Dal 19 al 21 Maggio 2023 il gruppo Darsi Scuola si è raccolto fisicamente da tutta Italia, nella splendida cornice toscana di Romena, per il secondo ritiro della sua breve ma intensa storia, come coronamento e celebrazione di un anno di incontri, lavori, condivisioni e formazioni, sia on-line che in presenza, sull’educazione nel senso più ampio del termine.
Scriviamo per raccontarvi qualcosa di meraviglioso.
Il solo fatto di partire, di viaggiare tutti verso lo stesso centro, e una volta arrivati di mettere in comune con gli altri la propria fisicità, la stessa aria, gli stessi battiti, dà vita ad una sintonizzazione che rende individui diversi parte di un unico “corpo”.
Chiara, pedagogista, descrive così il suo vissuto intimo, che l’ha accompagnata fino alla partenza del Venerdì:
“Sono giorni di un maggio autunnale. Si avverte il desiderio di aprirsi al nuovo, ma l’imperante grigiore, che prende il nome di impegni, lavoro, impedimenti, spinge a rannicchiarmi. Così, sapendo che avrei incontrato familiari resistenze interiori, ho risposto ad un invito perché il mio bisogno di tornare a “sentire” la Vita era così tanto più forte delle mie paure. Tanti cuori sono partiti quel mio stesso giorno. Hanno attraversato l’Italia, portandosi dietro forse anche il peso di tante vite, che spesso ci restano dentro. Perché fa parte del voler bene. Non puoi farci niente.
Quando ci siamo guardati, dopo chilometri di stanchezza, è stato come se avessimo sussurrato “finalmente” tutti insieme”.
Darsi Scuola è una realtà che viene costruita giorno dopo giorno da studenti, educatori di ogni ordine e grado, psicologi, docenti in pensione con un’inesausta voglia di dare, ognuno col proprio umile e costante lavoro quotidiano, privato, individuale, ma alimentato da una fede comune, e cioè che l’essere umano sia un progetto infinito di libertà e che noi siamo vivi per portare avanti lo svolgimento di questo destino.
Se l’educazione non attinge a questa visione e non anela a questo fine, vediamo crescere uomini tristi e deformi, addolorati e terrorizzati, che conoscono l’aggressività come unica forma espressiva.
L’esperienza del ritiro ci ha fatto toccare con mano che questa unione nella diversità, fondata su una medesima speranza, non solo è possibile, ma dà senso, dà salute, dà vita.
E siamo certi, visti gli immensi benefici, che presto o tardi diverrà una pratica abituale di ogni comunità antropologica, dalla famiglia al gruppo dei pari alla squadra di lavoro.
Così emerge nella testimonianza viva di Andrea, studente in filosofia alla Sapienza di Roma:
“Abbiamo sperimentato, a livello psicologico ed emotivo, una molteplicità di toni, di in-tonazioni dell’anima.
Nel giro di poche ore, siamo passati dal pianto alle risate, dalla commozione raccolta e dall’ascolto reciproco all’animata discussione sul futuro delle pratiche educative, dal silenzio orante al disegno con matite e pennarelli, dal contatto fisico degli abbracci a discorsi escatologici a tavola… e poi di nuovo risate a crepapelle, fino a notte fonda.
La cosa strana – quella che vorrei appunto rilevare come la vera ricchezza, il tesoro nascosto di questo ritiro – é che in tutta questa vorticosa altalena di stati emotivi non vi è stato nessun contrasto di fondo: l’oscillazione a cui ci siamo aperti, era perfettamente armoniosa e coerente, anche nella sua follia e inconcludenza. Cosa c’è infatti di più illogico e stridente (per il nostro piccolo ego) di passare da accalorate discussioni sulla scuola, cioè dalla serietà che richiede il confronto con “una nave che affonda” (come è stata definita la condizione odierna della scuola), a rotolarsi su un prato in una giornata di sole, a giocare insieme come dei bambini ignari del male?
Cosa c’è di più scisso, schizofrenico di questo? Eppure, e ve lo posso assicurare, vivendo da dentro questa meravigliosa altalena di stati, essa mostrava una sua armonia, una logica di freschezza e leggerezza, che si schiudeva proprio nel nostro pieno abbandonarci ad ogni pretesa di occupare e rivestire uno “stato fisso”, un “tipo”, sia esso quello del rivoluzionario critico del sistema o dell’intellettuale o ancora dello spirituale. Il nostro ego dice: “o piango o rido, o ascolto le mie profondità o mi disperdo fuori in giochi futili e bambineschi”.
No! no! no! – sembra dirci la nuova umanità – non avete capito proprio niente! Io non sono un monolite freddo e sempre uguale a se stesso, io sono la collezione di tutta la vostra intera e misteriosa complessità.
E’ questa la plasticità della mia forma umana che ho sperimentato a Romena e voglio continuare a sperimentare perché è in questa malleabilità imprevedibile – capace di fare cose apparentemente opposte e assumere atteggiamenti inconciliabili – tutto lo scarto fra il vecchio che muore e il nuovo che nasce”.
A Romena nella giornata di Sabato siamo stati accompagnati dalla dolce ed esperta guida di Mariangela Di Pasquale, la quale da anni elabora un metodo pedagogico inscindibile dal lavoro interiore del docente e dei discenti.
Alessandro, studente magistrale in Scienze Pedagogiche all’università di Tor Vergata, ci racconta in questi termini la sua esperienza:
“Esercizi di una semplicità disarmante – ballare, guardarsi negli occhi, prendersi per mano, urlare, colorare – conturbanti proprio perchè in quanto elementari, non danno adito alle pretese di complessità, di proiezione e di astrazione con cui la nostra mente tenta di neutralizzare il panico davanti all’altro, ti fanno toccare con mano le “cose” a cui ci riferiamo quando parliamo di difese, resistenze, blocchi, chiusure, parole che più le si usa e più le si pensa, più rischiano di sostituire il concetto alla realtà, il lessico psicologico, morale e teologico alla tangibilità della carne, alla sensazione di paralisi del corpo mentre il cuore batte all’impazzata e il cervello si annebbia davanti allo sconosciuto, all’impulso di scappare fuori o di sedersi in silenzio, dando mostra che dentro le acque siano placide mentre tuonano i mulinelli dei ricordi e dei pensieri appuntiti; l’istino di far finta di essere morti, per non sentire il furore della vita che fa paura perchè non porta con sé solo la gioia, la risata e l’entusiasmo, ma anche gli artigli delle furie e gli incubi sepolti nel giardino, che nascondiamo agli altri e a noi stessi per paura di identificarci e di essere divorati da quei mostri che forse potremmo essere noi, a dispetto di tutte le apparenze disponibili, i sorrisi appesi, le voci candide.
Eccolo, il “peccato” di cui ci parla la cultura cristiana! Ecco la “prima separazione” che sempre da capo in ogni incontro ci troviamo a vivere! Ecco il circolo di terrore, rigidità, meccanicità e dolore, inestirpabili nella loro misteriosa radice, e però anche malleabili, liquidabili.
Ora capisco, perchè lo tocco! E’ qualcosa prima di tutto di fisiologico, di biologico.
E quando lo vedo, lo posso lavorare. Con un piccolo sforzo cosciente, posso decidere volontariamente di rilassarmi, di dirmi “non c’è alcuna vera minaccia, la sto solo immaginando” e di lasciarmi andare, succeda quel che succeda.
Buttarsi nell’abisso della relazione: ecco la fiducia nella vita, ecco la fede che può fare a meno dell’ideologia e del moralismo!
E infine lo scoppiare invisibile dell’inaspettato: dopo il salto, una serenità incondizionata dopo il crollo del muro, il piacere dell’abbandono.
Il cambiamento reale della coscienza, la sensazione concreta dell’unione. E’ questo, ho avuto una boccata d’amore!”
Domenica visitiamo la fraternità di Romena, non molto lontana da Camaldoli.
Discutiamo con emozione del fatto che Darsi Scuola si trasforma passo dopo passo da “ospedale da campo”, per il sostegno reciproco di insegnanti messi alle strette da un sistema educativo progressivamente disumanizzato, a nuovo luogo di formazione per i maestri delle nuove generazioni, coniugando nell’ambito educativo, sulla scia di Darsi Pace, il lavoro interiore psicologico e spirituale con quello esteriore, a livello culturale e sociale.
Ci stringiamo in cerchio per ringraziare Lula, che ha sognato tutto questo prima di noi, ci ha creduto e lo ha reso possibile, creando relazioni e connessioni tra persone in cerca di un senso nuovo di “fare” ed “essere scuola”.
La Nuova Umanità si prende cura, abbraccia, ama i nuovi inizi e crede profondamente che seminare il bene e la bellezza possa portare alla trasformazione del mondo.
“Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato”. Siamo semi di Amore. Se desideriamo tornare a “sentire” Dio e la Vita apriamo lo sguardo, respiriamo, andiamo incontro e verso. Rumi scrive “Ciò che cerchi, ti sta già aspettando”.
Noi. Tutti qui. Vogliamo essere la Nuova Umanità. Senza abbellimenti di facciata, con i nostri percorsi, le nostre notti dell’anima, la nostra Luce, i nostri palpiti.
Accomunati dalla passione per la conoscenza, per l’educazione, per l’evoluzione. Fermamente convinti che solo uno sguardo nuovo possa restituire alla realtà la dignità, anche laddove sembra impossibile. Crediamo nei bambini e nelle bambine, che sono portatori di un messaggio d’Amore.
Crediamo che i talenti abbiano bisogno di tempo per esprimersi e che un mondo diverso sia possibile. E ci crediamo così tanto da voler tracciare una strada nuova, sulla quale probabilmente cammineranno altri. Per questo ne vale la pena. Non riusciamo a pensare ad una vita fuori da questo “donarsi”.
Respira. Abbraccia. Senti il cuore. Torna al cuore. Quando pensavi di aver perso la strada, incontri sguardi identici e un senso di amore profondo ed eterno ti pervade.
Tu sei pace. Una voce arriva alle corde più profonde dell’anima e sentire il cuore dell’altro battere nel mio è l’Assoluto che trova casa.
Nell’aria si diffondono le note della canzone di Franco Battiato “Tutto l’Universo obbedisce all’Amore”.
Con questo spirito ri-partiamo.
Chiara Fioravanti, Andrea Granato, Alessandro Maggetti
Grazie ragazzi. Siete riusciti a tradurre in parole sfumature delicate e emozioni provate a pelle. L’armonia continua. Non riesco ad aggiungere altro se non… grazie, a voi che avete messo il cuore anche in questa testimonianza e a chi si é messo in gioco fino in fondo
Ci saranno altri incontri formativi in programma? Bisogna fare un percorso antecedente? Grazie
Mentre noi perdiamo il tempo pensando che la scuola è allo sfascio, è crollata, mentre i grandi giornali aiutano a coltivare questo pessimismo, lo Spirito inesausto genera queste bellissime realtà. Che fanno fiorire la speranza. Grazie a tutti voi di Darsi Scuola, di cuore, per quanto state operando.
Grazie Chiara, Andrea e Alessandro.
Per credere nella Nuiva Umanità insorgente è fondamentale fare pratiche di Nuova Umanità. Avete restituito sapientemente il vissuto “miracoloso” di quelle giornate.
Grazie.
Dario
Buon giorno, solo da poco ho scoperto questo “darsipace” vorrei sapere informazioni su come si può aderire agli incontri ed eventuali uscite, grazie
Buongiorno Francesca, si può partecipare ai gruppi Darsi Pace, e quindi anche ai gruppi di creatività culturale ad essi collegati (come Darsi Scuola), iscrivendosi a partire dal 1 settembre su questo sito.
Come puoi approfondire nei vari link di questo sito, il cammino è guidato da Marco Guzzi (tranne in rare occasioni in cui viene sostituito da formatori abilitati) ed è un percorso organico strutturato in un triennio di base e in 2 bienni di approfondimento.
Si tratta di incontri fisico-telematici (12 all’anno per ogni annualità): si svolgono a Roma, all’ateneo salesiano, ma si possono seguire on line sui siti riservati delle varie annualità dopo qualche giorno dal loro svolgimento. I video degli incontri restano sul sito riservato per tutta la durata del triennio di base, ed è possibile vederli quando si vuole.
Ogni sito ha un blog dove i partecipanti possono condividere il lavoro di trasformazione (che si svolge su 3 livelli: culturale, psicologico e spirituale), attraverso il confronto con altri praticanti e con tutor abilitati.
Il percorso è un percorso organico: seguendo con una certa precisione e fedeltà le tappe proposte, si può acquisire una maggiore centratura spirituale, una capacità di leggere i tempi che viviamo, ed è possibile curare le problematiche psicologiche e relazionali che ci rendono spesso infelici.
Le realtà regionali sono nate da alcuni anni e stanno pian piano crescendo, rispondendo al bisogno di ‘fisicità’ e di confronto personale sul cammino.
Se sei interessata puoi quindi iscriverti al primo anno (ogni anno parte una nuova prima annualità), i cui incontri, il prossimo anno 2023-2024, si svolgeranno la domenica mattina. Gli incontri vengono filmati e inseriti nel sito riservato dopo circa 5 giorni dal loro svolgimento, per consentire a chi non vive a Roma di seguire il percorso.
I primi due incontri del primo anno sono eccezionalmente aperti a tutti e avvengono sempre in diretta facebook e si trovano anche (quelli dello scorso ottobre 2022) sul canale yt di Darsi Pace a questi link:
1° incontro: https://www.youtube.com/watch?v=9IUwe0QfiFk
2° incontro: https://www.youtube.com/watch?v=WIsu_o9IjTE
Per chi vive fuori Roma, è possibile anche venire a trovarci ogni tanto (l’università ha una comoda foresteria dove pernottare a 40 euro).
Sperando di averti con noi nei gruppi, ti saluto cordialmente.
Paola Balestreri