Pubblichiamo il dialogo organizzato dall’Accademia di teatro Dimitri di Locarno con Marco Guzzi, nel quale sono state affrontate tematiche importanti per ciò che riguarda l’arte contemporanea e il ruolo dell’artista nel mondo attuale.
Anche in riferimento a questo ambito infatti, ci troviamo in un vero e proprio punto di Svolta e di transizione. Dal teatro greco fino a quello borghese moderno la modalità rappresentativa dell’opera d’arte, ovvero il mettere in scena il testo, è stata dominante. Nel ‘900 la rappresentazione, come funzione conoscitiva fondamentale (filosofia e fisica) e come essenza della religione (Hegel), entra in crisi, a partire da Nietzsche, e attraversando tutte le avanguardie. La storia del teatro, della pittura, così come della musica e della poesia, vengono così sconvolte dal tentativo di superare l’oggettivazione del testo, della natura o dell’esperienza sentimentale, in favore di una realizzazione incarnata, e cioè iniziatica.
Le forme, così come il linguaggio vengono decostruiti, (Picasso, Kandinskij, Derrida) così come nella fisica quantistica le sostanze materiali vengono viste più come eventi probabilistici in relazione con un osservatore che perturba il fenomeno. L’artista perciò si fa tramite di una sorgente trans-egoica dell’origine dell’opera d’arte e delle forze originarie della natura, con tutti i pericoli, le distorsioni e le follie che abbiamo visto nel ‘900.
In questa fase della storia abbiamo urgente bisogno perciò di comprendere l’essenza iniziatica e rivoluzionaria dell’arte, e la funzione messianico-profetica dell’artista, chiamato a dare inizio al mondo, come diceva Heidegger.
L’opera d’arte del terzo millennio è la nostra rinascita, a livello personale e collettivo.
Desidero ringraziare Giampaolo Gotti per questa straordinaria opportunità di confronto con i suoi allievi. Marco Guzzi