STRETCHING DELL’EGO

Commenti

  1. Caro Simone, ti ringrazio di cuore per questo scritto; il tuo guardarti dentro senza retorica ma con grande onestà è anche un regalo per chi ti legge. Lo è sicuramente per me, la luce pacata che getti sui tuoi meccanismi inconsci illumina anche i miei (rimango sorpreso, mi sento veramente descritto… esclamerei quasi “ma sta parlando di me!”) e mi invita a guardarli, prima di tutto, con maggiore serenità. Come dire, “sì c’è tutto questo, tutto questo è vero, ma non bisogna disperare, c’è una strada di uscita, c’è un ricominciamento, ogni giorno”

    Questo lavoro certosino, questo “imparare a guarire”, come titolo che mi venne tempo fa per il mio piccolo esperimento di poesia – proprio sulla scia di questo laboratorio – a volte mi pare tutto quello che ho in mano. Ed è già molto.

  2. Grazie Simone per questa illuminante testimonianza! Frutto di un ottimo lavoro in corso…Il cammino può essere arduo, ma se fatto con questa consapevolezza certamente ci saranno i risultati…Daltronde i nodi si sciolgono con pazienza e dolcezza, non con lo sforzo..Riuscire ad entrare nel ritmo del respiro non è facile, e non avviene con il gioco-forza (come diceva il grande Gerard Bliz); ma con “l’abbandono, la fede-fiducia, e l’amore per la ricerca del Divino”. Buon cammino in DarsiPace! ??

  3. Grazie per il tuo fresco aiuto a perseverare con gioioso cammino verso uno stato interiore più vero ,pacificato e capace di speranza attiva , anche contro i nostri pensieri male-dicenti e sfiduciati.

  4. Salvatore Santagati dice

    Certo è faticoso vivere, in Darsi Pace stiamo imparando che oscilliamo in continuazione tra lo stato egoico – bellico e lo stato in conversione.
    È importante perseverare e non arrenderci alle distrazioni di questo mondo che ci vuole deboli e facilmente addomesticabili.
    Grazie Simone
    Un caro saluto

  5. Simone, riesci sempre ad avere uno sguardo molto lucido su di te, e mi verrebbe da dire, talvolta fino ad essere spietato. Eppure dalle profondità più buie sai lasciare emergere le intuizioni del nuovo; sai riconoscere il buono che ti definisce vera umanità.
    C’è davvero tanto da imparare da testimonianze come la tua. Le persone che soffrono molto sono le più interessanti perché sono quelle costrette ad interrogare la vita nella sua essenzialità.
    iside

  6. Stefania Sebastianelli dice

    Quando Paola Balestreri, in una lettera indirizzata ai Praticanti della seconda annualità, raccomandò la perseveranza a fronte di probabili scoramenti e stanchezze, che sarebbero forse insorti a questo punto del percorso, mi sorpresi non poco, e ritenni di essere immune da simili percezioni, al momento. Ma mi sbagliavo, e di brutto, se oggi, leggendo queste vostre testimonianze, mi specchio completamente nel vostro oscillare penoso e reiterato tra l’Ego e l’Io in conversione/contemplazione. Non solo mi rispecchio, in verità opero una ricognizione dolorosa dentro le mie modalità belliche di relazione, e mi affloscio, mi accartoccio nei dubbi. Sono scissa nel mio sentire, non so se dare credito a ciò che afferma “la pancia” o a ciò che il cuore le contrappone, in fasi alterne. Ed è proprio questo alternarsi perpetuo che mi destabilizza. Mi osservo: ora provo fastidio verso Tizio, a prescindere dal suo comportamento talvolta, o anche per una sensata causa. Lo bistratto, lo biasimo, me ne allontano. Mi sento male, mi giudico intollerante e insensibile. Considero in me la presenza di opposti sentimenti: di repulsione e di rabbia, quindi subito o poco dopo, di comprensione e benevolenza. Sono matta, dev’essere così. Sono inaffidabile e discontinua. Tocco con mano la mia miseria, e penso che è tutto inutile il mio lavoro, il mio sforzo di liberarmi dagli automatismi dell’infanzia. Eccolo lì lo scoramento, è bastato voltare l’angolo. Paola aveva ragione dunque… e ha ragione Simone, quando descrive la propria facciata sorridente, quasi serafica, a dispetto dei tumulti interiori che ha dentro. Anch’io, sì. EGO QUOQUE. Nessuna terapia psicologica mi ha dato risposte altrettanto convincenti e appropriate quanto quelle che ho trovato in Darsi Pace. Allora respiro in silenzio, nel segreto della mia stanza. Allora cerco di accettare l’irregolarità del ritmo e le sincopi. Allora penso: non sono io questa paura, questa rabbia. Riesco a fatica a immaginarmene al di fuori, al di sopra, e a sorridere. Mi concedo di abbracciarmi, di accogliermi senza giudizio. Ah, quanto difficile! Le lacrime a volte tracimano, lavano, portano via, scorrendo verso il basso. E penso a Paola, con un gran senso di umiltà. Quanta la strada da percorrere! Come dice la canzone: “…credevo di volare e non volo…” Sì, però sto costruendo le ali, piuma con piuma, ed una impalcatura robusta e leggera per veleggiare. Buon vento a noi, alianti in preparazione. Tra timore e fiducia, e gratitudine.

  7. Caro Simone,

    grazie del tuo bellissimo scritto. Ogni parola è precisa e puntuale, si vede che nasce da un processo che pur nelle sue tante difficoltà si sta veramente incarnando. Sono felice, come tua tutor, di poter essere testimone della tua crescita, di questo lavoro che stai realizzando con grande determinazione. I tuoi doni stanno pian piano emergendo, ripuliti pian piano da tutte le distorsioni dell’ego. Emergono prima di tutto attraverso questa capacità di usare la parola poeticamente e potentemente allo stesso tempo. La tua parola è infatti poetica e vibrante, dolce e forte, evocativa ed acuminata. Penso ti rispecchi, dolce e pieno di fuoco come tu sei. Ti capisco benissimo inoltre, anche a me mi venivano e mi vengono ancora oggi dette le stesse cose, con quei giudizi taglienti dell’ego che pretende di sentenziare sulle persone senza mai sforzarsi di andare più in profondità. Quanto mi hanno ferito quei giudizi, quelle parole infierite come lame, dandogli poi – in passato- così tanto credito, come se la parola dell’altro fosse veramente portatrice della verità ultima su di me. Non dargli peso Simone, sono parole proferite da un ego ferito, oltretutto nemmeno consapevole di esserlo. Ora sai che la parola autentica, quella che ti rivela ogni giorno il mistero che sei, nasce da ben altri luoghi, sgorga da ben altre fonti. Piano piano quell’albero sta mettendo radici sempre più forti, e ci allieta con la sua bellezza e con il suo profumo di fiori di primavera. Anche tu ne stai diventando sempre più consapevole, e ce lo testimoni ogni volta attraverso i tuo bellissimi testi.

    Grazie caro Simone per tutto quello sei, sei prezioso per tutti noi.

    Maila

  8. Simone nella tua sofferenza ..mi ritrovo in pieno…in questo momemto della. Mia vita .quanto male ci procuriamo…inpersonando personaggi che non fanno parte di noi……percche in qusta società smascherare e pericoloso avvolte .franteso .e questo sforsarsi si ripercuote nel profondo …di noi .e poi arriva il crollo …all’ora inizia una ricerca…
    Io ho trovato questo movimemto darsi pace…solo il nome e un bel programma di vita. Mi ha rapito..sto iniziando ascoltarmi e seguire il mio respiro…lasciare andare… per ritrovarmi…grazie

  9. Bianca Sghedoni dice

    Grazie infinite Simone

  10. Mi aggrego ai tanti messaggi di ringraziamento per la tua testimonianza Simone. Che bello se tu potessi essere voce per tanti giovani come te. Noi “vecchiotti” non possiamo arrivarci! Sei invitato a Padenghe sul Garda, per una testimonianza, un’attivazione tra giovani a confronto o altro… (Cascina Pralongo 3339529206 Giovannimaria). A presto!

  11. Simone Compagnucci dice

    Grazie a voi tutti, amici (Marco, Vania, Ivano, Salvatore, Iside, Stefania, Maila, Susanna, Bianca, Giovannimaria) dei bellissimi feedback e delle risonanze…che mi aiutano a percepire un senso maggiore di unità tra tutti noi e il genere umano. Siete voie e sono le vostre parole il dono più prezioso che mi fate. Il processo di smantellamento delle nostre parti egoiche è delicato, poiché destrutturarle significa togliersi brandelli di carne che sono divenuti la nostra persona essendovici impressi sopra. E si ricade sempre, come solito, sempre..perciò molta pazienza e tenacia. Nonostante le mille difficoltà, quei periodi di scoramento, le malattie varie, i farmaci e gli psicofarmaci rifilatici continua ad esser dentro di noi la sorgente più profonda da ascoltare. Purtroppo non spesso ascoltiamo parole rigeneranti da parte di chi ci sta accanto, poiché tutti ci muoviamo a livello superficiale, anche nei dialoghi che conduciamo. Raramente incontri del genere almeno a me sono capitati.
    Ma come diceva Ungaretti, solo la “parola scavata dall’abisso” può salvarci e rigenerarci. Attingere alla quale è faticoso, c’è bisogno di morire al nostro Io presuntuoso.. ma 1) non è affatto impossibile 2) si tratta della cosa che ripaga più in assoluto su questa terra..quando accade.

    Vi ringrazio ancora tutti, amici, augurandovi un percorso ricco di ulteriori scoperte su tutti voi e un prospero contatto costante con la Luce divina che ci abita!

    Simone

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