Il mistico salverà il mondo perché questo mondo è finito. Il nostro mondo ha consumato tutte le sue tradizionali possibilità, a partire dalla ragione. Per questo motivo la crisi oggi è globale e su tutti i fronti, ecologico, economico, politico e personale. La crisi è sistemica, infatti è il nostro assetto mentale, malato sin dall’inizio, a mantenerla e ad alimentarla.
Come uscirne?
Ritornando a noi stessi, convertendo lo spirito del nostro sguardo. Ma noi non riusciamo a distaccarci dalla morsa della nostra mente, perché ci afferra ancor prima che noi possiamo vederla.
Come vedere ciò che non può essere visto?
Partiamo da ciò che ci è dato ora e analizziamolo. Impariamo a conoscere la nostra struttura mentale, il nostro stare-al-mondo. Una volta delineata la mappa del territorio che siamo, soltanto allora ci sarà dato di vedere il Limite. «Vedere il limite di questo mondo è il mistico» diceva Wittgenstein. Giunti a questo punto il limite sarà il nostro muro invalicabile, l’ultima frontiera.
E cosa dice questo luogo terminale?
Una cosa: «Sei finito, ho vinto. La morte ti attende». Fine della corsa.
Ma io mi chiedo: Chi sta parlando qui? E a chi?
Ci sono due possibilità, su cui si gioca il destino del mondo… La prima è che a parlare qui potrebbe essere la morte stessa, che restando per noi qualcosa di inconoscibile ci sovrasta senza alcuna possibilità di fuga. Noi ci sentiamo totalmente impotenti e sulla terra alla fine non domina altro che l’istinto di sopravvivenza. Ben venga allora una società basata sul principio tanto agognato della sicurezza. Una politica del genere è generata dalla paura. Semplice. Quasi matematico direi.
La seconda possibilità è data invece paradossalmente proprio dalla prima! Ovvero dal poter riconoscere la voce della paura della morte. Se io sono capace, cioè se mi è dato, di vedere il mio limite, questo significa che quella non può effettivamente essere l’ultima parola, semplicemente perché io vedo che non-sono quella voce!
E se io non sono la parola finale, cosa sarò? Sarò la parola di un nuovo Inizio
.
Ma che cosa sta iniziando proprio adesso? Sta iniziando una nuova vita. Vediamo che possiamo ritrovare una nuova apertura del mondo. Restando in questa apertura impariamo l’attesa, nell’ascolto di ciò che sta accadendo ora. Adesso è il Luogo rivelatoci della Vita, dove la Vita arde eterna-mente, fiamma sempre nuova. E ciò che è sempre nuovo è ciò che sempre muore a sé stesso.
Se io rinuncio instancabilmente, con tutto il mio essere ora disponibile, alla prima voce, soltanto allora diventerò vera-mente mortale. Assumo in me la mia propria morte, continuamente, e morendo con lei le dico: «Sei finita, ho vinto. La morte ti attende».
Morta la morte,
è Gloria!
Cara Ida,
Che bello, grazie di questo prezioso contributo. Quanto è vero ciò che dici; alla soglia liminale quella voce che sempre ripete: “Sono io l’ultima fortezza e sono inespugnabile, poiché regolo io il tutto”.
Infilandoci in quella breccia che si apre nel nostro essere mortale allorché le andiamo incontro, la abbracciamo, stringendo il terribile dolore che la porta a parlare così (“Ecco, c’è dell’acqua qui; che cosa impedisce che io sia battezzato?”, come dice la lettura di oggi). E sentiamo di entrare nella novità che arde, dove “ciò che è sempre nuovo è ciò che sempre muore a sé stesso”, come dici anche tu. E allora sì che la Gioia, quella vera, beata, si fa strada! Anche solo un minuscolo frammento!
Grazie di cuore ancora. Un caro saluto
Simone
…la consapevolezza di morire non muore….chi è che osserva le nostre piccole morti quotidiane?
Cara Ida,
conoscere la struttura mentale, ascoltare le voci che ci sono dentro di me, sentire il clima emotivo di fondo che determina ogni operazione del mio io restando nella consapevolezza del respiro e piano piano, con determinazione, decidere di convertire lo spirito del mio sguardo, e restare in attesa e sentire nello scorrimento della vita che “ io non sono una figura finita, ma un corso della vita, un suo discorso che nelle pause del sonno mi continua a parlare di te”.
(M. Guzzi, L’ora della ricreazione)
Questo sto imparando lungo il percorso Darsi pace, nessuno me lo aveva insegnato nonostante i miei tentativi di stare al mondo.
Sono convinta che sia questa la via da percorrere per abitare un tempo tanto difficile eppure tanto propizio per il cambiamento, ritornare all’Inizio.
La Rivoluzione è già in atto ed è spirituale, è nello spirito dell’Uomo Nuovo che possiamo ricominciare davvero e non farci più ingannare e illudere dallo spirito di questo mondo che è proprio finito.
Grazie e un abbraccio, Giuliana
…quella voce può essere la bocca del pensiero malevolo, principio originale ( dell’origine) di questo “mondo”, che beffamente dice: “sei abbandonato, tradito dall’anelito di amore che ti abita. Crepa.” Oppure è silenzio e attesa che può dare credito a un pensiero altro…..sicuramente inedito. La rivelazione cristiana è il pensiero originale ( all’origine) di un’altro possibile sistema di mondo.
….aggiungo una struttura di mondo che si fonda sulla fiducia e l’ascolto della nostra originaria figliolanza Divina.
Cara Ida,
io, sinceramente, non vedo soluzione a questo.
La paura è compagna fedele.
Non ho soluzione.
Io sono impotente.
Rivolgiti a chi si sente potente.
Ho anche la Panofobia e non solo.
In essa mi perdo anche in Internet.
https://www.youtube.com/watch?v=hM48NlEQ2T8
L’autore è Matteo Babbutzi Sabatini.
Fortunatamente -almeno questo-non sono un medico!
Ti abbraccio.
Silvia
Si! morta la morte….è Gloria!
ciò che muore, cade nella vita
Grazie di avercelo ricordato
Buongiorno Silvia,
il tuo commento mi ha molto colpito. Mi ha fatto tornare alla memoria i miei due episodi di attacchi di panico avuti circa venti ani fa. Solo chi li ha provati può capire di cosa parlo, giungono inaspettati e ti lasciano come dopo uno tsunami. Qualcuno dice che sono una forma di ribellione, con il tempo capii che erano dei messaggeri, venivano a dirmi che era necessario apportare dei cambiamenti nella mia vita. Scoprii che la paura di cui parli, generatrice di ansia, aveva raggiunto dimensioni non più sostenibili, dovevo fare qualcosa. E’ stato un lungo cammino che mi ha condotto fino a Darsi Pace, un cammino che sono costretto a sintetizzare in queste poche righe. Ciò che mi ha dato conforto, oltre a tante altre esperienze, è stato interrogare il mio corpo e mettere da parte i miei pensieri. Come sai la mente mente, mentre il corpo è la parte saggia. Per farlo parlare è necessario ascoltarlo, ritagliandosi dei momenti in cui restare soli, in silenzio, in un ambiente protetto. Il secondo passo è porsi delle domande, mirate a portare alla luce la vera origine della nostra paura. Un esempio, “cosa mi impedisce di stare bene?”, ed attendere la risposta del corpo mettendo da parte l’invadenza dei pensieri. Procedendo in questo modo, di domanda in domanda, il corpo reagirà mandando dei segnali. Se vuoi approfondire cerca “focusing” su internet. Tuttavia, come dicevo, Darsi Pace è per me come un ritorno a casa, la summa di tutte le esperienze che ho vissuto fino ad oggi. In questo cammino ho trovato tutto ciò che cercavo, in modo particolare la risposta spirituale ad una esigenza di senso. Ti esprimo la mia vicinanza e ti auguro un buon “ascolto”.
Claudio
Grazie a tutti per i vostri riscontri. È bello vedere come nella diversità di ciascuno prende forma la stessa chiamata.
Giuliana, bellissima la citazione di Marco che riporti. Perfettamente in linea al mio sentire. E voglio ringraziare in particolare anche Claudio per la risposta alla cara Silvia. Anche a me ha molto aiutato, e aiuta, rivolgermi al corpo quando la mente si inceppa. Vedrai Silvia che il lavoro in darsi pace darà i suoi frutti. Forza! Non temere! Quando anche solo mezzo millimetro di speranza si accende, allora il sistema della paura è già confutato!
Un abbraccio a voi tutti e un caro augurio.
Ida
La sroria sembra non insegnare nulla. La visione consolatoria della morte non fa che riprendere ciò che ha permesso la fortuna del Cristianmesimo che prometteva una vita eterna nell’aldilà. Troppo bello per non essere condivisibile. Una promessa che la storia del pensiero occidentale ha reso sempre meno credibile a cui oggi nessuno più crede. Neò frattempo però il percorso della filosofia che si intreccia con il pensiero scientifico ha prospettive di cambiamento radicale: uno su tutti cambiamo il nostro ruolo passivo trasformandolo in ruolo attivo dove la costruzione della realtà dipende dal senso di responsabilità e dall’impegno individuale. Preoccupiamoci di come mai siamo sempre al punto zero nella soluzione del disagio e delle diseguaglianza che caratterizzano l’umanità e cambiano il paradigma. Quello cristiano ha fatto il suo tempo e si è dimostrato iinsufficiente. Oggi l’evoluzione degli studi scientifici che mettono in discussione il concetto di coscienza, di libero arbitrio e soprattutto demolito radicalmente un ruolo di presunta superiorità del specie umana nel sistema regolato dalle leggi di Natura è più che mai necessario aderire al nuovo che avanza per coglierne insegnamenti e innovazioni con mente aperta, pronta al nuovo. Rivolgere lo sguardo al passato è una resa colpevole.