Parlare di Cristo come se fosse la prima volta

Commenti

  1. Francesca Cazzaro dice

    Grazie, Marco…ora tocca noi, a me meditare e dare lode a “Quello là”, ma che chiamo come te Padre, Spirito, Luce, Via, Verità e Vita… Sì ho capito che del suo “Spirito è piena la terra”, tutto e tutti penetra basta nella libertà scegliere il Bene. Prego per te per la tua missione…

  2. Grazie di cuore, cara Francesca, sì, preghiamo sempre gli uni per le altre. Un abbraccio. Marco

  3. Marina Valentina Premoli dice

    Penso che, purtroppo, la maggioranza delle persone, proprio per la semplicità, la mancanza di cultura e l’incapacità a capire che le caratterizza, non riesca ad arrivare a pensare di poter incarnare il Verbo di Dio. A meno che, non vi siano delle rivelazioni private, dirette, che spiegano distintamente e dettagliatamente a chi deve ricevere, come e cosa trasmettere. Parlo di molti mistici che, senza nessuna preparazione, hanno ricevuto istruzioni precise, perfino momento per momento, man mano che scrivevano, per esempio, o che si relazionavano agli altri, per esempio. Al di fuori di questi rari casi, pervasi dallo Spirito Santo quasi a loro insaputa, pochi possono arrivare a certi livelli senza aiuti, eppure con tutta la buona volontà. Le parole di Marco Guzzi sono come sempre molto interessanti, ma frutto di un lavoro molto lungo. Freud diceva che la parte migliore del suo lavoro non avrebbe potuto trasmetterla ai suoi allievi. Direi che vale lo stesso per i sacerdoti e la Chiesa: la parte migliore di ciò che sanno, non ce lo hanno trasmesso. Tutta la meditazione cristiana, per esempio, è rimasta appannaggio loro. Altre pratiche che adottano in casi particolari (a me è successo) e che mi hanno stupita, non sapevo nemmeno che esistessero. Penso che alcune siano derivate dalla religione ebraica. Faccio un’ultima osservazione: inizialmente il popolo eletto erano gli ebrei e penso che per Dio, questa sia un’alleanza mai cambiata. Gli ebrei hanno subito grandi e terribili persecuzioni, ma il Signore non li ha abbandonati anche per quella loro specifica capacità di essere uniti e aiutarsi sempre a vicenda nella realtà concreta della vita quotidiana. Quando entro in una chiesa cattolica, mi chiedo sempre cosa significhi scambiarsi ipocritamente il segno della pace, se fuori di lì nessuno più si degna di uno sguardo. La comunità cristiana infatti, non esiste. Come potrebbe? se mancano perfino li regole minime della convivenza civile… Se è tutto questo ciò che deve andare perduto, ben venga!

  4. giancarlo salvoldi dice

    Dopo essere passato dall’ego adamitico all’io, Marco Guzzi si chiede chi sono io? cosa dico io? e dice che non lo sa.
    Vive un’esperienza frutto di lunga preparazione di ricerca, di studio e di abbandono nella fede, coniugando “fede e ragione come le ali con cui l’essere umano può volare”( Benedetto XVI).

    La conferenza di Marco e la presentazione che ne fa Marabotti sono l’espressione di una dinamica efficace di trasmissione della fede tanto nei contenuti quanto nel metodo che è esperienza ed incarnazione dei contenuti.
    Lo spirito ha usato Marco come un canale con cui ha saputo non “rappresentare” ma “realizzare” la Buona novella coinvolgendo in tal modo la nuova generazione de “L’Indispensabile”.

    Il “mondo” rifiuta una Chiesa della rappresentazione e piena di distorsioni incapacità ed infedeltà, ed è logico.
    Ma il mondo del consumismo, del non senso mortifero, della società alveare sorvegliata, da un lato non vuole né parlare né sentir parlare di spiritualità e conversione che lo confuterebbero nel suo fallimento di cui sperimenta gli esiti disperanti, ma dall’altro vede che quelle del Vangelo sono vie di salvezza reali, e ne è attratto.

    Attraverso Marco e tutti noi praticanti di “Darsi Pace”, lo spirito offre una via di Nuova evangelizzazione e di salvezza.
    Abbiamo la Speranza fondata, concreta e sperimentabile, che l’Essere umano non è un nulla gettato nel nulla,
    ma è la coscienza di un universo caldo in cui si può cercare, liberamente, senso e vita.

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