Alcuni giorni fa scartabellavo della vecchia documentazione sanitaria e mi è venuto sotto mano un grosso plico di campi visivi: una bella collezione, da quando ero bambina a quando la cecità ha messo termine a questa girandola dell’inutile.
Era iniziato tutto in modo molto ragionevole. Una bambina stava perdendo vista senza una diagnosi e senza una causa nota, quindi il monitoraggio dell’andamento del campo visivo pareva cosa buona e giusta. Negli anni però la faccenda si è avvoltolata a tal punto che la ritualità del campo visivo annuale era rimasta in sottofondo, senza essere messa più in discussione.
In realtà, già prima di arrivare alla cecità totale, avevo deciso di mettere fine a quella agonia oziosa. [Leggi di più…]
Qual è l’obiettivo?
Dove la sensibilità comune rimane virtù
Quando lo sentii per la prima volta sulla BBC, ne fui piacevolmente colpita, direi ammirata. L’avevo considerato un passo in avanti, come del resto era stata presentata la notizia.
I medici di medicina generale inglesi hanno la possibilità di prescrivere non soltanto farmaci, ma anche prestazioni sociali.
Se una persona mostra segni di depressione in un ambiente di vita piuttosto isolato, il medico ha la possibilità di inviarla, tramite regolare impegnativa, ad un centro che in modo specifico si fa da tramite verso le realtà associative della zona.
La persona così potrà trovare occasioni di incontro con altri svolgendo attività che possano attirare il suo interesse e attivare le sue risorse di coping. [Leggi di più…]
Certamente artificiale, ma ben poco intelligente
Inizio con una storia vera, ma essendomi giunta tramite un passaparola, la pongo nel cassetto degli aneddoti. Non per questo ha meno valore, almeno per quel che mette in evidenza.
Una collega mi ha raccontato che una sua amica era stata operata di nuovo, per tamponare alcune complicanze che si erano presentate dopo un precedente intervento chirurgico.
Data la natura dell’operazione, in ospedale le stavano effettuando iniezioni di eparina per la prevenzione di trombi. Un giorno un’infermiera arriva con una nuova pillola dicendole che è un farmaco coagulante. Avendo la signora fatto notare l’opposta funzione dei due farmaci, chiede spiegazioni e il medico risponde: ma lo dice l’algoritmo! [Leggi di più…]
Spicchi di Carta
L’immagine che mi si è formata nella mente è quella di un’arancia sbucciata con gli spicchi un po’ distanziati ad un polo, eppure ben connessi dalla metà in giù, fino all’altro polo. [Leggi di più…]
Pubblico e privato
Chiunque si trovi nella necessità di prenotare una visita specialistica all’ASL, avendone già avuto qualche esperienza, sa bene di doversi mettere il cuore in pace: alcuni mesi di attesa sono il minimo, talvolta si gira l’anno.
Se però si desidera velocizzare i tempi, si può optare per la visita a pagamento in intramoenia: stesso medico, stessi locali, stesse apparecchiature, ma il portafoglio aperto in modo diretto fa magicamente abbreviare la lista d’attesa a pochi giorni.
Se invece si vuole scegliere una prestazione privata pura, è sufficiente rivolgersi a uno dei tanti centri medici disseminati per la città – sempre ovviamente con la carta di credito pronta all’uso.
Il disincanto verso il servizio pubblico si sta facendo così evidente che ormai non ci fa quasi più effetto constatarlo, lo diamo per scontato. [Leggi di più…]
Ma… che cos’hai?
Ecco, lo sapevo che saremmo arrivati lì. La domanda è pressante. Sento l’attesa del mio interlocutore. Cerco affannosamente nel mio cervello per recuperare una risposta che non ho.
Piacerebbe saperlo anche a me. Avere una diagnosi cui appellarsi, un’etichetta da esporre, un nome da pronunciare, una specie di “tana libera tutti” che metta la mia ansia in pace e plachi la bramosia di chi mi sta davanti.
Le cose però non sono sempre così nette e chiare. [Leggi di più…]
Ritornare dopo la delocalizzazione
Prevenire è meglio che curare: uno di quegli slogan che la pubblicità produce e poi si infila nella memoria di ciascuno di noi fino a diventare una mentalità acquisita.
Del resto, pare proprio ragionevole: preferiamo certamente evitare di ammalarci piuttosto che stare male e poi dover affrontare tutta la fatica del tentare di risalire al punto precedente la malattia.
Tuttavia, credo che anche in questo ambito siamo caduti in un paradigmatico fraintendimento. Infatti, il sistema di prevenzione messo in piedi è perfettamente sintonizzato sulle disarmonie di una umanità nel suo stato ego-centrato, ben modellato da una struttura economico-sociale di un sistema finanziario compulsivamente consumista. [Leggi di più…]
Parlare lo stesso linguaggio
Inizio con una storia.
Un uomo in un letto d’ospedale. Respira con fatica nell’intorpidimento di una coscienza obnubilata. Tubi e cavi entrano ed escono dal suo corpo ormai agli sgoccioli. Il cancro ha mangiato tutto quello che c’era. La moglie è stata al suo fianco nei due anni precedenti, trascorsi più che altro in ospedale, con pochi giorni di intervallo a casa, tra un’operazione e l’altra. Da alcuni giorni i medici sono stati espliciti come non mai: siamo alla fine.
Alla sera, riluttante ad andarsene, la moglie chiede al medico: “È il caso che io resti per la notte?”. “No – risponde il medico – se abbiamo bisogno chiamiamo noi” e se ne va. Un ultimo sguardo al marito, la donna torna a casa nel turbine di emozioni avvoltolate in un cuore che non è abbastanza grande per contenerle tutte. Alle cinque del mattino la telefonata: “suo marito è morto alcuni minuti fa”.
La donna non se ne capacita, “eppure l’ho chiesto al medico, mi ha detto che potevo andare a casa, avrei potuto essergli accanto, tenergli la mano, è morto da solo”. [Leggi di più…]
Tra prove e assenze
Assenza di prove o prova dell’assenza? Sembra un gioco di parole invece è una fondamentale differenza nelle conclusioni degli studi scientifici. Purtroppo però pare che tendiamo a scambiarne il significato con conseguenze anche pesanti di cui, poi, non ci capacitiamo o che interpretiamo erroneamente.
Facciamo un esempio del tutto fittizio, ma giusto per capirci.
Supponiamo che abbiamo studiato l’efficacia di una nuova molecola nella terapia dell’ulcera gastrica. Al termine della ricerca abbiamo pubblicato un paper in cui diciamo che la nuova molecola si è mostrata significativamente efficace nella remissione dell’ulcera a 6 mesi dalla diagnosi. Naturalmente lo studio è stato eseguito su un campione di persone selezionate per criteri clinici specifici e perciò limitati. Supponiamo poi che il nuovo farmaco completi l’iter per l’approvazione e venga immesso sul mercato. [Leggi di più…]
Progetto “In Ascolto”
I praticanti dei Gruppi Darsi Pace lo sanno e chi si vorrà iscrivere per la prima volta lo scoprirà presto.
La dimensione culturale è uno dei tre pilastri su cui si fonda il metodo.
Gli altri due sono la conoscenza di sé sul piano psicologico-emotivo e la meditazione come modalità di contatto consapevole con la nostra spiritualità.
L’approfondimento culturale significa entrare dentro i movimenti della storia, individuando chiavi di lettura che ci aiutino a capire gli eventi del tempo presente [Leggi di più…]
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