Big data o Grandi messaggi?

Commenti

  1. Cara Ida grazie, mi è venuta in mente una citazione dello Steiner a proposito del pensiero vivente da te citato: ‘Io sono colui che pensa, Io sono il pensato, Io sono il pensare, e sono cosciente di questo processo”.

  2. Sì Stefano, grazie. Io Steiner non l’ho approfondito devo dire e questa citazione mi rimanda a qualcosa a me più familiare, ovvero all’idealismo tedesco. Per la coscienza, cioè per lo spirito, è questo il processo… Come parteciparvi anche con il proprio corpo? La nostra sfida per il futuro è proprio quella di comprendere e quindi entrare come umanità nella dimensione dello spirito con il corpo e con i corpi, cioè con le cose e il mondo intero. Un caro augurio.

  3. Andrea granato dice

    Grande Ida! Questa tua riflessione mi ha ricordato molto una poesia di Paul Celan, Psalm…Prova a dargli un occhiata, scoprirai molte concordanze

  4. Grazie Andre, anche per la poesia di Celan. Non la conoscevo. È bellissima…

  5. giuliana.martina dice

    Cara Ida,
    grazie di cuore per la tua riflessione che raduna i pensieri e osservandoli distingue l’informazione dal messaggio.
    E grazie anche per aver utilizzato un linguaggio bambino, più facile alla mia comprensione, per condurmi piano piano dall’assenza del Signor Nessuno alla presenza di Chi in me vuole conoscermi e donarsi al mio io.

    E’ l’uscita dalla schiavitù dentro il respiro della Vita, è sapere di esistere come figlia libera, è partecipare più consapevolmente all’Opera creativa in atto imparando ad abitare il tempo che ho ereditato e a corrispondere al Pensiero Vivente che da sempre mi interpella.

    Darsi pace mi aiuta a farmi risposta, a lasciare che la risposta si faccia me, aprendomi a
    “un orizzonte più ampio del cuore/ più ampio perfino del mondo” (L’ora della ricreazione, Marco Guzzi)
    che va continuamente conosciuto standoci dentro, altrimenti scompare.

    Giuliana

  6. Parole a dir poco perfette Giuliana, grazie!
    A proposito dell’orizzonte più ampio del cuore e del mondo, ma anche della poesia di Celan indicatami da Andrea, penso a due poesie di Marco (Teatro cattolico):

    . Conteso tra il fuoco e la distanza
    Sto penetrando la terra di nessuno

    . Non cerco,
    se cade una parola
    la raccolgo.

    Come un filo di ragno
    si produce da sé.

    Toccando il perimetro velato
    me lo brucia: la velina
    s’infiamma facilmente.

    “L’immagine è finita
    Prende corpo”

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