La Russia era il nemico numero uno, causa di tutti i mali, minaccia esistenziale per l’Europa, il nuovo Hitler, e quindi non avevamo scelta se non combatterlo fino alla fine, naturalmente con i soldati altrui, cioè Ucraini.
Dovevamo inviare nuove armi, aumentare la spesa pubblica destinata alla difesa, togliendo fondi alla sanità, alla scuola, alle pensioni.
Dovevamo trasferire fondi pubblici italiani che finivano nelle tasche delle grandi imprese di armamenti – la maggior parte americane ovviamente – per comprare armamenti sempre più sofisticati, fino alla vittoria.
Naturalmente chi osava sostenere che vincere contro la Russia fosse una chimera, veniva tacciato di essere alla merce del nemico, filo-Putiniano.
Naturalmente chi criticava una politica basata solo su un aumento della bellicosità verso Mosca e sull’invio di armi all’Ucraina, si trovava messo all’angolo.
C’è un aggressore e un aggredito, siamo noi dalla parte della Morale, della Giustizia, l’altro è inerentemente sbagliato, guai a cercare di comprendere le ragioni dell’altro.
L’altro è pazzo e come tale non è degno di ascolto, se non di essere combattuto e sconfitto.
Chiaro che la Russia non aveva ragione nel momento che ha attaccato l’Ucraina, ma era necessario ampliare lo sguardo, guardare la storia, riconoscere e comprendere le ragioni della Russia.
Finalmente arriva poi un Presidente degli Stati Uniti che cambia atteggiamento e sa come trattare con un Paese come la Russia.
Riconosce lo sforzo bellico nella seconda guerra mondiale della Russia, riconosce la sua paura di venire invasa dall’Europa, riconosce che le provocazioni della NATO. Sopratutto, tratta la Russia come vuole essere trattata: da grande potenza.
Dice tante cose che chi aveva uno sguardo più ampio pensava dal 2022: non aveva senso prendere di petto la più grande potenza atomica del mondo alle porte dell’Europa, e che bisognava cercare un dialogo, valutando anche delle concessioni.
Adesso è forte la tentazione di riconoscere questi pregi e di ‘schierarsi’ a favore di Trump.
Tuttavia lo stesso sguardo più ampio ci dice che Trump è solo il riflesso, una distorsione, l’ombra della maschera occidentale buonista, ipocrita, neoliberista di Biden e degli pseudo progressisti occidentali.
Siamo passati da un estremo ad un altro.
Prima era la Russia la causa di tutti i mali, adesso Trump cambia radicalmente narrazione e arriva ad ipotizzare che tutta l’Ucraina possa passare sotto l’influenza russa.
Credere che la ricetta di Trump sia davvero foriera di pace duratura è ingenuo oltre che pericoloso.
Trump probabilmente riuscirà a far tacere le armi in Ucraina nel breve termine, ma a quale costo?
Al costo di una pace ingiusta per l’Ucraina – probabilmente obbligata ad una resa senza aver neanche la possibilità di dire la propria e ancora di più, addirittura additata come artefice dell’invasione Russa.
Un paese distrutto da una guerra tra superpotenze, disputata con i suoi uomini, con le sue terre, e che verrà anche probabilmente obbligata a ripagare con le sue risorse i suoi ex- alleati.
Quindi anche se la tentazione è forte, ci vuole la barra dritta e gli occhi aperti.
Il fine non giustifica mai i mezzi, diceva Gandhi riproponendo l’idea Kantiana che le azioni avessero un valore morale intrinseco indipendentemente dal loro esito.
E quindi queste azioni di Trump, radicate nel pieno principio della forza muscolare, non si possono vedere come giustificazioni per il fine della Pace, che tutti noi vorremmo.
Siamo passati da un estremo all’altro, dalla maschera dell’ipocrisia occidentale all’ombra della sua velleità di potenza e di profitto ad ogni costo.
Cosa scegliere tra menzogna e ingiustizia?
Crediamo davvero che una pace vera e duratura possa nascere in queste condizioni?
Certo almeno con Trump il velo di ipocrisia e menzogna è stato tolto.
Certo con Trump adesso c’è quel dialogo, quel riconoscimento del ‘nemico’ che auspicavamo.
Ma si può credere che una pace in questa modalità possa essere davvero duratura?
La tentazione è forte, ma oggi più che mai bisogna affermare il proprio diritto morale a non schierarsi.
Solo la consapevolezza profonda che entrambe le strade porteranno al baratro di ulteriori guerre, di ulteriori morte, sofferenze, ci può dare la forza di non scegliere tra una visione progressista al soldo degli interessi più biechi dell’establishment e una visione conservatrice, autocratica e violenta che ci fa credere che si possa fare la Pace come se si trattasse di un affare immobiliare.
Serve una modalità nuova veramente democratica, basata sul coinvolgimento di tutte le parti, soprattutto quelle più deboli, sul reale rispetto del diritto internazionale
Solo una modalità nuova di pensare, sentire, agire e relazionarci, basata sull’ascolto e il riconoscimento dell’altro, potrà essere il terreno fertile dove le vere soluzioni potranno essere trovate.
La tentazione è forte ma oggi più mai bisogna tenere gli occhi aperti, la mente lucida, e non farci ingannare da queste illusioni.