Prima del cammino con Darsi Pace, mentre cercavo di dare risposte ad una urgenza che urlava dai miei abissi, ho avuto alcune esperienze con altre pratiche introspettive e di auto conoscimento che mi hanno aperto nuove visioni. Tra queste pratiche, una in particolare ha messo in risalto la sconvolgente importanza che rivestiva nella mia vita il respiro, insieme al dono delle lacrime. Nel corso di questi ultimi anni ho scritto alcune pagine per parlare di questi due elementi sui quali raramente ponevo l’attenzione. Nell’ultimo capitolo di questo mio breve scritto ho anche parlato del mio incontro con DP che potete leggere di seguito. Per coloro che volessero leggere anche il resto, lascio la mia mail (rampazziclaudio@gmail.com). In questo modo potrete contattarmi ed io con piacere vi invierò lo scritto completo.
Incontri
Esortatevi a vicenda ogni giorno, finché dura «quest’oggi» (Eb 3, 13)
L’unica sicurezza su come tu ti debba comportare ti può venire dalle sorgenti che zampillano nel profondo di te stessa. Etty Hillesum
Il respiro è la nostra danza! Questa frase viene evidenziata in un libricino che ho avuto in dono, un dono arrivato “casualmente” in una domenica di settembre 2020.
Finalmente ci possiamo di nuovo incontrare, con la giusta distanza e le mascherine. Dopo sette mesi di interruzione riprendo un cammino iniziato nel 2016, un cammino interrotto da un virus molto aggressivo. In questo caso la telematica è stata di grande aiuto, mi ha consentito di non perdere il contatto con i miei compagni di viaggio. Finalmente riprendono gli incontri fisici, dove si percepisce forte quella componente spirituale comunitaria che di fronte ad un monitor viene meno.
Inizio il quinto anno di un percorso che ne dura sette.
“In quel tempo, Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.” (Mt 18,21-35)
Se avessi sufficienti respiri il risultato di questa moltiplicazione sarebbe il tempo che vorrei dedicare al percorso di “Darsi Pace”.
Se ora mi guardo indietro, in una veloce ricapitolazione di quei momenti in cui mi sono trovato con le spalle al muro, ho la sensazione di essere stato sempre sostenuto e indirizzato.
Essermi imbattuto in DP rappresenta uno di questi aiuti.
Grazie a DP
ho imparato che gli stati dell’io non sono solo genitore, adulto, bambino, ma dal punto di vista cristiano sono principalmente io-ego-centrato, io in conversione, io in relazione, io in Cristo.
Ho avuto in dono una pratica meditativa/contemplativa di cui giorno dopo giorno riesco ad assaporare sempre di più il gusto e la fragranza.
Ho imparato che dalla sofferenza ne posso uscire, anche più forte di prima.
Ho imparato ad accettare le mie parti di ombra e a viverle senza fuggire, per accoglierle ed integrarle in quanto ora comprendo che fanno parte di me.
Ho imparato a darmi pace perché mi sento meno solo quando vedo che altri condividono con me le stesse emozioni, sofferenze, dubbi, speranze.
Ho anche imparato a restare vigile per non cadere in una “caricatura spirituale” del mio ego, vissuta per un periodo in cui mi sentivo un asceta ritirato dal mondo. Mi aiuta un famoso motto che dice…”chi tradisce la terra non raggiungerà mai il cielo”. La paura di vivere non voglio più giustificarla inseguendo un ideale spirituale, pertanto mi rendo conto che la ricerca di “solitudine” era solo una fase di cambiamento, rimango aperto alla vita.
Darsi Pace ha messo ordine in tutto ciò che forse già sapevo, ma che non riuscivo a vedere e a farne esperienza.
E’ solo l’inizio,
il cammino è ancora lungo ma ora ho incontrato Marco, sua moglie Paola, i tutor e tutti gli altri compagni di viaggio.
Sento di avere ritrovato le mie radici cristiane, di avere compreso meglio il significato dei sacramenti, di far parte di una rivoluzione spirituale.
Quindi la mia solitudine è diventata relazionale, solitudine come presa di coscienza di una modalità di stare insieme che sta morendo, mentre con fatica cerco di rimanere in relazione con la fonte interiore che zampilla nel profondo di me ed in tutti coloro che mi accompagnano in questo entusiasmante viaggio.
Allo stesso tempo in me c’è ancora tanta confusione, momenti di consapevolezza si alternano a stati di grande sconforto. Quando ascolto le parole di Marco mi sento nutrito, ho l’impressione di aver finalmente chiara la via da seguire. In seguito di nuovo questa inquietudine, sento che manca qualcosa e tutte le mie sicurezze svaniscono.
Il dubbio prende possesso di me, mi chiedo quale sia il mio progetto e se seguire il percorso tracciato da altri possa essermi d’aiuto. Poi lentamente, con fatica e grazie alla pratica della mattina ed ora anche nel pomeriggio, riemergo dall’inferno e mi concedo qualche altra ora di leggerezza, di espansione, di speranza.
Dei giorni ho l’impressione che essere su questo pianeta sia una punizione, che sia una punizione anche avere un corpo. Altri giorni riesco appena a percepire che invece possa essere un dono, di essere un prescelto al quale viene data la possibilità di realizzare qualcosa di grandioso che però rimane celato.
E’ un cammino di grande tribolazione e insieme di grande entusiasmo.
Oggi il pensiero che il cammino continua mi è di grande conforto, mi attende un altro anno di approfondimento. Anche questo mi sembra un dono.
Apro a caso una pagina del libro che mi è stato regalato e completamente rapito lo leggo d’un fiato.
”In altre parole fare la diagnosi del respiro è una sorta di discernimento interiore, attraverso il quale comprendere il nostro vissuto e rimettere nelle nostre mani l’eventualità di fare scelte per cambiare le cose. Altrimenti saremmo uomini e donne del nostro tempo che attraverso gli strumenti della tecnologia saranno anche capaci di fare previsioni e misurare eventi, ma che poi si dimenticano di guardarsi dentro, di cogliere la propria essenza interiore e progettare il proprio cammino.”
(Danilo Priori, Respirare Appieni polmoni…per ricevere e restituire Vita,) (proprio con due p)
Questo libro è un maiale. Non si butta via niente, nemmeno il retro della copertina (anche se io non amo mangiare carne). E’ tutto buono, da gustare, da assaporare lentamente e respirando piano. Quando avverto una vicinanza di pensiero con l’altro, un pensiero non mio ma frutto di un ascolto profondo, proveniente da un luogo ancora tutto da esplorare, nascosto in me e abitato dall’essenziale, solo allora, in questa comunione elettiva, sento che non c’è separazione.
Nella cella interiore del mio cuore avviene il miracolo, il soffio dello Spirito Santo mi consente di gioire e la pace scende e mi avvolge.
Questa è la mia speranza, che la pandemia non colpisca invano le nostre fragilità, ma che sia venuta per darci modo di interrogare i nostri abissi.
Che questa tribolazione sia invece l’opera del Fabbro Divino, che sull’incudine del nostro io-egoico, con sapienti colpi di martello, riesca a forgiare il nostro cuore corazzato esponendolo al fuoco vivo della Sua Parola, che in ognuno di noi vuole essere ascoltata.
La parola, il respiro e le lacrime…è da qui che ci attraversa la Luce.
Vestito di luce e silenzio
a te si rivolge il creato
la brezza del santo tuo Soffio
ridoni speranza ai viventi.
Con Te noi vogliamo morire
in Te ritornare alla vita
nel Soffio che tutto ricrea
saremo il Figlio di Dio.
Carissimo Claudio, per me è molto potente quel che scrivi, grazie.
Personalmente vedo sempre più motivi per essere felici e sereni, a volte mi chiedo ancora come questo sia possibile!
Specialmente con vecchi amici constato fortemente il contrasto fra vite teoriche/ideologiche/nichiliste che creano danni e problemi, mentre spiritualità-autocoscienza-consapevolezza creano una miniera interiore di gioia e pace.
La luce ci attraversa ascoltando e uscendo dalle nostre chiusure, grazie a parola-respiro-lacrime/scioglimenti/ammorbidimenti……ed aggiungerei “sorrisi”!
Ho condiviso con te questi sei anni e sei fra quelli con cui ho approfondito il contatto, abbiamo in comune molto vissuto D.P. e sempre più ce ne sarà, a presto.
Carissima Claudia, condivido con te lo stupore per il mio stato d’animo sempre più sereno e pieno di cose buone. Gli amici sono come le cellule che con il passare del tempo si rinnovano e cambiano con noi. Anche tu fai parte del mio rinnovamento, tutto questo grazie a DP. Ti mando un abbraccio virtuale in attesa di quello vero a fine giugno.
Caro Claudio, grazie per quanto scrivi perché risuona profondamente in me.
Tanta è la precisione del tuo dire, che in certe frasi mi sono sentito proprio “fotografato”, come in questa “Quando ascolto le parole di Marco mi sento nutrito, ho l’impressione di aver finalmente chiara la via da seguire. In seguito di nuovo questa inquietudine, sento che manca qualcosa e tutte le mie sicurezze svaniscono. Il dubbio prende possesso di me, mi chiedo quale sia il mio progetto e se seguire il percorso tracciato da altri possa essermi d’aiuto…”
Questa alternanza di chiarezza e confusione mi ha spesso angustiato durante il percorso. Leggendoti capisco che nasconderla, vergognandosene in privato, non è una soluzione. Piuttosto, anche questo impaccio, come tutto, si può “dire”, si può guardare con morbidezza e serenità, consapevoli di un “già e non ancora” che peraltro Marco ci ricorda instancabilmente.
Grazie per avermi ricordato di quel libretto, anche a me è stato regalato e io, superficialmente, l’ho appoggiato sul comodino dimenticandomi di guardarlo con l’attenzione che – ora capisco – merita realmente. Grazie soprattutto perché mi aiuti a ricordare che c’è un cammino, che alla fine, nella pazienza, vincerà anche la confusione.
Ciao Claudio, grazie per le tue preziose parole che sento risuonare anche in me. In particolare il pensiero di far parte di una comune rivoluzione, spirituale, culturale, sociale
Grazie Marco e Francesco per le vostre condivisioni. Leggervi mi ha emozionato, è sempre una meraviglia riconoscersi ai livelli di un’ottava superiore. Si caro Marco, sono 80 piccole pagine che meritano tutta la nostra attenzione. Io lo tengo sempre a portata di mano viste le sue dimensioni, come fosse un presidio medico per gli affanni. Buona lettura.
Grazie caro Claudio è una gioia vera leggerti e ancor più vederti. Il tuo viso è più aperto e più disteso. Sono così incarnate e realizzate le cose che scrivi che le sento risuonare nel Cuore. È una gioia averti seguito in questi anni
Che bello risentirti Chiara, ho voglia di riabbracciare te e gli altri che non vedo da un po’ di tempo. Grazie per il tuo feedback e per la tua vicinanza. A presto a Sacrofano, sento che sarà una festa.
Caro Claudio,
la tua testimonianza ha risuonato in profondità nel mio Spirito specialmente nel passaggio in cui esponi con coraggio il senso che può avere la pandemia che ci ha colpiti così a fondo. Mi ha commosso l’immagine del Fabbro Divino e mi ha consolato!
Grazie
Francesca
Le tue parole, caro Claudio, parlano anche di me.
La sensazione di essere stata sempre sostenuta e indirizzata mi è arrivata precisa all’inizio del cammino in Darsi pace e nel corso degli anni, attraverso le pratiche si fa stato mentale, attimi in cui sono presente ad una Presenza che parla a me di me e mi riporta nel respiro della vita.
Il cammino iniziatico mi aiuta a tornare all’inizio e ad abitarlo come possibilità di nuova vita.
Imparo a guardare l’abisso come una soglia che posso attraversare per ricominciare ogni giorno ad essere più umana, più vera e più libera.
Non posso farlo da sola, ora lo so, solo lo spirito del Figlio in comunione col Padre mi apre al mistero di un solo Dio in tre persone la cui essenza vibra di infinito amore.
Solo mantenendomi aperta nella fatica della relazione e della comunicazione posso partecipare alla rivoluzione in atto, la rivoluzione degli immortali.
Grazie Claudio e arrivederci a Sacrofano.
Un abbraccio, Giuliana
Cara Francesca,
hai colto un aspetto per me importante. Alcune volte mi sento come un terreno su cui si svolge l’Opera, o la grande battaglia. La parte più difficile è non intralciare il lavoro dello Spirito. Grazie a te.
Ti abbraccio. Claudio.
Cara Giuliana,
approfitto anche di questo spazio per ringraziarti. Dei tuoi consigli, del tuo sostegno, della tua disponibilità. Oggi si celebra Sant’Antonio da Padova, che mia madre scelse per me come protettore. Devo a Lui la mia rinascita intorno ai sei anni. Con DP per me è un continuo rinascere, un costante cammino che mi porta a scoprire chi sono, soprattutto attraverso le relazioni con persone come te.
Un abbraccio, Claudio.
Caro Claudio, ho gustato “tutto di un sorso” le tue parole, che rendono ben ragione dell’alternanza di sensazioni che ci ritroviamo a vivere lungo il percorso di DP (solitudine/relazione, confusione/chiarezza, sconforto/speranza..).Eppure le stesse parole svelano e “riportano al cuore” il senso del nostro – comune e vitale -pellegrinaggio verso il Nuovo Giorno. Che il “Miracolo” del Soffio dello Spirito possa continuare ad accompagnare i nostri passi verso la Fonte inesauribile dell’Essere. Grazie, Claudio