Vorrei parlarvi di un angelo! Emilio Crispo era un medico di 29 anni, in seguito ad incidente automobilistico, il 22 settembre 1995 lascia questa terra e diventa appunto“un angelo”.
Dopo tre mesi dal suo “trasferimento in cielo” la madre, intenta a copiare alcuni indirizzi si ferma, immersa nel suo ricordo, e ad un tratto sente che la penna si muove da sola, lei si irrigidisce poi guarda il foglio e legge il nome Emilio. Tramite le mani dei genitori Emilio comincia a scrivere il diario della sua nuova vita in cielo.
Per una serie di circostanze, che non ritengo coincidenze, mi capita fra le mani il libro “Diario di un angelo”, pubblicato nel 1999 dai genitori. Nello stesso periodo mi capita di frequentare per lavoro la clinica Villa del Rosario di Roma, dove il padre di Emilio esercita parte della sua professione di medico chirurgo; proprio mentre esprimevo al direttore sanitario le mie emozioni sul diario di Emilio, compare davanti ai nostri occhi il dott. Crispo in persona; è stata davvero una gioia conoscerlo e cogliere nelle sue parole una grande serenità nonostante la perdita dell’unico amatissimo figlio. In seguito per altre circostanze ho parlato al telefono con la sig.ra Annarita, mamma di Emilio, che con grande forza vive questo contatto con il figlio scomparso.
Quando la madre, durante i primi contatti, chiede al figlio: “Come sei ora?” Emilio risponde: ” Vivo, vivo”. Lo ripete due volte quasi voglia intensamente inviare il messaggio che la vita non finisce con la morte fisica, ma questa è solo un passaggio per una vita più bella.
Il secondo testo “Il cielo che poesia” contiene nei dialoghi fra Emilio e i genitori una dolcezza ed una profondità incredibile, i suoi messaggi non sono, naturalmente solo per la mamma e il papà, ma per chiunque sia in ascolto e ha bisogno di sentirli.
Ma credo sia meglio lasciarvi alle parole dell’angelo Emilio, che ha rafforzato anche il mio credo negli angeli, custodi di noi uomini e rispondo così anche a Marco F., mio marito, che nel suo post, sugli angeli appunto, mi ha commosso per aver espresso la sua fede profonda in queste creature.
Diario di un angelo 15 aprile 1996
“Allora, stasera parliamo di me.
Io vivo in una dimensione meravigliosa, nella quale lo spirito si arricchisce della luce di Dio e può anche rimanere in contatto con gli esseri umani. E’ la dimensione degli Angeli. Noi siamo addetti alle telecomunicazioni tra cielo e terra. Gli uomini hanno bisogno di Dio. Noi manteniamo vivo questo contatto, anche per quegli uomini distratti che non sanno applicarsi diligentemente alla ricerca del Signore.……………………..
Siamo la Ronda dei cieli, raccogliamo le anime ubriache e le riconduciamo all’ovile.
Non ti meravigliare, cara mamma, se io mi esprimo talvolta come un umano. Il corpo non c’è più, ma l’abitudine al corpo è ancora vicina.………………………..
Nella vita di ogni uomo vi è un Angelo che veglia su di lui,e quando sbaglia lo costringe a confrontarsi con il bene anche contro il suo volere.
Il cielo che poesia 19 luglio 2000
“…Il Signore lascia in giro continuamente i segni della sua presenza, ma quanti li sanno vedere? Non dico interpretare, ma vedere con gli occhi e con il cuore, la poesia di certi tramonti e di tanti altri spettacoli ineguagliabili, che Egli ci offre……il dramma dell’umanità sta proprio nella cecità del cuore”
Il cielo che poesia 9 dicembre 2000
“Mio caro papi mi prude il naso, sono bacini? Non si cancella (qui) la memoria sensoriale, giacchè la vita terrena rimane comunque un’esperienza positiva, e certe sensazioni che procurarono gioia rimangono dentro di noi per sempre. Perché la vita spirituale dovrebbe annichilirle? La vita lascia una traccia indelebile che arricchisce lo spirito, e lo spirito non può farne a meno. Anche il dolore, le sofferenze, le malattie, le tentazioni contribuiscono ad arricchire il corredo di esperienza che ogni anima meritevole si porta in cielo, nella stessa maniera in cui Gesù venuto in terra per portarvi la lieta novella, Se ne torno in cielo carico dei deliziosi dolori dell’umanità………
Lo stesso discorso si addice allo Spirito…,anche il corpo si porta appresso questo corredo d’esperienza divina…Eppure l’uomo è incline per sua natura a dimenticare la natura divina ed a lasciarsi suggestionare dalla propensione della mente a sostituirsi a Dio. Se ciò accadesse la sua vita avrebbe senso?…………..Avrebbe senso il mondo dell’aldiqua, senza il mondo dell’aldilà?
Ecco un argomento per riflettere un po’.”
Per chi vuole approfondire propongo il sito: http://web.tiscali.it/emilioangelo/
Gabriella Somma
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