Da circa un mese sto lavorando in una piccola biblioteca di Bolzano, innestata in un circolo culturale intitolato a Don Bosco e annesso ad una chiesa. All’entrata della biblioteca campeggia persino un bel crocifisso ligneo. Nonostante questo, in tutte le iniziative e locandine che abbiamo creato per le feste pasquali, non figura manco per sbaglio un qualsiasi riferimento al Cristo. Tutto esclusivamente fatto di immagini di uova, di coniglietti, di primavera e simboli commerciali di questo tipo.
Penso che un caso simile, per quanto modesto e localizzato, sia il sintomo di un problema molto più profondo, da meditare con radicalità e coraggio inauditi.
Io penso che ascoltare in profondità il deserto di questo immondo trafficare umano sia oggi nuovamente possibile. A patto che lo facciamo in ubbidienza a quel Non-Nato che – in segreto – ci sta da tempo venendo incontro, con Volto inesorabile e glorioso.
Un pensatore una volta ha scritto:
«Ovunque si vedono travagli in massa di innumerevoli morti (…), eppure l’essenza della morte è occultata all’uomo. L’uomo non è ancora il mortale.
Sofferenze enormi serpeggiano sulla terra, e la marea della sofferenza continua a salire, eppure si cela l’essenza del dolore. (…) Un terribile immiserimento si sta diffondendo. L’esercito dei poveri continua a crescere. Eppure si cela l’essenza della povertà». (M. Heidegger, Il pericolo, 1949).
Qui e altrove, il filosofo ci insegna che il più grande dei pericoli è proprio quello che si cela in quanto pericolo. Non quindi ciò che questo mondo ci offre apertamente (abbondanza e indigenza, divertimento e orrore), ma proprio ciò che in esso si tiene nascosto e inaccessibile. Questa mancanza è anzitutto la mancanza di una mancanza, la non-vista del deserto, infinitamente più inquietante di ogni stato di necessità biologica e materiale.
Il mistero del Venerdì Santo e della Pasqua ci porta al confronto inevitabile con le potenze occulte di questo nascondimento planetario. La mancanza di vita che ovunque traspare dal “vitalismo” delle metropoli racchiude in sé anzitutto una mancanza di morte nel senso radicale del termine. Una umanità che rinuncia alla dimensione misterica e rituale della morte, sterilizzandola con vero e proprio imbarazzo, non ha alcuna possibilità vivere realmente una vita degna di essere chiamata “umana”. Un uomo così è e resta un non-morto, ossia un mai-nato, uno zombie che incede per il mondo “consumando e sopravvivendo” secondo i dettami (inconsci) del Capitalismo della sorveglianza.
Ripartire invece dai misteri pasquali significa anzitutto riconoscere che solamente da Mortale l’uomo è capace di essere, ospitandolo in sé, un Portale. La Croce di Cristo è anzitutto un Portale-di-dolore, entro cui soltanto tutto il sangue versato nella storia del mondo può essere salvato, ossia riassunto e trasfigurato in una dimensione di Grazia e di Senso. Fuori da questo terribile Buco nero, appunto la Croce, la nostra coscienza può solamente brancolare nelle tenebre di una Figura-di-mondo in sé stessa votata all’autodistruzione. Siamo davvero ciechi a tal punto da non vedere ciò che ora autenticamente accade sul piano storico-mondiale? Siamo davvero così sordi e ostinati da non udire il grido disperato che tuona nelle nostro anime, nella depressione asfissiante delle nostre giornate? …
È da questo Abisso umano-divino del Venerdì Santo che fiorisce ORA, per pura rivelazione e miracolo, la Vita nuova non solo dell’Io umano, ma di tutta quanta la corporeità incarnata di questa dimensione terrena.
D’altronde, sin dai primi secoli del Cristianesimo, le Chiese d’Oriente hanno portato avanti il culto del Corpo risorto di Cristo inteso come Corpo divino trans-figurato dell’intera Creazione. Questa Via ci è indicata non solo dall’Oriente, ma dall’apice stesso della Rivoluzione romantica tedesca, con nomi quali Hölderlin e Novalis. Quest’ultimo scriveva, nel suo saggio veggente intitolato Cristianità ovvero Europa (1799):
«Solo una conoscenza più precisa della religione insegnerà a giudicare più correttamente quei terribili prodotti di un sonno della religione, quei sogni e quei deliri dell’organo sacro e, soltanto allora, a rendersi effettivamente conto dell’importanza di quel dono.
Dove non ci sono Dei regnano i fantasmi, e il periodo vero e proprio della nascita dei fantasmi europei (che ne spiega in modo abbastanza esauriente anche la forma) è quello del passaggio dalla dottrina greca degli Dei al Cristianesimo».
Dalla Rivoluzione francese ad oggi, è come se l’Europa – nel frattempo planetaria – si trovasse nuovamente su questa terribile Soglia decisiva: il delirio incontrollato delle nostre ombre, foriere del caos e del sangue che abbiamo visto sprigionato nel XX secolo, oppure – come dice Marco Guzzi – la Cresima del mondo, la Confermazione cruciale-e-pasquale della nostra Vocazione/Responsabilità di Iniziazione-al-Risorto dell’Io-Mondo e di tutti i popoli della terra.
Il resto è solo chiacchiera immonda. Immondizia.
Questo solo – anche se è il più pazzo di tutti – è l’Attimo migliore per la decisione essenziale
che de-cide della Fine-Inizio dell’essere-uomo dell’uomo e dell’essere-mondo del mondo.
Ora accade il Kairòs, l’Evento, che a milioni hanno atteso sin dalla notte dei tempi.
(Così come Abramo, che aveva visto Lui – il Cristo vivente – quale orizzonte di sazietà
di ogni proprio sacrificio e speranza).
Abbiamo noi il coraggio e la Vocazione per abitare la Pasqua della Terra,
mentre il fracasso finale di questo non-mondo continua ad andare in pezzi?
Siamo noi abbastanza Mortali da farci veri Portali
di Colui che era, che è e che viene? …
Colui che ora e sempre irrompe per tutta la Terra,
facendola Santa, come quel Tuono di Luce che è?
Sia questo, per noi tutti, l’augurio più sincero e veritiero
di una buona Pasqua!
Amen. –
Riflessioni di grande e antichissima profondità.
In virtù del becero consumismo, l’umano ha dimenticato, abbandonato la possibile grandezza della propria esistenza,ma sento sia ineluttabile il ritorno alla propria conversione intima.grazie per tutto ❤️
Grazie infinite, caro Luca, di queste riflessioni ad ampissimo respiro che ci offri e che almeno a me regalano un po’ di sollievo in mezzo al fracasso finale di questo mondo in sfacelo di cui anche tu parli e che sento anch’io. C’è la Croce, cioè il Venerdì Santo, nella dinamica di resurrezione, alla quale non si può sfuggire se vogliamo vivere da Mortali-Portali (di Luce) e non da Mai-Nati o Non-Morti. Forse all’uomo abituato alle comodità del consumismo neoliberale questo stesso mistero fa paura; e il dramma sta proprio nella sua rinuncia a viverlo o a contemplarlo; Dio, ormai, sembra prosperare soltanto “all’interno del carrello della spesa” e noi tutti in Occidente (una parte di me pure) brancoliamo in questa sorta di sonnambulismo che ci tiene in vita come cadaveri. Ricordarci, invece, che siamo tutti nati per realizzare cose gloriose, ma che questo comporta una morte costante da attraversare, è uno dei novum da gridare ai popoli europei; affinché le loro coscienze si affinino e ci sia un risveglio collettivo – che, comunque, quasi in sordina e dietro le quinte lacerate di questo mondo, è già in atto.
Auguro a te e a tutti noi di vivere sempre più intensamente la dinamica della Conversione che ci riporta al punto cui in realtà siamo chiamati in quanto umani.
Buona Pasqua, Luca. E grazie ancora.
Simone
Grazie del tuo pensiero Luca r auguri per il tuo nuovo lavoro! Siamo bibliotecari entrambi: per chi ama la lettura e’ una benedizione fare questo lavoro!
Buona Pasqua di resurrezione!
Alessandro Talu
Attraverseremo questa soglia caro Luca. Questa forma di umanità morente rinascerà quando sarà veramente morta a questo vecchio ego, piccolo, terrorizzato e incommensurabilmente bellico, completamente impazzito.
Auguri e Buona a Pasqua anche a te.
“Dalla Rivoluzione francese ad oggi, è come se l’Europa – nel frattempo planetaria – si trovasse nuovamente su questa terribile Soglia decisiva: il delirio incontrollato delle nostre ombre, foriere del caos e del sangue che abbiamo visto sprigionato nel XX secolo, oppure – come dice Marco Guzzi – la Cresima del mondo, la Confermazione cruciale-e-pasquale della nostra Vocazione/Responsabilità di Iniziazione-al-Risorto dell’Io-Mondo e di tutti i popoli della terra.
Il resto è solo chiacchiera immonda. Immondizia.”
Tutto vero, purchè questo avvenga nella libertà!
Troppe persone sanno con certezza quale sia la nostra Vocazione/Responsabilità e ci scatenano contro con veemenza le nostre/loro presunte ombre.
O siedi a questa tavola con il sorriso o sei un irresponsabile peccatore pieno di paranoie, deliri, frustrazioni e contraddizioni di ogni genere, anche le piu’ cattive e perverse.
A morte chi non accetta la proposta!
Ripulirsi da queste ombre disfattiste, disgreganti ed anche ricattatorie è un lavoro continuo, faticoso ed a tratti inutile, ritrovando la libertà dei propri sì e dei propri no.
Questa è la Pasqua!
Abbiamo il coraggio e la vocazione per abitare la Terra e per abitarla anche cristianamente ma non la Terra che ci è imposta e nelle modalità che ci sono imposte. Ahimè!
Buona Pasqua a tutti e grazie dell’articolo chiarificatorio.
Silvia
Sempre un bel pensiero il tuo Luca, caloroso e ampio, crudo e diretto allo stesso tempo. Ci appartengono profonde le vedute che hai descritto, mi risuonano e muovono di fratellanza a questo piccolo grande movimento che siamo. Buona Pasqua sempre!
Grazie a tutti voi dei preziosi riscontri.
Sì cara Silvia, assolutamente nella libertà. A tal punto, direi, che tutto ciò che si oppone all’avanzata inafferrabile e trans-moderna di questa stessa libertà, viene sempre più travolto dalla necessità dei tempi. Come sai infatti, la libertà non è mai vuota neutralità, ma libertà a partire da una Destinazione in atto. Questa Destinazione è già da tempo il Tempo messianico. E questo è di gran lunga più grande del nostro piccolo arbitrio cosciente. È infatti solo e soltanto alla libertà dello Spirito che possiamo fare affidamento.
Un abbraccio di buona Pasqua ancora,
Luca. –