Quale è il senso del giorno dei morti?
Di ciò che teologicamente chiamiamo “comunione dei santi”, dei vivi con i morti e dei morti con i vivi?
Vorrei provare a rispondere con semplicità a queste domande, nella convinzione che ogni possibile risposta, oggi, se vuol essere vera, deve essere iniziatica, cioè incarnata, e non soltanto corretta nella sua formulazione proposizionale.
Come molti nel cammino ‘ Darsi Pace ‘ tengo un quadernino in cui annoto piccole e grandi realizzazioni contemplative. Nel giorno 4/8/23, di sera, ebbi a scrivere:
“Sento di potermi aprire con più intensità e assiduità alla comunione de santi, nominando i santi e quindi i morti della mia famiglia, del ramo materno e di quello paterno, estendendo anche a loro, qualunque sia il loro stato adesso, la gioia della riconciliazione e del perdono…”
Dunque è in mio potere l’estensione illimitata
della gioia che mi viene versata nel grembo
durante lo Stato di Presenza.
Questa gioia che mi viene in ogni istante donata,
se ascoltata fino in fondo,
chiede di essere moltiplicata:
non trova quiete entro me soltanto!
Nominare i morti è allora comunicare
quel perdono che singolarmente per noi esperiamo
ai nostri amici e ai nostri cari che non ci sono più.
E io sento che loro di questo hanno bisogno
di questo hanno sete giorno e notte: di essere perdonati
per godere di una più perfetta unità con Dio.
La preghiera autentica sgorga però solo dalla sovrabbondanza,
solo se ho già toccato, sono già stato invaso dalla gioia
della riconciliazione posso trasmetterla in verità:
non si chiede mai ciò che non si ha.
E in questo mio comunicare ai miei nonni e bisnonni, alle mie radici
ciò che Dio mi da’ e quando me lo da’
io scopro chi sono:
un polo magnetico o una calamita
una sorta di Centro misterioso della creazione verso cui tutto converge:
c’è chi ha bisogno di noi, di passare
attraverso di noi, di godere dei frutti del nostro lavoro interiore
e degli stati pacificati che guadagniamo nella pratica.
La mia liberazione non è un solipsistico involgermi su me stesso,
ma interessa e coinvolge sfere, visibili e invisibili, di uomini e donne
che, attraverso il mio concretissimo liberarmi qui sulla terra,
verrano a loro volta liberate, già adesso
Questa consapevolezza degli “effetti” ad ampio respiro delle nostre pratiche
ci conferisce una umile dignità infinita
il nostro stato pacificato non è niente di interiore
ma è uno spazio aperto su luoghi e dimensioni ignote
i cui abitanti desiderano giovarsene
L’annotazione continua così: “…Ho l’impressione che, pregando in questo modo, i benefici della mia preghiera non solo tocchino i morti e i santi ma, attraverso di loro, ritornino su di me, in questa vita, come a cascata. La luce della mia stessa preghiera donata alle anime nella comunione dei santi ricade su di me”
Credo che questo sia il senso profondo di questo giorno:
una sorta di boomerang vitale, una circolazione infinita di vita,
un ritorno indietro, moltiplicato, di ciò che si è dato con il cuore.
Questo è dunque l’augurio: che possiamo esperire nei “morti” i vivi,
ed in un’ unica stretta – noi insieme a loro e loro insieme a noi –
faremo crescere la Vita
in tutto e in tutti
finchè la morte non sia da essa
assorbita
Amen.
Bellissimo! Grazie per queste parole che descrivono in modo molto profondo il mio sentire. Entrambi i miei genitori hanno passato questa soglia da ormai qualche anno, ma mai come da quando questo è avvenuto ho sentito che erano “morti”, anzi: Mi sento molto più vicina a loro ora di quanto non lo sia mai stata prima e credo fortemente nel fatto che loro stiano seguendo il mio cammino. La novità di questo ultimo periodo, da quando ho cominciato il cammino con Darsi Pace (sono alla second annualità) è che non avevo mai pensato che “è in mio potere l’estensione illimitata della gioia che mi viene versata nel grembo durante lo Stato di Presenza. Questa gioia che mi viene in ogni istante donata,
se ascoltata fino in fondo, chiede di essere moltiplicata: non trova quiete entro me soltanto!”. Certo ho sempre pregato per loro ma ami in modo così concreto e incarnato. Grazie per questa coscientizzazione.
Grazie Andrea,
accolgo con gratitudine, e rifletto su queste parole, che spero di realizzare.
Grazie
Buon cammino
Stefano
Grazie Andrea pr la gioia che colgo nelle tue profonde riflessioni…oggi ne ho bisogno… la “circolazione infinita di vita”, meravigliose parole.
Andrea! Come sempre meraviglioso e scritto poeticamente grazie di cuore hai dato voce al mio sentire
Grazie Andrea, sentirsi in comunione è una immensa ricchezza che possiamo sperimentare anche tra noi e tu arricchisci molto questa piccola ma concreta comunità di nascenti.