Pubblichiamo il dialogo tenutosi tra Fausto Bertinotti e Marco Guzzi, il 13 luglio 2023, nel Salone de’ Dugento di Palazzo Vecchio, a Firenze.
Nella sua analisi critica, Fausto Bertinotti ci ricorda che il fallimento storico del comunismo e dell’utopia rivoluzionaria, ha lasciato il campo alla vittoria di una ideologia capitalistico-tecnocratica, che mira indebolire e spegnere la libertà e la coscienza critica degli individui, e quindi il fondamento stesso della democrazia.
Questa vittoria del capitalismo contemporaneo lascia il campo all’erompere di veri e propri mostri: diseguaglianze estreme, spoliazione delle soggettività, riduzione degli individui ad atomi isolati, che divengono merci e protesi delle macchine.
La domanda che pone Marco Guzzi è perciò radicale e decisiva, per ciascuno di noi: dobbiamo accettare questo sistema di cose, e adattarci ad una esistenza relegata alla dialettica prestazione-consumo, in un clima apocalittico crescente fatto di varietà e orrori, oppure esiste una via di uscita dal sistema della guerra?
La soluzione, teorica e pratica, che emerge da questo avvincente dialogo si sviluppa lungo l’asse di una sinergia fra liberazione interiore e politica. Bertinotti medesimo riconosce che le rivoluzioni moderne sono state animate da un impulso e da una sorgente messianica, che mira alla liberazione integrale dell’individuo e dell’umanità. Secondo Guzzi questa sorgente messianica è il cuore della rivelazione ebraico-cristiana, che attraversa tutta la modernità, e che va riscoperta e riattualizzata in questa fase storica di transizione.
C’è da compiere un lavoro creativo per elaborare una nuova misura di mediazione del processo messianico-rivoluzionario nel XXI secolo, dopo la crisi della modernità e il fallimento dei movimenti rivoluzionari. E questo è proprio il punto da comprendere più a fondo: le rivoluzioni moderne sono state animate dal sogno di una società fondata sull’uguaglianza fra gli esseri umani, sulla loro libertà e fraternità, sulla possibilità di instaurare un regno di pace, senza però riconoscere la sorgente messianica del loro anelito. Hanno quindi prodotto delle catastrofi storiche, pretendendo di realizzare il paradiso sulla terra sganciandosi dalla radice messianica, scatenando perciò via via inferni.
In questa fase storica urge perciò rilanciare il processo rivoluzionario politico, ancorandolo ad un lavoro interiore profondo sulle soggettività, per non replicare quelle logiche di proiezione egoica su un nemico esterno di dinamiche che abbiamo anche dentro di noi.
Il sistema della guerra può essere rovesciato solamente lavorando sul nostro modo di essere bellici e violenti, e al contempo sul mondo e sulle sue istituzioni.
In questa coniugazione fiorisce un movimento trasversale di coscienze critiche e in cammino verso una trasformazione radicale del nostro mondo.
Buona visione!
Ciascuno di noi pertanto è chiamato ad offrire un proprio contributo, innanzitutto col lavoro interiore e poi impegnandosi a viverlo nelle relazioni personali. La nascita dell’Io come soggetto rivoluzionario, l’acquisizione di questa consapevolezza, è la premessa, necessaria, per operare nel mondo.