Mi sorprende la sensazione di vuoto, in questi giorni dove la vita scorre in un quotidiano tranquillo, dopo un’estate piuttosto vivace! È come un rumore sordo, nel fondo; perché? Mi chiedo.
Cosa c’è che non va?
Non ci sono problemi particolari, anzi è un periodo favorevole, nonostante le difficoltà vissute per la pandemia! Sono anche riuscita a stabilizzarmi un pò grazie al fermo imposto, dopo diversi anni d’itineranza. Ma ora, cosa accade? Mi sento svuotata, e insieme pesante!
Mi fermo. E mi siedo sull’orlo del buco, e guardo giù; ma non vedo niente. Silenzio. Buio.
Passano le ore, ma non passa questo senso di vuoto, a perdere; una sensazione di fallimento e d’inutilità: ma di cosa? Penso, sfogliando il mio quotidiano, non particolarmente impegnato, ma neanche ozioso o indifferente alla vita, mia e di altri!
No, non c’è spiegazione razionale; non c’è nulla al momento che può esserne la causa diretta.
E allora da dove viene? Che cosa è? Cosa può significare?
Prendo la decisione di restare seduta qui, su questo orlo del baratro; seduta interiormente, mentre in superficie proseguo la vita che conosco, con le sue faccende varie, le sue relazioni.
Una parte di me resta qui, senza paura; senza cercare di riempire in fretta questo vuoto, con qualcosa che posso afferrare dall’esterno: forse un cerotto, un tappo, o un bell’adesivo per coprirlo!
No, resto qui, da sola. Respiro con calma, e lascio tutto scorrere, come le nuvole in cielo, l’acqua nel letto del fiume. Cerco di non lasciarmi imbrigliare dai sottili tentacoli velenosi.
Attendo, lasciando scorrere anche le parole, e quando arrivano, pure le lacrime.
Mi concentro sull’ascolto. Forse, presto riconoscerò il tuo passo, Amico caro.
La tua mano che mi solleva. E la tua parola che illumina di nuovo l’orizzonte nel mio sguardo.
Lo so, mi dico, accadrà così come già è accaduto; anche se non so quando!
Devo solo aspettare con pazienza, fiduciosa nella tua amorevole speranza.
E il vuoto, non sarà più a perdere. Ma, a ritrovarsi.
“Prendo la decisione di restare seduta qui, su questo orlo del baratro”
Queste tue parole mi riportano quelle di una poesia di Marco Guzzi
“Mi metto in cima al baratro e ci danzo
su, più squilibrato del daino, ma meno del maiale;” ( Il nuovo nato )
Nel cammino iniziatico impariamo gradualmente ad avvicinarci al baratro, lottiamo passo dopo passo con pensieri che ci fanno male, vogliono convincerci che è più sicuro starne alla larga, vogliono farci credere che se ci sporgiamo ne saremo annientati.
Invece noi sperimentiamo che decidere di stare sopra il baratro diventa una danza, il vuoto che percepiamo non è un vuoto a perdere, è un vuoto sul quale possiamo trovare appoggio, è il vuoto delle masse celesti che si plasmano sulla nostra figura.
Allora fiduciose ci abbandoniamo e ci lasciamo lavorare da uno Spirito che ci educa a rinascere.
Grazie cara Brunella!
Un abbraccio, Giuliana
Cara Brunella, grazie infinite di queste parole che ci doni. Anch’io spesso, sai, mi trovo nel medesimo stato interiore che qui descrivi. A me ricorda sempre, quando lo vivo, il Sabato Santo, cioè il giorno del sepolcro, della permanenza in quel luogo ove tutto, anche dentro noi stessi, pare fermo – e, diciamolo pure, morto. Mi accorgo che per me il vuoto, quando lo sento con lo sguardo dell’Ego, diviene un pericolo, un’area presso la quale non vorrei sostare; ma quando lo vivo con lo sguardo del vero Sé, assume i contorni di quel luogo (l’abisso) della massima delizia e della pace. In cui posso anche ascoltare, o persino partorire, altri pensieri.
Mi tornano in mente pure i versetti del salmo 87: “Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro?”. Così, mi rendo conto che dal vuoto debbo abbandonare ogni pretesa di risposta – e che il miracolo devo lasciarlo accadere.. lasciare che avvenga, sbocciando come una crisalide che dal suo bozzolo a un certo punto esce per diventare farfalla.
Fiducioso che prima o poi, come scrivi anche tu, accadrà di nuovo.
Ti ringrazio di cuore per questa tua condivisione!
Un abbraccio, buon percorso.
Simone
^Mi batte il cuore, lo sento, ti ho trovato.
Ho aspettato per anni, ho lottato con tutti, contro tutti e anche con me stessa.
Si, ora so chi sono e dove sono.
Mi chiamo Amore, una parola di cui in pochi sanno il significato puro, eppure parla in tutte le lingue del mondo.^
C’è qualcosa di meraviglioso che è già cominciato.
Grazie di esistere Dott. Guzzi, insegni e trasmetta ai giovani e non, tutto ciò che sente.
Io l’ho conosciuto per caso ieri su YouTube, poco fa gli ho scritto una mail e ora leggo la sua poesia che si intitola Vuoto a Perdere, come il libro autobiografico che ho pubblicato a Marzo 2020.
Credo che proprio quel punto che differenzia i due titoli, sia l’esistenza pura.
Un caloroso saluto a tutti.
Eva Mikula
Grazie, per le vostre risonanze!
È sempre un grande dono condividere i passi che ognuno di noi muove sulla via di ritorno, nella verità a noi stessi, alla vita, alla casa dell’amore!
Vi abbraccio.
P.s. Ben risentito Simone! Buon cammino anche a te! Benvenuta Eva, sul pianeta di Darsi Pace!
Un punto, l’ esistenza pura!
In effetti, voleva dire un respiro! Grazie
Ti ringrazio per avermi inserito nel pianeta del darsi pace.
Quante e troppe sono le cose che mi domando nel viaggio introspettivo.
Solo la fede mi sostiene e forte sento la spinta verso Dio,
Luce e ristoro
Buona vita
Cara Brunella, grazie per la condivisione di questo stato dell’essere che penso ci riguardi tutti chi più chi meno, a tratti, a periodi….
per me è spesso un live motiv quello che tu descrivi, quotidiano, sto imparando con stupore a non averne più paura, mi osservo mentre percorro questa strada in cui una parte di me vorrebbe quasi lanciarsi nel baratro e l’altra mi sostiene tenendomi per mano ed è lì che sento tutta la potenza dello spirito a cui decido di nuovo, ogni momento di affidarmi. È una compresenza di grano e zizzania mi verrebbe da dire, una sana e santa scissione: l’individualità luminosa che continua paziente il suo cammino, mentre la personalità vorrebbe farmi precipitare nel solito baratro che ho conosciuto e conosco fin troppo bene…ma la bella notizia è che non ci sta più riuscendo perché diventa sempre più chiaro a chi affidarmi, su cosa davvero contare, su cosa portare avanti con morbida determinazione ogni momento. Grazie ancora. Noemi
Si, cara Noemi, riguarda tutti quel vuoto che ci fa sentire persi, a volte, pur nella ordinaria carrellata dei giorni, dove la vita non sembra registrarlo!
C è chi lo chiama vuoto esistenziale, ontologico all’essere umano!
Quello che volevo esprimere, come anche tu dici, è la determinazione a non sfuggirlo o mascherarlo, ma a lasciarlo essere quello che è, anche se non lo capisco.È proprio da lí che mi sale l’ aiuto, quando e come vuole, e cosí diventa vuoto fecondo.
Buon cammino!
Ho letto le varie esperienze e mi ritrovo .Io ancora sono al terzo incontro del primo anno e quindi non ho esperienze ma darsi pace è quello che ho sempre cercato . eseguirò con grande impegno
La meditazione è un valore immenso e sono felice di
Imparare per liberarmi da tutti i condizionamenti e ritrovarmi
Però ho bisogno d aiuto e di essere seguita perché ho letto tanto ma non ho mai praticato per problemi economici
È bello Professore avervi conosciuto
Vorrei dire tante cose ma non so’ esternare bene
Grazie per questa bella e preziosa opportunità