Oggi pubblichiamo la testimonianza di Daniela, una praticante che ha voluto condividere il cammino fatto nei gruppi fino ad ora.
Daniela testimonia di uno sguardo nuovo che ha sperimentato e ci invita a proseguire o intraprendere il cammino nei gruppi per accogliere la vita con sguardo diverso.
Buona lettura!!
Cogliamo l’occasione per ricordarvi che le iscrizioni sono di nuovo aperte dal 1°settembre secondo le modalità indicate nel sito
https://www.darsipace.it/iscriviti-ai-gruppi-darsi-pace/
I corsi inizieranno a partire da ottobre.
Sul sito potete trovare il calendario di tutti gli incontri e le indicazioni per raggiungere l’Università Salesiana di Roma.
INVITIAMO LE PERSONE INTERESSATE A PARTECIPARE AI PRIMI DUE INCONTRI DELLA PRIMA ANNUALITÀ, APERTI A TUTTI, DOMENICA 8 E DOMENICA 29 OTTOBRE 2023 ALLE ORE 10.
QUESTI DUE EVENTI SARANNO TRASMESSI IN DIRETTA sul canale facebook.
Vi aspettiamo!!!!
Come praticante che ha terminato la prima annualità, dopo l’esperienza di Sacrofano, esperienza di immersione in un “luogo di consuonamento” (lo so, non è un’espressione giusta in italiano, ma dice ciò che ho sperimentato), il riascolto dei temi trattati durante l’anno e a Sacrofano, ho tentato di sintetizzare l’esperienza dell’incontro con il percorso dei Gruppi Darsi Pace di quest’anno e mi pare di poter dire questo: nonostante i miei 60 anni, il cammino di studi fatti in teologia (ormai tanti anni fa!), la passione che sempre ho avuto per lo studio della storia e della sociologia, l’esperienza in missione, il percorso spirituale in Comunità, diversi percorsi psicoterapeutici che mi sono trovata a fare, sento che Dio mi sta chiedendo di rimettermi, gioiosamente ed umilmente, a scuola, a ricominciare dall’ a-b-c. Infatti, grazie al percorso che sto facendo, lo studio della condizione umana a livello sociale/storico, la pratica di meditazione, gli esercizi di auto-conoscimento, mi stanno aprendo orizzonti infiniti, orizzonti pieni di dolore, ma anche di gioia e di festa, orizzonti paurosi, ma anche densi di possibilità di speranza e di grandezza, orizzonti di un senso sempre più compiuto dell’esistere.
Faccio parte di una Comunità che tenta di vivere un carisma di Comunione e Missione: imparare a vivere rapporti trinitari ed annunciare al mondo la Vita di Dio Trinità con la parola, con la testimonianza di vita e con l’affidamento fiducioso alla Bontà di Dio-Provvidenza. Negli ultimi anni pensavo che forse era un’utopia, ma ora sto scoprendo che forse c’è un perché, o meglio molti perché al fatto di non riuscire ad incarnare il tesoro che pure sento di avere nel cuore e nell’anima. Mi pare, infatti, di vedere sempre più chiaramente, in modo sempre più vitale che vivere rapporti trinitari è possibile (almeno in parte e sempre in modo imperfetto) solo se ciascuno parte dalla verità del nostro essere umani, imperfetti, fallibili, perché creature e creature ferite. Sto capendo sempre meglio che l’ascolto e l’accoglienza dell’altro, non può avvenire se non imparo, con umiltà, ad ascoltare e ad accogliere il dolore in me. Devo in pratica imparare ad accettare lo stato di impotenza del mio io separato. In questo stato di ascolto consapevole, nella luce di una coscienza più grande, capisco che posso dare solo ciò che imparo ad accettare.
Attraverso l’esercizio delle “pratiche”, mi sto rimettendo alla “scuola elementare” per costruire in me un “ambiente” in cui la preghiera e la meditazione siano sempre più autentiche e perché in questo “ambiente interiore” meno spaventato e più abitato da una Presenza Amante e Misericordiosa, la mia fragilità piano piano trovi il coraggio di arrendersi ed il mio io diventi capace di abbandonare ogni desiderio di controllo, quando ci riesco provo un senso di consolazione, di pace, anche se crepuscolare. Mi pare di intravedere il cammino che può davvero portarmi dal mio io separato e impotente all’io che si converte, all’io mariano capace di accogliere il dono della Vita (come spiega bene Marco in una meditazione su Maria). Ma capisco anche che è un cammino che non avrà mai fine, che ricomincia e ricomincia ogni giorno.
In questo tempo Dio mi ha anche dato un dono ulteriore, la Comunità mi ha rimesso tra le mani la bozza degli Statuti che stiamo rivedendo per tradurli in francese in modo che le Comunità dell’Africa francofona possano studiarli. Questo mi ha obbligato ad una lettura ripetuta più volte, una lettura attenta a cogliere in profondità il senso dello scritto. Mi sono ritrovata ancora una volta a guardare con attenzione il diamante prezioso del Carisma. Ho fatto l’esperienza di rispecchiarmici in profondità, ma anche di intravedere delle sfaccettature non ancora pienamente svelate. Ho sentito una gioia profonda, ma anche un dolore ancora più profondo. La gioia di un dono immenso di un cammino verso la piena identità di me stessa come essere umano, donna in relazione, figlia di un Dio Relazione e pienamente identificata nella manifestazione umana di Questo Dio, il Cristo, ho percepito nel cammino del Carisma un cammino di Cristificazione. Dolore profondo, di un’incompiutezza umana, paura di tradire la Visione con l’istituzionalizzazione. Ho visto la mia fragilità, ma anche la fragilità dei fratelli e delle sorelle. E mi sono chiesta: sarò in grado di offrire un po’ di quella luce che intravedo attraverso le mie tenebre, di avere gentilezza e pazienza con me stessa e con gli altri, di essere accogliente verso le mie chiusure e quelle delle persone con cui vivo?
Comunque non posso che concludere con un GRAZIE grande per Dio che ancora una volta ha suscitato e suscita per l’umanità di oggi profeti come Marco e chi si lascia ispirare da lui. GRAZIE infinite a Marco per lasciarsi usare da Dio, a Paola per saper condividere la Missione del suo sposo e anche ai figli per il loro condividere i genitori con l’umanità. Un GRAZIE alla mia Comunità che mi permette di seguire questo cammino.
Bellissima testimonianza che esprime il mio vissuto di questo tempo…noi possiamo donare solo quello che impariamo ad accettare: la fragilità nostra e degli altri accolta con amore e misericordia. Grazie di ?❤️?
Cara Daniela,
ci accompagna un’età anagrafica praticamente uguale (io sarà ai sessanta tra poco), ma oltre questo, devo dire che mi sento portato dalle tue parole morbide e dalla pacatezza ragionata del tuo argomentare, mi sento portato e protetto. Da “ricominciante” dopo un settennio, mi metto volentieri alla sequela di persone come te che (abbiano frequentato da un mese o da mille anni) incarnano in modo luminoso questo nostro lavoro e la quieta importanza di attenderlo, oltre tutti i moti così altalenanti del nostro cuore.
Ti ringrazio moltissimo.
Grazie Daniela.
Caro Marco ieri alla radio ho sentito parlare della rivista di scienze cattolica Il Timone. Si parlava delle bombe e del recente Film su Oppenheimer. Parlava Luigi Guzzo. È stato detto che alcuni scienziati dopo la bomba hanno avuto non una conversione religiosa ma esistenziale. Sarebbero temi belli da trattare.
Segnalo a tutti la rivista il Timone perché è una delle poche riviste sconosciute che fa dialogare scienza e fede.
Ciao.
Grazie
Silvia
@Silvia grazie per l’indicazione. Non conoscevo la rivista Il Timone ma sto guardando il sito, mi pare interessante.
Per Oppenheimer, a me è piaciuto. Forse il tema della “crisi di coscienza” degli scienziati non è però trattato in modo molto esteso, sarebbe interessante capirne di più. Comunque, qui un paio di mie piccole annotazioni
https://www.stardust.blog/2023/09/oppenheimer/
Grazie per le ripercussioni. Solo un dettaglio, il mio cognome è Facchin, senza la i finale. ?
Grazie per questa testimonianza, che descrive nel tuo cammino individuale, l’esperienza comune delle persone in ricerca.
Un caro saluto
Stefano