Un dialogo incantevole. Così ricordo questo importante incontro con l’Étolie della danza classica, Liliana Cosi. È stato come entrare in una favola, di quelle che non hanno confini, dove anche la più piccola smorfia, il segno dettato da una pausa o la curva del sorriso trattenuto, diventano la trama di una storia che vale la pena ascoltare con tutto il corpo. Sì, con tutto il corpo. Perché l’orecchio non è il solo organo capace di accogliere i suoni, le vibrazioni, i battiti e le melodie. L’Arte della Danza questo lo ha sempre riconosciuto, fin dai tempi antichi. Sciamani, baccanti, sacerdoti, iniziati: tutti hanno danzato per sostenere il creato, o per essere sostenuti dalla potenza dell’azione divina originaria. Tutto, in un certo senso, è danza. Dall’asteroide che sfreccia alla libellula che volteggia. Basta osservare con la curiosità dell’infante e tutto, come d’incanto, prende a danzare. Per questo nel Cantico dei Cantici si legge: «Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline. Somiglia il mio diletto a un capriolo o a un cerbiatto». Anche la natura, nonostante la ferocia e l’istinto predatorio che la possiedono, è spesso espressione di coreografie estasianti, addirittura al limite della sopportazione.
La spiritualità orientale ha fatto della danza una vera e propria forma di preghiera e di culto. Basti pensare alle iconografie del dio Shiva, detto “Nataraja”, ovvero Signore della Danza, che con la sua maestria distrugge e ricrea il cosmo continuamente. Ma pensiamo anche ai più famosi dervisci rotanti della tradizione musulmana. Gli ebrei, per fare un altro esempio, pregano muovendosi in cerchio, scuotendosi e sudando moltissimo alla ricerca di una maggiore armonia fra il corpo, “tempio dello Spirito”, e il cuore, centro vitale.
Ma persino nella nostra tradizione cristiana, seppur poco praticata, la danza viene contemplata come una delle forme espressive più vicine a quelle celesti. “Che ci può essere di più felice qui in terra — scrive San Basilio, Padre della Chiesa — che poter ripetere le danze degli angeli?”. Mentre San Giovanni Crisostomo amava dire ai suoi discepoli “…vi piace ballare? Ballate pure, che il Signore ci dette due piedi perché ci unissimo alla danza celeste”. Quanta poca conoscenza di tutto questo è filtrata nelle comunità odierne. Dobbiamo porre rimedio anche a questo. Il blocco che avvertiamo quando frequentiamo certi luoghi religiosi è, fondamentalmente, mancanza di ritmo. È mancanza di forze vitali (“Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore” 2Sam 6,14).
Liliana Cosi con il suo racconto e la sua fervida testimonianza ci rivela come danza e spiritualità siano, in fondo, sinonimi. Ci fa toccare con mano la bellezza di una vita passata a livellare, ad assottigliare e a purificare il proprio corpo, mai in senso “sacrificale” o penitenziale; ma piuttosto come via privilegiata per la grande scoperta di Dio. Di quel principio divino che abita e danza in ognuno di noi. Per questo ho deciso di intitolare la nostra conversazione “Danzare con Dio”. Mi sembrava il titolo più adatto per restituire il senso di un’arte, quella della danza, che, se bene intesa, può essere davvero la chiave d’accesso per una nuova comunione con lo Spirito assoluto. Dove c’è lo Spirito infatti, come abbiamo potuto sperimentare anche in alcuni momenti di festa in Darsi pace, la danza diventa il movimento spontaneo della liberazione interiore. Questo per me che nella vita sono anche un danzatore, è del tutto evidente. Perciò, durante l’intervista a Liliana Cosi, poter parlare di danza e di Cristo con la stessa intensità e con la stessa libertà, è stato un regalo molto prezioso che spero di trasmettere a voi tutti. Grazie.
Grazie Davide per le belle emozioni che ci hai fatto vivere con la tua performance di ieri sera. È stato un andare per gli inferi e dopo un travaglio, simile a un parto abbiamo avuto la fortuna di “rivedere le stelle”, grazie
@grazie, cara Daniela, sono contento che la performance di danza di ieri sera (a Torino) ti abbia coinvolta fino al punto di ricordarti il viaggio dantesco e il suo finale stellare! Un caro saluto, a presto, Davide
Grazie immensamente, caro Davide ?
Vedere il volto di Gesù negli altri e far vedere Gesù agli altri nel tuo volto, come canale trasparente.
Le parole di Liliana Cosi mi hanno suggerito che questo è possibile per i santi, per gli artisti e anche per noi.
Immensamente grata per questa intervista dove la Parola, il Corpo e lo Spirito danzano insieme e invitano alla danza per rendere Lode a Dio e a tutte le sue creature.
Grazissime Liliana e grazissime Davide
Giuseppina Nieddu
Quanta umanità in questa intervista e quanto bisogno abbiamo di testimonianze così profonde e sincere. Grazie di cuore a Liliana e a Davide vi abbraccio!!!!
Grazie Simone, Giancarlo, Giuseppina e Donatella per le vostre sentite risonanze. Un saluto affettuoso, Davide