I doni del diavolo e l’urgenza di un’Altra Scienza

Commenti

  1. Grazie caro Giacomo, il tuo è un testo importante, perché non fa sconti e non censura niente. Come tutti i testi interessanti che valga la pena leggere.

    Tocchi molti temi, con profondità e concisione. Provo a non allargarmi troppo, agganciando solo un paio di temi. Vorrei dire tanto anche degli altri ma non è giusto prendere troppo spazio in un commento (il focus è il post non i commenti), già mi sento un po’ in colpa, ma qualcosa devo proprio scrivere.

    Hai saputo trovare una chiave spirituale per la tua sofferenza e quindi è diventata immediatamente feconda: ma lo so, è accaduto lo stesso anche per me (che ho avuto un esteso periodo di fobìe e paure molto forti), sentivo che l’angoscia si allentava quando riuscivo a uscire dal pensiero che stavo soffrendo “senza senso” ma stavo soffrendo “per” qualcosa, forse per far nascere qualcosa. In ogni caso e in modi misteriosi, non afferrabili dalla mente calcolante, non era sprecato.

    Ricordo una frase in fondo ad un libro di Anselm Grün, un autore che avevo cominciato a leggere assiduamente prima di incontrare Darsi Pace, perché mi dava (e mi dà) conforto. Diceva qualcosa così, che già accettando la propria sofferenza psicologica “si rende il mondo più luminoso”. L’idea che accogliere la sofferenza – anche che non si comprende – fosse una cosa “attiva” e non “passiva”, non fosse necessariamente un subire, ma un agire, mi rallegrava in molti momenti. Se ci penso mi rallegra ancora adesso.

    Hai bene inteso la ragione d’essere di AltraScienza a mio avviso.

    Questo gruppo nacque ormai dieci anni fa (il primo “nucleo” era formato da Iside Fontana e dal sottoscritto), rispondendo ad una “chiamata” di Marco Guzzi per formare gruppi di creatività culturale. Con tante traversie e turbolenze di navigazione, grazie al cielo è ancora attivo anzi con l’ingresso di Giacomo e altre validissime persone, è in un momento veramente bello da vivere. Il nostro terreno è fertile, è bel coltivato, è semplicemente la visione della vita e della scienza di Darsi Pace che poi è quella che nasce da un Rivoluzionario di duemila anni fa, la cui rivoluzione vera è sempre ed ancora da attuare.

    La rivoluzione vera coinvolge tutto e quindi la scienza è coinvolta, come appare benissimo nei costanti e puntuali riferimenti alla scienza che fa Guzzi nei suoi testi e nelle sue lezioni. Noi vogliamo appena sviluppare questo tema, per quanto possiamo, con l’esperienza che abbiamo. È appena un “tentativo ironico” (mi piace molto questa dizione di Luigi Giussani, molto liberante rispetto alle attese e pretese dell’ego), aperto ad ogni persona interessata, che facciamo con il cuore.

    Grazie tanto per questo scritto Giacomo, autentico e profondo.
    E grazie per essere con noi in AltraScienza.

  2. Caro Giacomo è con le lacrime agli occhi, la gola chiusa ed il respiro bloccato, sensazioni che solo noi in preda all’ansia conosciamo e spesso mascheriamo, che leggo la tua testimonianza.
    Ti ringrazio pertanto per aver condiviso, usando parole attente e particolarmente toccanti, la tua esperienza.
    “Il diavolo ti ha donato la sofferenza e il signore la poesia per trasformarla” sono parole di una pesantezza che ti schiaccia perchè la prima parte della frase è quella che ogni ansioso fobico prova in prima battuta senza apparente via di uscita che blocca e non ti fa vedere il futuro e nemmeno il presente. Non ti fa proprio vivere non ti fa apprezzare la tua età la tua giovinezza e tutto ciò che ti accade in quei momenti. Io ero più giovani di te quando mi cominciarono gli attacchi di panico e l’ansia derivata, era il 1983 avevo 16 anni e all’epoca nessuno di quelli che mi stavano accanto sapeva cosa fossero. Mia mamma era completamente impreparata, chissà cosa avrà provato poverina a vedermi in preda a spaventi e paure di fronte a situazioni normali per lo più.
    La mia testa in quei momenti entrava in un tunnel dove esisteva solo l’idea della morte che per fortuna non mi ha mai toccata nemmeno lontanamente. Però ho bruciato la mia giovinezza e le mie graduali esperienze legate all’età per era costante l’idea che fuori di casa mi potessero accadere solo cose brutte e mortali.
    Grazie a Dio mia madre fu illuminata da qualcuno e cominciai ad andare da una psicoterapeuta che mi aiutò tantissimo ad accettare e capire quel profondo malessere mortale. Tant’è che poi mi sono diplomata, ho cominciato a lavorare ho messo su famiglia.
    Ma prima di capire tante cose, ricadere più volte lungo la strada, ci ho messo quasi trent’anni e solo allora ho cominciato a “Darmi pace” ed accettare tutto ciò che il Diavolo mi aveva “donato” anche se è difficile accettare e la poesia per accettare tale sofferenza ancora non l’ho ben compresa.
    E’ da tre anni che sono entrate in questo meraviglioso percorso di Darsi pace, sono al terzo anno, un po’ di sollievo l’ho conosciuto ma ancora brancolo nel buio a fasi altalenanti. Frequento solo on line vivendo lontano da Roma anche se avrei la possibilità di frequentare qualche appuntamento dal vivo, ma la paura spesso mi frena, guidare la macchina per grandi distanze mi è precluso dalla paura appunto. Devo dire però che gli intensivi, ho partecipato agli ultimi tre, lasciano un segno indelebile nell’anima e sono curativi.
    Non è bello dirlo o solo pensarlo ma mi vien da pensare che mal comune è mezzo gaudio perchè averti letto mi ha dato tanta forza. Perchè le tue parole sono fonte di coraggio e speranza anche se non ho ancora avuto la fortuna che hai avuto tu di conoscere e frequentare “persone credenti, cristiane, brave e preparate che possano darmi una mano con amore e competenza terapeutica”, persone fondamentalmente non giudicanti, perchè spesso chi soffre di questo “male oscuro” tende a non farlo sapere a nasconderlo, proprio per evitare, almeno è il caso mio, consigli o paternali non richieste perchè difficilmente applicabili. Il nostro disagio, infatti, non è curabile solo attenuando il sintomo con le medicine, percorso che nel mio caso è stato altamente deleterio, ma è grazie ad incontri importanti come nel tuo caso che imbocchi la via di guarigione.
    Io sono all’inizio di “Darsi pace” e ringrazierò sempre Dio di avermelo fatto incontrare.
    Ti mando un abbraccio forte e spero di conoscerti presto

  3. Marco Maria dice

    I doni del diavolo sono gli stati interiori che ci spingono alla ricerca di un’ integrazione! Bisogna “aggrapparsi” a Lucifero per ritornare a “rivedere le stelle”, scendere negli “inferi” e convertire lo sguardo sulle “distorsioni” che ci fanno rimanere nell’ “ombra”! Si sa che Dante era un guelfo “nero” un “fedele d’amore” che ha scritto la “Commedia” come “Dramma”, con un sotteso significato allegorico, “esoterico”: “O voi ch’avete li ‘ntelletti sani, mirate la dottrina che s’asconde sotto ‘l velame de li versi strani”.

  4. Grazie Giacomo
    Un racconto vibrante
    Vivo
    Sincero
    Bellissimo
    Terapeutico

  5. Caro Giacomo, quanto accomuna ed avvicina il raccontarsi autentico del sentire profondo..Che meraviglia…Mi vien spontanea questa espressione..Penso che il dono della sofferenza sia per tutti indistintamente, con una differenza sostanziale; c’è chi il dono lo respinge, lo rifiuta..e chi invece ha la sensibilità, il coraggio o chissà anche la fede ..e lo accoglie, e si ferma ad ascoltarlo, ad abbracciarlo e trasformarlo in poesia.
    Grazie infinite per questa profonda testimonianza!

  6. Brunella Lionetti dice

    Grazie Giacomo!
    Non conosco il sacerdote di cui parli ma sei stato davvero fortunato a frequentarlo!
    Cosí come l ambiente familiare, e i dintorni in cui sei cresciuto!
    A me sembrano anche questi grandi doni. La poesia, intesa come Marco la vive e comunica, è certo una via di uscita dalla sofferenza, spesso indicibile!
    È proprio la sua lingua- parola a curare, e ad aprire finestre e porte delle stanze in cui ci chiudiamo per vari motivi. Quando ha cominciato a parlarmi, io non sapevo delle mie ferite profonde; vivevo nel mondo travestita e truccata, molto lontana dalla veritá di me stessa! È lei che mi ha spogliata, e insegnato a vivere nella nuditá.
    Una frase che ricordo di quel tempo: L’ amico piú sincero sei tu, Dolore. Il tuo silenzio spegne le false parole…Non l’ ho piú dimenticato! Ti auguro un buon proseguimento di cammino in DP e nella feconda sintesi tra fede e scienza. Brunella

  7. Marco Maria dice

    Lucifero, prima di San Girolamo, era un nome dato ai Cristiani, tanto che c’è anche San Lucifero di Cagliari, vescovo! È stato il nome pagano di Venere e nell’ Exultet è un titolo di Cristo!

  8. grazie di cuore per questi commenti così ricchi di qualità e profondità 🙂

  9. La scienza, come tutte le altre cose prodotte dell’essere umano, compresa la psicologia, è tremendamente “mentale”. C’è davvero bisogno di dare spazio anche alla nostra parte spirituale, ma va al tempo stesso compreso che non tutti la possiedono, sebbene l’idea che ogni persona ne sia dotata possa donare conforto e speranza. Del resto, pure l’autoconsolazione e la speranza sono prodotti illusori della mente.

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