Le motivazioni, per me, sono diverse. Intanto, un voler restituire qualcosa per tutto ciò che di buono si è assorbito, si è vissuto. Anche, accogliere l’invito ad essere più creativi, che mi pare così organico al percorso stesso. A mettersi in gioco secondo le proprie capacità, le personali competenze. Il percorso in Darsi Pace costituisce per me, fin dall’inizio, uno stimolo straordinario a guardare il mio lavoro di astrofisico, fuori dalle brume dell’abitudine. Da questa prospettiva, posso farmi toccare ed interrogare in modo inedito da ciò a cui dedico tanta attenzione, nella mia giornata. Sì, posso (anzi, devo) vedere anche le stelle, in modo nuovo. E così, raccontarle. [Leggi di più…]
La fine è un inizio
Interno giorno. Una domenica come tante (dal di fuori) ma diversa da tante, per me, perché si sta chiudendo l’ultimo intensivo del secondo biennio. In altre parole, sto concludendo il percorso di Darsi Pace. Mi ritrovo seduto che appunto sul tablet, in coda alle note di questa densa mattinata, le cinque parole ”e questo è un inizio”…
E chiudo.
Scherziamo? Dopo un percorso di otto anni, invece di qualche generica frase di conclusione, Marco Guzzi mi viene a dire che è un inizio? Che paradosso è mai questo? [Leggi di più…]
Un “irriducibile” mistero
In vista dell’evento di Verona, sabato prossimo, che vedrà un appassionante dialogo tra Federico Faggin e Marco Guzzi, pubblichiamo questa riflessione di Marco Castellani, che modererà l’incontro. Buona lettura! N.B. Non ci sono più posti disponibili per l’evento, che comunque sarà ripreso e pubblicato i primi di giugno.
Un cielo infinito di stelle
L’estate astronomica è iniziata da pochi giorni, quella percepita, da molti di più. Sono da poco arrivato in Abruzzo, nel tentativo di sfuggire alla canicola romana. Qui pure fa caldo, è vero, ma in modo più mite, meno accanito. Non si sfugge al riscaldamento globale, certamente: ai guai che abbiamo causato ed ancora causiamo, per la nostra resistenza terribile a riflettere, meditare, guardarci dentro, capire che la creazione fa parte di noi e noi di questa, e che l’attitudine predatoria ha già causato innumerevoli danni.
Siamo assediati da notizie di guerre, epidemie, carestie, siccità. Siamo assediati e sempre impreparati, ci meravigliamo sempre, come se pensassimo di poter abusare dell’ambiente naturale senza doverne pagare conseguenza. Come se il pianeta Terra fosse capace in modo illimitato di porre rimedio ai nostri sconquassi. [Leggi di più…]
La rivoluzione nel cuore
Se ci penso, mi sorprende quanto in fretta sia cambiato tutto. Funziona così, ti abitui ad un certo clima e pensi che sia immutabile, che sia il modo di vedere il mondo. I buddisti parlano di impermanenza mettendoci dunque in guardia: ma non ci siamo molto abituati, noi occidentali.
Sono cresciuto convivendo con la viva speranza (ed il progetto spesso impaziente) di cambiare il mondo. Ricordo bene, in questo senso, i miei tempi del liceo (siamo a cavallo tra i settanta e gli ottanta). Il mondo nuovo sembrava fosse veramente all’uscio, che stesse ormai premendo per entrare. Finalmente tutto cambia. Poco conta alla fine che mi sentissi “di sinistra” o meno, che guardassi alla sedicente rivoluzione proletaria con un senso di ammirazione o invece con paura. Perché in quel clima, in quell’aria che parlava di cambiamento imminente, c’eravamo dentro tutti. Destra o sinistra, dunque, io c’ero. Le cose si vedevano in un certo modo, si mangiava, si dormiva, si amava in un certo modo. C’era questa rivoluzione da fare: comunque le cose sarebbero cambiate. Presto. [Leggi di più…]
AltraScienza intervista Marco Guzzi
Quello che potete vedere è il risultato di una collaborazione. Di un mettersi insieme intorno ad una passione. La passione delle persone di AltraScienza (gruppo di creatività culturale nato all’interno di Darsi Pace) di ricontattare – in noi e fuori di noi – un concetto vivo e palpitante di scienza, un concetto di scienza che possa degnamente accompagnare l’uomo nuovo nel suo cammino. [Leggi di più…]
Un gioco da ragazzi
Il messaggio è chiarissimo. Tanto chiaro che (come spesso capita) non lo vogliamo leggere. Ma è comprensibile, quando il messaggio è così scomodo, quando non è appena un abbellimento concettuale, ma ti richiede una sorta di revisione globale, ti impone di alzarti da dove (felice o non felice) ormai ti sei accomodato, è facile che tu scelga di non leggerlo. C’è un attrito di primo distacco, comunque in opera, anche se dove stai non stai bene. Accade, quando quello che assimili non lo puoi semplicemente aggiungere per accumulazione al framework che hai già definito, ma punta direttamente alla revisione di quello stesso quadro. [Leggi di più…]
Ogni molecola
L’occasione è sempre casuale, o almeno così appare a prima vista. Che nell’universo non ci sia niente di casuale, peraltro, è un assunto sempre da riconquistare, da fare nostro in ogni momento di coscienza. Più che casuale, mi piace dire provvidenziale, almeno questa volta. L’occasione in sé è una possibilità, è una strada che si apre, un cammino che rende possibili altri e successivi itinerari, una porta verso stanze sconosciute e spesso intriganti. L’occasione specifica, è stata la richiesta di svolgere una relazione su Gravità e senso del bello in alcuni eventi dell’Associazione Italiana Teilhard de Chardin, lo scorso anno. E poi a seguire, la richiesta di un testo da pubblicare sui Quaderni dell’associazione stessa. [Leggi di più…]
PAROLE, PER GUARIRE
Quello che segue è la riduzione di un intervento tenuto dal sottoscritto presso la sede di Frascati Poesia, che prende le mosse dall’introduzione di Marco Guzzi al mio volume di poesia “Imparare a guarire” (Di Felice Edizioni, 2018). L’intervento integrale contiene anche alcune poesie del libro, ed è consultabile presso il mio blog personale.
Perché connettere poesia a guarigione? E soprattutto, abbiamo davvero bisogno di guarire? Scrive Guzzi nelle sue righe di introduzione al volume, che “lo stato di malattia, e di malessere universale, sembra aver raggiunto un livello terminale, una soglia di insostenibilità, che mette a repentaglio la stessa sopravvivenza della specie umana sul pianeta terra.” [Leggi di più…]
La prima immagine di un buco nero.
Il fatto è questo, per dirla breve: è che noi non ci rendiamo conto. Tutto qui. Guardo dalla finestra, mi affaccio al balcone: sembra sempre tutto uguale. Le notti d’estate, spesso mi fermo indugiando fuori dalla casa in Abruzzo, nel cui cielo si scorgono miriadi e miriadi di stelle. Lo spettacolo è bellissimo, da mozzare il fiato. Ma, a dire il vero, sempre uguale: di anno in anno sono appena io che cambio, direi. Non la volta celeste.
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