La tredicesima festa della nuova umanità è stata seguitissima, sia dal numeroso pubblico in sala, sia dalle persone collegate in diretta sui nostri canali Facebook, Youtube e Instagram.
Abbiamo parlato di “Un altro mondo”, e cioè di come superare le contrapposizioni belliche tra i popoli, che oggi di nuovo infiammano la scena politica mondiale, risanando le identità nazionali di ciascuna tradizione.
Prima delle testimonianze di Giuliana Catellani, formatrice dei gruppi Darsi Pace, e di Andrea Bellaroto, membro dell’Indispensabile, Marco Guzzi e Giorgia Cecconi hanno rivisitato sia musicalmente sia testualmente l’Inno di Mameli, immaginando una versione rivista alla luce della consapevolezza non più bellica della Nuova Umanità.
Ora vi aspettiamo tutti alle ultime 4 feste della Nuova Umanità:
3 maggio – VICENZA
11 maggio – FINALBORGO
24 maggio – TERNI
7 giugno – GONZAGA
Intanto, potete rivedere l’evento di Bologna qui: https://youtube.com/live/X0y8ir7NRt8
Grazie Bologna! La repubblica Cispadana è sempre nel cuore!
Buona festa a tutti!
Sto vedendo il video (qualità veramente eccellente, complimenti anche allo staff tecnico), e mi ritorna in mente come per me il termine “feste” è sempre stato gravato da un sospetto, da una diffidenza. Forse è vero, forse sono troppo “pensoso” di natura, ma associo alla festa una sensazione spesso di amara inutilità, come qualcosa che si fa per “distrarsi” senza nessun costrutto, ovvero senza alcuna costruzione in sé o nel fuori di sé. Così è raro che andando a letto dopo Capodanno sia di umore allegro e spensierato, mi pesa tutta la diversione dalle cose importanti, dalla cose che ci possono rendere felici…
Questo sospetto si allungava anche a queste feste, ovviamente. Ma è stato subito accantonato. Perché qui la festa ha una densità corposa e piacevole. Non sento per nulla quell’acuta sensazione di ammazzare il tempo (e quindi, quasi di morire) che avverto in tante feste. Qui c’è un aspetto diverso di celebrazione comune, che è comunque molto bello. E poi l’intervento di Marco è preciso, accorato. Dà fiato a quel che sento e che spesso non esprimo, ma che mi crea malessere. Riconoscendolo, il malessere si fa subito più dolce, maneggiabile, gestibile. C’è ancora chi mi dice che quello che sento è normale e che possiamo fare qualcosa, che quel che sento è anche a causa del momento in cui siamo immersi, che possiamo cambiare questo mondo come l’universo ci sta indicando, in pratica. Che siamo una trama di relazioni, come la fisica moderna ci ha mostrato e che mi mostra ogni giorno, e che pensarci isolati, come ci avvertono i monaci buddisti da molto tempo, è un pensiero errato, esso stesso fonte di malessere. Attraverso questa festa scorre invece un pensiero sano che mi risana.
L’intervento di Giuliana è una testimonianza molto bella e autentica, vedo che ci mette tutta se stessa e percepisco a pelle la sua assoluta sincerità, il suo spogliarsi di ogni sovrastruttura, e mi ritrovo in tante cose che dice, il suo “cuore a nudo” sembra che parli di me.
L’intervento di Andrea è preciso e accorato. Sento con lui l’amarezza dei moniti alla pace, anche io “non ci credo più”, pensavo fosse un andamento depressivo dei miei sessant’anni ormai ma è anche la percezione di un giovane (e mi dico, guarda anche lui tiene un diario!). E comunque chiude in positivo, nell’indicare realisticamente una direzione di lavoro. L’unica direzione, che non sia retorica.
E lo so, devo ancora finire di vedere, sto recuperando nelle pause pranzo e mi manca l’ultima fase, ma volevo appuntare subito queste cose perché scrivere a caldo, ancora investiti dalla meraviglia, è la cosa che mi piace di più.
E pensando ora proprio a Giuliana, Andrea… che bei frutti dà questo ambiente… e se dai frutti si riconosce l’albero…