Sacerdozio e ministero

Commenti

  1. Grazie

  2. Grazie don Massimiliano!
    Non conoscevo padre Francesco De Gasperis e adesso mi incuriosisce conoscerlo meglio. Grazie per questo post così preciso, scientifico e coinvolgente dove hai sintetizzato molto bene il suo pensiero che “sfata” linguaggi e interpretazioni obsolete.
    È appassionante la ricerca quando c’è onestà intellettuale e presenza cardiaca!
    Che lo Spirito possa fluire continuando a ri-crearci!
    Un abbraccio grato. Chiara

  3. Bravo Massimiliano e grazie per il tuo prezioso contributo. Gli elementi da te trattati toccano proprio alcune mie profonde perplessità nei confronti della chiesa che sento come questioni obsolete e, proprio perché non prese in considerazione realmente, attualissime! Il dramma sta proprio nel fatto che la Grazia pare eclissata dai cuori di quei pochi fedeli, pastori inclusi! (Anche se mi chiedo in chi mai si sia vista, irradiata, eccetto rari casi e i santi). Imperversa ancora molto oscurantismo e mancanza di pensiero, cioè di consapevolezza, di Spirito! La voce di Cristo è la voce di una denuncia, perché la Sua Luce è la sola capace di Dire, e quindi di fare nuove, tutte le cose che tocca. Perciò un pensiero incapace di riconoscere le invisibili, seppur molto visibili, dinamiche costituenti la storia della chiesa, non può strutturalmente creare cose nuove, revisionare il vecchio, produrre frutti partendo dalle proprie radici, perché Cristo è il frutto e il compimento di ogni cosa, principio e fine. Chissà che cosa immaginano i cattolici quando lo chiamano “Signore della storia”… Forse Hegel ne sapeva di più, almeno in questo.
    Grazie ancora, a maggior ragione in virtù del tuo servizio nella chiesa stessa.
    Un abbraccio

  4. Grazie per questa riflessione così innovativa. Non sono mai stata una sostenitrice del “sacerdozio femminile” inteso come fotocopia dei sacerdoti uomini. Anni fa ho letto il libro di Jo Croissant (moglie del fondatore della Comunità delle Beatitudini) sul “Sacerdozio del cuore” come vocazione specifica della donna. Ora la lettura di questo articolo mi ha aperto una visione ancora più ampia della questione che desidero approfondire meglio.

  5. Luca Cimichella dice

    Grazie caro Massimiliano. La gran parte degli argomenti qui riportati, per nulla nuovi nel dibattito ecclesiologico, li ho attentamente meditati un paio d’anni fa, durante il mio confronto col protestantesimo. È evidente che qui si tratta di mettere in questione le modalità essenziali della Chiesa romana nei confronti delle altre dimensioni ecclesiali, a partire da quella protestante. Tutto questo discorso infatti non può non sfociare in una revisione seria del mistero petrino e del significato del primato del vescovo di Roma. Ma il primato romano-petrino è un problema che riguarda la mediazione essenziale tra l’archetipo imperiale di Roma stessa e la croce di Cristo che vi si è storicamente innestata.
    Insomma, ogni questione ecclesiologica è anche una questione teologica e politica. La Riforma protestante è stata una reazione alla Riforma gregoriana, la quale a sua volta – a mio parere – è stata un fraintendimento e una profonda deviazione del significato misterico del primato romano stesso. Qui occorre battere il martello pneumatico del pensiero. E considerare tutto insieme, ripensando anche e sempre l’essenza mistica – necessariamente mistica – dello Stato e della politica in relazione alla missione dell’istituzione ecclesiale.

    Un grande e urgente lavoro!
    Un caro saluto,
    Luca. –

  6. La teologia è la scienza che discute in modo aperto di queste interessanti questioni. Le posizioni sono le più diverse.
    La Chiesa su alcune questioni sembra sorda e muta.
    Grazie del tuo contributo.

  7. Marco Maria dice

    Ciao, riporto una parte di una conferenza di padre Alberto Maggi in cui si fa riferimento ad una “vulgata” che secondo me ha fatto molto male spiritualmente ed è quella della “puerile” storia dell’ Angelo ribelle Lucifero, quando in realtà sappiamo che il Satana è un Malach che prende ordini da Yaweh e verso cui il Cristo si ribella cacciandolo!

    La storia di Lucifero appare nel libro di Enoc, un testo apocrifo dei primi secoli del cristianesimo. Il Terzo giorno della creazione un angelo pecca, che poi prende il nome di Satana. Qui appare il peccato di orgoglio di un angelo nel terzo giorno della creazione. Nella Vita Latina di Adamo ed Eva (altro testo apocrifo) questo angelo prende il nome di Stana. Il nome Lucifero nasce dalla fusione di due testi dell’AT di Isaia ed Ezechiele. Gli autori compongono una satira contro i potenti del tempo. Satire rivolte a uomini reali. Ezechiele si rivolge al re di Tiro, mentre Isaia si rivolge a Nabucodonosor, parla di astro del mattino. All’epoca di Isaia si pensava che tutti coloro che detenevano il potere si ritenevano investiti di un dono divino, al di sopra degli altri. Lo chiama astro del mattino, che viene tradotto in latino con Lucifero. Per quattro secoli nel cristianesimo è stato un nome molto bello e usato. Lucifero: portatore di luce. C’è anche un santo vescovo di Cagliari chiamato Lucifero.

    https://regiron.blogspot.com/2020/08/demoni-e-angeli-conferenza-di-alberto.html

  8. Grazie caro Massimiliano. È coraggioso, luminoso ed insieme, pieno di ragioni, quanto scrivi.

    Il rinnovamento che auspichi nella Chiesa mi sembra sempre più necessario: da una parte vi sono molte correnti teologiche che “osano” oltre (come, ad esempio, il post teismo) una visione forse un po’ statica e certo non evolutiva che ad alcuni può apparire fuori dai tempi (anche “cosmologici”, dove l’espansione ora è il dettato fondamentale, mentre i Padri vivevano un universo “statico”).

    Certo la Chiesa deve muoversi con i suoi tempi, ma la situazione mi pare urgente. L’abbandono delle giovani generazioni alla pratica della messa è qualcosa che non ha precedenti, per la prima volta nella storia si sta interrompendo una catena generazionale di trasmissione di un certo modello di mondo (vogliamo dire, della fede). Non c’è molto tempo: almeno per i parametri umani.

    C’è una grande voglia di rinnovamento, anche Darsi Pace in fondo è espressione di questo desiderio: chiarissimo e non sindacabile, pur nella fedeltà al Magistero. Venga donato dall’alto il coraggio a chi decide nella Chiesa, per la sua grande indilazionabile rivoluzione.

  9. Finalmente qualcosa di chiaro e ben documentato su un tema centrale e scottante anche per le sue implicazioni simboliche. A me pare che alla radice ci sia “semplicemente” il maschilismo e la misoginia delle gerarchie succedutesi dalle origini fino ad oggi. Penso che ci sia un’urgenza estrema di cambiamento, e che la necessità di tempi lunghi per ottenerlo sia un pretesto per procrastinare. A proposito di post teismo, trovo illuminanti degli interventi di Paolo Scquizzato su questo argomento e su altri riguardanti i vangeli e la persona di Cristo.

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