Chi servo io?
Questo mi chiedo sempre più spesso e con maggiore intensità!
E guardandomi intorno, me lo chiedo anche riferito a chi vedo … come per esempio, giorni fa, seduta
in metropolitana … osservando i volti spesso tristi, gli sguardi spenti, i corpi afflosciati sui sedili, di chi viaggia nei sotterranei urbani, a volte decadenti e degradati. E questi servizi, chi servono?
Chi serviamo, uscendo presto di casa la mattina per tornare stanchi a fine giornata?
Quale autorevole padrone conquista la nostra devozione, in termini di tempo, energia?
Quale culto offriamo e quale difesa attiviamo per non perderlo?
Non è facile rispondere a queste domande; per aiutarci a riconoscere il destinatario o destinatari a cui offriamo i nostri servizi, bisogna cercare sotto le spoglie dei comuni nomi di lavoro, studio, divertimento, viaggi e altri che usiamo giorno dopo giorno. Per la durata di tutta la nostra vita, considerandola libera.
Se l’ansia mi accelera il passo per non restare indietro, nella competizione che mi vuole efficiente; se cerco di compiacere i diktat del mondo, allineandomi alle sue esigenze, magari dimenticando o azzittendo quelle che reclamano la mia attenzione dal profondo: io chi sto servendo?
Se la paura paralizza la mia vita e cerco di controllarla fin nei minimi dettagli, riducendola ad un piccolo recinto fatto di orari, regole e attività che mi fanno sentire al sicuro, trasformandola in una prigione o in una tomba, che di certo mi chiuderà nel mio giustificato isolamento: io chi sto servendo?
Se la rabbia mi spinge in lotte feroci contro le ingiustizie di questo mondo, e correndo con me incitandomi come nella corsa i cavalli, pompa in me mille buone ragioni per maledire, distruggere, odiare. E venire così maledetta, distrutta, odiata: io chi sto servendo?
Se la tristezza mi sommerge con i suoi racconti deprimenti sul passato presente e futuro; annegando nelle lacrime o nell’ aridità il mio sorriso e ogni impeto vitale; e se con il suo volto compassionevole mi offre per sollevarmi, l’ampio ventaglio delle possibili fughe e distrazioni nell’illusione: io chi sto servendo?
Se l’indifferenza mi fa camminare tra le vicende umane, con lo sguardo rivolto altrove; tenendo il cuore stretto stretto sotto il mio morbido maglione; e chiuse le mie mani a quelle aperte intorno a me
mendicanti non solo spiccioli, ma attenzione: io chi sto servendo?
Chi regna in me, e chi scelgo di servire?
Ho bisogno di silenzio e calma, per ascoltare le voci dei pensieri, di continuo parlare per convincermi.
Li devo osservare bene, senza fretta: dove vogliono portarmi? Cosa mi offrono? Perché?
Posso farlo quando mi siedo a meditare, respirare profondamente, lasciarmi spogliare da immagini e idee già impacchettate, come i prodotti nei supermercati. Pronte per essere consumate, comodamente seduti.
Ho bisogno di abbandonarmi al vuoto, senza cercare di riempirlo. Restare in attesa, del respiro che torna sempre. Lieve. Ho bisogno di ritrovarmi. Ho bisogno di nutrirmi. Ho bisogno di Te.
Luce da Luce. Dio vero da Dio vero. Aiutami, ti prego, a servire Te. Tu solo regna in me.
Fammi amare ciò che comandi Signore, fammi desiderare ciò che prometti, perché tra le vicende del mondo il mio cuore pensante dia fisso là dove Tu sei, dove è la vera gioia
Grazie Brunella, sono proprio io, le parole che riporti descrivono in pieno il mio stato egoico.
Perciò grazie per questa bella preghiera, riflessione, meditazione, osservazione, tutto molto lucido e preciso e al contempo molto benevolo, proprio come la verità, come la luce dello spirito che le tue parole invocano alla fine.
Grazie per questo ricordare la profondità del nostro (mio) essere.
Grazie per questo ampio respiro finale.
Un abbraccio
Stefano
Cara Brunella, grazie.
La tua riflessione mi aiuta molto nel combattimento spirituale quotidiano, così aspro. Sono mille e mille le maledizioni, le paure, i pensieri negativi che ci vogliono incatenare in questa gabbia.
Ma mi consola sperimentare che basta un solo espiro – svolto con coraggio e fiducia – per svincolarci dalla paura, e cominciare a vedere nella verità. Nella luce.
Diciamo no a questo sistema fondato sulla paura. Molliamo la presa. Ne vale la pena.
Occorre farlo proprio per sperimentare che la paura – che ci appare così forte ed “oggettiva” – in realtà è più infondata ed inconsistente di quello che crediamo.
La libertà è a portata di mano. Sempre.
Lo Spirito è libero per definizione.
Dobbiamo soltanto esercitarci quotidianamente a scatenarlo.
Molto bello il tuo scritto Brunella, pungente, calzante, danzante….mi fa pensare a una seria e leggera ricerca di integrità…
Ciaoo
Bianca
Sono mesi, anzi, anni che rifletto proprio su questa tematica. Ogni giorno, nel tragitto casa-lavoro e viceversa, spendo tre ore buone a osservare cosa succede tutto intorno, tra i volti smarriti e i passi incerti ma svelti. Mentre lascio trasportare il peso del mio corpo-zombie dalle scale mobili o dal tapis roulant e poi dalla metro, dove si sta così ammassati, mi sembra quasi di andare con tutte quelle persone al macello. E mi domando dove sia il senso di tutto questo. Non trovo ancora risposte, ma fermarsi per farsi queste genere di domande e avere fede che c’è una risposta e che prima o poi, quando saremo pronti verrà a galla, è sicuramente un gran sollievo. Grazie
Grazie per il tuo scritto, cara Brunella.
Mi fa molto pensare, mi ci vedo proprio io, in molti istanti della vita. Magari quel me stesso che si definisce cattolico, impegnato in percorsi di consapevolezza, con tante belle intenzioni, sotto sotto convinto di saperla lunga (senza dirlo, ovvio: perché anche la maschera della falsa umiltà, è appiccicosa)… e poi si accorge che è passata la giornata e ho scelto di servire tutt’altri di chi avrei voluto. Che umiliazione!
Se l’Essere non mi ama per come sono (non per come vorrei, non per come me la racconto) non ho alcuna speranza.
Se mi ama così, quando lo sento, riparto e addirittura, sorrido.
Uno molto amato, che sa di esserlo, ma chi lo ferma?
Cara Brunella,
risuonano tanto in me le tue domande: è davvero difficile sapere o capire chi stiamo servendo, perché in ogni momento c’è una scelta da fare, se ne siamo consapevoli.
Anch’io credo che la risposta stia nella ricerca, nell’ascoltare e nell’ascoltarsi, quindi nel pregare per abbandonarsi a Dio.
Gesù ci insegna che il senso è costruire un regno di pace e di amore. Ci insegna anche che non si può servire a due padroni, contemporaneamente aggiungerei, in quanto è un attimo cambiare tra i due… eppure ogni volta che torniamo siamo perdonati.
Si, cari amici e amiche, tutti noi sperimentiamo queste forme di ambiguitá, confusione e lacerazione…ma, accorgersene e cominciare a cercare altre vie in noi, è possibile e augurabile…come ben dici Pier, ogni volta che torniamo, allo stato di piú profonda consapevolezza, e ci vediamo meglio, siamo perdonati. Aggiungerei, incoraggiati a proseguire, sulla via della veritá che ci libera. È questo, il segno del vero Amore. Grazie per le vostre risonanze. In comunione di cammino. Brunella
Grazie Brunella e grazie a tutti.
Anche ogni passo che facciamo chiedendoci, chi sto servendo ? è un passo verso noi stessi. Voglio impegnarmi a vivere quel passo intensamente, ringraziando della possibilità di viverlo. Perché la felicità non è dove voglio andare ma lì dove sono, andando dove voglio andare.
Buon cammino a tutti.
Andrea