Parigi: aeroporto Charles de Gaulle. In tutta coerenza con la maestosità del personaggio a cui è intitolato, la costruzione è colossale, labirintica, lasciare l’auto a nolo, presa all’inizio della vacanza, ci costa quattro volte il periplo dell’aeroporto, dobbiamo salire su un trenino, affrontare diversi tapis roulants, camminare e camminare, infine eccoci al terminal 2 F, da lì parte il volo per Roma. Sfiniti ci sediamo in una poltroncina incapaci di distogliere lo sguardo dalle migliaia di persone che sfilano accanto, davanti, dietro a noi, in un carosello che sembra non avere fine. Ne sono infastidita, chiudo gli occhi. Potrei meditare – mi dico – c’è molto tempo prima del decollo, quale occasione migliore per praticare?
Le mani per una mostra
Percorrere i territori dell’arte, sia pur in modo sperimentale/arti-gianale, è un’impresa non da poco, ci si trova subito oberati dal peso degli innumerevoli predecessori, intimiditi dalle schiere di eccelsi artisti che vi giganteggiano e che, nel tempo, hanno dato forma al nostro immaginario e contribuito a delineare una parabola rappresentativa dell’arte e dell’artista, fino ad arrivare agli eccessi dei nostri giorni dove artista è colui che ha accesso ai segreti della creazione (il Divino) e può lui stesso considerarsi un’emanazione dell’arte (Dio), qualsiasi infima cosa faccia.
Rassicura un po’ la considerazione che l’arte e gli artisti non hanno goduto sempre di questa gloria, Platone per esempio, considerava gli artisti meri imitatori della realtà (Repubblica II/III/X), e in quanto tali inutili alla Polis, in qualche caso perfino dannosi.
17 Maniere di pregare senza averne l’aria/2
“Leggere un libro dal pensiero vigoroso con un forte desiderio della verità senza avidità di sapere
senza la pretesa di disputare ma per gusto, per amore della verità. Aprire la porta profonda ad ogni pensiero che arriva e lasciarlo giacere in pace fino a che esso venga a portare il suo frutto” (Maurice Bellet) [Leggi di più…]
17 Maniere di pregare senza averne l’aria. 1°
Camminare in lungo e in largo in una chiesa romanica, bella, abbastanza grande
(….) o una chiesa gotica(….) o barocca (….), e non pensare a niente, niente di niente. Lasciar errare lo sguardo, lasciar cantare la pietra, lasciare che il luogo dica ed andarsene, dopo un po’, senza alcuna fretta. (Tratto da: Cahiers pour croire aujourd’hui di Maurice Bellet)
Sto leggendo degli approfondimenti su Maurice Bellet, un autore di Crocevia, la collana diretta da Marco Guzzi per le Paoline, e vengo per caso a contatto con lo scritto sopracitato, ne resto affascinata. [Leggi di più…]
Prodigi e Magie
“Se la nostra religione si basa sulla salvezza, le nostre principali emozioni saranno timore e tremore. Se la nostra religione si basa sulla meraviglia, la nostra emozione principale sarà la gratitudine” (Jung)
Questa mattina mi sono risvegliata cercando qualcosa nel risveglio, ho cercato di capire che cosa fosse, guardando dentro di me, e ho visto che si trattava di qualcosa che non sapevo, che la mia anima aveva semplicemente bisogno dell’inaspettato, del misterioso, del meraviglioso. [Leggi di più…]
Migrazioni/Integrazioni
Con il ritorno del bel tempo, ecco ritornare le immagini di migranti, sono esibite dai media, nella continua ricerca di sensazionalismo, con una crudezza che scolpisce in noi i loro drammi; sono immagini che evidenziano un fenomeno che non ha paragoni, chi non ricorda una foto di qualche anno fa che ne riassume tutta la violenza: il corpicino composto di un bambino, vestito di tutto punto, con scarpe e calzini, riverso sulla spiaggia privo di vita.
Queste figurazioni hanno tanta potenza che ci obbligano ad occuparci di loro, a trovare, nelle nostre giornate piene di ‘fare’, il tempo di guardarle, entrarci dentro, soffrirle, patire l’impossibilità di fare qualcosa, chiedersene il significato; diventa sempre più difficile pensare che siano solo qualcosa di transitorio. [Leggi di più…]
Il tempo dello sfinimento
Reduce dal seminario di approfondimento con Marco, sono alle prese con la solita tempesta che ne segue. Il tema era ‘La parola’, e non ho scritto a caso la parola reduce; uscire da questi incontri è un po’ come tornare dalla guerra: una battaglia di idee e sentimenti che lottano per trovare la loro strada verso un’armonia compiuta. [Leggi di più…]
Il buio del Natale
Ci tenevo tanto a prepararmi per il Natale, ne sentivo già la premonizione dentro di me, quel clima di attesa dolce, come sente chi è certo che gli è riservato qualcosa di molto bello dedicato a lui, proprio a lui (lei).
Quest’anno – mi dicevo – non permetterò, come è successo gli altri anni, al clamore, allo stress quotidiano, all’industria del regalo, ai disturbatori di professione, di distrarmi da questa luce interiore che si sta accendendo, la alimenterò con cura, non permetterò a nessuno di distogliermi da lei. [Leggi di più…]
Time is out of joint
“Time is out of joint
O cursed spite. That ever I was born set it right”
“Il tempo è fuor di squadra
Che maledetta noia essere nato per rimetterlo in sesto”.
Amleto, atto I, scena 5
Time is out of joint, è il titolo di un nuovo allestimento della Galleria Nazionale di Arte Moderna che ho visto qualche giorno fa, [Leggi di più…]
Coraggiosi si nasce, ma io lo nacqui? (Parafrasando Totò)
Funziona così: vi serve una particolare qualità in questo periodo della vostra vita?
Ebbene, poiché quella qualità è dentro di voi, come centinaia di altre immerse nel sonno dell’inconscio, basta evocarla con sufficiente convinzione e lei, prima o poi, si farà sentire.
Per favorirne l’emersione, sono consigliate attività riflessive intorno al tema, la scrittura ripetuta della parola che la sintetizza, addirittura l’esposizione della scritta in bella vista, ove lo sguardo tenda a fermarsi.
Aiutano anche immaginazioni guidate in cui la qualità desiderata venga, con il potere dell’immaginazione, pienamente vissuta, ma più importante di tutto è cercare di esercitare quella qualità ogni volta che se ne presenti l’occasione, con un certo slancio, per superare le resistenze che l’io frappone ogni volta che ci si impegni a smontarne gli automatismi.
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