PRENDERSI CURA DEI MALATI È UN GESTO REGALE

Commenti

  1. Simone Compagnucci dice

    Grazie, cara Sana, per aver composto e condiviso questo post ai miei occhi molto prezioso.
    È da tempo che vado pensando che due sono le radici di base del male occidentale: la velocità e il profitto indiscriminato fine a sé stesso. A suo tempo avevo aggiunto anche la visibilità, ma poi questa idea l’ho riveduta.
    Il tuo racconto mi ha richiamato alla memoria un episodio che vissi in prima persona qualche anno fa in SPDC (psichiatria) e che mi colpì molto.
    C’era una ragazzina che stava piangendo disperata; un medico (anzi, una dottoressa) le si avvicina e le dice: “O la fai finita di piangere oppure sono costretta a legarti al letto e a contenerti”.
    Quale amarezza non aver potuto fare né dire niente di fronte a certe ingiustizie!
    Il sistema sanitario attuale è una pura e semplice macchina infernale; profondamente afflitta da sclerocardia.
    Sì, ci dobbiamo curare – come ci ricorda sempre anche lo stesso Marco; e pure alla svelta, oserei dire io.
    Dobbiamo curare il cuore.
    Perché siamo, allegoricamente parlando, come cultura, nella ghiaccia di Cocito dantesca; mossa dalla grande macchina diabolica. O, detto in altri termini, siamo nel deserto.
    Bisogna quindi gridare; e farsi sentire.
    Perché temo che se non passiamo dapprima dallo step del grido, le cose non cambieranno con l’urgenza con cui avrebbero bisogno di essere cambiate.
    Dico questo perché vedo ancora nello stesso sistema sanitario un’acritica passività e una ligiosità alla legge (“Ma tanto è così!”, “Questa è la legge! Che ci vuoi fare” – quale legge, scusa??) che fanno paura.
    Ma quel che è certo è che la Nuova Umanità spazzerà via tutto questo SCHIFO!
    Grazie di nuovo di questo dono prezioso.
    A te ogni bene,
    Simone

  2. Grazie cara Sana, grazie per questo delicato ed equilibrato racconto. Un equilibrio tra cura di sé e cura degli altri, nelle tue parole: quell’equilibrio che il mondo esterno ha perso, come ben denunci – con precisione e senza acredine. Ma vedere le cose dalla prospettiva giusta è già un sollievo, è già un inizio di cura: perché si esce dalla confusione. Si vede chiaro, e senza chiarezza di vista nessuna ferita può essere curata, nessun chirurgo accetterebbe di operare.

    In queste settimane che ho a che fare con il Servizio Sanitario Nazionale, per l’accudimento di mia mamma dopo una operazione, sento e avverto la piena verità di quanto dici. È ancora un pericoloso riduzionismo, ampiamente sconfessato dalla scienza, che ci trasforma in macchine costringendoci a violentare la nostra umanità, a creare contrapposizioni di bassa energia, dottori vs pazienti, infermieri vs medici, etc…. Tutto si separa da tutto a bassa energia, lo dice anche la fisica. Denunciarlo è già un inizio di respiro.

    E trovo bellissimo l’accenno che fai, alla consolazione.

    Come non pensare alla bellissima poesia di Guzzi, che apre il volume Facebook?
    “Non abbiamo bisogno di molto altro / ma solo di infinita consolazione”

    È proprio così.

  3. Guardare negli occhi ed ascoltare chi parla è un atteggiamento che sostiene ed incoraggia l’interlocutore.
    Se poi vengono proposte soluzioni ai suoi problemi o ancor di più cure per i suoi mali credo che la sostanza dell’essere umano si incarni in questo scambio di aiuto e gratitudine. Quando accade la soddisfazione è massima !
    Non capisco come sia possibile non vedere questa realtà e , anche con tutti gli ostacoli del caso, realizzarla .
    Più persone vivranno in questi principi e li avvaloreranno con atti concreti più il loro opposto sarà stridente e inaccettabile agli occhi di chi assiste spesso inerte.
    Grazie Sana e Simone che mi ricordate quanto sia importante vivere questo ogni Santo Giorno !

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