi, forse versi… Qualche volta li pubblico su Facebook: sono la sintesi dei chilometri percorsi nell’anima quella mattina, del deserto attraversato, dell’abisso in cui sono scesa. Raccontano un’esperienza di pienezza di gioia interiore di pace melodiosa che cresce e mi dà forza. L’altra sera ho riletto alcune righe e le ho inviate a Lula (Formatrice e amica grazie a Darsi Pace): sapevo che avrebbe capito.
È l’integralità del percorso di Darsi Pace (chiavi culturali, autoconoscimento, pratiche spirituali) che mi convince e mi attrae. Un itinerario spirituale graduale, preciso, efficace, semplice, esigente, unitario, coinvolgente, profondo. Una rete di relazioni che sostiene il cammino quotidiano. Darsi Pace coinvolge tutte le dimensioni della mia persona e mi aiuta a rileggere tutte le vicende della mia vita: niente andrà buttato, anche ciò che non vorrei vedere e affrontare, niente andrà buttato, perché tutto può essere liberato e trasformato.
P.S. Condivido anche con voi quelle righe…
Si muore
grammo a grammo
nella dolce consapevolezza di un espiro
nella lucida forza dell’abbandono.
Muoio
per pienezza di luce.
Molto bella questa tua esperienza.
Esemplare per spiegare a chi non conosce il cammino questo cammino!
La metafora del tappo è molto efficace, complimenti per la ricerca: ricerca sempre, e non fermarti mai, e soprattutto cerca dentro e non solo fuori.
Ciao. Michele
Ho letto con attenzione lo scritto; è confortante quando si trova la propria via…
Fuori dalla cammino spirituale c’è veramente poco…
Carissima amica,
ho respirato le tue parole una per una. Come consacrata, ho emesso i voti nel 1996 nelle mani di un santo pazzo sacerdote, la mia folle gioia x quella totale scelta mistica, nella comunità rimaneva per lo più bloccata, con l’eccezione per alcune persone e situazioni. E’ potuta fiorire veramente, come tu è avvenuto per te, solo nel percorso iniziatico di Darsi Pace.
Sappiamo che ci aspettano altri deserti, altri abissi dove sembra di essere inghiottite, forse ogni giorno… eppure si tratta di una nuova via : la certezza che proprio da quei luoghi scaturisce la luce divina del Figlio di Dio.
Con affetto
spero di incontrarti e abbracciarti fisicamente
Bianca
Grazie per queste parole, per la tua testimonianza che mi risuona molto.
Anche io nel cammino in Darsi Pace ho trovato la chiarezza e il metodo che non avevo trovato in altri percorsi in parrocchia, spesso smarriti in uno spiritualismo disincarnato o in un attivismo arido.
Farò tesoro di queste vibranti righe che ci hai donato.
Un abbraccio,
Belinda
Parole molto nutrienti.
Grazie della grazia.
Dario