La Croce dell’Inizio della Storia
1. All’altezza dei nostri tempi estremi possiamo e dobbiamo capire che il pensiero non elabora semplicemente congetture e ipotesi “sulla” realtà, ma il suo parlare è di volta in volta un guardare accadere la cosa che pensa. Ogni “contenuto” del pensiero, sia esso “di fede” o “di ragione”, può essere pensato realmente solo nel mentre partecipiamo con stupore al suo accadimento essenziale. La Pasqua – per colui cui sia dato di vederla – diviene così un modo di guardare accadere tutto il reale, totalmente giocato nella storicità di Croce in cui siamo situati. In questo atteggiamento non vi è né una pretesa “oggettiva” né un sentimento “soggettivo”. I misteri cristici della Croce e della Pasqua divengono per noi il cuore vitale di un’esperienza storica delle cose. Gli eventi personali e quelli mondiali “sanno” continuamente di Calvario e di Rinascita, custodiscono per noi l’evento centrale che dopo la Pentecoste dello Spirito si sprigiona nella carne faticosa del mondo e dei tempi che corrono. Da questa premessa noi dobbiamo e possiamo partire.
2. Non esiste un modo esauriente per “spiegare” i misteri pasquali in forma teologico-filosofica. Il guardare accadere è invece la maniera poetica dei linguaggi e della scienza. Al numero 553 dei suoi Pensieri, Blaise Pascal aveva scritto: «Le Christ sera en agonie jusqu’à la fin du monde. Il ne faut pas dormir pendant ce temps-là», «Il Cristo sarà in agonia fino alla fine del mondo. Non si può dormire durante questo tempo». Ci chiediamo: in cosa consiste la veritàdi queste parole? Perché non ha alcun senso ricondurla ad una metafora o “adattarla” al dogma della fede cristiana in quanto tale? La risposta è semplice: perché il filosofo francese, scrivendo in questo modo, stava guardando accadere quello che diceva. Le sue parole sono innanzitutto un’indicazione che ci invita a guardare in quella stessa direzione.
Andiamo ora per gradi. Chi è “il Cristo” nello sguardo che ci offre Pascal in questo aforisma? Lo apprendiamo da un passo poco citato della Passione secondo Luca, che abbiamo letto questa scorsa domenica: «Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Dal momento che se fanno questo al legno verde, che avverrà del legno secco?”» (Lc23, 28-31).
3. Nel tono e nel contenuto sconcertante di queste parole c’è tutto il nudo mistero della Croce messo di fronte – in assoluta Contro-Luce – alla natura vera e propria del Cristo. Il Cristo si autoproclama «legno verde», ossia la Vita che vive di propria spontanea iniziativa. Egli non è dunque semplicemente un “individuo”, né però un astratto “spirito del mondo”. Il Cristo è anzitutto quel legno, quel Corpo vivo e vitale che dà alla luce in pienezza il Verde Inizio di tutte le cose. Il Cristo è il modo nel quale il gioco storico di Io e Mondo ha continuamente il suo Inizio. Ma questo – a sua volta – non è un concetto, bensì un’intonazione di me e dell’essere che ora si fa presente oppure assente. Il Legno Verde è il Miracolo dell’Ovvio: il sussulto di unità assolutamente stupenda da cui l’Ordine di senso di Tutto in ogni momento pro-viene.
Questo Verde Miracolo della Vita ad un tratto parla e lo si incontra in forma umana mentre ci dice: «Dal momento che, se fanno questo al legno verde, che avverrà del legno secco?». Accanto allo sconcerto che – guardato così – dovrebbe suscitarci questa domanda, poniamo ancora un altro passaggio: «Rispose loro Gesù: “In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono”.
Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui» (Gv8, 58-59).
4. Ricordiamo ancora una volta che il nostro intento non è di “spiegare” o “giustificare” la Pasqua cristiana, ma di dare poche indicazioni per fare esperienza della Pasqua che Adesso accade nelle cose. Nei passaggi che abbiamo citato si manifesta un fatto che non ha alcuna pretesa di coerenza e limpidezza logica. Si dà nondimeno questo fatto: che il Legno Verde In Persona, una volta presentatosi nella dimensione umana e mortale, viene messo a morte e sacrificato. Si dà cioè una modalità completamente parallela della Vita che intende distruggere la Fonte Verde della Vita stessa, distruggendo in definitiva Se Medesima (è il mistero del male come “tumore” che, distruggendo il corpo ospitante, distrugge se stesso, secondo la memorabile interpretazione di Schelling). All’uomo pensante e interrogante piacerebbe molto cogliere un “senso” o una “logica” ultima di questo accadimento assurdo. Eppure noi ci troviamo continuamente in questo puro e semplice Assurdo, che si può solamente trapassare nella Salvezza.
La Croce consiste nella continua agonia del Legno Verde della Vita per mano di una maniera altra e contraria a Sé della Vita stessa. La frase di Pascal ci dice tuttavia che questa agonia non dura per sempre, ma fino alla fine del mondo. Ovverosia: fino alla Pasqua.
5. La Pasqua è quell’Adesso continuo nel quale la Vita Verde dell’Essere ha completamente già trapassato il supplizio allucinante/oscurante della sua Croce. Un Adesso che coesiste paradossalmente col tempo di agonia (storico-epocale e personale), nel quale siamo tutti coinvolti esplicitamente dall’Avvento di Cristo in poi. In altre parole, la Pasqua è quel modo di me stesso e del mondo nel quale la frattura di questa Croce si è consumata via dalla Vita intera. Quello terrestre è pertanto il Tempo della veglia – durante il quale «non si può mai dormire» – che accompagna e prefigura il Tempo già presente del Giorno che viene. Fin quando dura questa Croce del mondo, il Tempo del Giorno è anche e sempre Nottetempo.
In questa congiuntura storica, nondimeno, noi sappiamo che questo paradosso di coesistenza è chiamato ad un Salto di crescita immensamente superiore. Vi è cioè nel fatto della Croce e della Pasqua una Via-di-Vita incredibilmente pressante, che ci convoca ora a preparare il suo Inizio come mai era avvenuto prima. Questa “pressione” è la Passione dei Tempi finali: il loro andare-a-finire nell’Unico Inizio che viene.
6. Solo e soltanto raccolti in questo tenore intimo e reverenziale mi pare oggi possibile in-augurare
I giorni miracolosi della festa pasquale, in questo 2025 della storia europea e cristiana.
Il passaggio cui la Croce ci sospinge è l’Avvento di me stesso e della Vita
In pienezza e verità. Le resistenze a questo passaggio sono la nostra lotta
E la nostra croce. La bella notizia è che noi possiamo davvero
Imparare a morire in questo Inizio: lasciarci illuminare
in ogni istante dal Vento di questo Miracolo,
il quale ci invoca a seguirlo e ad essere
Del tutto noi stessi, amandolo.
Questa Voce, questo Legno Verde ha in verità già vinto la sua agonia,
pur continuandola a subire in questo Frattempo storico inter-medio.
La Vocazione di questa Voce è la Festa
Della Nuova Nascita, del nuovo Volto
Di ogni vita vivente e del Mondo.
Buona Pasqua a tutti noi! –
2 risposte
Grazie
“Eppure noi ci troviamo continuamente in questo puro e semplice Assurdo, che si può solamente trapassare nella Salvezza. “
il mistero della croce spiegato in poche parole, grazie Luca, buona Pasqua