Circa tre anni fa, inaugurai il progetto Darsi Tempo.
Un invito che offriva ospitalità ai praticanti di Darsi Pace per ritrovare la bussola del tempo, spesso
perduta nell’affaccendarsi del suo quotidiano frenetico scorrere. Un luogo dove ritrovarne il respiro.
Qualcuno è riuscito a venire, qualcuno voleva ma non è riuscito! Però, il tempo offerto non si è fermato, ma cammin facendo si è dilatato in un nuovo orizzonte: Darsi Vita!
Del resto, la vita che viviamo nei nostri corpi animati su questa pallina che gira nell’universo, non è costituita e regolata dal tempo che misuriamo con i meccanismi a disposizione? Oppure, è altro? E Cosa?
Darsi tempo e quindi darsi vita, è possibile? Ossia, siamo noi a crearli? Sono io che decido al mattino di vivere, arrivando fino alla sera, per poi tuffarmi nel sonno della notte, e così giorno dopo giorno?
Da molti anni, quando apro gli occhi, ringrazio per la vita che ricevo, senza muovere un dito: arriva, con il respiro!
Vuota da ogni mio pensiero, bisogno o desiderio; piena solo di se stessa, della sua linfa vitale. Ma ricevendola, ecco che inizia il mio personale e specifico lavoro: che cosa ne faccio?
Cosa diventa in me, il suo flusso di energia luce calore? Quale forma con ciò, contribuisco a creare?
Come appunto, diventa in me, tempo-vita nella storia umana?
Questa mattina, per esempio, all’alba di una domenica novembrina, dopo il risveglio e la meditazione è arrivato il pensiero-desiderio di scrivere; seguendo questo flusso mi sono alzata e ho acceso il computer, non con una precisa trama da registrare sulla pagina virtuale, ma semplicemente aprendo la connessione possibile, tra la mia interiorità nel suo pensare sfocato, e la possibilità attraverso la scrittura, di renderlo più chiaro; leggibile, condivisibile. E così oggi sto dando tempo-vita, al giorno che comincio a vivere!
Darsi Vita, scopro sempre più, è un impegno notevole! È una lotta silenziosa, corpo a corpo, con tutte le possibili deviazioni, distrazioni, ostruzioni che sempre inquinano la sua limpida sorgente, separandoci dallo Spirito vivente, e isolandoci in piccole e mortifere paludi quotidiane. Pensieri e parole, sentimenti e desideri, gesti e passi che non diventano vera vita, ma surrogati insufficienti a renderci davvero umani, pronti a vivere la meravigliosa e complessa avventura umana. E magari, a viverla con gioia.
Bella, nella sua semplicità. Perché sembra essere così difficile? Eppure, è la nostra natura. E Grazia!
La vita porta in sé la possibilità di viverla, e in pienezza; a noi il compito di cercarla e trovarla, in noi e intorno a noi; tra di noi, uomini e donne viventi, ora. Nel tempo storico corrente. Nel suo eterno presente.
Ci sono aiuti concreti, ci sono vari mezzi per realizzarne il suo fine. Ma tutti necessitano per prima cosa, uscire dal tempo esteriore che beviamo insieme al latte, fin da bambini. Riconoscerne il dominio su di noi, corpi e anime dimentiche della Luce che ci ha generati. Riconoscere le sue trame che ci legano alla vita mortale; e cominciare a sciogliere i nodi della sua fittissima rete. Ma come si può fare questo?
Quando, anni fa, provai a meditare fu soprattutto per cercare il silenzio! Ero stanca delle parole, anche di quelle delle preghiere. Sentivo il bisogno di uno spazio vuoto, dove scendere più nel profondo.
Allora, non mi facevo queste domande, immersa com’ero nel tempo esteriore. Ma presto cominciai a percepire qualcosa di diverso: quando meditavo perdevo la concezione del tempo conosciuto!
A volte mi sembrava fossero passati pochi minuti, nell’immobilità in cui stavo, altre non finiva più!
Ma in ogni caso, vivevo un tempo altro, ignoto. E questo mi piaceva molto, mi affascinava e calmava.
Da allora, continuando, è diventato questo il mio vero tempo e quindi la mia vera vita!
La vera fonte da cui sgorga tutto il resto che mi chiama a vivere nel tempo misurato, esteriore.
Da qui, ogni giorno riprendo a tessere una vita nuova, più luminosa e resistente agli strappi, inevitabili!
Più consapevole della Bellezza che in me crea l’unicità di ogni vivente, diventando sempre più viva parte di un unico Corpo. Traspirante il flusso infinito dell’essere. Oltre la vita del tempo. Oltre il suo dolore.
Grazie Brunella,
mentre ti leggo vivo anch’io quello spazio fuori dal tempo pre-stabilito. Le tue parole sono belle, si può coglierne la profondità, voglia Iddio possiamo con esse moltiplicarci nella speranza, nella serenità e nella fede.
Ciao Bianca
Grazie Brunella,
mentre ti leggo offri anche a me di entrare in quello spazio fuori dal tempo pre-stabilito.
Le tue parole sono belle esprimono profondità. Voglio Iddio che attraverso anche di esse possiamo moltiplicarci nel vivere momenti di serenità, gioia e fede.
Un abbraccio
Bianca
Oggi è S.Lucia,grazie della riflessione che porta luce a questi tempo che sento mi schiaccia come un tritasassi.
Grazie, cara Brunella, per questo scritto bello e intenso. Il Tempo è Vita e come tale va accolto, con un paziente, umile e coraggioso lavoro di svuotamento interiore, per riempirlo di significato, giorno dopo giorno, istante dopo istante. Grazie per la bella risonanza che le tue parole riescono a trasmettere e per il dono prezioso della tua amicizia.
grazie Brunella per questa bellissima riflessione: è piena di vita che scorre, che fluisce dalla fonte. La meditazione strumento per un tempo altro da vivere come spazio vuoto e fecondo, come spinta per accogliere con gratitudine la vita e farne la forma del mondo più autentica. Tutto questo mi risuona moltissimo come anche la gratitudine al cammino Darsi pace che ci orienta e ci stimola a comprendere la connessione cuore/cervello affinchè non rimanga solo un astrattismo la nostra interiorità ma si cali nella carne del presente, del quotidiano, delle distrazioni e di tutte le difficoltà della vita
un caro saluto
Loretta
Ciao Brunella!
Leggerti è stato veramente come provare un’estasi, per una manciata di minuti mi sono ritrovata in un’altra dimensione, la tua dimensione che è la mia e di tutti quelli che stanno camminando in questo risveglio all’unisono!
Proprio stamattina nel provare a ritrovarmi nel mio profondo mi sono chiesta come ho speso il mio tempo fino ad oggi? Ho lavorato molto per comprarmi una casa perché altri mi hanno detto che era giusto così; ma questa casa pian piano sempre più grande si è trasformata in una gabbia, ed io sono l’animale che la abita, ma ora è arrivato il tempo della consapevolezza che entrambe abbiamo bisogno di esser alimentate, perché altrimenti qualcun altro te la può portare via e così è una continua rincorsa ai doveri quotidiani e non c’è più spazio per darsi aria-tempo-vita!
Che bello sarebbe fare come il pellegrino russo che si è liberato dei fardelli materiali e nel suo viaggio ha riscoperto il suo vivere!
Ora non mi resta che aprire il cuore e lasciarmi guidare.
Un abbraccio Simona Namastè