“…io te sovra te corono e mitrio”
Sulla scia ancora assai… spumeggiante delle emozioni, delle intuizioni, dei pensieri nati durante i tre giorni di Sacrofano, vorrei condividere una suggestione dantesca, che mi si è offerta più volte durante le riflessioni di Marco sulla regalità di cui ciascuno di noi è portatore, e sul significato autentico dell’essere ‘re’ e ‘sacerdoti’.
La suggestione nasce dai versi del Canto XXVII del Purgatorio, non foss’altro che per la sua parte finale: la doppia incoronazione di Dante, re e sacerdote di sé stesso: “…io te sovra te corono e mitrio”, dice solennemente Virgilio nell’ultimo verso.
Il momento in cui ciò avviene non è casuale e questo è forse l’aspetto più interessante e congruo con il percorso di Darsi Pace: siamo nella fase conclusiva dell’esperienza purgatoriale vera e propria: Dante ha attraversato tutte e sette le cornici della montagna ed è in procinto di uscire dall’ultima: solo dunque al termine del percorso di integrazione delle proprie parti malate (perché altro non è il Purgatorio dantesco) questa incoronazione può essere ricevuta. E, re e sacerdote di sé stesso, può finalmente entrare nel Paradiso Terrestre, come ci racconteranno i canti dal XXVIII al XXXIII della seconda cantica. [Leggi di più…]
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