Errore prospettico sul metodo

Commenti

  1. Grazie

  2. Trovo davvero illuminanti le indicazioni riguardanti l’iter lungo , laborioso e complesso che gli scienziati devono seguire per ottenere risultati possibilmente attendibili.
    E’ proprio vero che noi umani, abituati ormai al “tutto e subito”, vorremmo poter contare alla svelta su di un prontuario di indicazioni sicure che ci garantiscano la salvezza immediata da ogni male e in questa pretesa siamo ampiamente assistiti dai giornalisti, dai politici, dagli esperti di turno…
    Ti ringrazio, cara Iside, per questo tuo ulteriore intervento colto, lucido, pacato, su un tema ancora così “caldo” e controverso . Un saluto affettuoso
    Francesca Mannozzi

  3. Carissima Iside complimenti per la disamina illuminante.
    Io credo che l’umiltà l’onestà e la chiarezza che ho trovato in questo articolo sono esattamente quelli che sono mancati da parte dei giornalisti e delle istituzioni che hanno sempre aperto la bocca dando fiato, come si dice,e non credo solo per soddisfare la sete di verità ed il senso di frustrazione di noi cittadini che siamo rimasti appesi due anni ad una verità in continuo cambiamento e che ci ha portati un po’ a non credere più a nulla anzi a sentirci presi in giro. Ho il forte dubbio che sia stato fatto apposta per giungere proprio a quel senso di frustrazione ed avvilimento che ormai ci pervade

  4. Che dire, illuminante e chiaro. Dovrebbe questo pensiero essere alla base delle logiche di gestione delle emergenze sanitarie. Ma li gli interessi in gioco sono ben altri, gli attori si comportano secondo schemi di parte e influenze esterne che rendono tutto un gran casino

  5. Cara Iside, grazie per questo articolo, che apre dei temi pochissimo trattati – mi pare – nelle riflessioni sul Covid 19, però realmente fondamentali. Sono molto d’accordo sul fatto che un certo riduzionismo cerca di sbarazzarsi di quel che non è “misurabile” (e non riesce a rendere tale), perché fondamentalmente non capisce che farci, perché forse questa non misurabilità ci parla di qualcosa di altro, rimanda al mistero dell’uomo e nell’epoca dei Big Data questa irriducibilità alla quantificazione, dà così tanto fastidio che si preferisce ignorarla.

    Quel che proviamo a fare in AltraScienza – e con il tuo prezioso apporto! – è proprio cercare di ragionare su una impresa scientifica che conosca i suoi limiti, che non cerchi di prosciugare la specificità umana ma di rispettarla, e direi che ne abbiamo un bisogno incredibile.

    Scienziati e politici sono stati investiti dal Covid in modo furibondo e (per la nostra cecità) imprevisto, capisco che la reazione non sia stata sempre esemplare. Ma l’idea di ridurci a “dati” non può essere vincente e alla fine ci mortifica, dobbiamo riprenderci i tempi della ricerca, certo accogliere il carattere di urgenza di alcune situazioni ma non fino a perdere di vista l’umano, che vogliamo salvare.

    Perché il nucleo è che la vera scienza, non è tutta riducibile nel modello efficientistico-commerciale oggi imperante. La ricerca – come ben dici – ha bisogno di pazienza, di costanza, di tempi lunghi, di confronto, di ponderazione. Non c’è “tutto e subito”, e la frustrazione di attendere e capire va gestita. Non è una “guerra” contro il virus, non si tratta di sbaragliare nessun fronte. Anche le parole vanno pesate, perché sono indicative. Il vaccino è stata una corsa incredibile, penso che abbia salvato delle vite, ma non vuol certo dire che è stato fatto tutto per bene. Non contano solo i numeri, non siamo numeri. Ognuno è un universo. Questo bisogna ricordarcelo, bisogna che la politica e la scienza lo capiscano, ne tengano conto.

    Grazie!

  6. Grazie Iside!
    Saresti una speranza al ministero della salute. P.s. Ogni riferimento non è puramente casuale.

  7. Cara Iside,
    Mi colpiscono sempre la precisione e incisività del tuo pensiero e della tua scrittura.
    A dirimere ogni possibilità e preoccupazione di valutazione critica, è intervenuto proprio in questi ultimi giorni un annuncio della Fda americana diramato dalla Reuters secondo cui non saranno più richiesti alle case produttrici i dati dei trials clinici per i nuovi vaccini delle varianti omicron. Un bel regalo a big pharma…..

    Da parte mia, un grande abbraccio e grazie!
    Daniela

  8. Il metodo scientifico potrà portare i suoi migliori frutti quando sarà usato adeguatamente, e cioè secondo misura, appunto.
    Perché questo accada, non ci resta che affondare nell’umano e costruire da dentro ampie visioni antropologiche.
    iside

Inserisci un commento

*