In che modo l’uomo spirituale affronta gli inevitabili conflitti della vita?
Quali modalità di comunicazione sceglie per comunicare la sua visione nel mondo senza scivolare nell’io bellico che ignora le ragioni altrui e si impunta stizzito sulle proprie?
Quali le forme più opportune?
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Meglio su internet o davanti a un bicchiere di vino? Così l’uomo spirituale affronta i conflitti col mondo.
I prodigi del silenzio, ombre e luci di chi tace
“Il prodigio del silenzio è giungere a parlare tacendo, a essere espressivi senza usare le parole, ad avere una vita silenziosamente eloquente. Il silenzio è un modo diverso di comunicare e, più in profondità, un modo diverso di essere. E di vivere”. Così scrive Sabino Chialà, monaco della comunità di Bose, nel suo prezioso saggio “Silenzi, ombre e luci del tacere” (p. 82, edizioni Qiqajon, 8 euro). Prezioso perché non è l’inno al silenzio scritto per religiosi abituati alla pratica, ma una mappa del sottile paesaggio interiore che si apre a chiunque nel momento in cui si rinuncia a parlare.
Come darsi pace, se intorno a noi c’è guerra?
“Per costruire la pace bisogna cambiare cultura; e tutti sappiamo che i
cambi di cultura sono lenti e difficili. Perché cambiare cultura significa
cambiare mentalità.
Nella Bibbia questo cambiamento si chiama: conversione. E convertirsi e’
l’atto supremo dell’uomo.
Non e’ per questa cultura di pace che tu perdi la faccia. Tu perdi la
faccia, facendo la guerra. Se in questo momento di guerra (del Golfo
Persico, gennaio 1991) un uomo, di qualsiasi cultura o paese, dicesse:
Abbiamo sbagliato, torniamo indietro, questi sarebbe il piu’ grande di
tutti, chiunque egli sia. Ma per fare questo ci vuole il miracolo. Comunque
noi crediamo anche nei miracoli”.
David Maria Turoldo, “La guerra, sconfitta di Dio”, [Leggi di più…]
Quei divorziati che hanno ritrovato l’amore, per la Chiesa peggio degli assassini
Sono i peccatori mortali senza speranza e senza appello. Quelli a cui sarà negata per sempre la comunione. Quelli che non potranno mai essere assolti da nessuno. Quelli a cui qualche prete ha negato persino i funerali religiosi. O il battesimo per i loro figli. Chi sono queste figure spregevoli che la Chiesa inchioda a una condanna più severa di quella riservata agli assassini, ai mafiosi o ai pedofili? Sono i cattolici divorziati che hanno deciso di ricostruire la loro vita con un nuovo amore.
Né moralismo né vittimismo Ecco il decalogo del vero perdono
Come può un sopravvissuto dell’Olocausto perdonare il suo aguzzino nazista? Cosa può perdonare un contadino indù che ha visto la sua famiglia sterminata dalla furia dei musulmani pachistani negli anni Cinquanta? O un monaco buddista tibetano torturato per anni dalla repressione cinese? Sono storie estreme, raccolte con un accurato lavoro sul campo, da cui parte la riflessione di Perdonare, il bel libro di Eileen Borris- Dunchunstang che mi ha regalato il mio amico Fabrizio. Storie al limite, dove il male si presenta nella sua forma assoluta, inconcepibile per noi rintanati dentro discreti recinti di civiltà. Storie, però, che permettono a questa acuta psicologa americana di tracciare una mappa universale dell’anima umana di fronte all’ingiustizia. Anche quando il torto assume aspetti molto meno distruttivi di quelli spalancati dalla grande Storia: il tradimento del coniuge, il voltafaccia di un amico, il dispetto di un collega, la persecuzione del burocrate, il ritardo della giustizia. O, forse il caso più difficile da superare, il nostro errore del passato, la colpa che prende dimora dentro di noi, senza mai darci tregua.
Science: menti distratte dunque tristi, solo la preghiera ci fa stare nel presente
Quel Risveglio Che Frantuma La Coppia
IN “CANI NERI” DI MC EWAN LO SCONTRO TRA UNA MOGLIE IN CERCA DI SENSO E UN MARITO TROPPO RAZIONALE
Tutta colpa di due cani neri. È stato a causa di due minacciose bestiacce scure, incontrate durante una passeggiata su un sentiero del Causse in Francia, che June ha scoperto il Male: la loro taglia fuori misura, la loro aggressività gratuita, tutto per lei aveva un significato chiaro che andava persino oltre l’allegoria.
Quei due cani, ai suoi occhi, erano proprio gli emissari del maligno. Ma insieme al diavolo, in quegli istanti che potevano anticipare la sua fine, June avverte anche la carezza di “un’invisibile luce colorata”. Una luce che le cambia la vita. E così, appena riesce a mettersi in salvo, la donna non esita a stracciare la tessera del Partito comunista, a cercare la verità nel Tao e in Santa Teresa e ad allontanarsi poco alla volta dal marito Bernard, intellettuale laburista con la passione per gli insetti, soprattutto irriducibile ateo. È l’indomani della fine della Seconda guerra mondiale. Quando il narratore, il genero dei due, comincia a raccontare i fatti è appena crollato il muro di Berlino, quasi mezzo secolo dopo, e la coppia – sebbene non ufficialmente – è ormai separata da tempo.
Se anche il capitalista scopre la meditazione
DAI TEMPI DEL BUSINESS AMERICANO PARTE LA SVOLTA ZEN DELL’ECONOMIA
di M.C.
“Alla fine di tutto, quando fai un bilancio, ti accorgi che il tuo premio è nel viaggio. Non c’è altro alla meta”. Parola di Randy Komisar, cranio pelato, profilo ascetico e abiti spesso di foggia orientale, esperto di tecniche di meditazione buddista. Ma anche ex boss della Apple e della casa cinematografica Lucas Art (quella di Guerre stellari) con un presente da investitore finanziario nella Silicon Valley. Come spesso accade soffia dalla California il vento che potrebbe portare alla rivoluzione più radicale nel mondo dell’economia, un cambio di rotta che sembra una contraddizione in termini: il capitalismo zen. [Leggi di più…]
Ti regalo un link, la generosità ai tempi del web
ANDERSON: OLTRE META’ DEL TRAFFICO DI UN SITO MEDIO RAGGIUNTO GRAZIE A QUALCUNO CHE SEGNALA UNA NOTIZIA AI PROPRI AMICI O LETTORI
Una delle prime cose che si imparano nei gruppi di Darsi Pace è quella di cercare nel caos della modernità tracce del Nascente, ossia di quella umanità nuova, liberata dal cemento dell’ego, curata nelle ferite più profonde e capace di abbandonarsi a una vita libera, densa di senso e relazioni significative. E forse non c’è icona più potente dei tempi moderni, con tutta la sua carica di ambiguità, come quella di internet. Bene, per capire il senso profondo della rete, uno dei testi chiave degli ultimi anni è La coda lunga, scritto da Chris Anderson, il direttore del prestigioso mensile Wired. Tra le tante intuizioni originali, Anderson coglie un aspetto di Internet molto significativo per capire verso quale società stiamo andando: il link. [Leggi di più…]
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