Che differenza c’è tra un’informazione e un messaggio? Quando questa domanda è comparsa nella mia mente mi sono messa a riflettere, cioè ad osservare i miei pensieri radunarsi. Qualche esempio molto semplice e chiaro di cosa per me sia un’informazione è ad esempio l’avviso sul cellulare di un promemoria nell’agenda; oppure il suono della lavatrice quando ha finito il lavaggio. Direi di più: un’informazione è vedere la nota su facebook dei compleanni del giorno. In tutti e tre i casi nessuno ha voluto di sua propria iniziativa dirmi alcunché. Ovvero io sono stata avvisata da un’informazione “voluta dal nulla”, cioè “voluta dal Signor Nessuno”. Se ci pensiamo bene dietro alle informazioni nessuno vuole dirci nulla – tradotto in termini più da bambini: “Il Signor Nessuno vuole dirci cose sue, vuole parlarci di sé, cioè del Nulla”.
Ho visto altro
Il mistico salverà il mondo perché questo mondo è finito. Il nostro mondo ha consumato tutte le sue tradizionali possibilità, a partire dalla ragione. Per questo motivo la crisi oggi è globale e su tutti i fronti, ecologico, economico, politico e personale. La crisi è sistemica, infatti è il nostro assetto mentale, malato sin dall’inizio, a mantenerla e ad alimentarla.
Come uscirne?
Ritornando a noi stessi, convertendo lo spirito del nostro sguardo. Ma noi non riusciamo a distaccarci dalla morsa della nostra mente, perché ci afferra ancor prima che noi possiamo vederla.
Come vedere ciò che non può essere visto?
Partiamo da ciò che ci è dato ora e analizziamolo. Impariamo a conoscere la nostra struttura mentale, il nostro stare-al-mondo. Una volta delineata la mappa del territorio che siamo, soltanto allora ci sarà dato di vedere il Limite. «Vedere il limite di questo mondo è il mistico» diceva Wittgenstein. Giunti a questo punto il limite sarà il nostro muro invalicabile, l’ultima frontiera.
E cosa dice questo luogo terminale? [Leggi di più…]
ABBIAMO GIÀ VINTO !!!
Mi è stato detto che esiste una Porta, attraversata la quale io posso conoscere la verità. Allora ho cercato di trovarla e, quando l’ho attraversata, ho incontrato il mio nemico: l’immagine di me stessa e quella del mondo, governate entrambe dalla legge di necessità e di causa-effetto: ti ammali – soffri; sbagli – paghi; sei debole – soccombi; sei forte – vinci, ma comunque vada, morirai. Alla fine, quindi, non vince nessuno, se non la morte.
Allora, in che senso “abbiamo già vinto“? Quando è accaduto? Chi sei tu, oh mortale, per dire una tale follia?
“Io sono la via, la verità e la vita“.
Se questa è vera-mente la voce della vita, di cui tutti siamo irrimediabilmente assetati, e se questa voce ci chiama, dobbiamo allora imparare a conoscere chi e che cosa, quali dinamiche psichiche e sociali, politiche ed economiche, vogliono vincolarci al potere della morte. In poche parole, quali sono i nemici che assediano la Fonte della Vita? [Leggi di più…]
LA LIBERTÀ DEL NASCENTE – UNA TESTIMONIANZA
Sono iscritta alla seconda annualità di Darsi Pace, ho 30 anni, lavoro e studio filosofia e custodisco molti pensieri e aspirazioni che sembrano non trovare un luogo ospitale nel mondo che mi circonda. Per questo desidero condividere con voi alcune riflessioni, sperando di fare cosa a voi gradita. Prima di dire alcunché, in generale, sento di dover fare i conti con il mistero che sono: innanzitutto sono un corpo e parlo. Inoltre sono inserita in una storia di pensiero, filosofico, religioso e politicoeconomico, che, volente o nolente, è il mio patrimonio. Fortunatamente sono nata in un periodo che può anche godere delle scoperte della fisica quantistica del secolo scorso, quindi cerco di non dimenticare che la scienza ha dimostrato la consistenza sostanzialmente vuota della materia. Posso godere anche delle scoperte nel campo della psicologia: da Freud in poi il sogno moderno dell’io come certezza adamantina, per dirla con Giordano Bruno, viene infranto, perché in realtà l’io che siamo si rivela abitato da potenze molto più grandi di lui. Tutto questo per dire che quando dico che sono un corpo e parlo, in realtà, meditandoci un po’ su, non so proprio di cosa sto parlando. Eppure nella maggior parte del tempo della mia giornata do tutto per scontato, perché l’immediatezza sensoriale e i pensieri, che vengono alla mia mente, costituiscono, come dice Kant, il mio senso di identità e addirittura il mondo stesso di cui faccio esperienza. Premessa breve, vertiginosa, ma doverosa, affinché queste righe possano essere arieggiate dalla brezza ignota che è la vita. [Leggi di più…]
ABITARE LO SPAZIO DEL NASCENTE
«Esperti degli spazi / dalla terra alle stelle / ci perdiamo nello spazio / dalla terra alla testa». Come non condividere queste parole della poetessa polacca W. Szymborska. Sono una studentessa di filosofia di quasi 30 anni, iscritta al primo anno di Darsi Pace. Sollecitata dalla domanda del senso della vita ci tengo ad evitare l’approdo a conclusioni convincenti che soddisfino soltanto il mio lato razionale. Un sapere che fruttifica deve affondare le radici nella terra, nel corpo, cioè deve essere concreto e parte del proprio vivere quotidiano, sia a livello psichico che emotivo e fisico. Queste tre componenti umane, molto diverse tra loro, difficilmente agiscono in modo coerente, e non a caso. Ho trovato in Darsi Pace degli ottimi e potenti strumenti per affrontare la questione sia a livello culturale che psicologico ma anche spirituale. La relazione tra le parti interne dell’anima, come diceva il caro Platone, si riflette nella società. Vorrei allora approfondire il problema, spesso incompreso e dimenticato, che riguarda proprio l’origine della costituzione del nostro modo di pensare, agire e sentire. Nel farlo in questo post attraverseremo il pensiero di un filosofo cecoslovacco, Peter Sloterdijk, e dello psichiatra Stanislav Grof. [Leggi di più…]
Siamo anche su