Questo dialogo vorrebbe tentare di rispondere ad alcune domande e questioni che mi si sono appalesate come essenziali ai fini di una autocomprensione della ispirazione che muove i gruppi Darsi Pace.
Ravvivare la comprensione, ripetere le domande fondamentali costeggiando le quali ciascuno è giunto al pensiero di Marco, provare a mettere in crisi questo pensiero, verificarne la stabilità, l’ortodossia, la fondatezza rappresentano i compiti di ogni praticante.
Tutte le domande però credo si possano risolvere in un’ unica e fondamentale questione: perchè c’è un “interim”? Perchè c’è tempo dopo il compimento del tempo? Perchè c’è storia dopo la fine della storia in Cristo? Quale è il significato di questa misteriosissima dilatazione dei tempi che va avanti da due millenni? E quale è il ruolo del cristiano, il senso della sua presenza, in quello che inizialmente sembrò essere un mero intermezzo?
A tutte queste domande – ammonisce Marco – non vi è risposta definitoria, conchiusa perchè non esiste un punto di vista privilegiato posto al di fuori, in qualche modo esterno alla ricapitolazione in atto.
Neanche però ci si può accontentare di un silenzio mistico, apofatico, a una abdicazione totale della parola alle sue capacità di dire questi tempi
E’ su questo crinale, in bilico fra questi due estremi che parla e va inteso il pensiero di Marco e dei gruppi da lui fondati. Ed è l’intuizione di un Secondo Appello, di una cresima del mondo l’inedita lettura, la sua “risposta” alle domande su esposte.
Una risposta però che, si badi bene, non è mai data del tutto, essendo appunto la possibilità di una introduzione a un Evento in atto che comprendiamo solo nella misura in cui vi entriamo prendendovi parte attiva.
Grazie Andrea! È stata molto utile questa ricapitolazione per dare senso e direzione al lavoro iniziatico.
Grazie, Andrea, anche da parte mia. Per aver elaborato ed espresso domande che in molti ci portiamo dentro.
Un saluto,
Francesco
La svolta è vitalità e speranza, ma non può diventare un sistema perchè la sua natura è svoltare e non cristallizzarsi.
Per dire queste cose occorrono creatività, coraggio e fede, insieme all’allegria che provavo procedendo nell’ascolto.
E’ piacevole stare in questo “interim” di due millenni e non di due giorni come pensava san Paolo, perchè possiamo gustare “la storia” nel divenire dell’incarnazione del primo appello e del secondo che ora comincia a risuonare.
Ringrazio il giovane Granato che non conoscevo, e spero che si trovi il modo di lanciare nello studio e di sostenere in ogni modo la ricerca di questi giovani fioriti alla speranza e alla vita.