Nonostante oggi si dicano tantissime parole, e le fonti di informazione di tutti i tipi lavorino a ritmi industriali, la nostra cultura vive un momento di forte crisi, direi una crisi di sonnambulismo, una sorta di attivismo alla cieca, che rischia in ogni istante di andarsi a sfracellare contro una parete. Dove sta oggi la cultura? Che significa, in un mondo come questo, fare cultura?
Una volta Marco ha detto che l’Occidente negli ultimi trent’anni è andato in pausa pranzo. Spesso però mi sembra che la nostra sia una pausa da indigestione, perché probabilmente abbiamo mangiato troppo e troppo rapidamente. Il corpo della coscienza collettiva infatti pare intasato, appesantito e dunque insonnolito dal XX secolo, non del tutto elaborato né metabolizzato a sufficienza. Troppi nodi millenari, troppi sconvolgimenti irreversibili sono affiorati tutti insieme, e questo fa sì che l’umanità sia entrata vacillando in questo secolo, quasi non fosse pronta per le sfide che abbiamo di fronte. [Leggi di più…]
L’ora del risveglio
Passare oltre nel regno della Grazia
La fine di questo primo biennio di approfondimento mi è parsa il punto culminante di un crescendo. Avendo io partecipato fisicamente solo al secondo dei due anni di Per-donarsi, ho avvertito un incremento di luce, di rivelazione reale e trasformativa soprattutto nell’arco degli ultimi tre intensivi. Con tutti i limiti della mia fase di vita attuale, capisco mese dopo mese che in questo processo iniziatico c’è realmente qualcosa di sempre nuovo e stupefacente che mi viene incontro: è come il senso di un passare, di un movimento gentile che accade per scioglimento di tanti ghiacci spigolosi, radicati sin nelle profondità dell’anima. A volte è inevitabile che le nostre lame interiori ci feriscano, ma lungo questo cammino ho potuto constatare quanto queste ferite possano essere davvero alleviate, contenute e quindi gradualmente risanate. [Leggi di più…]
Confessioni di un giovane europeo
Qualche tempo fa mi è capitato di imbattermi in un video su Youtube che è riuscito a scatenare in me i peggiori sentimenti di rabbia e di rancore. Si trattava di un filmato che mostra, col solito invadente atteggiamento da spettacolo, una serie di reazioni emotive che negli Stati Uniti alcuni adolescenti criminali (dai 14 ai 20 anni circa) hanno manifestato in tribunale all’udire la propria sentenza di ergastolo o di morte. Alcuni reagivano disperandosi, altri ancora perseverando nello scherno e nel finto orgoglio personale. [Leggi di più…]
Passaggi d’anno
Il Capodanno è sempre stato per me, sin dall’infanzia, un momento strano, che non ho ancora capito come vivere realmente. Da quando sono bambino sento di avere un profondo senso del tempo, ma non del nostro tempo, non di questo XXI secolo ormai quasi ventennale.
Il senso del passare del tempo si è sempre associato in me al senso della storia. La storia come un corpo vivo, un corpo che è anche il mio, abitato quotidianamente da immagini, eventi, modalità d’essere precise. Non conosco l’origine di questa mia percezione. So solo che a partire dagli 8 anni circa (seppure a vari gradi di profondità), l’arco storico che va più o meno dal XVII al XX secolo è arrivato gradualmente nella mia vita come una rivelazione, una inspiegabile comprensione delle cose, che mi ha ogni volta donato esperienze reali, visioni precise della mia esistenza e del mondo che mi circonda. [Leggi di più…]
L’urgenza della Rivoluzione – l’Indispensabile
Oggi abbiamo tutti
un disperato bisogno
di parole nuove,
di parole nascenti
semplici ma fatte di fuoco,
coraggiose
e veramente grandi,
che accendano
in profondità
le nostre anime spaesate
con la luce
di una nuova speranza.
. [Leggi di più…]
L’infanzia politica del mondo
Così senza parola segue
il senza patria
con oscura fronte al vento
spogli alberi sulla collina.
Voi fiumi che tramontate lontano!
Violento si angoscia
terribile rosso di sera
nella nube in tempesta.
Voi popoli morenti!
Pallida onda
frangentesi sul lido della notte,
stelle cadenti.
Così terminano i versi di Georg Trakl intitolati Abendland (Occidente). Ciò che esattamente un secolo fa, nel novembre 1918, aveva termine in Europa fu subito chiaro a tutto il mondo come una delle maggiori catastrofi che l’umanità avesse mai visto.
Il Kaiser tedesco, chiamato “il signore della guerra”, fu costretto ad abdicare mentre Berlino era sull’orlo della rivoluzione comunista. Dopo 4 anni di guerra e circa 14 milioni di morti, tutti i popoli (vincitori e vinti) uscivano lacerati e disfatti dalla Prima guerra mondiale.
Ripensare oggi gli eventi capitali della nostra storia non può più essere un compito storiografico o divulgativo. La digestione del XX secolo è un compito che spetta al pensiero radicale, cioè a quel pensare che si fa carico per sua stessa natura delle sorti dell’umano sul pianeta terra.
Non è facile vivere in un tempo che segue a così tante catastrofi. Ecco perché urge un nuovo sguardo d’insieme, più vasto, più capace di respiro, e quindi più leggero, abbastanza sereno da discendere negli inferi senza farsi travolgere. [Leggi di più…]
Con lo sguardo del principiante
L’inizio di questa nuova annualità mi pare coincidere, sia nella mia esistenza che in quella dei nostri gruppi, con una fase di generale trasformazione a tutti i livelli.
Mai infatti nella storia di Darsi Pace avevamo raggiunto l’attuale numero di praticanti in tutto il mondo, e mai come in questi ultimi anni si sono avviati nel nostro movimento così tanti progetti creativi. Tutto sembra essere in piena espansione. Tutto sembra prospettare ulteriore crescita.
La domanda che mi sorge in un periodo come questo, e che pongo innanzitutto a me stesso, è: a cosa ci chiama davvero questo moto di trasformazione? A diventare come? Ad essere più in che modo? A riconoscere che cosa in modo più radicale?
Se mi metto in ascolto più profondo, le parole che escono fuori sono sempre le stesse, quelle che intimoriscono più di ogni altra cosa il nostro Ego: semplicità, realtà, incarnazione.
Il disgelo iniziatico del pianeta. Un cammino nel deserto dell’anima
«Il deserto cresce; guai a colui che porta il deserto», cantava il viandante che soleva chiamarsi l’ombra di Zarathustra.
A ben vedere, la cultura, il pensiero e l’arte degli ultimi 200 anni in un certo senso non fanno altro che dirci che ci troviamo a vivere una svolta radicale, di portata ancora incompresa, all’interno dell’intera storia dell’uomo sul pianeta. Da alcuni decenni a questa parte inoltre anche la scienza ci ha svelato un inquietante nesso diretto, prima di oggi totalmente impensabile, tra le modalità primarie di vita dell’uomo (mangiare, produrre, consumare, ecc.) e l’equilibrio climatico dell’ecosistema terrestre. [Leggi di più…]
La via dell’humus
Humus è il sito del Gruppo poetico insurrezionale di Darsi Pace. Il nostro progetto è il frutto di un lavoro giovane, ancora in piena crescita, principiante. Vorremmo perciò mantenere uno spirito molto umile (come suggerisce il nome humus: cioè semplice, fedele alla terra della nostra vita) ma che, proprio per questo, sia anche umilmente grande, pronto a sfide ardue e di radicale impatto sul mondo. [Leggi di più…]
Rivoltare un mondo rivoltante
Esattamente un secolo fa, nei mesi di febbraio e marzo, nell’ormai esausto e disfatto impero russo degli zar avvenivano eventi decisivi che avrebbero colpito nel cuore l’intera storia umana degli ultimi cento anni. Nella settimana che va dal 23 al 28 febbraio 1917 (8-12 marzo del nostro calendario gregoriano) la capitale russa, da poco ribattezzata Pietrogrado, conosceva le più imponenti sollevazioni operaie e civili della sua storia. Con la partecipazione sempre più alta degli studenti, il 25 febbraio i manifestanti raggiunsero i 240.000, da ogni ceto ed estrazione sociale. [Leggi di più…]
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