Che differenza c’è tra un’informazione e un messaggio? Quando questa domanda è comparsa nella mia mente mi sono messa a riflettere, cioè ad osservare i miei pensieri radunarsi. Qualche esempio molto semplice e chiaro di cosa per me sia un’informazione è ad esempio l’avviso sul cellulare di un promemoria nell’agenda; oppure il suono della lavatrice quando ha finito il lavaggio. Direi di più: un’informazione è vedere la nota su facebook dei compleanni del giorno. In tutti e tre i casi nessuno ha voluto di sua propria iniziativa dirmi alcunché. Ovvero io sono stata avvisata da un’informazione “voluta dal nulla”, cioè “voluta dal Signor Nessuno”. Se ci pensiamo bene dietro alle informazioni nessuno vuole dirci nulla – tradotto in termini più da bambini: “Il Signor Nessuno vuole dirci cose sue, vuole parlarci di sé, cioè del Nulla”.
È utile essere avvisati, perché fa funzionare il meccanismo della nostra quotidianità. Alla lunga però possiamo accorgerci, e spesso non subito, che l’efficienza è una modalità di vedere le cose che può portarci tristezza. E perché mai? Pensiamo: l’internet delle cose è vero che alleggerisce molte fatiche fisiche, ma il principio che sta dietro alla macchina non lo conosciamo. Per questo ha preso il sopravvento e per questo l’abbiamo appena interrogato, l’abbiamo fatto parlare, e abbiamo sentito cos’ha detto – ha detto di essere il Nulla. Il Nulla dice che Nessuno è Presente! Cioè la Presenza ci si da come Assenza; la vicinanza ci si da come lontananza. E se le cose sono lontane, cioè non le sentiamo vicine e presenti, allora ci sentiamo inevitabilmente abbandonati e soli. E perché? Perché è contrario alla nostra natura e questo fa emergere in risposta la nostra vocazione umana, che è votata alla relazione. Se proviamo a tradurre anche questa in parole da bambini, la nostra vocazione emerge così: “C’é nessuno?”. Ovvero, il Nessuno ha un essere? Cioè “è” in qualche modo? Perché se esiste, allora c’è e io non sono sola! – Ma chi c’è? … Nessuno. Solo io – LA DOMANDA CHE SIAMO resta senza risposta!
Quì abbiamo scoperto ben due cose però! E sono due belle notizie.
La prima è che, se ascoltiamo bene, il Signor Nessuno in realtà esiste! Abbiamo detto che lo possiamo sentire quando ci accorgiamo di essere soli. Sembra un paradosso, lo so, ma accorgerci di questo significa una cosa, cioè questo ci comunica un messaggio: l’Essere, ovvero la vita, può assumere la forma di chi-si-nasconde alla nostra vista. E cioè, quando ci sentiamo circondati dal Nulla, questa è solo una delle tante modalità del darsi dell’Essere a noi. Mi spiego meglio: il SENSO della vita si allontana da noi e noi non lo vediamo più, né intorno a noi né in noi, perché ci si dà nella forma dell’assenza in quanto si è nascosto. In altre parole, il divino, nascondendosi, ci si dà nella forma distorta dell’abbandono.
E perché questa sarebbe una bella notizia? Perché è proprio questo pensiero che sto scrivendo e che voi starete leggendo che CI RIVELA come stanno le cose. Questo pensiero vuole dirci qualcosa! E vuole dircelo perché essendo noi esseri umani, siamo visitati dai pensieri, cioè da intelligenze, benefiche e malefiche, cioè da pensieri positivi che ci fanno stare bene e da pensieri negativi che ci fanno stare male. È molto semplice. Questo pensiero che ci favorisce è un pensiero che ci guida e ci conduce verso ciò che più propriamente siamo, lo vedete?
Pensare un pensiero vivente, che ci rianima perché parla alla nostra anima, parla del nostro, ci restituisce a noi stessi! Prima eravamo perduti nell’abbandono, ora invece ci è arrivato un Grande messaggio! Ecco la seconda buona notizia: qualcuno in questo pensiero ci pensa. Pensare il pensiero significa pensarsi, cioè svolgere ciò che umanamente ci è più proprio. E quando volgiamo lo sguardo verso noi stessi in questo modo ci scopriamo aperti ai messaggi del mistero che ci abita e che siamo! Perciò vedo nell’iper digitalizzazione una contro-figura oscura delle antenne che già siamo! Meno diventiamo antenne e più antenne e satelliti verranno costruiti dai padroni e signori nascosti al servizio di Nessuno! Ma torniamo a noi. – Quando siamo visti, e quindi visitati da qualcuno, che ci omaggia a noi stessi dandoci più vita, noi stiamo bene. Questo è il bene! Nessun moralismo! Bene è ascoltare il pensiero che dà umanità all’uomo, ovvero ascoltarci per imparare a diventare chi siamo, ma chi siamo lo RICEVIAMO! Siamo un essere isolato e abbandonato, angosciato, ma possiamo essere anche un io-in-relazione con Sé stesso, cioè col suo più abissale mistero originario, un io-in-relazione con chi in me dice di essere Io.
Ho ricevuto allora un Messaggio: “L’Io Sono che io sono vuole conoscermi e donarsi al mio io”.
Esistono infine due tipi di COR-RISPONDENZA: nella prima io sono invitata da Nessuno a usare il mio dito per cliccare o la mia mano per fare qualcosa di utile, ma Nessuno mi vede, cioè Nessuno mi pensa a suo modo! Nella seconda invece io sono invitata ad essere me stessa, sono chiamata all’appello dell’essere-umano. Nel primo caso rischiamo di rimanere schiavi del nostro agire, delle opere del Nulla; nel secondo invece il nostro agire è guidato dalla Luce che ci abita e che siamo. Per me Darsi Pace oggi è la risposta alla domanda che sono. E cosa sono? Sono Io, Ida come Io-essere-storico.
Cara Ida grazie, mi è venuta in mente una citazione dello Steiner a proposito del pensiero vivente da te citato: ‘Io sono colui che pensa, Io sono il pensato, Io sono il pensare, e sono cosciente di questo processo”.
Sì Stefano, grazie. Io Steiner non l’ho approfondito devo dire e questa citazione mi rimanda a qualcosa a me più familiare, ovvero all’idealismo tedesco. Per la coscienza, cioè per lo spirito, è questo il processo… Come parteciparvi anche con il proprio corpo? La nostra sfida per il futuro è proprio quella di comprendere e quindi entrare come umanità nella dimensione dello spirito con il corpo e con i corpi, cioè con le cose e il mondo intero. Un caro augurio.
Grande Ida! Questa tua riflessione mi ha ricordato molto una poesia di Paul Celan, Psalm…Prova a dargli un occhiata, scoprirai molte concordanze
Grazie Andre, anche per la poesia di Celan. Non la conoscevo. È bellissima…
Cara Ida,
grazie di cuore per la tua riflessione che raduna i pensieri e osservandoli distingue l’informazione dal messaggio.
E grazie anche per aver utilizzato un linguaggio bambino, più facile alla mia comprensione, per condurmi piano piano dall’assenza del Signor Nessuno alla presenza di Chi in me vuole conoscermi e donarsi al mio io.
E’ l’uscita dalla schiavitù dentro il respiro della Vita, è sapere di esistere come figlia libera, è partecipare più consapevolmente all’Opera creativa in atto imparando ad abitare il tempo che ho ereditato e a corrispondere al Pensiero Vivente che da sempre mi interpella.
Darsi pace mi aiuta a farmi risposta, a lasciare che la risposta si faccia me, aprendomi a
“un orizzonte più ampio del cuore/ più ampio perfino del mondo” (L’ora della ricreazione, Marco Guzzi)
che va continuamente conosciuto standoci dentro, altrimenti scompare.
Giuliana
Parole a dir poco perfette Giuliana, grazie!
A proposito dell’orizzonte più ampio del cuore e del mondo, ma anche della poesia di Celan indicatami da Andrea, penso a due poesie di Marco (Teatro cattolico):
. Conteso tra il fuoco e la distanza
Sto penetrando la terra di nessuno
. Non cerco,
se cade una parola
la raccolgo.
Come un filo di ragno
si produce da sé.
Toccando il perimetro velato
me lo brucia: la velina
s’infiamma facilmente.
“L’immagine è finita
Prende corpo”