Non molti anni fa, il grande teologo, Karl Rahner, nell’ultimo decennio della sua vita, decretò: “Il cristianesimo del futuro, sarà mistico o non sarà”.
E non è che una delle grandi voci odierne che ciò sperano, visto il declino morale del Cristianesimo (si veda ad es. E. Biser).
Gli esseri umani, oggi, sono alla ricerca di una nuova esperienza spirituale e di un nuovo senso dell’esistenza, vista la perdita dei valori tradizionali trasmessi in precedenza.
In molti ambienti di ricerca e innovazione spirituale, con ironia, ci si chiede, quale miracolo garantisca ancora la presenza di persone, in grado di riempire per metà le chiese al culto domenicale.
MA COSA È LA MISTICA?
Credo che, vista la confusione che tale termine si è portato con sé, come ad esempio che mistica sia il fare esperienza di visioni, oppure l’udire voci oltre le normali percezioni sensoriali, o l’avere esperienze estatiche grazie a fattori divini, sia utile anzitutto cercare di definirne il significato in termini razionali.
Essa è fondamentalmente un genere di vita, la quale, implica, l’attività del conoscere l’essere umano dalla sua superficie alla sua profondità, nata nell’Antica Grecia in epoca pre-cristiana, e che ha continuato ad evolversi fino ai giorni nostri, presentando ancora “menti “pensanti, proponenti ed attive.
La Mistica si ispira a temi presenti in tutte le epoche, propone metodi di lavoro su di sé e gli altri simili nei vari contesti storici e geo-politici, e si occupa di aiutare l’uomo a trovare una via che lo conduca gradualmente a sentirsi più libero, a migliorare la sua relazionalità, ad essere via via più centrato nella sua interiorità e, come aspirazione massima a conoscere davvero chi è.
Secondo i mistici solo conoscendo sé stessi si può conoscere Dio.
Essa è stata utilizzata da tutte le Religioni, compresa quella Cristiana, ma è stata di volta in volta denigrata e messa al bando, quando le varie Chiese, nei vari luoghi del Mondo, si sono sentite minacciate nel loro Potere di tenere a sé legate le genti.
Sono innumerevoli gli esempi di mistici messi al rogo, incarcerati, allontanati dai loro uffici.
L’allontanamento di centinaia di autorevoli “menti mistiche “avviene ancora oggi, ma attualmente stanno nascendo, in tutto il Mondo, gruppi autonomi che perseguono nel proporre percorsi iniziatici, combattendo il Potere Costituito e diffondendo il sapere “mistico“ in strati sempre più crescenti di popolazioni.
ALCUNI ELEMENTI SPECIFICI DELLA MISTICA
La Mistica considera l’uomo come costituito da Corpo- Anima – Spirito.
E fa suo il bisogno, consapevole o inconsapevole, che ciascuno ha di conoscere Dio, o come alcuni
Mistici dicono attualmente, la divinità della realtà o l’Ultimità della Realtà ( J.M.Vigil).
In riferimento all’Anima, semplificando, la Mistica distingue due aspetti dell’Anima: uno superficiale ed uno profondo.
L’Anima in superficie è, per la Mistica, connessa allo psichismo (inteso come l’accavallarsi
di desideri, pensieri, bisogni, credenze, etc., che si sovrappongono senza avere un fine e per il quale non si arriva alla pace) e all’esteriorità superficiale della realtà.
L’esperienza mistica si propone, attraverso un processo graduale di distacco da sé, dalla superficialità dell’esteriorità, e dallo psichismo, di arrivare a permettere all’uomo di liberarsi gradualmente dall’Anima superficiale.
Il distacco graduale è un esercizio di morte continuo (Platone stesso definiva la filosofia un esercizio continuo di morte).
Tuttavia qui la “morte “non indica alcunché di funesto. Anzi oserei dire che stiamo parlando delle note di un Inno alla Vita.
Infatti, solo in tal modo, ci si avvicina gradualmente alla Beatitudine senza fine dell’esistenza, ovvero alla vita nell’ Intelligenza e quindi nello Spirito (Vannini).
Ma, l’Intelligenza, per la visione mistica, deve basarsi sulla Fede, cioè sull’Amore per il Bene Assoluto, su un movimento incessante verso l’Assoluto.
Nell’assenza di tale movimento è impossibile che avvenga il Distacco di cui sopra e tutto ciò che abbiamo visto.
Quando quest’ultimo è possibile, come testimonia San Giovanni Della Croce, si eliminano pretese conoscenze ed il relativo.
Con dolore si giunge alla “notte oscura dell’Anima “, popolata di angoscia ed intenso malessere.
Ma è proprio nell’attraversarla e nel’oltrepassarla che emergono chiarezza, lucidità ed un pensare in modo autentico.
La Mistica è, altresì, un’esperienza vissuta, che conduce, attraverso un processo graduale alla trasformazione dell’Iniziando, il quale vivendo inizialmente come uomo orientato al prevalere dell’esteriorità, e “definibile” come Uomo Esteriore, connesso all’Anima superficiale frammista al corpo potrà ri-orientarsi verso il proprio Centro, divenendo un uomo definibile come Uomo Interiore.
Solo da questa tipologia di uomo possono discendere in questo mondo “tutto il bene di esistere, ogni bellezza, ogni verità, ogni legittimità, ogni ordine, ogni subordinazione del comportamento umano a degli obblighi “. (Simon Weil)
Questo “uomo interiore”, o Uomo Nobile come lo definisce M. Eckart, distaccato dai beni terreni,
si rivolgerà all’amore del Bene, e cioè di Dio, facendolo attraverso la carità e l’amore per le creature tutte.
Volendo ulteriormente specificare, si può dire che l’Anima dell’Uomo Nobile, non disperdendosi nell’esteriorità, entrerà in un divenire e approderà ad un porto illuminato dalla Luce, una Luce semplice e pura.
L’Anima, divenuta luce, presenterà nel proprio fondo un vuoto.
Tale vuoto sarà colmato da Dio stesso.
E l’Anima sarà diventata, a questo punto, una sola cosa con Dio.
Questa nuova situazione permetterà di lasciar dire ad Eckart: L’Anima e Dio sono una cosa sola.
Ulteriore e fondamentale per la Mistica è la necessità di superare la dualità, permettendo così
all’uomo di pensare, metabolizzare e comprendere il concetto di Uno, ottenendo così una visione totale della realtà.
La Religione Cristiana e non solo, è in crisi, tra l’altro, perché continua a proporre in un’ottica duale la visione di un Dio, oggetto, al servizio dell’Io-egoico. O, viceversa, la concezione che l’uomo, abitante del pianeta Terra debba rivolgere la sua attenzione ad un Dio con la barba che vive nell’alto dei cieli, che ha dato le tavole della Legge a Mosè, ed è Onnipotente.
Per spiegare il concetto di Uno, basti pensare che non esistono bello o brutto, pulito o sporco, Natura o Cultura ma una unità degli opposti, la quale indica, che tutto è unità, Uno.
Per fare un esempio, se Dio è tutto, Tutto è in Dio e quindi ogni cosa, dal nostro pianeta all’Universo e ai Multiversi diventa un solo UNO.
Per terminare questo mio scritto di cenni relativi alla Mistica, trovo utile sottolineare nuovamente
l’importanza del concetto di Distacco, che rappresenta uno dei più importanti temi mistici.
E questo proprio perche è nella Rinuncia, nella spoliazione di se stessi , che si ritrovano le fondamenta per seguire il Maestro, Gesù il Cristo.
Allora come riassunto da Eckart: nulla avere, nulla essere, nulla volere, nulla sapere, e abbandonare la superbia in nome dell’umiltà.
Grazie, caro Marco, di questo articolo così semplice ma che va dritto al cuore della questione della fede. Purtroppo il Cristianesimo continua ad essere perlopiù un sistema di credenze “proiettivo” (oltre che moralistico, moralizzante e infantilistico), per cui si continua a parlare di Cristo, Maria e tutte le altre figure come estrinseche all’essere umano e alla sua interiorità. Per me appare questo il neo o punto dolente cruciale della crisi che anche il Cristianesimo sta vivendo. D’altronde, penso che se la forma di Cristianesimo dominante fallirà, sarà proprio per questa ragione: rappresentazione.
I gruppi come DP che si muovono su un’onda diversa sono, ahimè, ancora pochi. C’è bisogno che anche il Cristianesimo si “svuoti”, che, come le anime che anelano a una trasformazione radicale, raggiunga anche lui quel vuoto dato dal niente sperimentabile nel processo iniziatico, un nulla che de facto assuma le forme di un’assenza pressoché totale di fedeli aderenti a quello che apparirà come il vecchio modo di concepire la fede. Lo sappiamo, del resto, proprio noi: tale nulla, sperimentabile al fondo della nostra disperazione, è tutt’altro che un male.
Penso che questa spoliazione o, se vuoi, decostruzione sarà necessaria (e ormai inevitabile anche) per una rifioritura.
“Le religioni sono sistemi di guarigione per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni”, affermava lo psichiatra Carl Gustav Jung. E, d’altra parte, Marco Guzzi non ci ricorda spesso che lo stesso Cristo è venuto a distruggere tutte le religioni?
Concludo con un’altra citazione di Jung tratta dal suo Libro Rosso, che si lega molto bene a quell’idea di sperimentazione del mistico di cui parli tu e che anche il percorso DP propone: “Devo liberare da Dio il mio Sé, poiché il Dio che ho conosciuto è più che amore, è anche odio; è più che bellezza, è anche ripugnanza; è più che sapienza, è anche assurdità; più che forza, è anche impotenza; più che onnipresenza, è anche la mia creatura”.
Un caro saluto e grazie ancora di cuore per queste parole illuminanti e, a loro modo, rivoluzionarie.
Buona giornata,
Simone
“…nella prospettiva teista, la creatura non è la stessa essenza divina, mentre nella prospettiva non duale, post- teista, la creatura è la stessa divina essenza.” “L’ occhio nel quale io vedo Dio è lo stesso occhio in cui Dio mi vede; l’occhio mio e l’occhio di Dio non sono che un solo occhio, una sola visione, una sola conoscenza, un solo amore”.
P Gamberini, Deus due punto zero, cap 9 pag 451
Ti ringrazio.
Ho sempre pensato che il mio tanto leggere e cercare, servisse per rispondere a questa domanda: “Come si fa ad essere felici nonostante la precarietà della vita?”
Ma quella domanda conteneva una dualità, un errore di fondo: perché non c’è contrapposizione tra la felicità e la precarietà della vita. Tutto è Uno.
Un caro saluto
Allora il percorso Darsi Pace è sicuramente un percorso mistico!
Forse si può dire quindi che mistica è la ricerca della verità, del senso ultimo, e in definitiva di me stesso.