Noi siamo pronti a condannare la corruzione e lo scempio della “politica” attuale. Ci vergogniamo dei nostri “rappresentanti” per tutte le malefatte criminali e diaboliche, le (non)scelte politiche che hanno fatto e continuano a fare.
Ma non sarà che, a differenza nostra, loro i mezzi li hanno per fare ciò che a noi non è consentito di fare?
L’avete visto “Il marchese del grillo”? È un film divertente, sì, ma sottile e geniale. Tra i vari personaggi c’è quel poveraccio del carbonaro che è tale e quale al marchese. Succede che gli capita di vivere un periodo nelle vesti del marchese stesso, ma i nobili non se ne accorgono e credono che lui sia il vero marchese. Ecco, la cosa più interessante è il fatto che il finto marchese si comporta peggio del suo signore! Da cioè sfogo ad una vita di fatiche, da pezzente, vivendo da re e ubriacandosi.
Cosa intendo dire con questo? Da una parte che noi vogliamo che ai vertici del potere sieda qualcuno che si assuma la responsabilità di un popolo. Ma a ben vedere, potremmo anche dire che “noi vogliamo che gli altri facciano quello che noi non siamo disposti a fare”!
Ma che cosa non siamo disposti a fare vera-mente? Non l’esercitare la giustizia, ma l’essere assunti dal potere della giustizia!
Sembrerà strano, ma il potere, come ha magistralmente esposto Marco Guzzi in una sua famosa conferenza (“Il potere è spirituale” – https://youtu.be/5eufdNWa6sI?si=lE8oMQqXKA1p9rv6), il potere è frutto di un’immagine o idea del potere stesso. È questa idea invisibile a governare! Non è un mero ruolo sociale di chi siede in alto nella società! L’autorità non viene dalla forza, ma dall’investitura dello spirito dell’Autorità! Ed è per questo che noi vediamo che i famosi “valori di una volta” oggi si sono ritirati dal mondo, perché quell’uomo è decaduto, finito. Oggi i bambini di 10 anni (ci lavoro e li vedo tutti i giorni) non riconoscono più autorità a scuola, in famiglia, sono già perduti perché portano il peso di un mondo in rovina ancora prima di mettervi piede!
Noi non siamo disposti quindi a ricevere l’autorità dello spirito, perché non vogliamo lasciare andare il cadavere nella sua tomba! Ce lo teniamo in casa mentre si decompone e ci inzuppiamo del suo fetore.
Ora, torniamo al carbonaro. Ritorniamo a quel poveraccio ubriaco di fatica e sfinito che tutti noi siamo, sia ricchi che poveri. Loro per paura di perdere tutto, noi per paura di perdere quel poco che abbiamo. Riconosciamo che l’indigenza è la condizione dell’umano su tutta la terra. Ammettiamolo che senza un ordine, un governo, non possiamo vivere. Ammettiamolo che ogni forma di potere è finita.
Ora siamo tutti con-vocati in massa a partecipare, e non a subire, a riconoscere una nuova forma di potere capace di emancipare l’uomo da Ogni forma di schiavitù. Il destino della nostra storia, cioè della terra della sera, del tempo della fine, ci sta chiamando, tra un tracollo e l’altro, per Assumerci in un lavoro di Governo! Il mainstream non ve lo dirà, ma sappiate che ciascuno di noi è invitato a regnare secondo l’ordine dello spirito della vera autorità.
Che delirio, eh?
Non meno di quello in cui già siamo.
Dove si va? Che dobbiamo fare? Cosa mi devo portare?
I problemi non sono questi, perché lì si va nudi. Verremo vestiti dai funzionari con l’abito che ci attende.
Il problema vero, e ben più drammatico, è che noi non vogliamo spogliarci del ruolo da pezzente che qui siamo!
C’è un bollettino. Sopra sta scritto: «Tu sei re con me». Ma quasi nessuno ci crede… Mi consolo sapendo che, comunque vada, quello è il nostro destino, e lo so perché ogni tanto riesco ad aprire un bottone di questa stretta camicia di pelle, e un antico profumo d’incenso nuovo mi si fa avanti.
Una risposta
Bello Ida!