Da anni mi circola tra i pensieri, soprattutto quelli più insofferenti, come una pallina da flipper il desiderio di decostruire l’immaginario imperante, adatto ad essere umani ridotti a manichini!
Anche se non ha preso una forma precisa, la si potrebbe identificare in un una domanda:
È possibile restituire ai nostri volti e corpi (nonché ai loro interiori contenuti) una Bellezza liberati dai diktat di stilisti-sacerdoti e guru pubblicitari votati ad ogni tipo di rèclame?
Uscire dagli stereotipi proposti? Scoprire che essere sè stessi è un’avventura molto più entusiasmante dell’imitare altri: perché voler essere una barbie o un big jim invece di una donna e un uomo veri?
Queste domande, non sempre razionalmente formulate, sono state le molle che mi hanno permesso di uscire dall’ambiente della Moda e Cosmesi dove lavoravo, anni fa; mescolate alla noia che cresceva!
Le copertine patinate delle riviste famose, mi sono ad un tratto sembrate la carta d’identità di un ‘umanità bisognosa di maschere, per auto convincersi della propria esistenza; un passaporto necessario per accedere alla vita sociale; quella importante che fa tendenza, certo, e che si auto celebra come il modello da seguire! Ma che in realtà è una scatola vuota, finemente impacchettata: come liberarsene?
Nel percorso Darsi pace, si lavora sulle ingiunzioni familiari, e sulle relative distorsioni sviluppate in noi stessi, per riuscire a farsi accettare ed essere amati e stimati da chi ci è vicino.
Il processo prosegue poi allargandosi in ogni ambiente dove viviamo: non vogliamo anche qui essere accettati, amati, stimati e magari invidiati dagli altri? E per ottenere questo non siamo disposti a grandi sacrifici? Qui, stiamo imparando a riconoscere le nostre insicurezze, fragilità e debolezze umane, e il nostro bisogno narcisistico, egoico competitivo; insieme al desiderio di essere riconosciuti, nella nostra unicità. Come possiamo illuderci di trovare l’appagamento di ciò, nel sorriso standard di un rossetto? O tra le mille promesse di creme miracolose, penetranti il corpo e capaci di modellarlo, stringerlo, gonfiarlo a piacere prima di avvolgerlo in abiti più o meno firmati: è il dogma della gigantesca industria che suggerisce, guida e governa il nostro quotidiano desiderio del vivere; immaginando per noi la vita!
Detto questo, vorrei sottolineare che non si tratta di demonizzare o moralizzare l’aspetto estetico al quale tutti attingiamo per curare la preziosità del nostro corpo e migliorare il suo aspetto; ma piuttosto, direi del lavorare sull’innegabile condizionamento che dall’esterno ci relega a passivi attori sulla scena del mondo; indottrinandoci non solo sul come apparire ma anche sul come sentire, pensare, comportarci, vivere e infine morire. (Altra fiorente industria, sempre legata ai nostri corpi, psiche, scelte!)
È interessante, ad esempio, il cambiamento dei mezzi per comunicare il messaggio pubblicitario: prima era visibile solo su riviste specializzate, oggi invece campeggia ovunque: tappezza interi palazzi, stazioni, mezzi di trasporto pubblici e privati, e quindi come sfuggire a tutto ciò?
A mio parere, e quello che sperimento da anni, il mezzo più efficace è la consapevolezza data dalla conoscenza dei meccanismi in atto, progettati a tavolino da professionisti abili nell’attivare le nostre dinamiche interiori (desideri inconsci, frustrazioni, passioni, ecc.) permettendo così il senso critico per una possibile distanza tra l’offerta e la passiva adesione! E anche lo sviluppo di una buona dose d’ironia: ecco, un sorriso ironico nell’accettazione della proposta e un sano distacco che abbandona l’immagine falsa suggerita dall’esterno (molto veloce nel depositarsi in noi come un possibile ideale, spesso occulto) per cercare invece l’immagine autentica depositata come un marchio indelebile nel fondo di noi stessi: l’impronta della Divina Bellezza Creatrice!
Non è forse proprio questo spazio, normalmente lasciato vuoto, il campo da gioco di tutte le forze che se lo contendono, cercando di scimmiottare, travestire, deformare l’originaria immagine umana?
Non è forse l’oblio, l’ignoranza e la lontananza da tutto ciò a renderci vulnerabili e adescabili, e inoltre perennemente affannati a rincorrere l’idolo di turno, diverso eppure sempre uguale a se stesso?
Io credo sia possibile, e molto augurabile, ritrovare la Bellezza con la quale siamo stati creati uno ad uno, con infinito amore; così come ogni foglia, albero, ed essere vivente che vediamo intorno a noi.
Bellezza sempre coniugata con Verità e Libertà: e quindi, Vita incondizionata!
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