Condividiamo con voi l’invito sottoscritto da Marco Guzzi e tanti altri alla mobilitazione dell’11 Febbraio che si terrà a Sanremo per dire NO all’intervento di Volodymyr Zelensky al festival della canzone italiana.
Zelensky sarebbe apparso grazie a un video preregistrato che sarebbe stato trasmesso l’ultima sera del festival. Tuttavia il programma è cambiato e, salvo ulteriori modifiche, Amadeus (conduttore) leggerà in diretta una lettera scritta dal presidente in sostituzione del video.
Puoi sottoscrivere la mobilitazione firmando qui:
https://www.byoblu.com/sanremo-libera/
Leggi anche l’articolo di Ugo Mattei dell’8 Febbraio:
https://www.byoblu.com/2023/02/08/sanremo-zelensky-appello-mobilitazione-ugo-mattei-11-febbraio/
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Fin dagli albori della televisione pubblica, il Festival di Sanremo si è accreditato come la più seguita manifestazione popolare italiana. Milioni di persone seguono lo spettacolo trasmesso in mondovisione dalla Rai.
Che piaccia o meno, il Festival rappresenta anche sul piano internazionale un aspetto dell’identità culturale del Bel Paese.
L’Italia ha lanciato da Sanremo successi planetari che celebrano la vita, la felicità e l’amore.
Abbiamo appreso perciò con incredulità che, in una delle serate clou dell’evento, presumibilmente sabato 11 febbraio, interverrà Vladimir Zelenskij, capo di Stato di uno dei due paesi che oggi combattono la sanguinosa guerra del Donbass. Una guerra terribile, fomentata da irresponsabili invii di armi e da interessi economici e geostrategici inconfessabili, che ha portato il mondo sull’orlo di un olocausto nucleare per la prima volta dopo la crisi dei missili di Cuba. Una guerra che ha ragioni complesse, tra cui il fatto che la Nato sia andata ad “abbaiare ai confini della Russia” (utilizzando le parole di Papa Francesco), oltre alle conseguenze della brutale repressione del governo nazionalista di Zelensky contro la popolazione russofona, soprattuto in Donbass.
Una guerra che come italiani abbiamo il dovere costituzionale di “ripudiare”, non soltanto di rifiutare, nel rispetto dell’Art. 11 Costituzione, ma che invece continuiamo a finanziare, favorendone così in modo diretto e indiretto la letale escalation.
L’Italia non solo invia armi (ed aumenta il budget militare in una fase economica difficilissima per la maggioranza degli italiani), ma lascia che la NATO e gli Stati Uniti utilizzino a loro piacimento il suo territorio, in assenza di qualsiasi forma di controllo governativo, parlamentare e popolare. A causa di questa posizione acritica e supina, l’Italia ha rinunciato a svolgere l’importante ruolo di mediazione geopolitica che corrisponde alla sua vocazione storica, abdicando al contempo al proprio interesse nazionale e al proprio ruolo di fondatrice del processo di unificazione europea, come struttura per assicurare la pace fra le nazioni.
Proprio in queste settimane, mentre la propaganda infuria sui giornali controllati dagli interessi del blocco finanziario che si riconosce nella NATO, è in corso da parte americana la sostituzione dei precedenti ordigni nucleari. Questi già da anni collocati sul suolo italiano (in violazione del Trattato sulla non proliferazione nucleare a suo tempo sottoscritto sia dagli USA che dall’Italia) saranno ora sostituiti con dispositivi di ultimissima generazione, dotati di intelligenza artificiale e piena manovrabilità a distanza.
Un’operazione pericolosissima anche nell’immediato, di cui il popolo italiano, che più volte si è espresso contro il rischio nucleare anche civile, è tenuto all’oscuro.
Riteniamo dunque tragicamente ridicolo e profondamente irrispettoso di un’ampia fetta dell’opinione pubblica che non si riconosce nelle politiche militari dei governi Draghi e Meloni il fatto che Zelenskji sia invitato a Sanremo. Il dramma oggi in corso nel suo Paese non è altro, infatti, che l’epilogo di un conflitto ben più lungo, quale quello del Donbass, che i maggiori Stati della NATO (quegli stessi cui oggi l’Italia è accodata!) hanno contribuito ampiamente a fomentare, limitandosi ad appoggiare militarmente l’Ucraina, nel corso degli anni.
Come intellettuali abbiamo il dovere di comprendere ciò che avviene dietro le quinte, e ci mettiamo perciò a disposizione per parlare al popolo italiano, che a tal fine invitiamo alla mobilitazione sabato 11 febbraio a Sanremo, per partecipare ad una grande assemblea popolare di piazza. L’Italia deve uscire subito dalla guerra interrompendo ogni aiuto diretto o indiretto a una delle parti in conflitto.
L’ Italia non può rassegnarsi a restare un deposito di ordigni nucleari micidiali sotto controllo americano, né luogo di laboratori e centri di ricerca bellici. È necessario liberare il nostro territorio da questa presenza. Saremo a Sanremo l’11 febbraio per dire al mondo in modo motivato e razionale ma forte e chiaro: Il ripudio della guerra significa ripudio senza se e senza ma.
La sovranità può essere limitata solo per assicurare la pace e la giustizia fra le nazioni (Art. 11 Cost.).
Ugo Mattei (Generazioni Future/CLN; giurista, professore universitario)
Manlio Dinucci (Comitato NO NATO NO WAR; giornalista)
Germana Leoni (Comitato NO NATO NO WAR/CLN; giornalista)
Alberto Bradanini (ex ambasciatore)
Franco Cardini (storico, professore universitario)
Carlo Freccero (massmediologo)
Joseph Halevi (economista, professore universitario)
Moni Ovadia (regista, drammaturgo)
Paolo Cappellini (storico del diritto, professore universitario)
Franco Guarino (reporter)
Geminello Preterossi (filosofo del diritto, professore universitario)
Roberto Michelangelo Giordi (scrittore, cantautore)
Alessandro Somma (giurista, professore universitario)
Savino Balzano (sindacalista, saggista)
Anna Cavaliere (giurista, professore universitario)
Thomas Fazi (economista, saggista)
Carlo Magnani (giurista, ricercatore)
Pasquale De Sena (giurista, professore universitario)
Alessandra Camaiani (giurista, ricercatrice)
Gabriele Guzzi (economista, presidente de L’Indispensabile)
Giovanni Messina (giurista, ricercatore)
Giulio Di Donato (filosofo del diritto, ricercatore)
Sara Gandini (epidemiologa, biostatistica, professore universitario)
Marco Guzzi (filosofo, poeta)
Simone Luciani (editore)
Sirio Zolea (giurista, ricercatore)
Giorgio Bianchi (giornalista, attivista)
Alessandro Di Battista (politico, giornalista)
Giuseppe Mastruzzo (direttore International University College of Turin)
L’allegra determinazione con la quale ci stiamo gettando verso un possibile conflitto mondiale, con il plauso dei grandi giornaloni, l’irrisione a tutto campo di chi propone scenari diversi dall’invio di armi, il silenziamento delle voci “scomode” (perfino il Papa, osannato solo quando fa comodo)… tutto questo ha fatto cadere le maschere di pacifismo indossate ordinariamente da moltissime persone e gruppi. Ha tolto definitivamente il velo davanti ai miei occhi riguardo la vera natura omicida di questo sistema neoliberista, per il quale la guerra è un’opzione possibile e a volte addirittura auspicabile, per quanto impatta sui mercati e sui commerci. E la vita umana, appena una merce.
Siamo in tempi drammatici.
Buonasera,
Grazie per aver condiviso il link per firmare, penso sia importantissimo poiché da voce, inoltre, al bisogno di camminare verso la pace vera con atti di pace compiuti da cuori e mani che cooperano. Anime che cercano, come in questo percorso essenziale che svolgiamo nei gruppi dp, di “lavorarsi da dentro” per irradiare in un mondo fin troppo vessato eppure pieno di ‘potenzialità’. Credo che sia un atto di amore verso i nostri antenati, noi stessi, i nostri contemporanei, la posterità e tutto il creato… un atto di gentile riconoscenza verso la Fonte della vita. Sento questo al di là di ogni dicotomico “giusto / sbagliato “, ” torto e ragione”, che stanziato spesso in molti di noi; per un momento, in questa fase così delicata e pericolosa (com’è è ampiamente ben spiegato dagli intellettuali), sospendo il giudizio connettendomi con un sentimento più libero ed anelante speranza…
Grazie a voi tutti ed a byoblu,
Giorgia
Ho firmato e ci sarò. Grazie Darsi Pace❤️?
Carissimi,
vi condivido la preghiera che in unione con le monache di Pennabilli recitiamo dal 24 febbraio 2022
Dio dei nostri Padri,
grande e misericordioso
Signore della vita e della pace;
Padre di tutti.
Tu hai progetti di pace e non di afflizione,
condanni le guerre
e abbatti l’orgoglio dei violenti.
Tu hai inviato tuo figlio Gesù
ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani,
a riunire gli uomini di ogni razza e ogni stirpe
in una sola famiglia.
Ascolta il grido unanime dei tuoi figli,
supplica accorata di tutta l’umanità:
mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza;
minaccia per tutte le creature
in cielo, in terra e in mare.
In comunione con Maria, la Madre di Gesù
ancora ti supplichiamo:
parla ai cuori dei responsabili delle sorti dei popoli,
ferma la logica della ritorsione e della vendetta,
suggerisci con il tuo Spirito soluzioni nuove,
gesti generosi e onorevoli,
spazi di dialogo e di paziente attesa
più fecondi delle affrettate scadenze della guerra.
Concedi al nostro tempo giorni di pace.
Mai più la guerra !
Amen Giovanni Paolo II
È meravigliosa, grazie di cuore Bianca! E grazie al Papa lassù, in cielo ?
Giorgia
Darsi Pace non può che essere contro la guerra, e io che lo sono sempre stato voglio restare contro.
L’Ucraina difende la causa giusta della sua libertà con la cosiddetta “guerra giusta” che è il rimedio sbagliato.
La resistenza ucraina è “giusta” come lo è stata quella dei nostri partigiani, che ovviamente era anche sbagliata.
Al dilemma “guerra sì o guerra no” non esiste una risposta senza una terribile contraddizione.
E se devo stare comunque nella contraddizione, allora scelgo di stare nella contraddizione che esclude la guerra.
Nella politica italiana le forze politiche si sono schierate tutte per l’invio delle armi all’Ucraina, e ci sono stati spiragli pacifisti ondeggianti, inevitabilmente deboli e contraddittori, nella Lega, nel PD, e nei 5 Stelle
( non prendo in considerazione i pacifisti ideologici novecenteschi che difendono la causa palestinese ma mai e poi mai quella tibetana perchè non possono condannare l’imperialismo della Cina comunista).
Ed è dentro queste contraddizioni che si deve lavorare, con urgenza paziente.
E la priorità va data al disarmo nucleare sapendo, con realismo, che questo richiederà un paziente lavoro di decenni.
Anch’io sono “contro la guerra”, ma il difficile comincia quando si vuole dare corpo a questa presa di posizione. Appena si cerca di approfondire ci si trova di fronte al grande mistero del Male, che neanche la prima lettura di oggi mi aiuta a penetrare, anzi sembra complicarlo ancora di più:
“Trascorso del tempo, Caino presentò frutti del suolo come offerta al Signore, mentre Abele presentò a sua volta primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. ”
Negli anni settanta Dom Elder Camara scriveva (pagando di persona) che ci sono tre tipi di violenza (guerra), a quale tipo di guerra diciamo di essere contro? la n.1, la n.2 o la n.3…? Giancarlo coglie bene questa antinomia ma, come me, ci “sta dentro” poco e opta per uno dei due “et”. Ma allora mi sorge un dubbio: sbagliarono quelli che, mediante la guerra, liberarono Auschwitz? Non lo so, e come il vecchio Rilke decido di stare sulla domanda, in preghiera, aspettando il momento in cui l’Universo mi troverà pronto a comprendere la risposta. E pazienza se intanto l’Ukraina brucia.
Navigando in internet, ho trovato molto illuminante questo post sulla guerra Russia-Ukraina https://www.youtube.com/watch?v=xFHH1pyP6gI
Benigno