I. Una strana festa, prima di ricominciare l’anno nuovo
L’Epifania nell’infanzia era quella festa che tutte le altre si portava via. Mi ricordo la calza che mettevamo sul camino, piena di dolci e carbone, regolati in base alle nostre buone o cattive azioni compiute durante l’anno.
Poi piano piano, il 6 di gennaio è diventata quella data, sinceramente un po’ strana, un po’ triste, dopo la quale si riparte con gli esami, con il lavoro, con le solite cose. È come se tutto andasse a finire in quel giorno, ma ancora non ci sia una esperienza di slancio rispetto al nuovo che deve venire.
L’Epifania come festa, nella mia esperienza personale, è un po’ come la domenica pomeriggio-sera, con quel clima spento, introverso, in cui tutto viene incubato e va come a morire.
Tuttavia, attraverso il lavoro interiore e la ricerca spirituale, ogni qual volta mi metto a pensare o a cercare di sentire il significato di una festa o di una ricorrenza, ecco che si aprono delle strade inesplorate e ricche di spunti interessanti. Anche per quanto riguarda l’Epifania è incredibile come siamo diventati poco ricettivi e dimentichi direi del suo possibile significato spirituale, della sua potenza rivelativa e iniziatica.
Epifania proviene dal verbo epiphànein, composto di epì(=dall’alto) e phànein (=apparire). Epifania letteralmente vuol dire l’evento del phànein, del venire alla luce, del manifestarsi, dell’apparire, dall’alto, da sopra.
Era usato, leggo su google, “in senso religioso dai Greci per indicare l’azione di una divinità che palesa la sua presenza attraverso un segno (visione, sogno, miracolo ecc.)”.
II Qual è il significato spirituale dell’Epifania?
Qual è dunque il significato spirituale e iniziatico di questa festa? Che cosa ci vuole dire? E che relazione possiede con la nostra vita?
Nella tradizione cattolica, questa festività celebra la manifestazione di Gesù Cristo al mondo intero, principalmente attraverso l’adorazione dei Re Magi. Il 6 di gennaio infatti leggiamo Matteo 2, 1-12.
«Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo»- così dicono i Magi. «All’udire questo Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo».
Molto interessante, anzitutto abbiamo i Magi, che provengono da oriente, da dove sorge il sole, dove ci si rivolge per ritrovare l’orientamento, seguendo appunto le stelle. I Magi vengono dalla regione, l’oriente, dei sapienti astrologi.
I Magi cioè guardano verso l’alto, verso le stelle, non sono identificati e proiettati con lo sguardo verso il basso, verso questo piano di realtà, così apparentemente normale, ovvio e mondano. I Magi seguono un altro tipo di orientamento rispetto al modo ordinario di pensare.
I Magi seguono i segni delle stelle, degli astri, di una dimensione più ampia, più vasta che li guida. Seguono i segni del cielo, sono in contatto le sfere celesti.
Potremmo chiederci: chi o cosa dentro di noi è in contatto con una sfera o dimensioni legate più all’intuito, ai segnali misteriosi della vita? Chi o cosa dentro di noi guarda verso l’alto? Verso il fascino comunicativo delle luci stellari?
Chi è in grado di seguire la stella cometa che annuncia la nascita del divino nella storia e nell’essere umano?
L’altra cosa estremamente interessante è la reazione di Erode e di tutta Gerusalemme. Restano turbati. Ma come è possibile che sia nato un Re altro rispetto a quello che già c’è? Noi un Re, un principio di potere nostro già lo abbiamo. Chi viene a disturbarci? A mettere a soqquadro la nostra apparente sicurezza e stabilità?
Il turbamento potremmo dire è la prima reazione psico-emotiva delle nostre difese interiori rispetto al nuovo nato, rispetto al divino che vuole prendere vita in noi e nella storia.
La nuova vita che è nata ci turba, ci mette paura, perché rivela la relatività della nostra regalità, del possesso egoico della nostra vita e del mondo. Esiste un altro principio della vita e delle cose. “L’ego non è padrone a casa propria” diceva Freud. La nascita di Cristo rivoluziona gli assetti di potere di questo mondo.
Ma sentiamo come prosegue. Dove deve nascere questo nuovo Re?
III. L’Epifania è la manifestazione del Dio Vivente
«A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
“E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele».
Il Divino non nasce in quelle che sono considerate le prime fra le città. Non nasce lì dove siamo più forti e prestazionali. Non nasce a New York o a Bruxelles, ma forse a Gaza, o in qualche periferia di Napoli o della Sicilia, nelle bidonville o nelle favelas.
Nasce nell’ultima delle città, nelle periferie abbandonate, nei luoghi perduti dell’anima. Dov’è che ci sentiamo gli ultimi? O agli ultimi posti della società? Dov’è che sentiamo la nostra precarietà e povertà assoluta, lì nasce il divino, il pastore del popolo, la nuova soggettività.
Poi il passo si chiude in questo modo:
«Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese».
Ecco, la stella, la luce li guida alla stalla. La visione della luce, del phanein fa provare loro una gioia grandissima. Oro, incenso e mirra sono i doni che i Magi portano, ricchi di significato simbolico connesso con l’iniziazione alla regalità, al sacerdozio e alla vittoria sulla morte.
Ecco come appare il Divino nella nostra vita, come una luce che ci guida verso la vera regalità, verso cioè un nuovo principio/principe che salva, guarisce e rigenera la nostra vita. È forse questa è la rivelazione epifanica per iniziare un nuovo anno nella luce inaugurale dello Spirito?
7 risposte
Grazie Francesco e buona rinascita
Carissimo Francesco grazie per queste tue preziose riflessioni. Sono dono per darci forza e speranza per proseguire in questo nuovo anno partendo dalla nostra piccola decisione di cercatori e donatori di pace…e che questa luce possa illuminare tutta questa nostra sofferente Umanità…
Buon pomeriggio Francesco cercavo anche io di dare un senso/significato vero a questa ricorrenza che oltre a “chiudere” il ciclo delle festività natalizie aveva una sua profondità .
Tu sei stato quella cosa che io cercavo aiutandomi a vedere oltre.GRAZIE
“I Magi seguono i segni delle stelle, degli astri, di una dimensione più ampia, più vasta che li guida. Seguono i segni del cielo, sono in contatto le sfere celesti.” Quel senso di cielo finalmente in contatto con la terra, quel senso di unione, che la cosmologia sta progressivamente ripensando, riaccogliendo, dopo tanta dolorosa separazione.
Il cielo che “c’entra” con la terra, e viceversa. Era ora! Il mestiere di astronomo mi andava terribilmente stretto, fino a che – molto grazie a Darsi Pace – una “nuova visione” ha iniziato a prendere dimora nel mio cuore.
Grazie, caro Francesco.
Grazie a tutti dei bei commenti e delle risonanze.
Un abbraccio e auguri!
Francesco
Se abbiamo avuto la grazia di vivere questo tempo di festa come i Magi ,dopo avere sperimentato che cercare non è vano perché il Re è in mezzo a noi, dopo che una stella ci ha guidato a Lui e un sogno ci ha indicato la nuova direzione, un altra strada da seguire per evitare Erode, possiamo ritornare e ricominciare la nostra vita. Buon rientro a tutti noi
Grazie,caro Francesco di aver approfondito il significato di questa festa così trascurata dal mondo e purtroppo anche da tanti cristiani. A me personalmente hai offerto lo spunto di molte riflessioni,il primo pensiero che stamattina mi è apparso senza alcuno sforzo mentale mi ha portato al Salmo 19 dove si canta: “i cieli narrano la GLORIA di DIO,l’opera delle sue mani annuncia il firmamento” (Salmo 19,1). Bene,tra le tante opere che l’uomo ha compiuto e compie per glorificare se stesso è stata quella di spegnere a poco a poco tutte o quasi del tutto le luci del cielo sostituendole con delle luci artificiali offrendo così un’apparente senso di protezione e sicurezza. Da ormai molti decenni infatti l’inquinamento luminoso delle nostre città e campagne non permette più di godere e contemplare ad esempio il meraviglioso spettacolo offerto dalla via lattea (la nostra Galassia) in una notte estiva e se proprio non si vuole rinunciare a tale meraviglia occorre spostarsi per decine o centinaia di chilometri verso monti o mari meno inquinati.
Di tutto questo “ben di Dio” mi domando quante luci celestiali ci siamo persi!
Lo stesso discorso può essere interpretato dal punto di vista spirituale: più il mondo vive nelle tenebre e più ha bisogno di false luci spirituali per poter sopravvivere (Gesù le chiama “guide cieche) e viceversa più numerose sono queste false luci artificiali e più riescono ad occultare la VERA LUCE che è venuta nel mondo.
Un caro saluto a tutti gli amici di DP e in particolare a Marco Castellani che insieme a lui condivido fin da ragazzo la passione per l’astronomia,anche se solo come astrofilo (in casa colleziono ancora dagli anni 90 fino oltre il 2000 di ogni mese le riviste di “astronomia” “Orione” “Coelum” ecc…
Domenico di Vinovo