Psychè dal grego dice soffio, anima, vita, viene tradotto in italiano con psiche, sinonimo di mente, tuttavia non possiamo dimenticare che il vocabolo greco, in latino, è stato tradotto con anima. Così, quando pronunciamo la parola psiche, noi diciamo anima, ci riferiamo “a qualcosa” che riguarda l’anima.
Nell’antichità, in quanto discorso della psiche, la psicologia rappresenta incontrare l’anima dalle sue sublimi armonie alle sue conflittualità tenebrose, nei miti, negli archetipi. Nella modernità si è passati per lo più al discorso sull’anima: descrizioni, analisi, categorie.
Mi fermo e mi chiedo: io, come sto parlando ? Anche per me è facile scivolare nella razionalità del discorso … e mi accorgo che non sto più parlando dell’anima, ma sull’anima. Diventa giudizio, razionalità, teorizzazione, in una parola: logos scientifico al punto di chiedersi: la psicologia scientifica può ancora considerarsi autentica psico-logia ?
Facile e’ stigmatizzare col vocabolario razionale la persona ferita o illudere di guarigione con una magica pratica commerciale di poche settimane… eppure, non è tutto qui, sta emergendo altro, un altro mondo si sta aprendo con nuove proposte arricchenti, gioiose, é il nostro desiderio che si è stancato di stare in un cantuccio, vuole ri-emergere, rompere le catene che lo tengono prigioniero e vivere una realtà che parla dal cuore.
“Mi basta poco, in fondo, poco o …tanto…per entrare in te e tu in me… Mentre fluiscono dolcemente le prime parole, il movimento può aumentare fino a uno scroscio di parole con toni alti, intermezzi di pianti o di risate…e nelle pause posso tornare in me stessa per un po’ di riposo e quando apro gli occhi incontro i tuoi che brillano intensamente. Forse stiamo facendo passare l’amore ?! Anche la natura intorno ci mostra la sua anima, quelle foglie che si muovono dal ramo di un grande albero sono una danza e ci donano il refrigerio dell’aria che muovono. Non ho più paura di me, né di te.”
Jung dice che l’’anima è un fattore, è qualcosa che ha vita propria che opera nel corpo e fuori dal corpo (…) si esprime nelle sue creazioni non concepite dalla razionalità o dalla consapevolezza, ma nelle espressioni della sua vita. Tra le creazioni dell’anima c’è pure la psicologia intesa però anzitutto come discorso dell’anima. Dietro il suo crudele trastullarsi con il destino umano si nasconde una sorte di segreto disegno che sembra riflettere una superiore conoscenza delle leggi della vita. E sono proprio le esperienze più impreviste, le più terrificanti e caotiche a rivelare un significato più profondo. (Jung Psicologia e religione) . L’apostolo Paolo nelle sue Lettere considera l’uomo come profonda unità in continua e perenne relazione con Dio. L’uomo intero è al tempo stesso soma, psiche, pneuma (1 Ts 5,23 /Cor 2, 10-16). Se si apre nella sua unità profonda al Dio Trinità diviene uomo pneumatico e pasquale, persona integra avvolta nella divinità di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
La bellezza eleva lo sguardo, anche alla bellezza crocifissa che contempla l’Agnello “in piedi” e “immolato fino alla fondazione del mondo” (Ap 5,6; 13,8).
Il percorso psicologico di Darsi pace inizia pian piano, ordinato e spazioso penetra tutto l’umano, lo spirituale e si integra nell’esperienza culturale di ciò che è la nostra storia oggi. È una danza tra fuori e dentro; spesso questi livelli sono stati separati fra di loro, qui invece vengono nobilitati in un intrecciarsi vicendevole.
Distorsioni, ombre, paure, desideri sono dentro di noi ma sono anche frutti di un sistema sociale che, non completamente grazie a Dio, ma in gran parte, imprigiona libertà e creatività, le mie, che sono ormai anziana, da tanto tempo. Non mi sono mai arresa, è stato ed è faticosissimo ma tanto liberante, ne sono felice. Da sempre cerco un linguaggio poetico che mentre lo bramo, ancora non lo conosco e non so come esprimerlo, ma piuttosto che ritornare a un discorso retorico preferisco tacere o balbettare. Cerco la gioia sapendo che devo ripassare negli inferi..
Ci sono giorni in cui spazio fra le cose che amo, negli incontri che avvengono, con tanta serenità ed altri in cui ineluttabilmente mi sento in gabbia. È la mia ferita che si ripresenta, sono gli inferi da ri-traversare, non una volta, tante volte. I nostri esercizi ci insegnano a ri-scrivere una situazione conflittuale. Nel silenzio meditativo posso entrare nel mio corpo, nella mia carne ed ascoltami in profondità. Rivivendoli, quei momenti da lontani si fanno nitidi e vicini, cio’ avviene attraverso il sentire, il rivivere, attraverso l’immaginazione, il magma interiore si lascia catturare solo con la forza e la dolcezza della verità e dell’amore. Una verità che si fa immagine, sentimento di un lontano vissuto di cui sento ancora il dolore delle spine conficcate nella mia carne. Fra le lacrime riesco ad abbracciare la mia la ferita ed è solo allora che la ferita diventa altro, diventa sorgente di quella che sarà la mia vocazione…
“Dentro il mistero dell’ io si anima il mistero di Dio è dell’uomo” m.guzzi
È la ricerca dell’Essere, dell’ ‘Io, nei tanti suoi tanti risvolti che nuovi percorsi di psicologia stanno elaborando nella connessione tra filosofi del secolo scorso, padri spirituali, le sapienze antiche e le metodologie dal profondo a quelle più innovatrici.
Erika Poli psichiatra e psicoterapeuta si definisce eclettica, è una ricercatrice instancabile dell’anima. Seguita da un mondo di persone ci parla dell’alleanza terapeutica inconscia di Davanloo che porta al “breaktrough”: quando si infrange la barriera che fa resistenza ed emerge ciò che era nascosto nell ‘inconscio… ‘È un’esperienza di risveglio, ogni volta mi commuovo’ dice Erika.
P.Guidalberto Bormolini e la sua equipe stanno diffondendo attraverso studi professionali di medicina integrata l’accompagnamento spirituale alla morte. “Tutto è vita”. La meditazione, le conoscenze sapienziali dei padri della chiesa e l’antica tradizione indiana ispirano tutto il movimento di questi amici. Scalzi e in silenzio si entra nella la vita dell’uomo, della terra e del cosmo. Possiamo dire grazie alle antiche sapienze orientali che ci hanno donato le basi della pratica meditativa.
Quando la mattina presto, all’alba mi siedo per la pratica meditativa so che sto preparando la mia giornata e anche la mia intera Vita qualora fosse l’ultimo giorno…In quell’immobilita’ avviene il primo contatto cosciente con la mia anima che mi porta a uno stato di abbandono, di pace, di preghiera profonda. Ogni volta è un’esperienza nuova, sempre ne esco ristorata, ogni volta mi sento un pò diversa, un pò meglio..il tutto nel Mistero che si fa sempre più reale.
“Mentre vivi sii un uomo morto e agisci come ti pare e tutto è bene” (buddismo)
“Ama Dio e fa ciò che vuoi.” Sant’Agostino
E’ la Nuova Umanità inaugurata da Cristo che siamo chiamati a portare, per quello che possiamo, in ogni ambito di vita; ogni psicologia spirituale può senz’altro favorire la liberazione interiore di ogni donna, di ogni uomo per questo grande obiettivo comune.
L’immagine è un’ opera di suor Elena Manganelli agostiniana
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Parlare dell’anima è parlare all’anima per poterla condurre a ri-comporsi.
Farlo con un approccio pacato che non sia un metodo, un protocollo medico è un sogno che forse sta avverandosi. Quando la pratica terapeutica convenzionale si farà dapprima affiancare, poi integrare e forse sostituire da un approccio diverso basato sulla comunicazione empatica ed energetica della “presa in carico”. Quando ci sarà un seguimento che tenga conto di un trattamento specifico per ogni individualità. Perché siamo tutti uguali ma diversi nella nostra storia genealogica. Ciascuno con le proprie reattività alle “tempeste” della vita.
Quando questo accadrà saremo veramente sulla strada dell’inclusione, dell’ Uni-ficazione
del riconoscimento della nostra natura divina e della sue infinite espressioni d’amore.
Grazie perla tua testimonianza, Bianca
Hai parlato all’anima.
Alla mia, alle nostre anime.
Che bello poterlo fare sempre.
E te lo hai fatto bene. E ti ringrazio per la franchezza e per l’apertura del cuore che hai dimostrato
Ciao Pasqualino,
davvero l’ approccio empatico è l’inizio di una buona terapia….e quanto manca a volte ! Ci sentiamo tanto lontani gli uni dagli altri eppure esistono così tante forme in cui un soggetto può venire in aiuto all’ altro così da renderlo più forte e vivo. Penso ai tanti ‘laboratori’ che si stanno attuando in ambiti psicoterapeutici ed anche nelle valide e serie proposte in week-and da cui le persone tornano corroborate. Inoltre esistono prese di posizione spontanee che colpiscono il centro: amore, fiducia, gratitudine e anche ciò che chiamiamo fede in un essere umano; dall’altro lato si trovano diffidenza, antipatia, odio e qui, potremmo fermarci e fare una buona e santa pratica meditativa !!!
Ti ringrazio, a risentirci presto…
Cara Bianca,
con la tua riflessione mi aiuti a guardare il mondo nuovo che affiora dal vecchio mondo che muore.
“Io, come sto parlando?”
Pensare e parlare nella consapevolezza di essere un mistero e di essere nel Mistero ingentilisce il pensiero, sollecita ad assumere un atteggiamento di umiltà e una attitudine di ascolto profondo di noi stessi e di ciò che accade.
Attraverso il lavoro interiore nel laboratorio Darsi pace mi alleno ad un pensiero che non va subito a caccia di definizioni affrettate, un pensiero che sgorga da una profondità silenziosa e spaziosa, più vicino alla sorgente di tutto il mio pensare, più in ascolto di quell’organo originario del pensiero che tutte le civiltà hanno chiamato cuore.
Dal cuore un po’ più integro, purificato, unificato posso ricominciare ogni giorno a cambiare il mondo, a dare una nuova direzione alla Storia.
Grazie in un abbraccio, Giuliana
Posto qui il mio commento.
“”Grazie Bianca del tuo contributo, che apre l’anno di lavoro che ci attende come gruppo AttraversaMenti. Come sai, stiamo riprendendo le attività, e quanto prima faremo un incontro online con gli interessati che hanno rinnovato l’interesse per questi temi dell’aiuto psicoterapico. Dopo l’intensivo di giugno diversi di noi mi hanno scritto, ed ora sto raccogliendo le idee per procedere.
A breve, dico anche a Pasqualino, ci sarà un mio scritto su questa pagina che affronterà proprio l’argomento emerso della differenza tra le 2 scuole di pensiero nella psicologia o psicoterapia: il modello di una visione più medica, fatta di protocolli o prassi di base, è un modello legato più allo sviluppo ed evoluzione per la persona.
Poi affronteremo le antropologie sottese ad ogni modello o teoria psicologica, per arrivare a chiarire in modo preciso quale è l’antropologia a cui possono guardare i Cristiani perché si pongano basi nuove per una psicoterapia Cristica è basata sulla fede e lo Spirito.
Saremo tra i primi che in modo chiaro e manifesto possono portare a tutti le concezioni che fino ad ora sembrano destinate solo agli esperti del settore e di cui la popolazione è allo scuro, perché si faccia cultura, denuncia e Annuncio.
Saluti a tutti
Michele Grieco””
Giuliana carissima,
è proprio il percorso Darsi Pace, col vostro accompagnamento che mi ha portato a vedere l’io egoico con la sua logica ferrea che separa, decide, agisce, opera con quella coscienza che sembra dire : sono io che do senso a me stesso, alle cose, al mondo, alle cose…Perdendo così l’umiltà di porsi davanti al Mistero.
Chi domina il mondo con questa coscienza egoica cattura la psiche delle persone,b glorifica il pensiero astratto che ci assolve dalle nostre responsabilità emozionali; assume un potere capace di trasformare la realtà in un pericoloso gioco di autodistruzione.
Solo un puro atto di fede ci salva.
Un forte abbraccio
Carissimo Michele,
pensare a un percorso psicologico/spirituale insieme a te che da diversi anni sei nel percorso iniziatico di Darsi Pace che porta a scavare giù giù per toccare il fondo e poter, ogni volta, iniziare; a un percorso che è organico, che ascolta i processi della vita per poter procere, è una bellissima avventura di cui ti ringrazio tanto !
Per non separare troppo la psicologia dalla psicopatologia (che comunque sappiamo è necessario riconoscere), ci ricorda Hillman che ‘(…) la patologizzazione non è solo presente in particolari momenti di crisi, ma esiste nella vita quotidiana di tutti noi….Anzi, la patologizzazione ci fornisce il materiale stesso con il quale costruiamo la nostra vita normale’.
Nel gioco senza fine della meraviglia che siamo…
un abbraccio caloroso.
Cara Bianca,
grazie per questa importante riflessione sul lavoro psicologico che svolgiamo in Darsi Pace.
Come descrivi con precisione, “il percorso psicologico di Darsi pace inizia pian piano, ordinato e spazioso penetra tutto l’umano, lo spirituale e si integra nell’esperienza culturale di ciò che è la nostra storia oggi. È una danza tra fuori e dentro; spesso questi livelli sono stati separati fra di loro, qui invece vengono nobilitati in un intrecciarsi vicendevole”.
E, man mano che procediamo col lavoro spirituale, possiamo verificare che gli esercizi di autoconoscimento proposti durante il settenio ci portano ad una profonda trasformazione interiore, ad una vera liberazione, a benedire il giorno della nostra nascita.
Un abbraccio
Silvia
Cara Silvia,
è davvero una benedizione il cammino di Darsi Pace a cui tu mi hai imboccato le prime conoscenze …
Oggi, difronte alle catastrofi che incombono, non potrei salvarmi da una angoscia continua se non ponessi fede nella Nuova Umanità il cui pensiero sento vibrare con vigore solo da Marco e dal movimento. Questa umanita’ già si vive in piccoli gruppi ed io mi auspico presto anche in una vita comune, nella forza dell’unione, l’amore, che un giorno giungerà a pieno sviluppo. Dice Teilhard che l’ incarnazione del Figlio di Dio è già l’inizio di un compimento divino del mondo.
Un abbraccio pieno di speranza.
Bianca
Cara Bianca, non ci conosciamo, ma presto credo che ci conosceremo . Anche io sono psichiatra e psicoterapeuta, ma ho lasciato la ASL da circa 18 mesi proprio perchè ormai dominata come prassi terapeutica da uno scientismo senza anima e amore per le persone sofferenti . E laddove mancano l’amore e la sensibilità per la sofferenza prevale un motto implicito ed esplicito…” L’importante è non rischiare l’intervento del magistrato ” . E allora tutti lì a mettere cerotti per proteggere le ferite dell’anima evitando il contatto intersoggettivo . Io non l’ho mai fatto , ho aiutato centinaia e centinaia di persone
ma nessuno tra gli alti dirigenti era interessato . ” L’importante che non intervenga il magistrato ” era il filo comune che voleva dirigere interventi terapeutici . Un giorno una collega che si dedicava alla mindfulnesse, psichiatra, che pure aveva fatto una scuola di Analisi Transazionale mi disse Quanto sono brutti questi pazienti psichiatrici .
Quindi sono d’accordo nel riutilizzo della parola Anima , all’uso dell’intersogettività nella relazione d’aiuto e credo che Noi che siamo impegnati nella relazione d’aiuto abbiamo la necessità di considerarci dei semi che hanno il compito di crescere e come dice qualcuno, sbocciare alla vita . Questo penso potrebbe aiutarci ad amare le persone sofferenti che a seguito di un traumatismo cronico di natura psicologica sono rimasti come semi non piantati e innaffiati nella terra e che attendono qualcuno che delicatamente li aiuti a venire alla luce considerando anzitutto l’importanza del fatto che anch’Essi sono semi ed hanno bisogni relazionali come Noi , abortiti in famiglie traumatizzanti .
Non vado oltre Bianca. Ti ringrazio per gli stimoli che hai fornito . E credo che tu abbia introdotto un buon viatico per avviare un necessario rinnovamento delle psicoterapie attuali basate su modelli obsoleti.
……Una cosa finale mi viene in mente : dobbiamo essere sicuri se siamo realmente intenzionati e motivati ad aiutare una determinata persona. Altrimenti penso sia realmente utile e di capitale importanza inviare quella determinata persona ad un altro/altra terapeuta dell’ Anima.
Grazie di nuovo e ti invio un caro saluto .
Carissimo Marco,
il tuo scritto mi ha fatto entrare in uno spazio di silenzio profondo. Le tue parole mi hanno commosso e ridestato in me tanti immagini. Quando ero ragazza e viaggiavo migrando da un posto a un altro tenevo nello zaino il libro di Ronald Laing L’io diviso. Una volta lessi che ci si poteva curare solo vivendo a fianco…Anche don Oreste Benzi fondatore della comunità papa Giovanni xxiii aveva avuto l’intuizione della condivisione diretta che realizzò. Ho vissuto questa esperienza: momenti di luce intensa e altri di lungo buio, penso che ciascuna esperienza abbia il suo tempo, il suo luogo e il suo esaurimento….
Se le ASL riferimento della gente comune, sono arrivate al capolinea, nasceranno nuovi luoghi di cura…
Sabato scorso ero a un intensivo di Darsi Pace che sentivo di dover ripercorrere…Per la prima volta (sono al 7o anno) ho sentito il peso immane della sofferenza tra le persone…e ho visto Marco come il pastore, che in ciascuno di noi, custodisce l’ Essere e lo ausculta. (Heidegger lettera sull” umanesimo).
Ci incontreremo in questo ambito di Darsi Pace e sarà un dono imparare dalla tua esperienza …
Ciao !
Cara Bianca,
Abbiamo tanto bisogno di trovare uno spazio “ordinato e spazioso” per far respirare la nostra anima, per curare le nostre ferite e per far giocare la nostra creatività. Non è scontato trovare un luogo del genere!
Sono contenta di averti incontrato in questo campo in piena fioritura che è Darsi Pace.
Un abbraccio!
Antonietta
Ciao cara Bianca,
leggendo il tuo scritto queste sono le parole che mi hanno risuonato in particolar modo:
“Da sempre cerco un linguaggio poetico che mentre lo bramo, ancora non lo conosco e non so come esprimerlo, ma piuttosto che ritornare a un discorso retorico preferisco tacere o balbettare. Cerco la gioia sapendo che devo ripassare negli inferi.”
Anche io sono alla ricerca di questo nuovo linguaggio che ancora non conosco. Ma è da qualche tempo che le mie parole balbettate, come dici tu, escono dalla mia bocca con maggior consapevolezza. Mi sto chiedendo perchè. Certamente lo studio, il leggere aiuta molto. Ma credo ci sia dell’altro. Ho iniziato a riflettere che tutto ciò stia dipendendo da un allineamento che sto faticosamente cercando tra psiche del corpo e psiche dell’anima.
Sto lasciando andare, non resisto, mi abbandono alla vita non cerco di controllare più gli avvenimenti ma soprattutto, attraverso l’auto conoscimento, sto rientrando in me stesso (come il figliol prodigo) sto, con molto combattimento interiore, svelando il mio ego bellico che si nasconde sempre nei miei pensieri, giudizi e schemi mentali ormai oliati da decenni. Tutto ciò è molto difficile perchè più si va in profondità e più il mio piccolo io si camuffa trova nuove strade.
La mia ricerca è cercare di equilibrare materialità e spirito, ascoltare quel soffio dello spirito. invocarlo tutti giorni perchè compia il miracolo di “guarigione profonda e santità”, come preghiamo, perchè la nostra anima stia meglio, abbia un sollievo ed entri in comunicazione con lo spirito divino. Tutto per raggiungere quella gioia, nel cuore o dell’anima, che è la conseguenza dello scendere nei propri inferi, come dici tu, e riuscire a sfondarli.
Grazie Bianca
Caro Alessandro ,
..’il nuovo linguaggio che stiamo cercando’…che bello !! Prima, credevamo di vedere ma stavamo solo vedendo delle parole, credevamo di sentire ma stavamo solo pensando dei sentimenti. Queste sono le manipolazioni cerebrali che alienano la persona e portano all’ ambiguità del linguaggio che non vogliamo più. Certo è possibile ricadere chissà quante volte, ma già averne consapevolezza credo sia tanto !
Un abbraccio pieno di amicizia
Carissima Antonietta
è vero, non è scontato un luogo in cui possa scorrere liberamente il flusso della vita. Può succedere che insieme si faccia tutt’uno con la propria interiorità profonda, con la propria anima, è allora che si può parlare senza dubbio anche di un’anima della comunità.
Con affetto
Bianca
Grazie Bianca per la tua profonda e chiara descrizione delle potenzialità del lavoro che proponiamo a tutti in Darsi Pace, lo proponiamo a tutti perché a tutti è possibile unica condizione aver sofferto abbastanza per maturare la decisione che muove all’impegno reale.
Sviluppo naturale di un lavoro liberante è poi realizzarlo a livello sociale, partendo dalle proprie relazioni e qui si aprono dei veri crepacci molto pericolosi dove spessissimo si cade, io per primo.
Da tempo sento anche io che lo sviluppo naturale di questa bellissima e rivitalizzante esperienza passerà per la formazione di comunità dove quello che stiamo elaborando nei gruppi possa essere sperimentato nelle relazioni sociali amichevoli e di reciproco sostegno.
Stiamo vedendo quante e quali difficoltà le esperienze fin qui messe in atto stanno vivendo e credo che proprio partendo dagli errori commessi può iniziare una nuova progettazione per la forma della nuova comunità capace di accogliere, ascoltare, accompagnare e annunciare quanto siamo Amati.
Non abbiamo fretta ma abbiamo il desiderio di fare le cose bene, per il bene dell’umanità intera.
Buon impegno a tutti.
Carissimo Alessandro,
un cammino alla ricerca di una nuova comunità sarà bellissimo !
“La società è il regno di Cesare, la comunione è il regno di Dio (…) Ciò che rende così carico di dolore l’accesso alla comunione è il fatto che tutte le persone sono altrettanti mondi diversi e misteriosi che si toccano e si rivelano tra loro soltanto in modo parziale. Quando però entrano nel mondo dello spirito, vengono avvolte in un clima di unità e di fraternità che è il regno di Dio”.
Possiamo tenere come auspicio queste parole di Nikolaj Berdjaev e iniziare il nostro cammino di ricerca…
Grazie della tua amicizia !
Bianca
Grazie Bianca del tuo contributo, che apre l’anno di lavoro che ci attende come gruppo AttraversaMenti. Come sai, stiamo riprendendo le attività, e quanto prima faremo un incontro online con gli interessati che hanno rinnovato l’interesse per questi temi dell’aiuto psicoterapico. Dopo l’intensivo di giugno diversi di noi mi hanno scritto, ed ora sto raccogliendo le idee per procedere.
A breve, dico anche a Pasqualino, ci sarà un mio scritto su questa pagina che affronterà proprio l’argomento emerso della differenza tra le 2 scuole di pensiero nella psicologia o psicoterapia: il modello di una visione più medica, fatta di protocolli o prassi di base, è un modello legato più allo sviluppo ed evoluzione per la persona.
Poi affronteremo le antropologie sottese ad ogni modello o teoria psicologica, per arrivare a chiarire in modo preciso quale è l’antropologia a cui possono guardare i Cristiani perché si pongano basi nuove per una psicoterapia Cristica è basata sulla fede e lo Spirito.
Saremo tra i primi che in modo chiaro e manifesto possono portare a tutti le concezioni che fino ad ora sembrano destinate solo agli esperti del settore e di cui la popolazione è allo scuro, perché si faccia cultura, denuncia e Annuncio.
Saluti a tutti
Michele Grieco
Scusate ho postato la mia risposta 2 volte. Non volevo…!
Cara Bianca, ancora non ci conosciamo ma leggere questo tuo post mi ha permesso di cominciare a intravederti in modo molto significativo. E’ tutto molto bello ciò che dici o riporti di altri autori e il tuo linguaggio poetico permea tutto con grande dolcezza e insieme con la percezione di un laser che arriva al punto con precisione illuminante. Dici: “Il percorso psicologico di Darsi pace inizia pian piano, ordinato e spazioso penetra tutto l’umano, lo spirituale e si integra nell’esperienza culturale di ciò che è la nostra storia oggi. È una danza tra fuori e dentro; spesso questi livelli sono stati separati fra di loro, qui invece vengono nobilitati in un intrecciarsi vicendevole.
Si è così, è proprio così! Quando ho preso contatto con i primi esercizi di Marco ricordo che me ne andavo in giro per casa saltellando e ripetendo: è geniale è geniale questo modo! Proporre una modalità di lavorare sul buio che però non ti lascia là provato e dolente ma ti porta a percepire una Mano che ti accompagna a risalire nella direzione di “riveder le stelle “con più leggerezza e con la ricchezza di senso del viaggio negli inferi.
Si è vero troppo la psicologia si è fermata all’umano senza procedere verso l’Umano. Adesso i tempi sono maturi e sempre più siamo pronti nella relazione d’aiuto a parlare questa nuova lingua.
Teniamoci uniti in questo!
Grazie Bianca del tuo contributo.
Carissima Patrizia,
anch’io a volte non credo sia possibile ciò che si sta realizzando in me, invece sta accadendo veramente: una re-visione di tutto, di me, del mondo, di Dio. E così mi sembra di intendere sia anche per te…, che gioia !
Tanti anni fa incomincia a pregustare qualcosa nella Nube della non conoscenza, erano parole pregnanti : ‘ti prego disponiti di buona voglia a seguire quest’umile slancio d’amore del tuo cuore, perché esso vuol essere la tua guida in questa vita e vuol condurti nella felicità eterna nell’altra’. Quando poi mi fu possibile sentirlo dire e ridire da Marco, dai tour, ad ogni incontro, sperimentarlo insieme nei piccoli gruppi e nella grande assemblea, senti che il Reale incominciava a prendere forma.
Sono felice di condivide con te questo nuovo sentire per poterlo far conoscere a quanti più ne hanno bisogno e lo desiderano.
Grazie a te Patrizia !
“Scalzi e in silenzio si entra nella vita dell’uomo, della terra e del cosmo. ”
Bianca carissima, queste tue parole hanno trovato risonanza profonda dentro di me.
Solo scalzi, a piedi nudi, con infinita delicatezza, ci si può accostare al mistero di ogni essere umano e vivente, come Mosè che di fronte al roveto ardente, si toglie i sandali, al cospetto di un fuoco misterioso che arde e non si consuma.
Ognuno racchiude in sé questo mistero, questo fuoco divino che arde nel profondo, spesso come una brace che ha bisogno di essere riattizzata, ma che non può estinguersi e attende di risplendere e riscaldare con vigore attorno a sé.
Sì cara Bianca, a piedi scalzi, con gentilezza, ci è dato di stare sulla soglia del mistero di ogni creatura umana e vivente. Anche per me, iniziare la giornata con la pratica meditativa è un’esperienza nuova ogni giorno, è un grande dono e un gioioso impegno, senza di essa non posso vivere…e sto connessa a piedi nudi per vibrare con l’umile madre terra e l’intera umanità, perché solo a piedi nudi si varca la soglia di sorella morte e si entra nel silenzio profondo di ogni cosa, lì ove risuona il nostro nome nuovo.
Grazie Bianca, per la tua condivisione che invita a riflettere e dona speranza.
Cara Costanza,
mi sto chiedendo se anche l’umiltà non sia misurabile piuttosto in un cammino comunitario…nella fedeltà del quotidiano fatto di lavori semplici, fatto di doni, di gioie e di feste, di perdoni dati settanta volta sette.
Un forte abbraccio